Vittoria Colonna, [Rime], 1538

Per seguir poi quel divin raggio altero, ¶ Ch'è

per l'alto e divin vostro stato ¶ Non son

Dal grato albergo anzi divin ricetto? ¶ La scorta, il

l'umano e 'l divin mi pose in forse

addita ¶ Che del poter divin ne faccia fede, ¶ Dispregia

cieco error sospinto, ¶ Dal divin seggio al terren labirinto

Com'idol sacro o divin raro mostro. ¶ E quel

armato opporse: ¶ Tanto lume divin scorger gli parve! ¶ Nè

Che 'l poter suo divin dimostra in parte, ¶ D

inchiostri; ¶ Chè dal lume divin più larga vita ¶ Avran

mostra in terra i divin raggi ardenti, ¶ Ma con

Chè 'l lor seme divin sol gloria miete. ¶ Or

d'altri chiaro. ¶ Quel divin, ch'or in sè

questi chiostri ¶ Terreni, ardor divin sol guida e duce

stima. ¶ Ma dal fuoco divin (che 'l mio intelletto

raggio e vivo ¶ Del divin sole, onde nutrisco il

terren costume, ¶ Tutta al divin amor l'anima intesa

SONETTO XIV. ¶ L'occhio divin che sempre il tutto

poche ore ¶ Contra il divin precetto intender volse, ¶ Col

sede ¶ Giunge il raggio divin, prima l'invoglia ¶ A

cagione, onde 'l disegno ¶ Divin s'offenda da mortai

fredde, empie, nemiche ¶ Al divin raggio tuo caldo e

giorno avventuroso ¶ Al desiato divin parto eletto, ¶ Per apportar

ne invita, ¶ E al divin figlio poi ne dona

congionte; ¶ Il salutifer sacro divin fonte, ¶ Anzi il mar

il vero sole. ¶ Il divin padre i gran secreti

del sacro lato, ¶ Scudo divin contra 'l gran padre

riso, ¶ E con lume divin ferma la fede. ¶ Bella

segno ¶ Senza il vento divin, nè l'occhio scopre

S'al puro occhio divin cotanto spiacque ¶ Quel secol

contrasti. ¶ L'alma nel divin monte altera siede ¶ U

in quella face ¶ Del divin figlio la beata speme

bassa, lontana ¶ Dallo spirto divin, che sempre sale. ¶ Non

imperador, saggio, prudente, ¶ Sacerdote divin, pastore e padre, ¶ Muovi

anni ¶ Quel che il divin giudicio ha in sì

argomento. ¶ Prego il Padre divin, che tanta fiamma ¶ Mandi

laberinto, ¶ Fuor del frutto divin del sacro sangue ¶ Vive

man celeste; sicchè 'l divin Polo, ¶ Che va sopra

pioggia. ¶ Onde l'ardor divin non porge noia; ¶ Chè

più vivo il suo divin splendore. ¶ Era ancor lungi

quel grave pondo ¶ Col divin figlio, nuovo Adam secondo