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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Speranzella, 1949

concordanze di «don»

nautoretestoannoconcordanza
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tutto. ¶ «Acqua passata» dice don Luigi che ha imparato
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Tercio. ¶ Non si chiede don Luigi, comune abitatore dei
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Ci vediamo.» ¶ «Buona notte don Lui e buona guardia
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il passo uricemico di don Luigi che torna dalla
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buongiorno.» ¶ «Salute a voi don Lui.» ¶ «Che si dice
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dice? Avete dormito stanotte?» ¶ «Don Lui non mi sfottete
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da torcere» dice poi. ¶ Don Luigi ama il vino
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Cuccia là, brutta bestia.» ¶ «Don Lui, ma quando lo
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dolere. ¶ «Acqua passata» dice don Luigi a quel racconto
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mai avuta e buonanotte.» ¶ «Don Lui, io la gamba
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il dolore, avete capito?» ¶ Don Luigi vuole a tutti
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Comunque speriamo bene» dice don Luigi alzandosi faticosamente e
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battere tappeti.» ¶ «Buon sonno don Lui.» ¶ «Buona giornata a
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gli offre all’alba don Luigi non bastano a
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E il giorno di don Giosuè, che se ne
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attrarre un signorone come don Giosuè, che se ripeteva
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doveva averci un tornaconto: don Giosuè era un signore
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le pulci da mesi. Don Giosuè sapeva che in
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il corpo robusto di don Giosuè per fermarsi in
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e lo sa anche don Giosuè. E Ciccillo sa
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bionda e paffuta di don Giosuè, il suo animo
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signore” pensa di sé don Giosuè Mele; e questa
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il passo esitante. ¶ «Favorite, don Diomede. Favorite. Caffè?» ¶ «Disturbo
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le stringe il cuore. Don Tremendina chiama abisso quel
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visitina alle parole di don Tremendina, implacabile avversario di
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convinta della santità di don Tremendina la infastidiva quel
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Che diavolo va ammaccando don Tremendina! Facesse il santo
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peccato pure sperare adesso? Don Tremendì, l’inferno, sapete
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le ali per entrare. ¶ Don Giosuè Mele si tolse
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Ma io scherzavo» fece don Giosuè. ¶ «Che brutti scherzi
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O puramente…» disse accomodante don Giosuè. ¶ «Insomma ho capito
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te lo leggi!» fece don Giosuè raggiante del credito
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me la daresti?» chiese don Giosuè accarezzando la testa
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Hai proprio ragione» disse don Giosuè, «questa viene proprio
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vuota, sulle spalle di don Giosuè: «Non è cosa
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pioggia dov’era scomparso don Giosuè «anche se non
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ti salutano.» ¶ «Sicuro» disse don Giosuè «e se vai
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Tutto come prima» soggiunse don Giosuè Mele. ¶ «Signor Me
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così, è così» disse don Giosuè afferrandosi i ginocchi
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guasta il cuore di don Luigi la guardia notturna
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unicamente dal pensiero che don Luigi, l’amante, aspettava
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ormai son di casa. Don Luigi beato a lui
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vi siete scordato che don Luigi ci ha una
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Sergente Maggiore; infine venne don Giosuè Mele, che si
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città. ¶ «Elvira bella» disse don Giosuè accarezzandosi lo stomaco
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sogno.» ¶ «Ma questi» disse don Giosuè, estraendo dal sacchetto
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tanto facilmente.» ¶ «Certo» disse don Giosuè «hanno agito male
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sarebbe questa gente?» chiese don Giosuè, accarezzando il suo
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Ho capito» fece rassegnato don Giosuè ficcando la mano
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con più forza disse: ¶ «Don’t worry… No paura
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want to eat now, don’t you?» ¶ «Come hai
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già mandato a chiamare don Ciccillo. Quello ora corre
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mandato Parenti a chiamare don Ciccillo. E chi s
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buio. ¶ «Uèh, sta arrivando don Ciccillo» finse uno dei
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in coro: ¶ «Uh, davvero, don Ciccillo!» ¶ Ma Elvira faceva
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fermato sulla porta di don Vincenzo alla Torretta, e
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cosi… È logico.» ¶ «Be’, don Ciccì, non ve la
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ti chiami Nannina?» chiese don Vincenzo alla Torretta: «Sì
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che ti credevi? Che don Vincenzo alla Torretta era
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Hai visto bene?» chiese don Vincenzo a Nannina: «Questa
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Guardava imbambolata, Nannina, quando don Vincenzo alla Torretta intuendo
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lato sembrava così fanatica. ¶ Don Vincenzo apri un cassetto
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disse Nannina. ¶ «Però» disse don Vincenzo, «Umberto qua deve
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al Sant’Antonio che don Tremendina tiene esposto sull
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Eccolo, dicono, è tornato don Ciccillo, hanno avviato i
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udì dalla strada. Era don Luigi la vecchia guardia
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attraverso i due cugini don Ernesto Vapore e don
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don Ernesto Vapore e don Armando il Messico, magliari
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E voi domandate a don Tremendina.” ¶ Ma don Tremendina
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a don Tremendina.” ¶ Ma don Tremendina tace; forse sta
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po’ dappertutto, e se don Giosuè non aveva un
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vi circolava stentatamente. Ora don Giosuè Mele si faceva
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era recato alla Speranzella don Giosuè si era ritenuto
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mezza cosa» aveva risposto don Giosuè. Ma un’altra
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arricchire Napoli?» ¶ Prima che don Giosuè avesse risposto una
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trasparenza delle sue sottane, don Giosuè aveva visto la
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così dalla porta, ma don Giosuè lo aveva appena
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erano state precoci; e don Tremendina da tempo andava
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penitente, si sussurrava che don Tremendina non le avesse
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sapevano di caffè abbrustolito. Don Tremendina intanto non staccava
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Parroco, e mi dice, don Tremendi ho deciso di
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idea di farmi santo…”». ¶ Don Tremendina parlava come i
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una mano di febbre. Don Tremendina, alto, cereo, come
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l’altar maggiore dove don Tremendina trovava parole sempre
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ai mori. ¶ «Perciò» riprendeva don Tremendina, dando una virata
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con l’aiuto di don Pasquale abbiamo messo sull
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ancora spento dei fedeli don Tremendina incalzava: «Che stavamo
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catena delle idee di don Tremendina, appena con una
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lingua inglese, dimenticato da don Giosuè Mele. L’avviso
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delle parole udite da don Tremendina non ci pensò
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alcune espressioni udite da don Tremendina. Secondo l’interpretazione
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fra quante braccia! E don Tremendina, non ne sa
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Risorgimento” che ogni mattina don Luigi riceveva gratis dal
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Si rifece vivo anche don Giosuè Mele, che nella
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togliersi dal letto di don Luigi, che tanto dormiva
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le novità che recava don Luigi la guardia notturna
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giorno per non svegliare don Luigi, la guardia notturna
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Cafettèra: ¶ «Correte da lei, don Ciccì, non mi piace
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suo sguardo. ¶ «Vuoi a don Tremendina?» suggerì Ciccillo. «Quello
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e corse in sagrestia. Don Tremendina dall’alto della
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che ti aspettavo. Nanninè!» ¶ «Don Tremendi, lasciatemi sta’. Voi
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Elvira, donn’Elvira!» borbottò don Tremendina. «Che fa?» ¶ «Peggiora
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Tremendina. «Che fa?» ¶ «Peggiora, don Tremendi, giorno per giorno
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è urgente ti mando don Pasquale il vice parroco
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Pasquale il vice parroco.» ¶ «Don Tremendi, è meglio se
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subito.» ¶ Uscito dal basso don Tremendina, con il suo
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per uno i presenti don Giosuè piegò il capo
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la lampada forte. Allora don Giosuè fece un passo
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al milionario perché insistesse. Don Giosuè fece ancora un
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venuto a trovarti?» disse don Giosuè. ¶ «In tempo, in
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passa per i vicoli. Don Luigi, la guardia notturna
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male che giudicano inevitabile. ¶ Don Tremendina è in allarme
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Lasciatemi fare a me, don Ciccì, se no non
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farsi toccare i nervi, don Ciccì» dice Diomede. ¶ «Insomma