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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittorio Alfieri, Ottavia, 1783

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
1
1783
successor, del loro ¶ lustro e poter l'accrescitor saresti
2
1783
danni ¶ fatta era poscia; e tal pur troppo ancora
3
1783
dopo il ripudio ell'è. La infida schiatta ¶ della
4
1783
tuo mi fessi. ¶ Biasmo, e vergogna io t'annunziava
5
1783
vergogna io t'annunziava, e danno, ¶ dal repudio di
6
1783
dal repudio di Ottavia, e più dal crudo ¶ suo
7
1783
volgo addentro molto ¶ Ottavia è fitta: io tel dicea
8
1783
di Plauto i campi, e il sanguinoso ostello ¶ di
9
1783
con tristo augurio dati: e dissi... ¶ Nerone ¶ Assai ¶ dicesti
10
1783
dissi... ¶ Nerone ¶ Assai ¶ dicesti, è ver; ma il voler
11
1783
Ten duole ¶ dunque? ed è ver quanto ascoltai? ritorna
12
1783
Seneca ¶ Al trono ¶ compagna e al regal talamo tornarla
13
1783
tu già mio ministro e scorta ¶ a ben più
14
1783
noto or non m'è; ma per Ottavia io
15
1783
il suo fratel cadeva? e il dì, che rea
16
1783
tel bevesti, io tacqui; è ver, costretto ¶ tacqui; ma
17
1783
fui reo del silenzio, e il sono, ¶ finch'io
18
1783
doni: ah! li ripiglia; e lascia ¶ a me la
19
1783
Stoico a te Stoico; e sì il mio senno
20
1783
passati falli; ¶ prosiegui; lauda, e l'opre mie colora
21
1783
opre mie colora; ¶ ch'è di alcun peso il
22
1783
tutta: del regnar mi è dato ¶ il miglior premio
23
1783
aggiunga?... ¶ Nerone ¶ Ei t'è mestier dal cor del
24
1783
affetti, ¶ come il signore; e mal s'infinge. ¶ Nerone
25
1783
ben cangia il saggio e la favella, e l
26
1783
saggio e la favella, e l'opre: ¶ e tu
27
1783
favella, e l'opre: ¶ e tu sei saggio. Or
28
1783
posso. ¶ Taci omai dunque, e va'; per me t
29
1783
Seneca ¶ Assolute parole odo, e cosperse ¶ di fiele e
30
1783
e cosperse ¶ di fiele e sangue. — Ma l'evento
31
1783
pure. — Ogni mio aiuto è vano ¶ a' tuoi disegni
32
1783
vano ¶ a' tuoi disegni, e reo. Che a sparger
33
1783
SCENA II ¶ NERONE ¶ Nerone ¶ — E con te pur la
34
1783
ogni dir Poppea ¶ amo; e mentir l'odio e
35
1783
e mentir l'odio e l'amore io deggio
36
1783
ingombro ¶ di cure ognora, e dal mio fianco lungi
37
1783
tieni in fera angoscia. E che? non fia, ¶ ch
38
1783
altro mai. Con grave ¶ e lunga pena io t
39
1783
se non tu stesso? è legge ¶ ogni tuo cenno
40
1783
a me ti togli; e il puoi tu appien
41
1783
cor mio: quindi m'è forza, ¶ che antivedendo io
42
1783
antivedendo io tolga... ¶ Poppea ¶ E al grido badi ¶ del
43
1783
Roma fonda sua speme; e infranta a terra, ¶ lacera
44
1783
il fren rimembrar debile e lento ¶ di Claudio inetto
45
1783
lento ¶ di Claudio inetto, e sospirar pur sempre ¶ ciò
46
1783
aver non puote. ¶ Poppea ¶ È ver; tacersi, ¶ Roma nol
47
1783
Roma nol sa; ma, e ch'altro omai sa
48
1783
di Claudio, animo fello, ¶ e ria speranza entro quei
49
1783
bando a lei diedi, e peggio ¶ farei quivi lasciandola
50
1783
basti, ¶ qual più securo? e qual deserta piaggia ¶ remota
51
1783
qual deserta piaggia ¶ remota è sì, che t'allontani
52
1783
secura ell'abbia ¶ Roma, e la reggia mia. ¶ Poppea
53
1783
dico intanto, ¶ che Ottavia e me, vive ad un
54
1783
presta. ¶ Amommi ei molto, e ancor non poco ei
55
1783
fui presa, ¶ ahi lassa! e il sono; a me
56
1783
fianco ¶ quell'odiosa donna, e viver pure? ¶ poss'io
57
1783
né sa, né vuole; ¶ e sì pur finger l
58
1783
ma vil tua ancella: e in breve, ¶ s'io
59
1783
dobbiamo ¶ comun riparo. ¶ Tigellino ¶ E che? d'Ottavia temi
60
1783
arti temo di Seneca, e sue grida; ¶ e della
61
1783
Seneca, e sue grida; ¶ e della plebe gl'impeti
62
1783
della plebe gl'impeti; e i rimorsi ¶ dello stesso
63
1783
gran tempo ¶ t'ama, e tu nol conosci? Il
64
1783
conosci? Il suo rimorso ¶ è il nuocer poco. — Or
65
1783
nuziale odio primiero. ¶ Questo è il riparo al comun
66
1783
perfin talvolta ancor, garrulo, e vuoto ¶ d'ogni poter
67
1783
più tosto ove Agrippina, e Burro, ¶ e tanti, e
68
1783
ove Agrippina, e Burro, ¶ e tanti, e tanti, andaro
69
1783
e Burro, ¶ e tanti, e tanti, andaro. A voler
70
1783
scudo? il voler dubbio e frale ¶ di un tremante
71
1783
lieve ¶ cosa esplorar, sagace, e farmen dotta; ¶ antivedere; a
72
1783
non n'abbia; quanta è in te destrezza, ¶ adoprar
73
1783
venir, tenerlo, ¶ aggirarlo, acciecarlo; e vegliar sempre: — ¶ ciò far
74
1783
nell'arte ¶ di vendetta è maestro: e, il sai
75
1783
di vendetta è maestro: e, il sai, si sdegna
76
1783
amor mio poc'anzi; e fero ¶ signor già favellava
77
1783
ira, ebrezza di possanza, ¶ e fera sete di vendetta
78
1783
servi, che in favore e in possa ¶ nullo fia
79
1783
Neron mi affida. ¶ Troppo è il suo sdegno; troppa
80
1783
il suo sdegno; troppa è l'innocenza ¶ d'Ottavia
81
1783
nome di consiglio ¶ provido; e fargli, a stima anco
82
1783
terrò; sol io ¶ terrotti, e intero. Intimorirti a tempo
83
1783
intero. Intimorirti a tempo ¶ e incoraggiarti a tempo, a
84
1783
mosso ¶ nel cor tenero e fido di Poppea ¶ dubbio
85
1783
d'Ottavia il destino, e appien per sempre. ¶ Tigellino
86
1783
appien per sempre. ¶ Tigellino ¶ E queta io spero ogni
87
1783
volgo ¶ rea, quanto ell'è. ¶ Nerone ¶ Poich'io l
88
1783
Poich'io l'abborro, è rea, ¶ quanto il possa
89
1783
Ai roghi ¶ d'Agrippina, e di Claudio, è ver
90
1783
Agrippina, e di Claudio, è ver, si tacque: ¶ tacque
91
1783
oggi ¶ d'Ottavia piange, e mormorar si attenta. ¶ Svela
92
1783
i falli d'Ottavia, e ogni uom fia muto
93
1783
amai; mi spiacque ognora e increbbe; ¶ ella ebbe ardir
94
1783
ben son delitti questi; ¶ e bastano. Già data honne
95
1783
plebe affrontar, savio non è. Se giusta ¶ morte puoi
96
1783
non fia 'l meglio? e rea chiarirla, ¶ qual ella
97
1783
rea chiarirla, ¶ qual ella è pur, mentre innocente tiensi
98
1783
più consorte non t'è? Stavasi in corte ¶ l
99
1783
corte ¶ l'indegna ancora; e dividea pur teco ¶ talamo
100
1783
dividea pur teco ¶ talamo, e soglio; e si usurpava
101
1783
teco ¶ talamo, e soglio; e si usurpava ancora ¶ gli
102
1783
entrato in suo pensiero e il nobil sangue, ¶ e
103
1783
e il nobil sangue, ¶ e il suo onore, e
104
1783
e il suo onore, e se stessa, e i
105
1783
onore, e se stessa, e i suoi regi avi
106
1783
asconde. ¶ Tra l'erba e i fior, là di
107
1783
Di sue donzelle ¶ conscia è più d'una; e
108
1783
è più d'una; e il deporran, richieste. ¶ Detto
109
1783
pure? ¶ Ragion di stato, e mal tuo grado, in
110
1783
degna ¶ ben si conobbe, e quindi il cor suo
111
1783
luce... ¶ Tigellino ¶ L'infamia è di chi 'l fece
112
1783
chi 'l fece. ¶ Nerone ¶ È ver... ¶ Tigellino ¶ Sua taccia
113
1783
vanne; ¶ miei comandi eseguisci: — e tu, ricalca ¶ l'orme
114
1783
tue stesse; Ottavia incontra, e dille, ¶ ch'io solo
115
1783
SCENA V ¶ NERONE ¶ Nerone ¶ È rea ¶ Ottavia assai; qual
116
1783
primo io non pensai. ¶ E fia pur ver, ch
117
1783
atterrar nemico? — ¶ Ma presso è il giorno, ove, a
118
1783
di regal prole numerosa e bella ¶ fossi tu stata
119
1783
d'eredi orbo restava; e tolto ¶ m'era, per
120
1783
sposa ¶ farti di cari e numerosi figli ¶ lieto potea
121
1783
d'altra, ne piansi; e piango. Altro che pianto
122
1783
piango. Altro che pianto, ¶ e riverenza, e silenzio, e
123
1783
che pianto, ¶ e riverenza, e silenzio, e sospiri, ¶ forse
124
1783
e riverenza, e silenzio, e sospiri, ¶ forse da me
125
1783
sen contro Poppea nudrisci; ¶ e celasti assai meno altre
126
1783
veraci danni!... ¶ D'odio e furor lampeggiano i tuoi
127
1783
Ma, che ti chiesi? e che ti chieggo? oscura
128
1783
chieggo? oscura ¶ solinga vita, e libertà del pianto. ¶ Nerone
129
1783
poi, pentito n'eri: ¶ e, ch'io non fossi
130
1783
ancella; ¶ favola al mondo, e di tua corte scherno
131
1783
mondo, ¶ mai nol sapesti; e il sa Poppea. ¶ Ottavia
132
1783
il sangue, ond'esca; e so, che in me
133
1783
ma forza ¶ di fato è questa. — Or, se il
134
1783
a delitto il fratello e il padre appormi? ¶ Nerone
135
1783
intesa ¶ scelleraggine orrenda! Ov'è l'iniquo ¶ accusator?... Ma
136
1783
che chieggo? — ¶ Nerone accusa, e giudica, ed uccide. ¶ Nerone
137
1783
funesto albergo ¶ di fraude e morte, a tuo piacer
138
1783
tuo piacer mi traggi; ¶ e mi vi fa svenare
139
1783
morte, ¶ non che giovarti, è necessaria omai. ¶ Del sol
140
1783
ti perdono; uccidi, regna, ¶ e uccidi ancor: tutte le
141
1783
le tue vendette ¶ Roma è dotta: che temi? in
142
1783
ogni avanzo; ogni memoria e amore ¶ che aver ne
143
1783
mi resta. ¶ Seneca ¶ Donna, e fia ver? mentita accusa
144
1783
men questo ¶ ultimo oltraggio; e sol quest'uno avanza
145
1783
in un sì obbrobriosa, e stolta? ¶ Tu vivo specchio
146
1783
vivo specchio d'innocenza e fede, ¶ tu pieghevole, tenera
147
1783
tu pieghevole, tenera, modesta, ¶ e ancor che stata di
148
1783
fianco, ¶ pure incorrotta sempre; e a te fia tolta
149
1783
pianto: io tutto ¶ sento e divido il dolor tuo
150
1783
te stesso ¶ tu perderesti, e indarno: ah! per te
151
1783
fai. Ma in salvo, è ver, che posta ¶ da
152
1783
serie di virtudi omai ¶ è la tua fama: il
153
1783
d'altra donna amante ¶ è il rio dolor, che
154
1783
vita ancora: ignota ¶ m'è la cagion; né so
155
1783
orme ritrae di Burro, e d'altri ¶ pochi seguaci
156
1783
rattenne ¶ speme, (ahi fallace, e poco accorta speme!) ¶ di
157
1783
donde trarrei? La morte, è vero, io temo: ¶ eppur
158
1783
temo: ¶ eppur la bramo; e sospiroso il guardo ¶ a
159
1783
a lui son esca, e giogo; ¶ teneri, a lui
160
1783
cielo! ¶ io, per piacergli, e che non fea? Qual
161
1783
non n'ebbe. ¶ Piansi, e tacqui; e non lordo
162
1783
ebbe. ¶ Piansi, e tacqui; e non lordo di quel
163
1783
potea Neron, s'empia e crudel non eri? — ¶ Ma
164
1783
plebe ¶ del tuo ritorno, e rivederti, e prove ¶ darti
165
1783
tuo ritorno, e rivederti, e prove ¶ darti vorrà dell
166
1783
grida ¶ al tuo partire; e il susurrar non tacque
167
1783
sempre ei teme. ¶ Fero è, superbo; eppur mal fermo
168
1783
in trono ¶ finor vacilla: e forse un dì... ¶ Ottavia
169
1783
misera! in periglio ¶ forse è Neron... Ma chi vegg
170
1783
spero, io dalla plebe: e dove ¶ nuocerti pur, mal
171
1783
il tuo primier consiglio: ¶ e v'ha chi accerta
172
1783
corre insano ¶ al Campidoglio, e gioia sparge, e voti
173
1783
Campidoglio, e gioia sparge, e voti; ¶ altri di alloro
174
1783
lei si fa: colmo è Neron di laudi: ¶ ma
175
1783
morte grida. ¶ Inni festivi, e in un minacce udresti
176
1783
poi preghi, indi minacce, e preghi ancora. ¶ Arde ogni
177
1783
ogni cor; dell'obbedire è nulla. ¶ Tentan duci e
178
1783
è nulla. ¶ Tentan duci e soldati argine farsi ¶ alla
179
1783
disgiunti, sbaragliati, o uccisi, ¶ è un sol momento. — Omai
180
1783
al tuo seggio alta e perenne il nostro ¶ sepolcro
181
1783
seggio ad un tempo e vita, ¶ Neron, sicuro è
182
1783
e vita, ¶ Neron, sicuro è il mezzo; Ottavia uccidi
183
1783
affrontabil, chi di gioia è figlio. ¶ Sceglier partito è
184
1783
è figlio. ¶ Sceglier partito è forza. ¶ Ottavia ¶ E dubbio
185
1783
partito è forza. ¶ Ottavia ¶ E dubbio fia? ¶ Nerone, a
186
1783
ogni tumulto, ¶ ei t'è mestier l'uccidermi, o
187
1783
potevi; ¶ l'altro brami, è gran tempo: osa tu
188
1783
istante ¶ fausto or non è, temporeggiar momenti ¶ ben puoi
189
1783
puoi. La plebe credula, e ognor vinta ¶ pur che
190
1783
per te s'inganni: è lieve assai; sol basta
191
1783
di sguainar tua spada, ¶ e di segnar tue vittime
192
1783
armi ¶ sovra gli audaci; e i passi tuoi sien
193
1783
il rintuzzar la gioia. ¶ E se in furor si
194
1783
in furor si volge? è breve il passo. — ¶ Mal
195
1783
chi resta allora? ¶ Nerone ¶ È ver... Ma, il ceder
196
1783
OTTAVIA, SENECA ¶ Nerone ¶ Seneca, e tu, guai se d
197
1783
V ¶ NERONE, OTTAVIA ¶ Nerone ¶ E tu, fia questo il
198
1783
presa a scherno, ¶ tacito, e dubbio, e inulto, stai
199
1783
scherno, ¶ tacito, e dubbio, e inulto, stai tu appresso
200
1783
signor del mondo egli è Nerone! il volgo ¶ pur
201
1783
sua gli onori. ¶ Ottavia ¶ E se pur v'ha
202
1783
sai qual sia delitto, e qual mercede ¶ a chi
203
1783
mercede ¶ a chi n'è rea si debba. — Ma
204
1783
il perderlo per sempre? ¶ e pena a te, qual
205
1783
voglio sposa. ¶ Ottavia ¶ Eucero è velo ¶ a iniquità più
206
1783
arrossirne: immensa ¶ ben m'è vergogna in ver, rival
207
1783
tuo grado, il trono, e quanto intorno ¶ ti sta
208
1783
ti sta, ciò tutto, e non Nerone ell'ama
209
1783
Perfida, or ora... ¶ Ottavia ¶ E tu, quand'io t
210
1783
in te l'animo, e il cor; costei ¶ ti
211
1783
sangue: ¶ l'eccidio ell'è di Roma. Io taccio
212
1783
Tebro per te; fratello, e madre... ¶ Nerone ¶ Cessa, taci
213
1783
spiacevol meno, ¶ meno odiosa, e men sospetta io t
214
1783
tu sempre il fosti; ¶ e il sei vieppiù: ma
215
1783
omai per poco. ¶ Poppea ¶ E s'io ¶ avi non
216
1783
del tuo perire, incerto è solo il modo; ¶ ma
217
1783
che in peggio. — Esci; e frattanto ¶ t'abbian tue
218
1783
Nerone ¶ Poppea, te meglio, e il tuo Neron conosci
219
1783
Roma dovessi a fuoco e a sangue io porre
220
1783
Deh! cessa. Insorto ¶ rapidamente è il rio tumulto, e
221
1783
è il rio tumulto, e ratto ¶ disperderassi: all'opra
222
1783
d'ogni tua ingiuria e danno ¶ vendicator me rivedrai
223
1783
donna, amor del giusto, e lungo ¶ tedio d'ingrata
224
1783
ti muova ¶ tuo interesse, e null'altro. ¶ Poppea ¶ Udiam
225
1783
conosco, ¶ Roma, i tempi, e Poppea. ¶ Poppea ¶ Tutto conosci
226
1783
danni. ¶ Roma te sola e del ripudio incolpa, ¶ e
227
1783
e del ripudio incolpa, ¶ e dell'esiglio suo: se
228
1783
doppi or si accresce, e il susurrare. Ancora ¶ spersa
229
1783
susurrare. Ancora ¶ spersa non è l'ammutinata plebe: ¶ ma
230
1783
che il tuo Nerone è tale ¶ da immolar tutto
231
1783
salvar se stesso. ¶ Esca è forse ad amore ostacol
232
1783
assai più in conto ¶ (e di gran lunga) tien
233
1783
ei non ti tiene. E guai, se a tale
234
1783
narri? ¶ assoluto signor non è di Roma ¶ Nerone? e
235
1783
è di Roma ¶ Nerone? e fia ch'ei curi
236
1783
tristi effetti. Inutil tutto è il sangue, ¶ che alle
237
1783
feritade accorta ¶ prevalse poscia; e il rio velen piombava
238
1783
l'arte della madre; e il fio ¶ tosto ella
239
1783
Ottavia, idol di Roma, ¶ e di Neron terrore. Ottavia
240
1783
leggier, gli costi, ¶ spento è l'amore. Allor mercede
241
1783
tra breve il ferro, ¶ e sgombrerassi ampio sentiero. Acqueta
242
1783
la ria plebe appormi: ¶ e costui pure, il precettor
243
1783
Deh! lascia ¶ parlar Seneca, e il volgo. A Roma
244
1783
più che ingannar, t'è lieve ¶ Roma atterrir: l
245
1783
ad ingannarla io spesso; e a ciò pur eri
246
1783
fian lieve i detti, è ver; ma in fama
247
1783
tuo timor rattemprano, t'è forza ¶ soffrirmi ancora: e
248
1783
è forza ¶ soffrirmi ancora: e l'irritarti intanto ¶ giova
249
1783
giova a me molto; e il farti udir sì
250
1783
io cada ¶ vittima prima: e, se me pria non
251
1783
Io trar di nuovo, e a più furore, io
252
1783
di Neron fui consigliero; e m'ebbi ¶ vestito il
253
1783
Agrippina ¶ d'avertel dato; e Plauto e Silla rei
254
1783
avertel dato; e Plauto e Silla rei ¶ d'esserne
255
1783
d'esserne degni reputati; e reo ¶ di più volte
256
1783
me più di tutti, e stimo; ¶ e apertamente, a
257
1783
di tutti, e stimo; ¶ e apertamente, a ogni uom
258
1783
il voglia, ¶ in vita, e in morte, io 'l
259
1783
il suo sangue. ¶ Dissi; e il dir m'importava
260
1783
tratto io svenerei, m'è forza, ¶ con lunghi indugi
261
1783
più mi costi. ¶ Poppea ¶ È tempo al fine, ¶ tempo
262
1783
tempo al fine, ¶ tempo è, Neron, ch'alto rimedio
263
1783
schiavo un dì pervenga, è meglio, ¶ la imperial possanza
264
1783
ch'io presti ¶ velo, e non altro, al popolar
265
1783
ahi, sì, pur troppo!... e il deggio, e il
266
1783
troppo!... e il deggio, e il voglio... ¶ Nerone ¶ Ah
267
1783
era mestier col tempo; ¶ e già ne ottenni alquanto
268
1783
son dubbi i mezzi: ¶ e intanto esposto a replicati
269
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di un Seneca t'è forza: ¶ ben vedi... ¶ Nerone
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non cada. — ¶ Amar potresti, e non tremare? Il tuo
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Il tuo ¶ stato mi è lieve argomentar dal mio
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mio. ¶ Del tuo periglio, e di tua immago io
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tua immago io piena, ¶ e di me stessa immemore
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io vo' dar fine, e trarre ¶ te d'ogni
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tuo; sbandirmi ¶ di Roma; e, s'uopo fia, dal
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rimanga, poiché il volgo è fatto ¶ l'arbitro del
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il trono, ¶ (ma questo è il men) del mio
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mio Nerone ell'abbia, ¶ e il talamo, e l
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abbia, ¶ e il talamo, e l'amore... Ahi me
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infelice!.. ¶ così tu pace, e sicurezza avrai. — ¶ Sollievo a
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io pur merto sollievo, ¶ e s'io posso non
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impero pria ¶ non m'è tolto, e la vita
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non m'è tolto, e la vita. All'ira
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i mezzi ¶ son lenti; e il paion più: ma
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s'ode ¶ ciò minacciare; e la minor fia questa
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altro marito ¶ sceglier pretende, e che con essa ei
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troppo m'irrìta... ¶ Poppea ¶ E s'anco il dì
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palma ¶ abbi d'Ottavia, e della plebe a un
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ne trarrai, non poco. ¶ E allor; chi sa? ne
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me già l'ira è troppa... ¶ d'abbandonarmi ogni
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abbandonarmi ogni pensier deponi. ¶ E Roma, e il mondo
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pensier deponi. ¶ E Roma, e il mondo, e il
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Roma, e il mondo, e il ciel nol voglian
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son io di Roma? — E che? tu torni ¶ senza
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di sangue ¶ tempo non è: ma ben si appressa
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cor d'Ottavia stessa; e ch'ella ¶ di pace
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non di scompiglio... ¶ Poppea ¶ E crede il popol stolto
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dì frattanto, ¶ si muore; e fian segnal funesto l
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vedrassi ¶ sorger nel sangue; e nel silenzio, quindi. ¶ Ma
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evidenza piena ¶ or t'è mestiero trar le accuse
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puoi. L'ultima strage è questa, ¶ ove adoprar l
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debbi. ¶ Nerone ¶ Vanne, ¶ poich'è pur forza; e le
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poich'è pur forza; e le intentate accuse ¶ caldamente
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dunque? ¶ sì tosto? appieno?... E in securtà pur viva
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Ma, a temer pronto, e a distemer del pari
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danno! — ¶ Fra disoneste ebrezze, e sozzi giuochi ¶ di scurril
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ognor la prima ¶ vivanda è questa, che a sue
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Ma, il tempo scorre; e niuno ¶ venire io veggio
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niuno ¶ venire io veggio,... e nulla so... Del tutto
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mio più che padre... E che? nel volto ¶ men
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arrechi? ¶ Seneca ¶ Intatta, ¶ godi, è pur sempre la innocenza
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fermo ¶ viril libero aspetto (e da far onta ¶ a
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mentitor empi iva nomando: e piena ¶ di generosa rabbia
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trar tu ne dovresti, e morte. ¶ Eucero stesso, benedire
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consacra; or spande liberi, e feroci ¶ detti, che attestan
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più a grado aver e funi, e punte, e
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grado aver e funi, e punte, e scuri, ¶ che
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e funi, e punte, e scuri, ¶ che l'oro
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stessi feri ¶ suoi carnefici, e quasi le lor mani
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viene a me: miralo, e spera. ¶ Seneca ¶ Oh cielo
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tal non ti crede; e, ad innocente farti, ¶ non
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di velen pria ¶ Eucero, e tutte le tue conscie
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or ti s'aspetta; e il reo, ¶ non fra
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fra' martìr, ma libero, e non chiesto, ¶ viene a
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primo ei s'accusa; ¶ e tutto svela: ma non
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forse ¶ l'armata, ond'è duce in Miseno, a
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tuo ribellar non prometteati? — E dirti ¶ deggio, a qual
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tempo ¶ dei sozzi amori, e de' sommossi duci, ¶ e
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e de' sommossi duci, ¶ e degli audaci motti, e
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e degli audaci motti, e delle tante ¶ tese a
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ma invano, insidie vili, ¶ e del tumulto popolare; o
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Vanne, a lui torna: e pregalo, ch'ei venga
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IV ¶ OTTAVIA, SENECA ¶ Seneca ¶ E che vuoi far? ¶ Ottavia
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se il brami... ¶ Ottavia ¶ E un sì gran dono
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Ad altri il chieggo; e spero... ¶ Seneca ¶ Erami noto
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altri nol pensa, egli è. ¶ Ottavia ¶ — Seneca, ad alta
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fosti ¶ mastro di onesta, e d'incorrotta vita; ¶ di
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estimi capace? Or, non è forse ¶ morte il minor
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io tanto? ¶ Ottavia ¶ Ma, e che t'arresta?... e
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e che t'arresta?... e che paventi?... Ancora ¶ forse
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tu per te stesso (e certo a me nol
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da men mi credi; e m'ami? ¶ Tremendo ei
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ami? ¶ Tremendo ei m'è, fin che dell'alma
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può farne orrido strazio! e s'io ¶ alle minacce
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vera ¶ non mai nudrita; e incontro a morte cruda
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questa orribil reggia ¶ mi è vietato l'uscire... Oh
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sir, s'empio non è? ¶ Ottavia ¶ Tu piangi?... ¶ Me
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piangi?... ¶ Me dall'infamia, e dai martìr, deh! salva
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il vedi, ogni sperarlo è vano. ¶ Salvami, deh! pietade
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pietade il vuole... ¶ Seneca ¶ E quando.. ¶ io pur volessi
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io mi v'avvento, e il traggo, ¶ e men
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avvento, e il traggo, ¶ e men trafiggo... La mia
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lui, ¶ mi accuserà Nerone: e ad inaudita ¶ morte dannar
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non ho veleno... ¶ Ottavia ¶ ...E ognor non rechi in
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uso: ei morte ¶ ratta, e dolce rinserra... ¶ Seneca ¶ Il
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te grida omai? Dov'è la plebe? — ¶ Ben scegliesti
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chiaro appieno ¶ a Roma, e al mondo ogni delitto
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popol, darti ¶ qual t'è dovuta, con infamia, morte
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Più non mi pento, e fu opportuno il punto
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un fero tosco... ¶ Nerone ¶ E donde?... ¶ Poppea ¶ Or mio
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dei; severa guardia... ¶ Seneca ¶ E puossi ¶ deluder guardia; e
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E puossi ¶ deluder guardia; e il fu la tua
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il tosco in breve; e tu il vedrai: pietoso
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Il veggio, ¶ l'ultima è questa, e la più
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l'ultima è questa, e la più orribil trama
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l'avessi.. Io moro: ¶ e non mi uccide Seneca
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velen che mi consuma, è tuo. ¶ Ma il veleno
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mio... morire. Il trono è tuo: tu il godi
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conosco, più l'amo; e più sempre ¶ di amarla
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funesta stanza. ¶ Nerone ¶ Andiamo: e sappia or Roma tutta
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sappia or Roma tutta, e il campo, ¶ ch'io
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io costei non uccisi: e in un pur s
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il delitto di Seneca, e la morte. ¶ SCENA VI
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sapranno, ¶ scevre di tema e di lusinga, il vero