Luigi Alamanni, Tragedia di Antigone, 1527

mia cara sorella, o dolce Ismene, ¶ Or possiam noi

ingombra? ¶ Ismene ¶ Amara o dolce, ancor nulla novella, ¶ Antigone

al suon della sua dolce cetra, ¶ Pur dubbiose talor

noi da doglia acerba ¶ Dolce mi fu, ma poi

morendo fugge ¶ Non dee dolce com'io chiamar la

te che mi fia dolce in vita ? ¶ Antigone ¶ Dimandane

Ch'in chiara e dolce età qua giù dimora

O città cara, o dolce popol caro, ¶ O cari

nozze, e del mio dolce sposo, ¶ Per man d

giusta e pia! ¶ Coro ¶ Dolce, gioconda e lieta ¶ Questa

sprezza. ¶ O quanto è dolce, o quanto, ¶ Il cor

ne tragge ¶ Che dal dolce sapore il gusto infermo

morte ancor della mia dolce sposa? ¶ Servo ¶ Veder si