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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «due»

nautoretestoannoconcordanza
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linea d’ombra sui due versanti della valle in
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sponda di un terrazzo, due girasoli piegavano la testa
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fascia. Si vedevano le due colline, due nere ali
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vedevano le due colline, due nere ali fino al
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nelle sue fasce. ¶ Alle due del pomeriggio il cielo
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va randagio. ¶ – Vede quei due con la benda sulla
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Pierre, insieme ad altri due tipi, un mese fa
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scatola dei sonniferi. ¶ – Solo due, Martine, non esagerare. Chiamami
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Sul ciglio stavano seduti due uomini. Facevano già colazione
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caffè che tenga. ¶ Erano due cinquantenni, tutt’e due
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due cinquantenni, tutt’e due alti e magri, due
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due alti e magri, due saraceni dei bricchi. Gli
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un tordo, anzi erano due tordi: la voce soave
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la barba grigia di due o tre giorni, e
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Avrigue suonerà la «numero due»? ¶ – È sempre il pezzo
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stanco e lento. Erano due uomini e una donna
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È gente strana... passano due volte la settimana. Lo
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e denso, solcato da due cirri non piú grandi
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Adesso, pomeriggio, tra le due e le tre, spariti
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personali. Si interessavano a due cose diverse. ¶ – Non ha
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accompagnò in una delle due stanze: quella degli ospiti
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quella lentissima sul mare: due rami lattiginosi nel cielo
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carruggio. C’erano ben due lettere per lui: una
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dispersi nelle fasce. ¶ Passarono due carruggi in penombra e
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dalla porta di casa, due fasce sopra strada. ¶ – Passeggiamo
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della nostalgia tra quei due mari. ¶ La mente è
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Francia era lí a due passi. Venivano d’in
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nella greppia, porse a due capre le cardelle, le
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banda, per la «numero due», la musica del prigioniero
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terra, era la «numero due»: lichenoso meriggio in cammino
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restava vuota. ¶ Era la «due del la vecchio», la
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terra battuta e pietrisco, due vecchi al sole e
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il vuoto sopra i due crinali della valle. Verso
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bene. ¶ – E amici? ¶ – Forse due. ¶ – Mi permetti di domandarti
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Nyon? ¶ – Piú nessuno dei due. Miguel è sul Versoix
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Qualche gabbiano, una o due tamerici. ¶ – E ne parlavi
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accelerò talmente che spaventò due verdoni. ¶ Ma quando lui
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della «poussette». ¶ Aveva controllato due roulettes e non v
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per parlare un poco. ¶ – Due, – disse Gregorio, – ce ne
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Gregorio, – ce ne sono due... Veramente c’erano, ora
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un’autotortura. Infine prese due pieni consecutivi e andò
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la baia tra i due fari, da lassú: quello
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mentre si aspetta in due su una porta, – ella
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barba, altre i pendagli. Due ritardatarie andavano come il
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solco dell’Annunciata fra due uliveti, ecco il sentiero
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casa. Brillavano sul tavolo due limoni, nel sole polveroso