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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «dove»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
e non sapevo da dove mi arrivavano queste lettere
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dei vivi, non sapevo dove lo incontravo, di nascosto
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poi lungo il corridoio dove dobbiamo farci largo in
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dalla camera da letto, dove mio padre sta tenendo
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mi sono dovuto medicare dove nessuno mi vedeva, di
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sarà?” mi domando. “Da dove verrà?” ¶ Non si capisce
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Però da quando, da dove? Da dopo o da
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si capiva neanche da dove veniva, se dalla parte
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ai tracimati della casa dove sono arrivata, con i
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altra per capire da dove viene quel piccolo suono
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lungo questa scaletta buia dove stiamo parlando, potrai appoggiare
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ammucchiavano nei magazzini postali dove i morti andavano a
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sotto la volta, da dove vengono da più vicino
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righe tracciate chissà da dove sul velo di questo
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dalla parte della strada, dove i vivi messi in
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so perché, non so dove, tutto il suo piccolo
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o forse di sale, dove devono mettere le lumache
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alla camera da letto dove mio padre sta sparando
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in questa casa buia dove anch’io sono tracimato
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so come, non so dove, non so per quanto
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parte di questa tavola dove ci siamo seduti larghi
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casa buia, nel mondo. ¶ «Dove saranno andati tutti quanti
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dormire anche noi.» ¶ «Ma dove andiamo?» le chiedo ancora
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stanze, neanche di spari. ¶ “Dove sarà andata a dormire
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si vede mai bene dove stanno guardando i suoi
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tutti gli angolini bui dove tu andavi quando eri
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rampa che scende fin dove c’è la porticina
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orizzonte, dalla strada buia dove sono annidati i cecchini
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Ma che porticina è? Dove si va?» ¶ «È per
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il buchino dell’ombelico, dove sono nato perché nascerò
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nascerò, e poi anche dove entrerò dentro la sua
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dentro la sua porticina dove sono già entrato perché
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perché ci entrerò. ¶ «Ma dove siamo adesso?» le sussurro
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tutto il corpo, anche dove entrerò, dove sono già
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corpo, anche dove entrerò, dove sono già entrato perché
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i miei fratelli, quello dove anche tu sei entrato
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E allora l’amore dove sarà se non è
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la morte? E allora dove sono la vita e
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mia testa, nel buio. ¶ «Dove sei?» le domando. ¶ «Tu
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legnaia, ma anche qui dove siamo, qui in fondo
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anche dalla camera blu dove la Signorina sarà con
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vicino a me! Da dove mi stai chiamando, se
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dalla camera da letto dove sarà ancora distesa come
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stanza o dal gabinetto dove la Dirce la starà
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In tutte le stanze dove non siamo ancora stati
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in questa casa buia dove non mi hai ancora
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hai ancora portato e dove neanche tu sei ancora
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forse un cavo elettrico dove ci passava la corrente
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Che cosa sto facendo? Dove sono? Da dove sono
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facendo? Dove sono? Da dove sono venuto? Dove sto
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Da dove sono venuto? Dove sto andando? Da dove
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Dove sto andando? Da dove sono tracimato, tracimerò? Che
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a fondare la città dove sei nato, dove nascerai
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città dove sei nato, dove nascerai» mi dice. ¶ «Ma
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altri luoghi del mondo dove indovineranno, inventeranno, nasceranno, tracimeranno
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scorrono nel profondo. E dove sono passate fiumane di
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adesso sotto questi condotti dove camminavo anche allora, camminerò
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loro occhi da tracimati. Dove saranno adesso? Saranno tracimati
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che viene prima? E dove sarà quello che i
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occhi hanno visto, vedranno? Dove sarà la visione che
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prima è dopo? E dove saranno i loro giovani
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veniva prima, verrà? E dove sono io adesso, dove
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dove sono io adesso, dove sarò, che sto camminando
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e non so verso dove, e che sto indovinando
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e quelle anse nere dove le voci non arrivavano
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invece non ti vedo! Dove sei, che non ti
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un negozietto di scarpe dove mi portavano quando ero
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allineate lungo la parete dove c’è anche l
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imboccatura di questo vicolo dove le lavandaie tutte piegate
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piccola bottega bianca, gelata, dove c’era quell’enorme
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piano su questo marciapiede dove il leggero strato seminale
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quei mucchi di segatura dove i cani dei vivi
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c’è più nessuno. Dove saranno finiti? Saranno sfollati
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morte che viene prima, dove erano allora? E, se
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morte che viene dopo, dove sono adesso? E dove
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dove sono adesso? E dove sono io adesso, se
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mentre le stavano scrivendo, dove saranno? E, se le
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scritte ai morti, da dove le stavano scrivendo, dalla
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la parete di fianco, dove è appeso il corno
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case vuote e buie dove mi sono appena aggirato
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è alle mie spalle: «Dove vai? Vieni qui! Resta
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vicino a me, a dove sono adesso, sarò, proprio
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camera da letto, quella dove dormiva con mia madre
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con mia madre, e dove dormivo anch’io quando
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ero vivo, dov’ero, dove sarò, mio padre e
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i cannoni le case dove si nascondono i primi
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correre, a correre, verso dove mi sembrerà di sentire
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e poi in quella dove ci sono il corno
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piccolo, io lo so dove tenevi l’alcol nel
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il cotone, le garze, dove lo terrai, io ti
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la porta del corridoio. ¶ «Dove vai?» le domando, le
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verso la cassettiera grande dove ci sono le pile
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qui in basso, da dove sono, la sua calligrafia
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punto diverso da quello dove io mi trovo. ¶ Sono
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molto in basso, da dove sono, perché non sa
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le ha scritte? Da dove? Da prima o da
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La vita, la morte... dove la vita sarebbe la
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Ma non lo capite dove siamo dentro? Dove anch
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capite dove siamo dentro? Dove anch’io che sono
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anch’io tracimando? Da dove sono venuto, dove andrò
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Da dove sono venuto, dove andrò, se ero prima
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sarebbe stato un luogo dove tutte le schiere dei
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che non si vede. ¶ Dove sto camminando? Dove sto
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vede. ¶ Dove sto camminando? Dove sto andando? ¶ Sento sotto
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cancella il mondo? Da dove viene?» provo a chiederle
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una zona del cortile dove non c’era nessuno
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che suonava da chissà dove nel buio. E allora
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attraversato la piccola piazza dove non c’era nessuno
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era finita ormai chissà dove, tutto il mondo era
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qualche ansa del fiume dove un’orchestrina stava suonando
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si poteva vedere, e dove c’erano forse altri
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dei vivi.» ¶ «E noi? Dove stiamo andando? Dove andremo
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noi? Dove stiamo andando? Dove andremo?» le chiedo, stringendo
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e tu non capivi dove i miei occhi socchiusi
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certi punti allo scoperto, dove parti e spigoli del
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prima...» ¶ «Non si sa dove si tracima...» mi risponde
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luce, in quel palazzo dove eravamo stati invitati a
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inizio la festa, e dove ci avevano invitati a
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fiamma, indistinguibili dalla fiamma, dove la fiamma non brucia
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vita e morte e dove si sta avvicinando la
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vivi, in questa guerra dove ormai non ci sono
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anali o di bocche dove minuscole uova bianche imprigionano
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cadere. Non si capisce dove tracimano i morti, quelli
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faglia, non si vede dove stanno tracimando i risorti
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prima, centri di ricerca dove schiere di scienziati e
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caserme espugnate, negli hangar dove si scorgono annidate nel
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e dai suoi arcobaleni dove si forgiano i colori
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delle moto da cross, dove ci si doveva aggrappare
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corpi e intanto pensavo: “Dove sto tracimando? Dove stiamo
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pensavo: “Dove sto tracimando? Dove stiamo tracimando tutti quanti
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seminali di luce? Da dove vengono le immagini dei
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verrà più prima, da dove viene il racconto che
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dalla muscolatura corporea e dove rimbombava il suono scatenato
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quell’infinito buio, pensavo: “Dove siamo tutti quanti? E
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tutti quanti? E io dove sono? Da dove vengono
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io dove sono? Da dove vengono questi suoni che
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in tracimazione?”. ¶ E adesso dove sono? Cos’è tutta
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manto seminale di neve? Dove stiamo andando? Dove sto
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neve? Dove stiamo andando? Dove sto andando adesso, se
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e pieni di fumo dove brillavano recipienti di rame
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dalla sua parte, da dove viene questo tormento seminale
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strato seminale di neve. “Dove sono?” mi chiedo. “Dove
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Dove sono?” mi chiedo. “Dove sto andando? Perché mi
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verso un punto lontano dove galleggiavano enormi distese di
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che salgono dal profondo. ¶ «Dove sarà adesso il Gatto
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chissà perché, all’improvviso. «Dove sarà finito?» ¶ La sua
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del continente dei vivi dove allora vivevo, dove ero
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vivi dove allora vivevo, dove ero andato dopo un
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cominciare a vedere, da dove sono, dall’alto, uno
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verso un punto da dove spuntano cuspidi di grattacieli
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quelle città asiatiche sterminate dove sta avvenendo una continua
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ricerca e complessi industriali dove si sta aspettando l
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arcobaleno seminale dei morti dove la luce può far
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dell’arcobaleno dei morti dove si forgiano i colori
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e morte, soprattutto qui dove siamo, all’origine di
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nel buio. ¶ Non so dove guardare, in questo finimondo
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solo nelle caverne sotterranee dove sorgono e crollano le
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forte, sempre più forte. ¶ «Dove siamo?» grido alla Musa
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che c’è sempre dove finiscono i cieli. ¶ Voliamo
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appena, dal punto buio dove me ne sto fermo
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orecchini fosforescenti nel buio. ¶ «Dove andrai?» le domando. «Come
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se non so verso dove, verso la fine del
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dei morti?” mi chiedo. “Dove saranno le strade, i
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dal profondo, dalle viscere dove è sprofondata la lontana
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da lontano, da fuori. ¶ “Dove saranno quelle porticine nere
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provate a domandare: “Da dove venite? Di che brigata
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e dei paesi italiani dove si aspettava col cuore
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se non so verso dove. ¶ «Tu chi sei?» mi
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capisco chi è, da dove chiama. Però non rispondo
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all’impazzata verso chissà dove. ¶ Qualcuno ride, qualcuno canta
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ha presa in faccia. ¶ «Dove stiamo andando?» provo a
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nuovo. Ma poi verso dove, se sono già tracimato
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viene prima? E adesso dove tracimerò? Che altro posto
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stanno avvenendo sotto terra, dove voragini e volte sotterranee
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dall’isola d’Elba dove avevano tentato di imprigionarmi
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sta succedendo?» gli chiedo. «Dove stiamo andando?» ¶ Rimane a
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alla cima di chissà dove. ¶ «Venga! Venga!» sento che
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ma mi ritraggo immediatamente. ¶ «Dove siamo? A che altezza
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si sposta verso chissà dove, in queste città investite
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il mio sguardo. «Dorme dove può, quando può!» ¶ Continuo
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morta, nelle piccole sedi dove si sta preparando l
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all’impazzata verso chissà dove, nella notte che viene
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in quei brevi istanti, dove sono stato, in quale
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so dov’ero allora, dove sarò, non lo so
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porta di quella villa dove c’era lui, quello
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il sindaco della città dove allora vivevo, vivrò. La
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casa, lontana da quella dove tu eri tracimata bambina
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via anche lui chissà dove, non ce la faceva
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nascerò quando io morirò? Dove sarei nato, se tu
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morte non fosse prima? Dove nascerò, dove tracimerò, se
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fosse prima? Dove nascerò, dove tracimerò, se non posso
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come un bagliore bianco dove dovrebbero esserci la sua
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Da quale condizione? Da dove? ¶ Mi rialzo da terra
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più rimpicciolite, nel buio. ¶ “Dove sono finito?” mi domando
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un po’, senza sapere dove andare, completamente solo, in
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tracimato qui? Non sai dove andare? Non hai una
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mentre cammino senza sapere dove sto andando, senza una
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o correndo verso chissà dove, verso quelle porticine da
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sbandando, senza sapere verso dove, in queste strade nere
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con me verso chissà dove, come per mostrarmi tutto
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alla tracimazione.» ¶ Non capisco dove sono, non posso capirlo
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Che cosa sta succedendo? Dove siamo? Perché tutto si
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qualche altra parte chissà dove ci saranno altre città
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2015
quelle strade, senza sapere dove andare, nella morte che
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2015
nella nostra carne risorta, dove è tutto buio ed
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è tutto nero, ma dove più è nero e
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buio non so verso dove, con gli occhi chiusi
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la morte. Non so dove vado, anche dentro la
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se era pieno inverno, dove andare a congiungere i
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vasti gradini pensili, verso dove non so, verso quale
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quello che viene prima? Dove sono adesso, se sto
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2015
farò vedere questa reggia dove non sei mai stato
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luce. In questa reggia dove sono tracimata per poterti
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un posto al mondo dove poterti aspettare e incontrare
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tuo agio, ti troverai? Dove credevi che fosse? In
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in questa reggia nera dove tengo per la prima
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che viene prima. Da dove credi che venisse l
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del mondo, nelle bolle dove i vivi si chinano
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appena inventate e fondate dove si forgia l’immaginario
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più inabissata e segreta, dove cercherò di portarti prima
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dentro quelli dei vivi dove i morti e i
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2015
cuore in gola. “Da dove vengono le tue parole
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a questo finimondo buio? Dove si trovano in questo
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o dentro la morte? Dove andremo, tutti e due
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in certi posti segreti dove si erano dati appuntamento
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anche queste città sotterranee dove ci siamo incontrati per
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così forte? E verso dove?» ¶ Lei mi guarda, da
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2015
porterò laggiù in fondo, dove ha origine questo clangore
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Non si vede niente. ¶ «Dove sei?» grido alla mia
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nel buio. ¶ «Ma da dove viene? Dove va?» ¶ «Viene
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Ma da dove viene? Dove va?» ¶ «Viene dai corpi
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2015
fondo trascinando ogni cosa. ¶ «Dove sei? Dove sei?» le
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ogni cosa. ¶ «Dove sei? Dove sei?» le grido ancora
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della mia reggia, da dove stavo scrutando il continente
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la Musa, dal continente dove non siamo ancora stati
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2015
nera nel buio.» ¶ «Ma dove stiamo andando? Che cosa
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trascina non so verso dove. Ma ci sono dei
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prima, nella sua stanza dove non aveva mai accolto
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vicino alla sua testa. ¶ «Dove sono adesso» mi risponde
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bocca fosforescente nel buio. ¶ «Dove sei adesso?» ¶ «Dov’ero
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arriverai fino al punto dove potrai ricominciare a scorgere
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con furore sulla pedaliera. ¶ «Dove stiamo andando?» le grido
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e di altre strade dove possiamo lanciare questa massa
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morte e dai luoghi dove ci trovavamo fino a
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stanze lesionate e deserte dove devono allestire di nuovo
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costeggiava la vecchia costruzione dove dormivano il padre priore
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fianco della piscina prosciugata dove le api stavano dormendo
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notte, e non sapevamo dove andare. Ci spostavamo al
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nella notte senza sapere dove andare, se c’era
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al mondo un posto dove poter mettere l’uno
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piedi sopra l’altare dove ero appena salita con
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tovaglie candide e inamidate dove ero salita forse solo
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2015
la morte. ¶ «Non sapevamo dove andare, non c’era
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2015
un posto per noi, dove stare, in quel mondo
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2015
stare, in quel mondo dove ci eravamo incontrati. Lui
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2015
cerca di un posto dove abbracciarci e avvinghiarci, e
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2015
altra parte della valle, dove c’era il tiro
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2015
fessura, nella sala studio dove aveva intercettato quella cosa
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2015
nella vecchia costruzione, da dove continuavano a venire degli
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2015
penetrata da dietro, da dove anche le donne vive
261
2015
oppure nella vecchia costruzione dove dormivano il padre priore
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2015
Io non ho chiesto dove, non sono tornata indietro
263
2015
a perdita d’occhio, dove i vivi erano sprofondati
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2015
in una casa editrice dove mi era riapparso in
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2015
capelli, nelle piccole brande dove dormivamo in due, incernierati
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2015
e deserte delle periferie dove allora vivevo, con una
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2015
mano. Ero spezzato, piangevo. Dove avevo gettato la mia
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2015
povero Paese senza speranza dove allora vivevo, nel mondo
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2015
pavimento della piccola stanza dove allora vivevo, mentre cantavano
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tranciato con un coltello dove le donne andavano di
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Perché sono qui? Da dove sono venuto? Da quale
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2015
è calata sul mondo? Dove sto andando?’ Mi ero
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2015
facendo? Dov’ero? E dove sono adesso, mentre corro
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2015
nel tempo dei vivi? Dove sto andando adesso, che
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2015
terra!» ¶ «E noi adesso dove stiamo andando?» le chiedo
276
2015
appena fondati e inventati dove un numero sterminato di
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2015
anche in altri grattacieli dove hanno sede le agenzie
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della riunione, nella sala dove si sta svolgendo il
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2015
e in altri palazzi, dove siedono gli uomini che
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2015
questo parlamento dei morti dove stiamo parlando e gridando
281
2015
dentro la morte. ¶ E dove sto correndo anch’io
282
2015
domando alla Suora Nera. «Dove stiamo entrando?» ¶ Perché vedo
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2015
entrando nel mondo nero dove si sta forgiando l
284
2015
città sconosciuta e inventata dove siete appena tracimato dalla
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2015
finire in luoghi sconosciuti dove ero assolutamente solo. Scendevo
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2015
credevo di essere arrivato dove dovevo arrivare. Il treno
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2015
quel punto: nessun posto dove andare, nessuno dove ritornare
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2015
posto dove andare, nessuno dove ritornare. ¶ Allora non sapevo
289
2015
provato a domandargli, da dove mi trovavo, dal buio
290
2015
Gerusalemme, verso il sepolcro dove giaceva il tuo corpo
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2015
fino al tuo sepolcro, dove ti hanno disteso dopo
292
2015
più forte e strappando dove erano rimaste attaccate alla
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2015
camminare verso il luogo dove ero stato sepolto. Sono
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vita! Anche i cunicoli dove corrono gli ascensori saranno
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morti, nello specchio nero dove si guardano i morti
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solo dall’alto, da dove sembravano buie e deserte
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a grandi vetrine lesionate, dove sono esposti in questa
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lamenti e quei pianti. ¶ «Dove stiamo andando?» provo a
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perché stiamo correndo così? Dove andiamo?» provo a chiedere
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singhiozzi, di pianti. “Ma dove andranno, bloccati dentro le
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mi sta trascinando chissà dove. ”Dove vanno, se sono
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sta trascinando chissà dove. ”Dove vanno, se sono morti
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sono presi? E io dove sono finito? In quale
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sedute che andavano chissà dove, le loro teste intraviste
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e il suo specchio dove credono di vedersi i
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città sterminate e lesionate dove si abbattono sempre nuove
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io dov’ero prima? Dove sono adesso? Se adesso
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che corrono verso chissà dove. ¶ «La resurrezione è ancora
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nera che c’è dove cominciano le città e
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altro sbucato da chissà dove stesse correndo alle nostre
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il continente dei morti, dove è venuto per farli
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angoli dei grandi edifici dove si ammassano i morti
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nei grandi stadi lesionati dove si riuniscono i morti
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corre e piange. ¶ «Ma dove sarà adesso?» gli domando
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vivi dentro la morte, dove ero finito per sbaglio
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c’era in fondo, dove andava a finire la
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dentro la morte e dove cominciava la morte dentro
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quella profanazione. Quel silenzio dove io invece mi trovavo
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ogni tanto chissà da dove e che cercava di
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venivano da quello stanzino dove la Pesca era riapparsa
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vuoto lungo i fianchi dove la montagna era franata
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mio corpo, dal punto dove c’è la pompa
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arrivare nella piccola casa dove mi ero andato a
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lungo quel sentiero deserto dove sarei morto assolutamente solo
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quella giornata livida, fredda, dove mi avrebbero trovato chissà
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e della tracimazione, allora dove comincia la vita dentro
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vita dentro la morte, dove comincia la morte dentro
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morte è una fondazione.» ¶ «Dove sei, che sento la
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corpi morti, alla fine. “Dove sono?” mi chiedevo mentre
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e piene di specchi dove si riflette solo la
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nel Sud del Paese dove sono nato, e c
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e non so più dove sono, in quale turbine
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correndo verso non so dove al suo fianco in
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in quel luogo disabitato dove quando ero vivo credevo
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correre verso il punto dove avevo visto balenare la
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altra mano il punto dove avevo scorto il suo
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volta qualcosa, da qui dove sono, da dopo, da
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morti. Anche i ristoranti, dove camerieri morti portano i
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al plasma, gli ippodromi dove corrono sagome elettrizzate di
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le grandi discoteche accecate, dove rimbombano negli intestini masse
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e fuori dal mondo dove sono andati per separarsi
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gli occhi come bendati. ¶ “Dove mi trovo?” vi domandate
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testa fuori, gridando. «Da dove vengono queste scosse, se
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è tutto morto? Da dove viene questa forza che
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I vivi non sanno dove vanno mentre stanno dormendo
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vivi. Noi non sappiamo dove andiamo mentre stiamo dormendo
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fronteggiando ma non sappiamo dove stanno avvenendo le prime
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scontro, non sappiamo neppure dove siamo, se siamo. Se
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dal fondo del corridoio, dove c’è la stanza
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dagli ambulatori dei vivi, dove si rimane in maglietta
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al tempo degli Esordi, dove quella mattina prima ancora
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me lo hai chiesto? Dove ti avevo già vista
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quella casa cantoniera abbandonata dove abbiamo ballato in mezzo
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non si sapeva mai dove stavano guardando davvero, quale
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perché non si sa dove siamo, e d’un
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sotto la ghiacciaia merlata dove stavo seduto, nascosto dalle
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lettone della mia casa dove ti avevo guidato dall
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che uscivano dalla calce, dove si poteva salire uno
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parco e del mondo dove in quel momento ti
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parco e del mondo dove ti trovavi. Sono passata
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disteso sul grande letto dove certe notti dormiva abbracciata
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deserta, in quella stanza dove non ero mai stata
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c’è fuori e dove si sta accalcando al
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mentre vengo sbalzato chissà dove o sono già chissà
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o sono già chissà dove, mi sorprendo a pensare
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nell’oscurità più profonda dove la massa indistinguibile e
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del continente dei morti. ¶ “Dove sono finito adesso, che
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Pesca?” mi chiedo. “E dove sarà finita la Pesca
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morti. Io non so dove sia lo spazio, la
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che si espandono continuamente, dove non ci sono nomi
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piangono. Anche i magazzini dove si accumula la posta
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messaggi venuti da chissà dove, da chissà chi, che
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più in quell’albergo dove ero arrivato dopo la
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nel continente dei morti, dove avevo trovato la Pesca
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corpo come uno strascico, dove avevo dormito il mio
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sonno da morto e dove poi mi ero svegliato
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fatiscenti e vertiginosi da dove arrivavano le voci e
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forsennati coiti dei morti. ¶ “Dove sarà adesso la Pesca
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questo buio così profondo dove si può vedere ogni
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E allora Gesù dice: “Dove lo avete deposto?”. “Vieni
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erano andati ormai chissà dove, se stavano dormendo o
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bocca della piccola grotta dove ero stato sepolto. Adesso
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e l’altra, pensavo: “Dove sono? Chi sono? Poco
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gli ho risposto. “Da dove salti fuori?” mi ha
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è più quello spiazzo dove accatastavano le gabbie dei
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accendevano e si spegnevano, dove entrava solo il capostazione
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questa devastazione “il tabaccaio dove andavo a prendere di
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certe volte da chissà dove, di domenica, e si
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i suoi gorghi neri dove ero forse annegato, annegherò
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che stava suonando chissà dove nella notte estiva, mentre
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non si vede niente. ¶ “Dove sei? Dove sei?” mi
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vede niente. ¶ “Dove sei? Dove sei?” mi comincio a
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avvicino sempre più a dove dovrebbe esserci la villa
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e piene di crepe, dove abbiamo mangiato quel giorno
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che venivano da chissà dove e si fermavano anche
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che resta del muretto dove correvano tutti quegli insetti
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bolle sono queste? Da dove verranno?” ¶ Sono nel cortile
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mia casa, nella città dove sono tracimato, con un
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armadi sfondati della villa, dove ci sono ancora quelli
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di vedere da qui dove sono i miei occhi
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si sa mai bene dove stanno guardando. «Perché adesso
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degli immortali...» ¶ «Ma adesso dove sono i tuoi fratelli
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intanto pensavo: “E adesso dove sono? E adesso che
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suo telaio di legno, dove le cose si riflettevano
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pavimento intorno al comodino, dove mi inginocchiavo per dire
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un po’ di gocce dove la garza era più
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cucina del primo piano, dove c’erano quelle finestre
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dobbiamo fare attenzione a dove mettiamo i piedi perché
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solo il grande letto dove Turchina dormiva abbracciata alla
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non si capiva mai dove stavano guardando e che
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stanze della villa vuota dove non c’era più
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riuscire a trovarla, e dove sto immobile, emozionato, nel
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fronte al nostro letto dove ci siamo già coricati
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e la sua bocca: «Dove siamo? Dove sei?». ¶ E
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sua bocca: «Dove siamo? Dove sei?». ¶ E lei non
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ancora niente, non so dove sono, chi sono, a
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anche se non sai dove stai entrando, dove entrerai
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sai dove stai entrando, dove entrerai...» ¶ «Ma io ci
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vicino a un punto dove devono esserci la mia
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in questo profondo buio dove tutti i punti di
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di lei, non so dove sono, chi sono, non
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le bocche, non so dove, non so da dove
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dove, non so da dove, nella veglia, nel sonno
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dov’è il racconto, dove sarà? ¶ Eppure, da questo
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dei vivi, dov’ero, dove sarò? E anche quando
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è la visione? Da dove venivano quei batteri, verranno
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particelle venute chissà da dove ci è apparso come
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a quella giostrina schiantata dove si accalcavano nel fragore
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e dei suoi gorghi dove forse sono annegato prima
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forse sono annegato prima, dove annegherò, con i miei
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nostra lunga notte nuziale. ¶ Dove sarà adesso la Pesca
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appare e scompare così? Dove posso ancora cercarla? Dove
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il fondo del cortile, dove anch’io avevo camminato
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si staglierà... Ma adesso dove sei, dove sei? Sei
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Ma adesso dove sei, dove sei? Sei ancora là
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Che cosa sarai adesso? Dove sarai? Sarai nella vita
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anch’io, chi sarò. Dove ti troverò? Come ti
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vento. ¶ «E adesso io dove andrò?» sento che l
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sta mormorando, da qui dove sono, da dopo, da
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sventola, in questo mondo dove sto muovendo i primi
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le nuove armi lucenti. ¶ «Dove vai?» mi sta gridando
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la vita è dopo? Dove è successo, succederà?” ¶ Sotto
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era, se ci sarà, dove non sapevo neppure se
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aria, dello spazio. ‘Da dove verrà questa bolla?’ mi
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sono toccato la guancia, dove palpitava ancora la vibrazione
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di luce. ‘Ma da dove verranno?’ mi chiedevo continuando
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di bolle fracassate. ‘Da dove scaturiranno?’ Ho oltrepassato quella
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vedeva e sentiva. ‘Da dove scaturiranno tutte queste bolle
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della morte del mondo dove mi pare ci fosse
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che la sorreggono, e dove ci passano ancora quei
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non invadere i binari dove stanno passando i treni
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sarà la piccola casa dove ci vive con la
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davanzali per prendere aria, dove mangiano e dormono mentre
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il volto, la testa. ¶ «Dove stai andando?» le chiedo
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nere, roventi. ¶ «E tu dove vai?» mi chiede anche
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in quella casa abbandonata dove ci eravamo rifugiati, mentre
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buio, in quel letto dove stavamo insieme per l
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improvviso, in quel buio dove stavamo rannicchiati insieme per
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alla base della massicciata dove sono stato scagliato. ¶ Tutto
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stanno levando da terra, dove si erano buttati coprendosi
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più, e non so dove sono, chi sono, non
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c’era quella fabbrica dove rigeneravano vecchi copertoni di
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più forte. ¶ “Ma allora dove sono, dove sarò?” ¶ Mi
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Ma allora dove sono, dove sarò?” ¶ Mi inerpico ancora
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sospeso su quest’ansa dove l’acqua correva più
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fondo, quei gorghi neri dove non si vedeva niente
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al buio verso chissà dove, ci sono ancora, che
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di fronte a me, dove devo stare attento a
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altra per non precipitare, dove devo guardare e non
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di fronte alla legnaia dove c’era un coniglio
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non si capiva mai dove stavano guardando, con disperazione
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poi cercato un punto dove poter scendere. Quando siamo
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perché si formano, chissà dove portano?” ¶ Mi blocco ancora
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molto lontana da quella dove mi ero gettato. Ma
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guardava così? E da dove mi guardava, mi poteva
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riesco a ricordare da dove mi poteva guardare, mi
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allora, in quel punto dove non ricordo niente? Che
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quel sentiero di montagna dove mi è scoppiato improvvisamente
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neri che portano chissà dove e poi sono ritornato
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dall’altra, inclinato, da dove avevano portato giù lo
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Non sanno neanche loro dove sono, chi sono...» sento
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dal buio, da qui dove sono. ¶ «La mia opera
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in questa sede oscurata dove stiamo tenendo una riunione
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dopo passo, sono arrivati dove volevano arrivare fin dall
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immersa nella neve seminale dove stava morendo il capo
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dov’è stato finora, dove sarà? Se quello che
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porta giù al pianterreno. ¶ «Dove stai fuggendo?» mi sta
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voce, sghignazzando nel buio. «Dove vuoi andare? Che cosa
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varco dal portone abbattuto. ¶ «Dove andiamo?» gli domando. «La
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buio, dalle case sventrate dove si erano nascosti dalla
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sul ghiaccio verso chissà dove, una notte, a Luciaria
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una notte, a Luciaria, dove c’erano quei due
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da solo verso chissà dove, mi hai portato in
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di ruote verso chissà dove...» ¶ «E intanto quello là
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è questo?” mi chiedo. “Dove sono finito? Che cosa
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prima, sarò, allora da dove sono tracimato, tracimerò? E
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voce nel buio? Da dove è uscita quella voce
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non la sentirò? Da dove mi stava arrivando? Perché
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continua a chiamare? Da dove mi sta chiamando? Dove
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dove mi sta chiamando? Dove sei? Dove sei? Perché