Egisto Roggero, Il Giglio, 1898

Io vidi una volta due gocciole, dal medesimo calice

la consorte e i due figliuoli si guardarono in

chiedesse, ora, a noi due: che uso avete voi

voce del parco... ¶ I due giovani si fermarono e

le mani levate sulle due teste giovanili chine e

e di libertà, mosse due passi, quindi spiccò un

con noi. ¶ E i due giovani si mossero, inoltrandosi

e mandavan giù, sui due giovani, come incensieri, gli

noi?... ¶ — Sì, per noi due. Io e te, Piero

Qualcosa manca, a noi due. ¶ Piero sentì il pensiero

sangue può dare. Così due gocciole dello stesso licore

fedele, l’avea, con due balzi, preceduta e l

porse la mano. ¶ I due amici di altri giorni

fratello. ¶ Cominciaron cosi – le due famiglie unite – le gite

pagliuzze sul volto dei due. Nel rapido scompiglio Fiora

il balcone, contemplò le due fanciulle. Così diverse c

appunto pensando che le due bellezze, così diverse, eran

le risa volgaruccie dei due. ¶ Il principe si sedette

sono qua, essi, a due passi!... ¶ Ed invero le

Leone osservò bene i due cavalli, se nulla mancava

Addio, Domenico – gridarono i due giovani, a stento frenando

a stento frenando i due impazientissimi cavalli. ¶ E via

avean convegno con i due giovani Aldobrazzi alla Cappella

E cinta con le due mani la testa del

Dunque siete voi, voi due che... che non mi

ghignando, Vico. ¶ — Già, noi due: e ti dovrebbe bastare

dal rapido incubo. ¶ Scosse due o tre volte il

hai? ¶ Piero prese le due mani che la sorella

alto, sulle teste de’ due giovani, li benediva uniti

una bambina posò le due braccia sulle spalle di