Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

di figure d'intaglio dolce o almeno all'acqua

i silenzi e 'l dolce nome ¶ chiamar più volte

la vita. ¶ Qual dela dolce sua tenera prole ¶ orbato

luci lagrimose ¶ in atto dolce e grave ¶ se medesmo

chiostri. ¶ La sospirata mia dolce consorte ¶ tolsemi avara intempestiva

traea ¶ dietro il suo dolce foco, ¶ degno trofeo del

molli ¶ ai giovani pastori, ¶ dolce cantando, i puerili amori

gli porse ¶ gonfi di dolce ambrosia, e gravi e

piropi. ¶ Il molle e dolce fico ¶ quasi pianger volesse

il sole, ¶ dela cui dolce vista ¶ cotanto si compiace

canto ¶ bevve tanto di dolce, ¶ che tutto il tosco

e dela patria tutta ¶ dolce delizia e cura. ¶ Altri

nutristi. ¶ Piagni il tuo dolce figlio ¶ fatto d'altra

non sapea ¶ da sì dolce spettacolo levarmi. ¶ Così con

ascoltar d'Orfeo la dolce voce, ¶ chi potrà dir

riva il cavo pino, ¶ dolce fermossi a contemplarla intento

vermigli ¶ tremolanti leggiadri ¶ fanno dolce ombra al'infocato volto

che ti prenda ¶ più dolce oblio ¶ al mormorio ¶ de

in guisa, ¶ che fa dolce il dolor, bello lo

ha tolto ¶ il mio dolce compagno? ¶ Lassa, perché quel

scherno ancor m'è dolce, ¶ l'inganno ancor m

timpano su su, ¶ tuppitù. ¶ Dolce è ben, mentr'io

che 'l sol con dolce e temperato raggio ¶ scioglie

tenacemente ¶ a cotanta beltà dolce catena. ¶ La gentil mammoletta

accesi ¶ di novo e dolce foco ¶ anco i gelidi

al'algosa magion sì dolce preda? ¶ È forse Galatea

e donde avrai ¶ onda dolce da bere? ¶ Certo (quant

o di padre il dolce nome, ¶ sterili e sconsolati

più volte dal tuo dolce figlio ¶ saettato t'apersi

insegna vincitrice. ¶ Mollisca a dolce colpo ¶ di lasciva saetta

accoglie ¶ con la sua dolce e placida Aretusa ¶ l

tutto ciò che di dolce ¶ Bacco nutrisce, e, ciò

o del giocondo e dolce albergo usato ¶ terreno amato

alma, ¶ che m'è dolce la salma, e l

omero chiomato ¶ e col dolce arco dala destra mosso

canzonette e frottole ¶ al dolce suon dela canora arundine

avean, rapite dal suo dolce cantico, ¶ del'ombroso Liceo

sorgere, ¶ e di quel dolce suo novo essercizio, ¶ l

costante, ¶ in su 'l dolce fiorire ¶ del bel frutto

titol t'usurpi ¶ così dolce e pietoso, ¶ s'incrudelir

quella volubil ora ¶ dela dolce dimora, ¶ del cui piacer

soavi, ¶ in cui, con dolce vena, ¶ d'amor vezzose

la sentenza ¶ dela mia dolce e fortunata morte. ¶ Cari

chiarissime fontane onde sì dolce ¶ scaturisce il mio foco

l'usignuol lusinghier la dolce amica. ¶ Vedi tra' rami

un innesto, ¶ fatta è dolce, d'amara, ¶ di selvaggia

diletto, ¶ sìche quanto di dolce altronde viene, ¶ una non

tuo stato, ¶ se sì dolce è il tormento, ¶ vivi

l'usanza ¶ la sua dolce sentia fiamma amorosa, ¶ qualor

che Progne peregrina ¶ il dolce nido a far tra

duolmi, ¶ quella caccia sprezzai dolce e leggiadra. ¶ «Altra fera

i nodi; ¶ ch'armonia dolce al par dele mie

una pecchia, ¶ tratta dal dolce nome, a farvi il

l mattin cogliendo ¶ il dolce fico, che tra foglia

caro? ¶ Ti dono il dolce e tu mi dai

in parte ove più dolce mova ¶ l'aura le

schiverai forse enfiar con dolce labro ¶ la mia villana

fiero. ¶ Pur che 'l dolce seren di quei begl

tè lasciando à la dolce aria oscura ¶ vinte da

viva? ¶ 21 ¶ Ò quanto è dolce haver tal'hor con

in grembo, e 'n dolce atto amoroso ¶ seco lieta

à produr pontico amaro ¶ dolce produce, prezioso e caro

hoggi non odo: ¶ ma dolce à i ghiacci, à