Vittorio Alfieri, Ottavia, 1783

al fianco ¶ quell'odiosa donna, e viver pure? ¶ poss

né pur pensarvi? Ahi donna indegna! ¶ che amar Neron

non mi appago, o donna, ¶ d'amor, qual mostri

avresti il singhiozzar di donna, ¶ che troppo t'ama

puoi tu tanto ¶ affligger donna, che così t'adora

ancora ¶ gli omaggi a donna imperial dovuti; ¶ quando già

consorte. Oh me infelice donna! ¶ più ognor ti offesi

mezzi ¶ di trucidar debole donna inerme ¶ mancar ti ponno

piangere mi resta. ¶ Seneca ¶ Donna, e fia ver? mentita

la mia!... ¶ Ma, giovin, donna, infra corrotta corte ¶ cresciuta

il vederlo d'altra donna amante ¶ è il rio

volgo ¶ pur la sua donna a lui prefigge. ¶ Ottavia

Pietà della innocente ¶ illustre donna, amor del giusto, e

or vuole, in seggio ¶ donna rimanga, poiché il volgo

al suo signor; tu, donna, ¶ traditor poscia il festi

mi vedrai... ¶ Seneca ¶ Deh! donna, ¶ quai strali di pietade

che in darti a donna, ¶ che amarti mai, volendo