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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pino Cacucci, Punti di fuga, 1992

concordanze di «dico»

nautoretestoannoconcordanza
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volta resterai a casa, dico. Poi penso: è meglio
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quanto l’approccio. ¶ “Già,” dico. ¶ “Un grande scrittore, senza
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In un certo senso,” dico. ¶ “A sentirvi parlare vi
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neppure questa?” chiede. ¶ “No,” dico. “E i due amici
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fare…” ¶ “Non farci caso,” dico. ¶ “Comunque, chi lavora per
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Come inizio.” ¶ “Sono pochi,” dico. “Da quel che ho
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sei canadese!” ¶ E io dico: “Sì, sono proprio canadese
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valle.” ¶ “Qualcosa del genere,” dico. ¶ “Lo sapevo, mi basta
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bene, va bene,” gli dico, “ma i miei quarantamila
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alle mie spalle. Gli dico: “Andiamo, Yussif…”. ¶ “Ti facevo
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della ventisette?’ ’Ma no,’ dico io, ’alla ventisette c
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un po’ tardi, stasera,” dico. “Oggi ho conosciuto della
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avevi pensata bene, eh?” dico. “Yussif era in cerca
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tardi fra una settimana,” dico. ¶ “Dovrai aspettare lo stesso
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girato per il mondo,” dico. Poi mi guardo un
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Non ho fretta,” gli dico. “E in ogni caso
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Mi basteranno tre giorni,” dico. “Devo tornare a Parigi
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rendi conto…” ¶ Quando gli dico: “Di solito, dormi su
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vuoi spiegarmi qualcosa?”. ¶ Io dico: “C’è poco da
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perde, in una metropoli,” dico. “E io, invece, non
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Tira giù quegli occhi,” dico minacciandolo con la forchetta
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parlare di istinto. Così dico: “Pilsudsky ha bisogno di
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in piedi. “Che?! Ma dico, sei matto? Cosa ci
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infilo il giubbotto, e dico: “Ho finito i sigari
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bassa voce. ¶ “Tutti chi?” dico. ¶ “Non deve interessarti. Per
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sistemarmi le cose come dico io… e poi, vedrai
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riprendere il discorso. ¶ Gli dico: “Dai, Filippo, tanto non
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sei guardato allo specchio?” dico ridendo. ¶ “Prima voglio un
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non perdere altro tempo,” dico. ¶ “Ma quelli di Yussif
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Domattina cambiamo albergo,” gli dico. ¶ “Io invece pensavo di
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andarmene su due piedi,” dico, “e tanti saluti, d
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stringo nelle spalle, e dico: “Dai retta a me
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finiscono mai di stupire,” dico. ¶ “Infatti, e il nostro
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se anche fosse così…” dico faticando a controllarmi, “se
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a Calais domattina stessa,” dico d’un fiato, sperando
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in macchina. ¶ “Andrea Durante, dico bene?” ¶ Ha pronunciato il
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solo in un modo,” dico. “Perché ormai tutto il
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aiuti a salire,” gli dico. ¶ Mi affaccio nel piccolo
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spaventato. ¶ “Non lo so,” dico. ¶ “Ti porto a casa
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stringe. ¶ “Grazie di tutto,” dico. ¶ Alza le spalle, e
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chiedermi niente. Così gli dico: “Se aspettavo te, per
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tanto in fretta?” ¶ Gli dico della microspia, e di
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imbottitura del giubbotto,” gli dico. “Ti rendi conto? Sono
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la roba in borsa,” dico rassegnato. “Mi ci vorrà
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Questo levatelo dalla testa,” dico guardandolo di traverso. “E
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Lo so, faccio schifo,” dico. ¶ “Ma no… bisogna farci
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a scattarmi qualche foto,” dico alla fine. “C’è
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non schizzo il passaporto. Dico: “Forza, cominciamo dai vestiti
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non c’è niente?” dico. ¶ “Va be’, lasciamoli per
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unica cosa da fare?” dico. “Quel bastardo sa già
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riesce neanche ad aprire!” dico. ¶ “Dagli il tempo. Sta
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mi risparmi la fatica,” dico quasi subito. ¶ “Senz’altro
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il motore del furgone!” dico di scatto. Filippo si
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sto un po’ io,” dico. ¶ “Ecco, bravo. Goditi la
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sta combinando, là dietro?” dico lasciando cadere l’asciugamano
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non lo vedo più!” dico tirandogli un braccio. ¶ “Dev
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Non perderlo d’occhio,” dico a Filippo. “Se si
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Bene, adesso puoi sbizzarrirti,” dico. ¶ Ci sediamo di fronte
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mi fa schifo rivederti,” dico strapazzandolo un po’. ¶ “Sì