Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

in suo dimando ¶ e disse: - Or ha bisogno il

con l'antica Rachele. ¶ Disse: - Beatrice, loda di Dio

io non mi partiva, ¶ disse: «Per altra via, per

s'auna. ¶ «Figliuol mio», disse 'l maestro cortese, ¶ «quelli

vieni al doloroso ospizio», ¶ disse Minòs a me quando

tu vuo' saper», mi disse quelli allotta, ¶ «fu imperadrice

che 'l poeta mi disse: «Che pense?». ¶ Quando rispuosi

l'uno spirto questo disse, ¶ l'altro piangëa; sì

questo 'nferno tratto», ¶ mi disse, «riconoscimi, se sai: ¶ tu

ciechi. ¶ E 'l duca disse a me: «Più non

gentil, che tutto seppe, ¶ disse per confortarmi: «Non ti

quella 'nfiata labbia, ¶ e disse: «Taci, maladetto lupo! ¶ consuma

brano. ¶ Lo buon maestro disse: «Figlio, or vedi ¶ l

tu gridi a vòto», ¶ disse lo mio segnore, «a

pien di fango, ¶ e disse: «Chi se' tu che

basciommi 'l volto e disse: «Alma sdegnosa, ¶ benedetta colei

sbarro. ¶ Lo buon maestro disse: «Omai, figliuolo, ¶ s'appressa

fossero». Ed ei mi disse: «Il foco etterno ¶ ch

m'avea menato, ¶ mi disse: «Non temer; ché 'l

case!». ¶ E a me disse: «Tu, perch' io m

sanz' ira». ¶ E altro disse, ma non l'ho

etterno pianto, ¶ «Guarda», mi disse, «le feroci Erine. ¶ Quest

tornar mai suso». ¶ Così disse 'l maestro; ed elli

occhi mi sciolse e disse: «Or drizza il nerbo

mio. ¶ Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai? ¶ Vedi

poco in suso; ¶ poi disse: «Fieramente furo avversi ¶ a

fu tutto spento, ¶ piangendo disse: «Se per questo cieco

elli han quell' arte», disse, «male appresa, ¶ ciò mi

non fu' io sol», disse, «né certo ¶ sanza cagion

mala luce, ¶ le cose», disse, «che ne son lontano

poi, così andando, ¶ mi disse: «Perché se' tu sì

me «Perché tanto delira», ¶ disse, «lo 'ngegno tuo da

groppo solvi». ¶ «Filosofia», mi disse, «a chi la 'ntende

gia pensando; e quei disse: «Tu pensi ¶ forse a

tiro». ¶ Lo mio maestro disse: «La risposta ¶ farem noi

Poi mi tentò, e disse: «Quelli è Nesso, ¶ che

scoperta la gran bocca, ¶ disse a' compagni: «Siete voi

la destra poppa, ¶ e disse a Nesso: «Torna, e

e 'l gran centauro disse: «E' son tiranni ¶ che

al poeta, e quei disse: ¶ «Questi ti sia or

che sempre si scema», ¶ disse 'l centauro, «voglio che

noi si nascondesse. ¶ Però disse 'l maestro: «Se tu

ch'el si tace», ¶ disse 'l poeta a me

fu sovr' esso fermo, ¶ disse: «Chi fosti, che per

pentuta è rimossa». ¶ Poi disse: «Omai è tempo da

vo seco». ¶ «O figliuol», disse, «qual di questa greggia

dietro e riguardommi; ¶ poi disse: «Bene ascolta chi la

me, e «Or aspetta», ¶ disse, «a costor si vuole

questo mio segnor mi disse ¶ parole per le quali

miran col senno! ¶ El disse a me: «Tosto verrà

punta armava. ¶ Lo duca disse: «Or convien che si

esto giron porti», ¶ mi disse, «va, e vedi la

suo sacchetto bianco, ¶ mi disse: «Che fai tu in

del fiero animale, ¶ e disse a me: «Or sie

e mi sostenne; ¶ e disse: «Gerïon, moviti omai: ¶ le

la sua scurïada, e disse: «Via, ¶ ruffian! qui non

li sferzati, ¶ lo duca disse: «Attienti, e fa che

sanza mia dimanda, ¶ mi disse: «Guarda quel grande che

Fa che pinghe», ¶ mi disse, «il viso un poco

al drudo suo quando disse "Ho io grazie ¶ grandi

non sanno. ¶ Allor Virgilio disse: «Dilli tosto: ¶ "Non son

voce di pianto, ¶ mi disse: «Dunque che a me

la mia scorta ¶ mi disse: «Ancor se' tu de

mente rifiede». ¶ Allor mi disse: «Quel che da la

nerbo. ¶ Del nostro ponte disse: «O Malebranche, ¶ ecco un

tu ci sia», mi disse, «giù t'acquatta ¶ dopo

qui vedermi ¶ esser venuto», disse 'l mio maestro, ¶ «sicuro

uncino a' piedi, ¶ e disse a li altri: «Omai

volse tutto presto ¶ e disse: «Posa, posa, Scarmiglione!». ¶ Poi

Posa, posa, Scarmiglione!». ¶ Poi disse a noi: «Più oltre

con le braccia ¶ e disse: «State in là, mentr

volse la faccia; ¶ «Domanda», disse, «ancor, se più disii

Libicocco «Troppo avem sofferto», ¶ disse; e preseli 'l braccio

li occhi per fedire, ¶ disse: «Fatti 'n costà, malvagio

crollando 'l capo, e disse: «Odi malizia ¶ ch'elli

rintoppo ¶ a li altri, disse a lui: «Se tu

duca si volse e disse: «Aspetta, ¶ e poi secondo

ciò s'accorse, ¶ mi disse: «Quel confitto che tu

a testa china; ¶ poi disse: «Mal contava la bisogna

tu così ti spoltre», ¶ disse 'l maestro; «ché, seggendo

disconvenevole. ¶ Non so che disse, ancor che sovra 'l

neente affiguro». ¶ «Altra risposta», disse, «non ti rendo ¶ se

vergogna si dipinse; ¶ poi disse: «Più mi duol che

intoppa. ¶ Lo mio maestro disse: «Questi è Caco, ¶ che

l mirò, ma nulla disse; ¶ anzi, co' piè fermati

le novelle spalle, ¶ e disse a l'altro: «I

mi vide tanto atteso, ¶ disse: «Dentro dai fuochi son

voce di fuori e disse: «Quando ¶ mi diparti' da

i neri cherubini ¶ li disse: "Non portar: non mi

rabbia la si morse, ¶ disse: "Questi è d'i

girsene sospese, ¶ Mäometto mi disse esta parola; ¶ indi a

ogne parte vermiglia, ¶ e disse: «O tu cui colpa

anche del Mosca, ¶ che disse, lasso!, "Capo ha cosa

vaghe. ¶ Ma Virgilio mi disse: «Che pur guate? ¶ perché

giù cotanto costa». ¶ Allor disse 'l maestro: «Non si

dimandasti?». ¶ E 'l duca disse: «I' son un che

che rimase, tremando ¶ mi disse: «Quel folletto è Gianni

tu falsasti il conio», ¶ disse Sinon; «e son qui

sete onde ti crepa», ¶ disse 'l Greco, «la lingua

quando 'l maestro mi disse: «Or pur mira, ¶ che

difetto men vergogna lava», ¶ disse 'l maestro, «che 'l

prese per mano ¶ e disse: «Pria che noi siam

petto ti doga». ¶ Poi disse a me: «Elli stessi

contra 'l sommo Giove», ¶ disse 'l mio duca, «ond

sé nol chiama». ¶ Così disse 'l maestro; e quelli

quando prender si sentio, ¶ disse a me: «Fatti qua

col viso in giùe, ¶ disse: «Perché cotanto in noi

elli; e Anselmuccio mio ¶ disse: "Tu guardi sì, padre

noi; però dinanzi mira», ¶ disse 'l maestro mio, «se

c'ha maggior pena», ¶ disse 'l maestro, «è Giuda

ché per cotali scale», ¶ disse 'l maestro, ansando com

avea passato. ¶ «Lèvati sù», disse 'l maestro, «in piede

oltre mi pinsi. ¶ Soavemente disse ch'io posasse; ¶ allor

fronte, ¶ e più non disse, e rimase turbato. ¶ Noi

man la costa cala», ¶ disse 'l maestro mio fermando

quella gente degna ¶ «Tornate», disse, «intrate innanzi dunque», ¶ coi

averlo visto mai, el disse: «Or vedi»; ¶ e mostrommi

l petto. ¶ Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi, ¶ nepote

non restai». ¶ «Figliuol mio», disse, «infin quivi ti tira

per la coscia, ¶ e disse: «Or va tu sù

tuo tanto s'impiglia», ¶ disse 'l maestro, «che l

e vegnonti a pregar», disse 'l poeta: ¶ «però pur

in terra laco». ¶ Poi disse un altro: «Deh, se

Sordel si trasse, e disse: «Voi, chi siete?». ¶ «Anzi

O gloria di Latin», disse, «per cui ¶ mostrò ciò

segnor, quasi ammirando, ¶ «Menane», disse, «dunque là 've dici

li sceman quici. ¶ «Colà», disse quell' ombra, «n'anderemo

del grembo di Maria», ¶ disse Sordello, «a guardia de

torto. ¶ «Non aver tema», disse il mio segnore; ¶ «fatti

venne una donna, e disse: "I' son Lucia; ¶ lasciatemi

lui, «pur dianzi ¶ ne disse: "Andate là: quivi è

se' dentro, queste piaghe» disse. ¶ Cenere, o terra che

un loco la mente», ¶ disse 'l dolce maestro, che

Quando vivea più glorïoso», disse, ¶ «liberamente nel Campo di

dolce pedagogo. ¶ Ma quando disse: «Lascia lui e varca

leggeri; ¶ ed el mi disse: «Volgi li occhi in

che fé Tamiri, quando disse a Ciro: ¶ «Sangue sitisti

indi aperse l'ale; ¶ disse: «Venite: qui son presso

Vinum non habent' altamente disse, ¶ e dietro a noi

attese mia dimanda, ¶ ma disse: «Parla, e sie breve

per dirmi, supini; ¶ e disse l'uno: «O anima

Arno». ¶ E l'altro disse lui: «Perché nascose ¶ questi

queta; ¶ ed el mi disse: «Quel fu 'l duro

benedetto, ¶ con lieta voce disse: «Intrate quinci ¶ ad un

dal sonno si slega, ¶ disse: «Che hai che non

onde 'l maestro mio disse: «Rispondi, ¶ e domanda se

fosse, ¶ quando una voce disse «Qui si monta», ¶ che

dì non riede». ¶ Così disse il mio duca, e

l suo contraro». ¶ «Drizza», disse, «ver' me l'agute

un di quelli spirti disse: «Vieni ¶ di retro a

non so se più disse o s'ei si

ad ogne uopo soccorso ¶ disse: «Volgiti qua: vedine due

dal pensar partirmi». ¶ «Vedesti», disse, «quell'antica strega ¶ che

mio reverire, ¶ «Qual cagion», disse, «in giù così ti

li 'nvii». ¶ Così ne disse; e però ch'el

con viso che, tacendo, disse 'Taci'; ¶ ma non può

labore in bene assommi», ¶ disse, «perché la tua faccia

dottor, ma el li disse: «Frate, ¶ non far, ché

doppia trestizia di Giocasta», ¶ disse 'l cantor de' buccolici

cibo avrete caro». ¶ Poi disse: «Più pensava Maria onde

di sua corona». ¶ Sì disse prima; e poi: «Qui

sol tre?». ¶ sùbita voce disse; ond' io mi scossi

dolce padre mio, ma disse: «Scocca ¶ l'arco del

un stizzo, ¶ non fora», disse, «a te questo sì

loro incostri». ¶ «O frate», disse, «questi ch'io ti

non siate sorde», ¶ ci disse come noi li fummo

scorte; ¶ e Virgilio mi disse: «Figliuol mio, ¶ qui può

duro, ¶ turbato un poco disse: «Or vedi, figlio: ¶ tra

crollò la fronte e disse: «Come! ¶ volenci star di

li occhi suoi, ¶ e disse: «Il temporal foco e

dischiusa. ¶ Poco sofferse; poi disse: «Che pense? ¶ Rispondi a

stav' io; ed ella disse: «Quando ¶ per udir se

del cielo e cotal disse: ¶ «O navicella mia, com

Vien più tosto», ¶ mi disse, «tanto che, s'io

s'aiuta?». ¶ «Perché conoschi», disse, «quella scuola ¶ c'hai

e a Stazio ¶ donnescamente disse: «Vien con lui». ¶ S

in Dio grata», mi disse, ¶ «che n'ha congiunti

erra ¶ l'oppinïon», mi disse, «d'i mortali ¶ dove

perch' io sorrida», ¶ mi disse, «appresso il tuo püeril

donna più sù», mi disse, «a la cui norma

fatto ingiustamente fello; ¶ e disse: «Io veggio ben come

sue! ¶ Così fatta, mi disse: «Il mondo m'ebbe

la sua semenza; ¶ ma disse: «Taci e lascia muover

il porto. ¶ Folco mi disse quella gente a cui

Dio narrata fumi, ¶ e disse: «Quando l'una paglia

rispondendo, femmi. ¶ Poscia mi disse: «Quel da cui si

del tuo disio», mi disse, «sì ch'ella esca

e nol dirai»; e disse cose ¶ incredibili a quei

a Dio mi menava ¶ disse: «Muta pensier; pensa ch

un sorriso, ¶ ella mi disse: «Volgiti e ascolta; ¶ ché

che tutto vede, ¶ mi disse: «Solvi il tuo caldo

sermo; ¶ e poi, continüando, disse: «Quivi ¶ al servigio di

suol ben disporre, ¶ mi disse: «Non sai tu che

l soccorso». ¶ Così mi disse, e indi si raccolse

più rischiarando; ¶ e Bëatrice disse: «Ecco le schiere ¶ del

e cara! ¶ Ella mi disse: «Quel che ti sobranza

piena di letizia, ¶ mi disse: «Mira, mira: ecco il

volto. ¶ Ridendo allora Bëatrice disse: ¶ «Inclita vita per cui

mise in cura; ¶ e disse: «Certo a più angusto

attendere in sù, mi disse: «Adima ¶ il viso e

in cura ¶ forte sospeso, disse: «Da quel punto ¶ depende

la donna mia; poi disse: «Piglia ¶ quel ch'io

ne la mia mente, disse: «I cerchi primi ¶ t

veder lo danno. ¶ Non disse Cristo al suo primo

si sazi»: ¶ così mi disse il sol de li

mi trasse Bëatrice, e disse: «Mira ¶ quanto è 'l

che tu assommi ¶ perfettamente», disse, «il tuo cammino, ¶ a

per doglia ¶ del fallo disse 'Miserere mei', ¶ puoi tu