Egisto Roggero, Il Giglio, 1898

cuore di tutti. Poi don Paolo, il vecchio, lacerò

volto fra le mani. ¶ Don Paolo riuscì a dissuggellare

le mani. ¶ Silvia piangeva. ¶ Don Paolo disse ancora, come

che aveva veduto nascere don Paolo e morire il

e morire il padre don Livio Sergio, e che

la pallida figura di don Paolo Sergio sedeva pensosa

Sì..., fallo entrare – mormorò don Paolo, senza muoversi, e

vecchio padre, il vecchio don Livio che sfolgorava lassù

superba. Ed il vecchio don Paolo ebbe come la

oro con il quale don Paolo avea rimesso a

vecchio. ¶ — Dimmi, Piero – proseguì don Paolo alzando la testa

mai fatto abbassare.... – e don Paolo appuntava la mano

mano sul ritratto di don Livio – s’egli chiedesse

conducevi alla capitale – proseguì don Paolo – le tue indegne

egli stendendogli la mano. ¶ Don Paolo si levò. ¶ — Da

il ritratto del vecchio don Livio. ¶ E proseguì: ¶ — Quando

interminabile ricamo in seta. Don Paolo aveva chinata la

Così era del vecchio don Paolo la grande poltrona

ridere, al ricordo. ¶ Anche don Paolo, dalla sua poltrona

cantante-pianista, pel salottino. Don Paolo sorridea per cortesia

giorni, in realtà. ¶ XII. ¶ Don Paolo, chiamato a sè

Tu mi comprendi, Piero! ¶ Don Paolo continuò: ¶ — È un

ha ragione, padre mio. ¶ Don Paolo corrugò la fronte

ne l’orgia sfrenata... ¶ Don Paolo, sorpreso, guardò il

un angiolo – continuò Piero. ¶ Don Paolo tacque. ¶ — Io non

quello che fai! – disse don Paolo, pensoso. ¶ — Silvia non

per un essere simile... ¶ Don Paolo si prese la

questo non avvenga, mai. ¶ Don Paolo guardò smarrito il