Federigo Tozzi, Gli egoisti, 1923

di allontanarsi subito. Dopo due anni che si trovava

e che tutte e due fossero così visibili ch

per la via Margutta, due tavolini verniciati di giallo

mangiare. ¶ Senza volere, guardò due volte, ma con una

una terrazza avevano acceso due lampioncini di carta a

a metà di Via Due Macelli, ricominciò a piovere

al suo; ma altre due ragazze andarono a ripararsi

tutta uguale, con le due punte del petto riconoscibili

pieno di uccelli; e due piccioni entrarono in una

voleva lasciare da almeno due anni, e non ne

muro del recinto; e due melograni fioriti. ¶ Il Giachi

guance, gli ci vennero due solchi. Dario lo guardò

a Roma, invece, almeno due settimane. ¶ — A che fare

riprese la cicca, consumando due o tre fiammiferi per

dentro, i cappelli di due signore e un fascio

cominciava a piovere, i due amici presero il primo

paese, ficcato giù tra due montagne; dove entrava appena

scesero, c’erano soltanto due cani randagi, e, dentro

che scottava benchè sotto due file di platani, facevano

respiro delle pecore; mentre due montoni cozzavano, per gioco

in Via Veneto, tra due amiche; e tutte e

quello di fondo stavano due che parevano amanti, quasi

sedie e tavolini. Accorsero due camerieri; e le grida

a letto prima delle due dopo mezzanotte, passando il

la strada seguitava tra due file di alberi; che

specchietto da allodole; e due cacciatori, nascosti fino alle

spinse con tutte e due le mani. La rosa

pallido. Mentre, invece, le due cupole delle chiese al

tempie. E stette quasi due giorni, senza risolversi ad

era accorto, pareva che due eucalipti succhiassero la terra

fermo, benchè non pascolasse. ¶ Due pecore avevano figliato; e

avevano figliato; e i due agnelli, nati allora, volevano

momento. ¶ Ma nessuno dei due poteva abbandonarsi al proprio