Fulvio Tomizza, L'ereditiera veneziana, 1989

suo cugino. Per nascondergli di non credere alla storiella

alla storiella, Antonio disse di considerare i cento zecchini

un diversivo alla sequela di lutti nella casa. Essa

quando il cugino finì di parlare, in luogo di

di parlare, in luogo di vederla scoppiare in singhiozzi

Fu un modo nuovo di guardare anche a quell

a quell’intimo mondo di campagna, con al centro

un piazzale rustico, punto di arrivo e di partenza

punto di arrivo e di partenza delle carrozze. Era

col rosaio, la pergola di lillà, le siepi di

di lillà, le siepi di bosso accompagnate da tondi

accompagnate da tondi cippi di pietra su cui abbandonarsi

gelsi. Paolina la lasciava di rado, trascorreva anche parecchie

finestra, e il risveglio di sé via via che

a prepararla alla morte di Antonio e che, invitato

giudica il fatto privo di fondamento, frutto esclusivo della

frutto esclusivo della malignità di cui la ragazza era

Non doveva trattarsi soltanto di chiacchiera se Francesco, il

per sincerarsene personalmente decise di portare Paolina alla tenuta

a settentrione, a Tezze di Conegliano; e mentre si

Oh Dio, che aria di Paradiso” per far dileguare

falsa supposizione in presenza di tutta la compagnia. Solo

annunciare al fratello maggiore di voler essere accasata. Poneva

prendete moglie, credete tosto di divenir uomini; e allora

comando... Io non sono di temperamento d’assoggettarmi a

d’assoggettarmi a gente di questa fatta; onde avendo

conosca io saperne più di me.” ¶ Il commissario Francesco

era quella stabilita trattandosi di un “Giovine di buoni

trattandosi di un “Giovine di buoni costumi”, quanto di

di buoni costumi”, quanto di averlo così presto e

l’inquieta ragazza ardesse di una sete di dominio

ardesse di una sete di dominio, fosse perlomeno impaziente

e per “nuove mire di politica e d’alleanza

ponendo stavolta la condizione di provvedere alla sua richiesta

giuridicamente prende il viaggio di Padova, dove dopo aver

guarigione più in là di Padova, spingendosi a Milano

non gli impedì tuttavia di sostenere la sorella nel

sorella nel suo desiderio di uscire dal convento. Il

che per una differenza di mille ducati: metà del

ducati: metà del lascito di papà Agostino alla governante

volle più sapere. Stese di suo pugno un documento

documento e, in mancanza di persona più affidabile, chiamò

fare il Fratello; protestando di nullità ogni e qualunque

non merita una fortuna di questa sorte; e chi

è capace della viltà di pregiar più mille ducati

pregiar più mille ducati di me, non è degno

lasciò questo mondo prima di aver convalidato col proprio

però un secondo commissario di maggiore età, esperienza e

inaspettatamente si oppose dicendo di voler aver vicina la

piena d’aliti e di vapori sensibilmente marciosi e

neanche a un mese di distanza, papa Agostino dopo

studio, e il gemello di Paolina, Angiolo, deteneva in

in famiglia il primato di robustezza e di una

primato di robustezza e di una spavalda poltroneria. Leggero

spavalda poltroneria. Leggero motivo di preoccupazione per Paolina era

caccia, amando soprattutto quella di palude. Ragione di allarme

quella di palude. Ragione di allarme anche per il

il lettore? Ci rifiutiamo di accoglierla. ¶ Col passaggio dei

conquistarlo ai propri studi di geografia ed ora persino

geografia ed ora persino di cronologia. Tanta buona intesa

ed intimità non mancavano di muovere a gelosia gli

governante Zannetta. Costei, priva di un forte controllo, intendeva

forte controllo, intendeva approfittare di quella casa divenuta tutta

e stimava l’attenzione di Paolina per il commissario

induce ad un’esaltazione di sé così insicura da

dover appoggiarsi al sospetto di essere bersaglio di continue

sospetto di essere bersaglio di continue macchinazioni, ordite da

ambito. È il modo di vivere femminile eternato da

patologico e soprattutto privo di una plausibile motivazione. ¶ Intanto

non soltanto nella caccia di pernici e lepri e

e, con la barca, di anatre e altri uccelli

anatre e altri uccelli di laguna. Il prete a

volta nella casa veneziana di un abate trasformata in

abate trasformata in accademia di belle lettere. Da poco

conversare disinvolto ma pieno di rispetto, lo rendevano particolarmente

ometteva d’intrattenere. Lamentava di essersi dovuto allontanare da

accordo coi suoi e di trovarsi a Venezia senza

ormai contati. ¶ I fratelli di Paolina non pensarono due

per occupare un posto di prestigio nella chiesa parrocchiale

gli competevano le mansioni di prete di famiglia estese

le mansioni di prete di famiglia estese al palazzo

estese al palazzo veneziano di campo San Felice, dove

l’ordine al capofamiglia di comparire davanti al segretario

del tribunale criminale; per di più l’Antonio era

stomaco obbligandolo a nutrirsi di solo latte e gli

latte e gli proibivano di abbandonare la stanza. A

staccarsi dalla propria tenuta di Fontane per venire a

voce che il prete di casa Rubbi era finito

aveva ricevuto dal governatore di Milano l’incarico di

di Milano l’incarico di portare a Genova cento

cento zecchini, ma uscito di città pensò gli conveniva

Solo in una cerchia di giovani, e che si

stravagante sacerdote in rischio di rovinarsi per sempre la

la reputazione. Fatto consiglio di famiglia, fu mandato in

a casa in compagnia di don Ottavio, mogio, umiliato

ma fermo a giurare di essere stato scambiato per

papà Agostino lasciò capire di accogliere gli insegnamenti di

di accogliere gli insegnamenti di religione nella porzione considerata

lo studio delle materie di pratica utilità. Intendeva dire

istruzione, spettavano quelle pratiche di pietà svolte da un

anche dentro il palazzo di campo San Felice, al

nemmeno mancava il medico di famiglia. ¶ Secondo il biografo

famiglia. ¶ Secondo il biografo di Paolina Rubbi, contagiato dai

per primo il comportamento di una delle sorelle, venuta

dava d’indocilità e di tenebre nell’intelletto” e

convento, dalle suore cappuccine di Castello. E mentre una

del padre la condotta di Paolina, la quale, capace

Paolina, la quale, capace di leggere e scribacchiare a

faceva sentire il ricordo di casa, specie del padre

superiore per le scale di pietra a due piani

consorelle, allarmate e incapaci di prestar soccorso a Paolina

e visitata dal medico di famiglia Salveti, mandato dal

lontano caso l’emissione di sangue si rivelò opportuna

testa. Doveva essere tempo di vendemmia, la stagione che

i Rubbi nella villa di Paderno. ¶ Giuseppe venne affidato

venne affidato alle cure di un medico che serviva

della serie pure lunga di dottori maldestri e senza

scoppiò da una rottura di vena” e il tredicenne

prolifico e avveduto uomo di affari, il quale proprio

fece erigere nella residenza di campagna una cappella di

di campagna una cappella di pregio, non si sa

figlio più gracile e di conseguente carattere melanconico. ¶ Pietro

il quale s’impegnò di salvarlo riportando fiducia nella

contro la morte: badavano di non lasciar mai solo

Ma più si sforzavano di non accettare la gravità

ossia salassi, col risultato di togliergli via via le

giovane sarebbe potuto uscir di casa. “Appunto il Sabato

il Sabato Santo uscì di casa; ma uscì cadavere

primo frutto dell’amore di Agostino Rubbi e Bortola

mesi dopo la scomparsa di Pietro, quando durante la

si stampava un libro di poesie, era stata scelta

e lasciò il mondo di tutti i viventi. ¶ A

conteggio. Dei nove figli di papà e mamma Rubbi

nozze, erano dell’ordine di uno a cento: innanzi

Rinaldo Carli. ¶ La morte di Lucia, avvenuta per incidente

incidente ancor più banale di quello capitato al fratello

in tragedia. ¶ Paolina sembra di ciò presaga, anche se

e del clavicembalo. Curiosa di venir a capo di

di venir a capo di tutto, dal maestro di

di tutto, dal maestro di cappella Coleri voleva conoscere

si costuma.” ¶ Una domenica di gennaio ricevette la visita

sguardo incupito che cercava di sfuggire al suo. Stette

silenzio interrotto da colpi di tosse, tenendogli una mano

e i medici stabilirono di comune accordo che la

da essere stato tentato di tratteggiarne la figura quando

stesso — non avrei cuore di rinnovarvi con questo Libro

Voi certamente vi maraviglierete di vederlo. Cosa più nuova

vederlo. Cosa più nuova di questa non avrebbe potuto

Città, il desiderio mio di vedere le lettere e

ha avuto la perseveranza di seguirmi fin qui. Le

come il Carli asserendo di averlo proposto a un

a un editore e di averne avuto belle parole

nella lettura mi capitava di dimenticare interi gruppi di

di dimenticare interi gruppi di pagine, per soffermarmi su

breve, l’opera necessitava di un filtro, una mediazione

filtro, una mediazione, soprattutto di un nuovo punto di

di un nuovo punto di vista che abbracciasse anche

ogni sua lettera. ¶ VITA DI PAOLINA ¶ Il male di

DI PAOLINA ¶ Il male di famiglia ¶ Fino ai quarantacinque

anni Agostino Rubbi, padre di Paolina, aveva tutte le

più fortunati non soltanto di Venezia. Suo padre, commerciante

in tenera età colmo di averi e con un

regola dei Somaschi, educatori di giovani. I tutori, che

all’ordine dei cittadini di Venezia, due gradini sotto

ad esperti. ¶ Nato nel 1688, di corporatura bassa ma robusta

i quali, sull’esempio di parecchi genovesi e di

di parecchi genovesi e di quasi tutti gli inglesi

lana e la produzione di colori, terre a mezzadria

a mezzadria dalle parti di Conegliano, e infine una

rispettabile villa a Paderno di Ponzano, poco fuori di

di Ponzano, poco fuori di Treviso. ¶ Da questa città

viveva in un palazzetto di Fontane, a metà strada

dunque i Rubbi né di spazio né di mezzi

né di spazio né di mezzi per una bella

per una bella nidiata di figli, che in undici

alla luce in numero di nove, regalando al marito

al marito col parto di Paolina anche un gemello

eccezione nella seconda fase di sole donne, delle quali

Per dedicarsi alla guida di una famiglia che sembrava

che sembrava non finire di crescere, papà Agostino conferì

al direttore della fabbrica di colori, Giovanni Braida; e

Occioni, concedette addirittura facoltà di unire il suo nome

nome alla ditta e di possederne la firma. ¶ Devoto

e dalla sua attività di moderno imprenditore, il dottor

si rese amato benefattore di alcuni conventi di monache

benefattore di alcuni conventi di monache e di frati

conventi di monache e di frati, specie di quello

e di frati, specie di quello somasco che aveva

largheggiare con la servitù di città e di campagna

servitù di città e di campagna, specie con la

presso i padri somaschi di Burano e le figlie

palazzo nel lungo sestiere di Cannaregio e sua punta

un paio d’anni di meno, e soprattutto dal

tregua e, per effetto di contrasto, nuovo vigore, il

risentimento verso la sorella di Paolina, la cognata Benizia

compianta, e che poi di rimando Gianrinaldo lasciava affluire

intero verso il collega di università Giacomo Scovolo, reo

e gli consentiva perciò di ricuperare un’arguzia amara

che era anche uomo di chiesa ma il quale

lo trattenne in considerazioni di etica cristiana, passando piuttosto

studioso si ridestò intera, di colpo, a dispetto del

degli antichi fornendone notizie di prima mano a tale

ringraziava per gli atti di amicizia “de’ quali non

ch’era in debito di farli”. Forse punzecchiato per

accortezza e il buonsenso di occupare il meno possibile

È grande il vincolo di marito amoroso, pure quest

un mese dopo era di nuovo in viaggio a

con lo spuntare simultaneo di ben sei dentini. “Nel

amico bresciano. Aveva programmato di far ritorno da Piacenza

Vi aveva rinunciato, scegliendo di proposito la via per

gli usasse la compiacenza di mandargliela poiché stava riunendo

stava riunendo una raccolta di scritti della povera Paolina

fosse vista, la serie di lettere, in massima parte

toccava più intimamente. Sentiva di dover assolvere un obbligo

era stata anche al di fuori del rapporto coniugale

chi si era rifiutato di salvarla. ¶ Il nostro uomo

da due sentimenti opposti, di tenerezza e di odio

opposti, di tenerezza e di odio, i quali trovavano

Augusta Maestà: quel senso di giustizia che lo avrebbe

lo avrebbe reso capace di una crudeltà insospettata verso

diretti, anzi fossero proprio di tale cerchia e si

tenuto nei quattro anni di corteggiamento discreto quanto imperterrito

quanto imperterrito e poi di matrimonio. Più che consigliabile

contrario, favorito un’elevazione di tono tipica del panegirista

darlo a vedere. ¶ Avvertì di dover ricorrere all’espediente

col cugino Gravisi. ¶ Fingere di spedire a Capodistria una

a Capodistria una sequela di lettere raffiguranti altrettanti capitoli

nel prendere la materia di petto, però lo riportava

guida, collaboratore e confidente di tutti i suoi lavori

era il suo giudice di manica larghissima, silenzioso, invisibile

dolore e lo sdegno di chi ne era rimasto

al vedovo piena libertà di movimento; nel caso in

in questione gli consentiva di trasferire il punto di

di trasferire il punto di vista dall’uno all

propria coscienza, diede prova di schietta generosità. Appena terminate

posso far a meno di chiamar a parte i

Vitaliano è fatto Professore di Botanica in Torino. Stamattina

quanto arrivi il vantaggio di lui”.) ¶ Ricorse dunque a

un N.N., amico di famiglia e abitante in

natura gaia e inventiva di Paolina Rubbi, pervenuta a

Stato jugoslavo, allo scopo di esaminare l’eventuale secondo

lascito Carli, al passaggio di poteri in Istria tra

per un cospicuo gruppo di opere d’arte, le

avendola acquistata dalla consorte di uno storico capodistriano esule

dotazione al Museo Regionale di Koper-Capodistria, la cui

scheda rimanda al volume di Lucca che ne è

casa grazie alla gentilezza di un musicista di Lucca

gentilezza di un musicista di Lucca e alla liberalità

alla liberalità del direttore di quella biblioteca, che non

biblioteca, che non omise di chiedere l’autorizzazione al

luoghi veneziani e quelli di villeggiatura in cui si

vigile intento dimostrativo, al di là delle intenzioni dell

a un fresco ritratto di donna traspira un’autenticità

donna traspira un’autenticità di vita intima e di

di vita intima e di vita del secolo a

all’inizio che razza di opera stia egli per

egli per comporre. Degne di entrare in un libro

romanzo, per il genere di scrittura che esso sottintende

per sanare l’economia di Milano e tenerne le

sarà condotta a colpi di “poeta”, “letterato” e, ancora

letterato” e, ancora, autore di romanzi. ¶ Fino a questo

ha dato anche prova di notevole abilità narrativa. Per

ha trovato l’espediente di rivolgersi all’interlocutore di

di rivolgersi all’interlocutore di tutta la sua vita

suo fianco nei momenti di maggiore difficoltà. E rivolgendosi

ribelle standosene nella Capodistria di tutti e due, anzi

tutti e due, anzi di tutti e tre. Al

che straziato, Gianrinaldo, che di anni ne ha quattro

anni ne ha quattro di più, non sa darsi

che lo trovi contento di sé. Progetta una serie

sé. Progetta una serie di onoranze dispendiose, le esegue

esegue, e gli pare di non aver assolto a

ha lasciato assai più di quanto lui mai avesse

morta affamata, assetata, tremante di freddo e in sudori

per la febbre, stanca di tutto e di tutti

stanca di tutto e di tutti, tradita dal medico

Donati, altro amico padovano di Gianrinaldo e uomo di

di Gianrinaldo e uomo di più ricca e delicata

da un tenue sorriso di autocompatimento, era stata rivolta

giovane durante una spedizione di ricerca in Oriente. ¶ Pesante

impacciato nel nuovo ruolo di padrone assoluto di una

ruolo di padrone assoluto di una casa che non

appoggiava al mite compagno di studi che lo aveva

pompe funebri, al parroco di Paderno, al vescovo di

di Paderno, al vescovo di Treviso, dall’incisore e

l’esecuzione del ritratto di Paolina e poi di

di Paolina e poi di un busto marmoreo fatto

per consultare un testo di materia diversa o per

stati dunque i figli di Atlante a portare la

olandese Pauw alla stregua di selvaggi infetti, imputati persino

selvaggi infetti, imputati persino di aver trasmesso al Vecchio

il Nostro della dabbenaggine di essersi lasciato precedere nella

un’inferriata del castello di Duino all’avvicinarsi dei

tedesco Bòde, fu quello di aver per primo battezzato

scoperto nel 1781 perché “padre di Saturno e di Giove

padre di Saturno e di Giove, essendo egli il

egli il più alto di tutti e compiendo, per

medici, non avesse abusato di purganti. Puritano laico, applicava

podagra con un decotto di semi di lino, che

un decotto di semi di lino, che propagandò in

letteraria, ricevendo entusiastiche lettere di miracolati, pure pubblicate nell

suo lavoro, si compone di diciannove tomi, pubblicati nel

decennio 1784-94 dall’Imperial Monistero di Sant’Ambrogio Maggiore. Sono

in biblioteche più modeste di quella del Leopardi, il

disavventure d’una donna di vero spirito o sia

Rubbi contessa Carli-Rubbi, di cui esisterebbe una sola

custodita dalla biblioteca statale di Lucca in cassa blindata

ritirata non appena finita di stampare nel 1750 dal Benedini

stampare nel 1750 dal Benedini di Lucca, il quale se

la sua monumentale raccolta di scritti sui concili. ¶ Come

mai l’inesauribile poligrafo di Capodistria, non contrario a

suo opus un volumone di centonovantun carte, di gran

volumone di centonovantun carte, di gran lunga il più

lunga il più raffinato di quanti stampasse? ¶ Presso gli

della signora, abilmente menzionato di sfuggita nello scritto e

all’amico Giammaria Mazzuchelli di Brescia, non nascose i

comunque una decisione drastica, di cui non parlò mai

Chierici Regolari della Madre di Dio e, con la

nel 1866, alla contigua Statale di Lucca, l’arcivescovo Mansi

a’ quali si offerì di risarcire il danno o

pubblico [potere] s’impadronisse di tutte le copie, e

miracolo salva nelle mani di persona segreta, e da

infatti ebbero la ventura di tenerlo tra le mani

tra le mani, non di leggerlo. Con piglio convenzionalmente

a sapere dell’esistenza di un libro sulla vita

un libro sulla vita di una nobildonna veneziana spirata

giovane nella propria villa di Paderno, a sei chilometri

Istruzione per averne licenza di consultarla. Finalmente gli riuscì

titolo settecentesco Private disavventure di una donna di vero

disavventure di una donna di vero spirito, pensava di

di vero spirito, pensava di scoprirvi qualche piccante episodio

scoprirvi qualche piccante episodio di vita signorile tra le

del bibliotecario era impedito di trattare il libro come

appoggiato alla rovescia”. ¶ Più di recente, sono anni di

di recente, sono anni di oggi, ancora un trevigiano

fino alla Biblioteca comunale di Capodistria, da decenni in

PROLOGO ¶ STORIA DI UN LIBRO ¶ Il conte

Carli scrisse molto, e di un po’ di tutto

e di un po’ di tutto. Fu raro conoscitore

assimilatrice, alla sua forza di volontà, corrispondeva una memoria

formidabile, dote o fenomeno di cui pure si occupò

dal trastullarsi con rime di soggetto pastorale come ancora

i suoi oziosi coetanei di Capodistria. Ciò non toglie

sfida, lui insofferente anche di mitologia ritenuta fantasticheria del

traduzione italiana della Teogonia di Esiodo e non rifacesse

non rifacesse una tragedia di Euripide adattandola al gusto

e sul diverso modo di sentire il teatro e

a Padova e frequentatore di Apostolo Zeno a Venezia

tra irritato e stupefatto, di famiglia da non molto

patriziato grazie ai meriti di un prozio dragomanno a

il quale dallo studio di una medaglia, di un

studio di una medaglia, di un cammeo, dalla descrizione

descrizione omerica dello scudo di Achille, sapeva trarre indizi

fosse uscito dalla penna di poeti e prosatori in

il Newton in ritardo di trecentotrenta-nove anni nel

nel datare l’incendio di Troia e il suo

il suo confutatore Halley di sessantatré. Come un computer

un computer nutrito solo di caparbia e un po

egli era in grado di precisare che la voce

morto “ventisette anni prima di Omero, novecentotrentatré prima di

di Omero, novecentotrentatré prima di Cristo e duemilaseicentosessantatré prima

nostro ormai promosso professore di scienza nautica allo Studio

interpreti con un pizzico di buonsenso quanto i Farisei

in un chiuso spazio di astrazione e magari piegando

tempo coltivai la tentazione di raffigurarmelo impalato e senza

ascrivevo piuttosto a necessità di uscire da una compostezza

una compostezza rigorosa, o di dar tregua a una

non avveniva per motivi di studio in chi non

sorto per l’insegna di un montone inchiodato sulla

per depredare il re di quella regione solcata da

da un fiume ricco di pepite gialle. Non si

per lui il momento di mettere a profitto l

stato coniato dalla guerra di Troia ai suoi giorni

grazie a un granello di humour, poté esclamare: “Sinora

allora, assurto a incarichi di grande responsabilità e prestigio

presidente del Supremo consiglio di economia nella Milano di

di economia nella Milano di Maria Teresa, collocò il

educatori religiosi gli Elementi di morale per la gioventù

in dispotismo, non tralasciò di demolire Rousseau per i

Giuseppe IL Negli anni di pensionamento Gianrinaldo Carli cercò

pensionamento Gianrinaldo Carli cercò di rivalutare il concittadino vescovo

Si spinse al punto di avvicinare e addirittura congiungere

e vita all’Atlantide di Platone che vi fungeva

terrestre il grande continente di mezzo sprofondò in mare

muco emesso mostrava tracce di sangue. Al suo capezzale

non resse a quello di Paolina, abbassò il capo

accompagnò fuori. Le disse di doversi guardare perché era

in fondo. Benizia cercò di opporsi preoccupandosi di ciò

cercò di opporsi preoccupandosi di ciò che avrebbe pensato

che troverebbe il modo di giustificarne l’assenza. ¶ Più

amici, i vari collaboratori, di allontanarla dal suo proposito

tratteneva fino a ora di colazione, rientrava, tornava al

Con tutto il tatto di cui era capace suggerì

capace suggerì alla sorella di far testamento. E quando

infine ridiventare la Commissaria di polso. ¶ Mentre un notaio

lei, si sarebbe coperta di viltà verso il marito

per un valore complessivo di circa quarantamila ducati, andasse

qui l’Autore, liberissimo di dire ciò che gli

e un po’ meno di contraddirsi impunemente in materia

trama, ruzzola malamente, rischiando di trascinare con sé la

eroina: “Così la premura di far compiacer la Sorella

compiacer la Sorella, e di render contento il Cognato

costò a Paolina più di dieci mila Ducati; e

consistette soltanto nella compiacenza di aver operato da sua

favore del marito e di lei, ma non l

altruismo. ¶ Dopo dodici giorni di assistenza pressoché ininterrotti al

della sorella, il medico di Ca’ Miani, dottore “valente

assistente. Le chiese licenza di toccarle il polso e

trovatala febbricitante, le consigliò di mettersi a letto. ¶ Nella

offerta del cugino abate di prendere il suo posto

suo posto nella stanza di Maria. E nello staccarsi

molto riposta. ¶ Nel villino di Preganziòl la tormentava il

diarrea ostinata. Un giorno di ottobre venne a trovarla

il confessore gesuita, dicendosi di passaggio per Treviso. Dal

dal comodino una boccettina di cristallo regalatale da Maria

è più in stato di donarmene altre; che si

in fatti una veemenza di dolore grandissimo, senza pianto

Durò in quella specie di trance per qualche ora

prendeva coscienza dei tentativi di distrarla e divertirla, mostrava

e divertirla, mostrava addirittura di apprezzarli, ma si scusava

scusava con la mano di dover rimanere ancora assente

diverrebbe così un molto di più. Ci sarà del

altra supposizione, ma sta di fatto che la singolare

era verificata anche al di fuori degli sconvolgimenti familiari

vicina a quella paterna di San Felice aveva preso

si dovette trascinar via di peso. ¶ Quando fu completamente

sei fratelli, Paolina decise di pensare soltanto a se

almeno in quest’occasione di venirne fuori. Poi, se

benvoluto, col suo titolo di nobile di provincia che

suo titolo di nobile di provincia che a Venezia

pretendenti, così si sbarazzò di tutte le medicine che

progredire, e, per consiglio di un frate infermiere di

in Miani, non trovò di meglio che rispolverare la

che rispolverare la maschera di Scipione Manfredini. “Fingendo egli

noi che ha finto di esserlo? Mi risponderete: per

adeguarsi al suo giro di frase e di cervello

giro di frase e di cervello). E allora, ribatto

motivo riconoscersi agli occhi di Paolina nello squalificato Scipione

Gianantonio Picciardi, vago anagramma di Gianrinaldo Carli ma dal

costante tendenza a rimpicciolirsi di fronte al peso dei

all’Anonimo più chances di quante non ne contasse

forse lo aveva constatato di persona improvvisandosi dicitore nel

improvvisandosi dicitore nel mezzanino di don Ottavio, che l

a un ordinario matrimonio di convenienza, per la sua

sono giustificate dalla forma di uno scritto “accompagnato più

accompagnato più da palpitazioni di cuore che da tratti

cuore che da tratti di penna”, non già dalla

insinuare nell’orecchio curioso di Paolina. Ora la conosce

è dunque in grado di circoscriverne e blandirne l

l’offerta, egli sente di aver per rivale la

per rivale la resistenza di lei a sposarsi. Occorre

si reputi giustamente fiera di aver pilotato l’azienda

aver pilotato l’azienda di famiglia a favore delle

opinione altrui. Per bocca di un Vecchio dello sbiadito

Vecchio dello sbiadito gruppo di amici in conversazione serale

in un’altra rischia di non essere né carne

questi che tenda al di lei interesse senza interesse

Tiresia scuotendo la barba di ovatta. “Basta un Uomo

ma un Uomo nobile di carattere, noto per onestà

pio per religione, docile di temperamento, capace per abilità

Figli il nome benemerito di Casa Rubbi.” ¶ Saettò occhiate

irrompere, mai tanto importuno, di un’altra brigata di

di un’altra brigata di astemi. ¶ La lettera occupò

lettera occupò il viaggio di Paolina in carrozza dal

in carrozza dal villino di Preganziòl al pontile di

di Preganziòl al pontile di attracco per Venezia. “Questa

le parrucche più eccentriche di cui non aveva fatto

e amici, anziché parlare di affari pretendeva le si

cugino Malanotti venti partite di picchetto. ¶ Queste con gli

gli amici erano sere di eccezione. Per lo più

che coi rispettivi mariti. Di nuovo qualcosa non funzionava

poiché Benizia la pregò di tenere lei il registro

il registro degli oggetti di sua proprietà e successivamente

Paolina accettò l’incombenza di buon grado, senza porre

porre domande. Ma cercava di diradare le visite delle

dei mariti. Un paio di volte, ed è opportuno

far dire alla servitù di non essere in casa

la visita, il dottore di famiglia la chiamò in

Durante il carnevale, uscendo di sera in maschera, era

Rubbi, dopo una tregua di quasi tre anni, aveva

vent’anni, al prezzo di quattrocento ducati all’anno

in più le spese di manutenzione e di eventuale

spese di manutenzione e di eventuale restauro. ¶ Se non

provocazione, si trattò certamente di un sondaggio, il quale

Siamo ormai nell’attrito di famiglia con tutte le

si era già premurata di porre sotto chiave persino

marmitte che le spettavano di diritto ma che non

che non le erano di alcuna necessità stando lei

evasiva, “scongiurò” la sorella di lasciarla alloggiare fino a

È piuttosto un presagio di morte, il quale ci

casa natale, in cerca di una da acquistare col

fuge litus avarum.”1 ¶ Rifiutatasi di reggere il moccolo ai

nel suo comodo palazzo di altrettanto decoro, in piena

medico che le vietava di lasciare il letto. ¶ Il

da ritrovarsi in Casa di Cavalieri. Che Gente vile

però sua Sorella scieglierebbe di stare in quella Casa

Commissaria non si accontentava di parole, la conduzione degli

dei gentiluomini, la toga di panno nero indossata dai

intesa mai esistita al di fuori del negozio nuziale

dei coniugi nel palazzo di San Felice, di cui