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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «dissero»

nautoretestoannoconcordanza
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della chiesa e gli dissero: – Buon uomo, ci fate
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il vecchio marinaio. ¶ – Buono, – dissero da terra, – è quel
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erano i suoi abitanti. Dissero: – Compriamo tutto il carico
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danaro per pagare, ma dissero: – Quando avrete bisogno di
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lassù. ¶ – Carogne putrefatte! ¶ – Buone! – dissero. – È quello che fa
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volo, e in cambio dissero che al richiamo: «Avvoltoi
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porterò qui. ¶ – Domanda! Domanda! – dissero tutti. ¶ – La prima domanda
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trovarono anche i torsoli. Dissero: – Ci dev’essere un
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trovarono la bambina. ¶ Le dissero: – Che fai qui? Vieni
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po’ tra sorelle e dissero: – Diamogli pure quelli di
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come servitore. ¶ – Noi rubiamo, – dissero i ladri, – ma non
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cadere in disgrazia le dissero: «Sai, la padrona ti
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Lascia fare a noi, – dissero i fratelli. ¶ Venne la
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una città e le dissero che la Principessa di
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siamo già pronte, – le dissero le sorelle, – cosa fai
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indietro. ¶ – Eravamo proprio vicini, – dissero al Re, – quando ci
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abbiamo cuore di farlo, – dissero i servitori. – Pensiamo al
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vita per me. ¶ – Allora, – dissero i servitori, – uccidiamo il
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vuota. – Oh, poverette noi! – dissero. – Di certo la nostra
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veli. – Si ricordi bene, – dissero allo sposo, – che finché
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via i due bambini dissero alla madre: – Noi andiamo
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bene! ¶ I fratelli le dissero: – Vieni a vedere se
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salvato. I soldati gli dissero: – Bene, anche se sei
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la storia, e le dissero: – Già che sei qui
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spaventata. – Non abbia paura, – dissero Pomo e Scorzo, – siamo
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lite con Scorzo, tanto dissero che la persuadettero a
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dal palazzo del Re dissero che era andata a
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Stia tranquillo, stia tranquillo, – dissero gli invitati. – Terremo le
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di qua! ¶ – Abbia pazienza, – dissero le damigelle, – aspetti che
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spiaggia. – Ah, Sacra Maestà! – dissero. – Se vedesse che bella
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e, vista l’oca, dissero al padre: – Ti prego
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Re suo vicino, gli dissero, che era proprio felice
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pula. ¶ – O di casa! – dissero i tre a una
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Noi giochiamo nella chiesa, – dissero. Entrarono in chiesa e
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partita, e poi gli dissero: – Hai vinto di nuovo
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a lutto, e gli dissero: – Resistete, per carità! Liberateci
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occhiata alle pitture e dissero fra loro: – Ma queste
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gesto di brava sorella, dissero di sì. Invece lei
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ci pensarono su e dissero che volevano oro argento
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per noi, questi letti, – dissero i ragazzi. – Bene! Corichiamoci
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mai creduto! – E gli dissero del bacio. ¶ – Basta, – disse
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canta il cucolo, – gli dissero le serve, – non si
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i medici e gli dissero: – Senta, Maestà, se vuol
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vita. – No, padre mio, – dissero, – alla vigna noi non
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un paradiso, sai – gli dissero, – ognuno di noi ha
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avanzarono i fratelli e dissero: – Questo accade perché non
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Allora, tremando, i soldati dissero che la sentenza non
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disse. ¶ – Dàlli a noi, – dissero i ladri e glieli
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grembo, vedendola così gentile, dissero: – Bella ragazza, tu sei
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matrigna. Ma poi, gli dissero e gli ripeterono che
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grido. ¶ – Che c’è? – dissero i fratelli. ¶ – Sapete cosa
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Regina. ¶ Il secondo giorno dissero all’oste: – Dateci vino
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vedere la più piccina, dissero al padre: – Lo sapete
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delle mie sorelle vi dissero che era per salarvi
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che fosse morto, e dissero: – Ormai abbiamo aspettato abbastanza
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guardarono le stelle e dissero che nascerebbe una bambina
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quella bella cavallina, così dissero: – Allora prendiamo te e
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lui. ¶ I tre si dissero: – Be’, a stare al
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che sentirai anche tu! – dissero gli altri due che
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lui, il nostro salvatore! – dissero le tre figlie del
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vuole questo villano travestito? – dissero i due compagni e
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la mia fortuna. ¶ Gli dissero, subito: – Tu ce lo
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appena furono a casa dissero alle mogli di mettergli
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a occhi sbarrati: – Campriano, – dissero, – questa cannuccia la devi
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cosa poteva rispondere. Gli dissero: – Se il maschio deve
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aveva l’occhio. Allora dissero forte: – Vuol dire che
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tenevano il carbone, e dissero: – Vedi, Prezzemolina, questa stanza
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tanti saluti. ¶ – Abbiamo capito! – dissero le Fate tra loro
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Memé. – Sai, Memé? – gli dissero. – La Fata Morgana non
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io. ¶ Così le Fate dissero a Prezzemolina che bisognava
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che vi serve. ¶ Si dissero addio, s’abbracciarono, piansero
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nella cesta e gli dissero di mettere le matasse
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una all’altra e dissero: – Maestà, noi siamo povere
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di mandarvi. ¶ – Troppo garbato, – dissero le ragazze con un
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Ma sei matta? – le dissero le sorelle, – stasera te
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sta un Re, – gli dissero, – così avaro da tenere
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ci vuole rovinare, – gli dissero i mercanti. – Perché non
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riapparve pulita. ¶ – Sapete, – gli dissero i marinai, – avevamo visto
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siamo povera gente… – gli dissero. ¶ – Non m’importa. È
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ladri guardarono Cecino e dissero al contadino: – Se ce
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casa. ¶ Arrivati a casa dissero a Cecino: – Senti, noi
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S’erano stancati e dissero: – Peccato! l’abbiamo perso
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di poveri marinai, – le dissero, – ma di buon cuore
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loro. – Domenica è Pasqua, – dissero. – E non abbiamo da
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dormire, – disse. ¶ – O piuttosto, – dissero le sorelle, – torniamo a
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mamma non c’è, – dissero gli ochini. ¶ – Apritemi! – ordinò
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volpe. Gli ochini le dissero che la mamma era
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a bocca asciutta, gli dissero: – Prendi un bidente anche
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e il padre gli dissero: – Vattene un po’ per
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Chissà cos’hai combinato! – dissero i compagni. – Chissà quante
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dito di vino, e dissero: – Qui dev’essere entrato
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tutti andarono a combattere. Dissero al tignoso: – Tutti vanno
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contro la più piccola; dissero al padre che avevano
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tre che gli piacevano. ¶ Dissero agli ambasciatori: – Girate il
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stati derubati. – E ora, – dissero, – come andremo a dirlo
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padre e la madre dissero: – Non abbiamo nulla, siamo
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videro la bottega. Si dissero: – Andiamo dentro, chissà che
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niente fosse. ¶ – Che bellezza! – dissero quei tre, – glielo domandiamo
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Dio. ¶ – Basta, basta! – gli dissero, e si calmò. ¶ Fece
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Reginella nostra! ¶ – Bravo! Bravo! – dissero tutti, e non ci
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lavorato venga a guardare! ¶ Dissero i gatti: – Mamma, abbiamo
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venga a guardare! ¶ – Mamma, – dissero i gatti, – noi volevamo
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casa. ¶ – Sì, sì, fratellino, – dissero gli altri, – come facciamo
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ha insegnato la strada, – dissero i fratelli più grandi
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Nanna-Orca. ¶ – Nanna, – le dissero, – ci manda Nanni, a
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stufi di mangiar legumi, dissero: – Mamma, domani, se Dio
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l’aveva vista. – Sì, – dissero i massari vicini, – l
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dal padrone e gli dissero che non volevano più
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a casa: – Papà, papà! – dissero (ormai non lo chiamavano
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si facevano tante carezze, dissero: – E non voleva che
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hanno buttato in mare, – dissero le Sirene. – Una donna
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con noi a cantare! – dissero le Sirene e cominciarono
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che abitavano, e gli dissero che anche le altre
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la tua sposa, cavaliere! – dissero. ¶ – Ma questa non è
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che è una bellezza! – dissero tutti, – questa è certo
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a uno a uno dissero che davvero nei loro
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quella Principessa. ¶ – Ah, sì? – dissero le Fate, che avevano
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gridò. – Serpenti, inghiottitela! ¶ – No, – dissero i Serpenti. – Ci ha
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sacchi, andarono all’albero, dissero: – Apritiquercia! – riempirono i sacchi
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di rendita. Perciò si dissero: – Ora ci siamo messi
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Scesero alla taverna e dissero: – Buona donna, ce la
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ma in cucina gli dissero subito che i bambini
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di avvicinarsi, e gli dissero: – Maestà, tanto forte dormite
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i due sgherri si dissero: – Ora la dobbiamo ammazzare
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notte. Lo afferrarono e dissero alla Reginotta: – Levatevi la
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Domandò notizie e gli dissero che non se ne
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I suoi ministri tanto dissero e tanto fecero che
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stata sempre con noi, – dissero le sorelle, – fino a
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con noi e vedrai, – dissero le dame e lo
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dame lo confortarono, gli dissero come era stato ammazzato
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a ballare, non le dissero niente. ¶ Tutt’a un
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farai questo scorno? – le dissero poi i suoceri, – così
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e la Regina gli dissero: – Non ti vuole, te
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dovremmo essere in sette? – dissero. – Uno di noi non
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acquolina in bocca. ¶ – Mangiamocelo, – dissero, – tu ti prendi il
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guaio che avevano combinato, dissero: – Andiamocene per il mondo
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indietro. ¶ – Ah, sciagurata, – le dissero le sorelle, – ma non
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Che bello! Che bello! – dissero Rosa e Giovanna; ma
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le sorelle arrivando le dissero ancora di come le
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sera le donne le dissero: – Senti, Sfortuna: noi la
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è proprio buttata via! – dissero e ficcarono il gallone
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raccontò. ¶ – Non dubitare, – le dissero le Fate. – Non resterai
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cesta di gioielli. – Adesso, – dissero le Fate, – noi staremo
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ruota, dàgli spago, – le dissero le Fate. Il Re
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fu pronto, le Fate dissero alla Reginella: – Vestiti da
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ricevuto. Le Fate allora dissero alla ragazza: – Rispondigli che
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Imperatrice. – Affacciatevi, Maestà, – le dissero, – c’è là sotto
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di Corte e gli dissero che la loro padroncina
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tempo. ¶ – Signorsì, Don Giovanni, – dissero i genitori della ragazza
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Quando videro la ragazza dissero tutti e tre: – Oh
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E adesso?» «Zitto», mi dissero, «ogni mattina il Gigante
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Questo dorme della grossa», dissero. «Sotto!» Il locandiere posò
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Lo chiamarono e gli dissero: – Tu che sei forestiero
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gratias e viva Maria! – dissero il curatolo42 e i
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c’è il pagliaio, – dissero, – andate a dormire là
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ricchi. ¶ – Benedetti i ladri! – dissero gli Apostoli, e fecero
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fine le figlie gli dissero che con le buone
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mezza giornata i soldati dissero allo sposo: – Altezza, ora
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ne potevano più, gli dissero: – Allora ve n’andate
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un orto. – Nonna, – le dissero, – se passa un uomo
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spremuti per ricordo? ¶ – Benissimo, – dissero loro, – siete proprio quel
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dal balcone dirimpetto, e dissero al Re: – Maestà, che
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oppio era poco: accidenti! – dissero i Consiglieri dal balcone
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col Re, i cognati dissero: – Facciamo una scommessa, cognato
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Allora i cognati gli dissero tutto. Peppi, che si
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quando tramonta il Sole, – dissero tra loro i cognati
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finché i Consiglieri non dissero al Re: – Maestà, che
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Faccia come diciamo noi, – dissero i Consiglieri, – lo mandi
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i Consiglieri diventarono verdi. Dissero al Re: – Maestà, qui
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per guerra. – Per pace! – dissero e il Re li
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verdi in faccia. E dissero al Re: – Non ci
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nessuno poteva soffrire, e dissero a San Michele: – Vogliamo
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Peppa e Nina gli dissero un giorno: – Padre, ci
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lì sottoterra e gli dissero: – Sai? Devi cacciar via
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mosse a compassione, tanto dissero al Re e alla
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E intanto le Fate dissero al giovane, che stava
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E così, discorrendone, le dissero: – Però, se lui è
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ladri. – Chi va là? – dissero i ladri. ¶ – Sono una
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sangue per sangue. ¶ – Signorsì, – dissero i ladri e tutti
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nostra stessa vita, padre, – dissero i figli. ¶ – Allora dovete
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la strada, e le dissero di voltarsi a mezza
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mai una giusta? – gli dissero. ¶ E lui: – Signornò, stavolta
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quando sentirono scendere acqua, dissero: – To’, tutt’a un
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addosso quella cosa e dissero: – Cos’è, manna del
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con tutto quel sangue dissero: – Fra Ignazio ci porta
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dal dottore e gli dissero: – Guardi che quel giovane
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insieme in dodici e dissero ai loro padri: – Vogliamo
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di guardia e gli dissero: – Appena fai un fischio
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ma un santo e dissero: – No, no! T’abbiamo
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entrare, ma te no! – dissero i diavoli, e aprirono
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scherzi non ci piacciono, – dissero i diavoli. – Tieni giù
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bastone ci hai annoiato! – dissero i diavoli. – Ora te
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poi, con voce addolcita, dissero: – Be’, ti lasceremo passare