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Vittoria Colonna, [Rime], 1538

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
1
1538
dà, gioia mi dava! ¶ E in questo e in
2
1538
dava! ¶ E in questo e in quel pensier piangendo
3
1538
godo ¶ Tra poche dolci e assai lagrime amare. ¶ SONETTO
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1538
amaro ancor mi aggrada. ¶ E perchè nel cammin non
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1538
mio gran sol, ch'è sempre intento ¶ Col suo
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1538
mi mostrò il principio, e 'l fin m'offerse
7
1538
don, qual voler santo e pio, ¶ Qual prego umíl
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1538
or pur lo vedete e nudo e aperto, ¶ Molle
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1538
lo vedete e nudo e aperto, ¶ Molle del pianto
10
1538
aperto, ¶ Molle del pianto e caldo del desio: ¶ Chè
11
1538
in secco legno ¶ Mutossi, e in fiamme si nodrisce
12
1538
arde ad ogn'ora. ¶ E benchè sia tal sacrificio
13
1538
era mio l'inganno, ¶ E rinforzai con più ragione
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1538
Ma tra falsi desiri e pianti veri, ¶ La cagion
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1538
le basse rime ¶ Muove, e quella ragion la colpa
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1538
fa viva la fede e 'l duolo eterno. ¶ Infin
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1538
Sfogando il foco onesto e 'l duolo interno. ¶ SONETTO
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1538
frutto amaro ancor soave e grato. ¶ Se n'è
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1538
e grato. ¶ Se n'è benigno o pur contrario
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1538
l'altro preme: ¶ Sempre è dubbioso il nostro miser
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1538
Che vive in cielo, e 'n terra è ancor
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1538
cielo, e 'n terra è ancor la prima ¶ Luce
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1538
l secol nostro orni e rischiari. ¶ Tento i gravi
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1538
i gravi martír dogliosi e cari ¶ Narrar piangendo e
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1538
e cari ¶ Narrar piangendo e disfogargli in rima; ¶ Prendo
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1538
saper son'oggi eccelsi e rari. ¶ Veggio ch'una
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1538
manto della notte sgombra, ¶ E dalla terra il gelo
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1538
la fredd'ombra ¶ Dissolve e scaccia col suo raggio
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1538
luce, ¶ Odiar la vita e desiar la morte. ¶ Quel
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1538
amore ¶ L'immagin bella, e di mandarla al core
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1538
al core ¶ Sì vera e viva a forza ne
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1538
Forse il cor crede, e noi miriamo in vano
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1538
in vano: ¶ Ma questa è colpa ugual: ei nella
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1538
ugual: ei nella fiamma ¶ E noi nel pianto la
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1538
sole. ¶ Quanto ei valse, e non men l'alma
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1538
la sua vita vide e la mia vede, ¶ Eguale
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1538
pena crede: ¶ Quella sospira, e questa onora e cole
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1538
sospira, e questa onora e cole. ¶ Ei pur m
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1538
appar sovente in sonno e dice: ¶ Odi miracol! che
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1538
manco felice. ¶ L'altro è maggior, dich' io: ch
41
1538
D'un pensier breve e a un fragil sonno
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1538
lasciati hai noi miseri e tristi, ¶ Tanto lieta hai
43
1538
ben, ma l'empia e fella ¶ Sorte del mondo
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1538
o in quella. ¶ Rimaso è senza te povero e
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1538
è senza te povero e privo ¶ D'ogni sua
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1538
D'ogni sua gloria, e per disdegno e doglia
47
1538
gloria, e per disdegno e doglia ¶ Sommerso ha quasi
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1538
divo ¶ Cesar già fece; e a par di quella
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1538
LXIV. ¶ Il parlar saggio e quel bel lume ardente
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1538
ammorza, ¶ Onde s'accese e armò di tanta forza
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1538
mostro sovente; ¶ Ascolto sempre e veggio ognor presente, ¶ Chè
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1538
terrena scorza; ¶ La quale, e spesso, di poter ne
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1538
ne sforza ¶ A sciorre e alzar sopra di lei
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1538
dolce suono, ¶ Gli occhi e l'orecchie m'han
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1538
orecchie m'han velati e chiuse. ¶ L'esser meco
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1538
tue glorie son larghe e diffuse. ¶ SONETTO LXV. ¶ Mosso
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1538
viene ognor più lieto, e sempre aggiunge ¶ Al maggior
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1538
dardo ¶ Risana il cor, e con più saldo il
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1538
che morte mi nasconde e cela, ¶ Ond'uscío 'l
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1538
LXVI. ¶ Dal breve sogno e dal fragil pensiero ¶ Soccorso
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1538
Quando interrotti son, vaga e smarrita, ¶ Onde possa fuggir
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1538
d'Enea sì chiare e sole ¶ Consacrò al mondo
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1538
che qui s'onora e cole, ¶ Crescer più ali
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1538
più viva l'una e l'altra gloria. ¶ SONETTO
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1538
Di fama al mondo e al ciel di gaudio
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1538
tolse. ¶ Ragion l'afferma e amor nel mostra aperto
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1538
al ciel mill'anni e poi ¶ Ei più chiaro
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1538
l primo obbietto segue; e quei viaggi ¶ Son troppo
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1538
altra stella fu adombrata e vinta, ¶ Lassù ti godi
70
1538
vinta, ¶ Lassù ti godi, e qui larga e distinta
71
1538
godi, e qui larga e distinta ¶ L'alta strada
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1538
d'onor chiara mostrasti; ¶ E degli esempi che quaggiù
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1538
Provo tra duri scogli e fiero vento ¶ L'onde
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1538
vita in fragil legno, ¶ E non ho più a
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1538
arte nè ingegno: ¶ Quasi è al mio scampo ogni
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1538
era la mia stella e 'l chiaro segno; ¶ Or
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1538
contro 'l mar turbato e l'aer pregno ¶ Non
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1538
Che tanto tempo solco e senza spene: ¶ Chè il
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1538
impressi, che in timore e spene ¶ Mi tenner sempre
80
1538
tenner sempre fra diletti e pene ¶ Or con dolci
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1538
Mi sieno i cieli: e pur l'alma sostiene
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1538
negli anni cari. ¶ Questa è la legge di quel
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1538
dì ne fa infeici e liete l'ore. ¶ Egli
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1538
liete l'ore. ¶ Egli è voto di fè, d
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1538
pensier rivolta ¶ Ai raggi e al caldo del mio
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1538
quelle chiare luci ardenti e sole, ¶ Ch'apparver qui
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1538
che tal lo vede, e ascolta ¶ Sì vere le
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1538
carcer suo s'affligge e dole, ¶ Non che quell
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1538
l'alta virtute, ¶ Ch'è la scala del ciel
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1538
che lassù l'invita; ¶ E del manto e del
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1538
invita; ¶ E del manto e del duol morte la
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1538
Di regie spoglie carco e ricche prede: ¶ Ahi con
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1538
il giorno! ¶ Di palme e lauro cinto era d
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1538
Le sue belle ferite, e 'l tempo e 'l
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1538
ferite, e 'l tempo e 'l modo ¶ Delle vittorie
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1538
Delle vittorie sue tante e sì chiare. ¶ Quanto pena
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1538
con che affetto amore e 'l ciel pregai ¶ Che
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1538
a schivar l'ire e gl'inganni ¶ Del mondo
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1538
gl'inganni ¶ Del mondo, e sprezzar teco il mortal
100
1538
teco al tuo partire! ¶ E le mie forze senza
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1538
or mi si toglie e vivere e morire! ¶ SONETTO
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1538
si toglie e vivere e morire! ¶ SONETTO LV. ¶ Dal
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1538
verno. ¶ Quanto più chiaro e vago il ciel discerno
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1538
vago il ciel discerno, ¶ E il mondo adorno, se
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1538
essendo in luogo orrido e solo, ¶ Accompagnata dal proprio
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1538
pensiero, ¶ Con veloce, spedito e altiero volo ¶ Giunger la
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1538
mio sommo desire, ¶ Oggi è quanto di ben nel
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1538
di color vaghi dipinse, ¶ E diede alto concetto alle
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1538
Concordia, onde beltà nasce e quel vero ¶ Divino amor
110
1538
viva, ¶ Colta in felice e sì nobil terreno, ¶ Che
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1538
attorcea insieme l'una e l'altra vita, ¶ In
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1538
In lui l'oprare e in me gli affetti
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1538
al desio il primo, e fia l'ultimo segno
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1538
La bella luce ch'è nel ciel gradita; ¶ E
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1538
è nel ciel gradita; ¶ E qui sè stessa e
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1538
E qui sè stessa e tutte l'altre vinse
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1538
LVIII. ¶ Occhi miei, oscurato è il nostro sole: ¶ Così
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1538
luce a me sparita ¶ E, per quel ch'io
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1538
salita; ¶ Ma miracol non è, da tal si vuole
120
1538
da tal si vuole. ¶ E se pietà ancor può
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1538
esser non può sbandita, ¶ E mia giornata ho co
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1538
duole. ¶ Piagner l'aere e la terra e 'l
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1538
aere e la terra e 'l mar dovrebbe ¶ L
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1538
dovrebbe ¶ L'abito onesto e 'l ragionar cortese, ¶ Quando
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1538
m'increbbe, ¶ Poichè mesto è colui che tutto intese
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1538
opra sua più cara e più gradita, ¶ Quante discopre
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1538
qua giù s'inchina e cede. ¶ Nè il richiamarla
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1538
che nacque il danno. ¶ E s'avvien che 'l
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1538
La cagion s'appresenta e 'l danno insieme, ¶ Ond
130
1538
seggio al terren labirinto, ¶ E mosse quel che gli
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1538
che gli altri ferma e move: ¶ Amor, s'appregi
132
1538
prove ¶ Da gloria vana e stran desir convinto, ¶ Portami
133
1538
zelo, ¶ Porgi tu forza e ardire ai pensier miei
134
1538
l'altra in terra, e sol tra noi riserba
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1538
riserba ¶ L'antica libertate e'l giusto impero; ¶ Per
136
1538
il ciel ti serba, ¶ E nell'età matura e
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1538
E nell'età matura e nell'acerba ¶ T'ha
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1538
si spera in terra e 'n onda ¶ Pace più
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1538
onda ¶ Pace più ferma e viver più sereno. ¶ Chè
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1538
paese u' 'l Tago, e 'l Reno, ¶ L'Istro
141
1538
voi, ma quanto apre e circonda ¶ Il gran padre
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soccorso fido ¶ De' cieli e della sua virtù sincera
143
1538
opre delle sue fatiche; ¶ E prega il ciel che
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1538
ciascun polo ¶ L'ali, e che tanto abbia le
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1538
memoria siede ¶ Col sonno e col pensier l'alma
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1538
pensier l'alma sembianza ¶ E 'l proprio arder rinnova
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se fuggì il piacere e la speranza, ¶ Con maggior
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1538
fede. ¶ SONETTO XLIV. ¶ Quanto è tolto al desio rende
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vero ¶ Dimostrò il mondo, e la mia pena antica
150
1538
addolcisce ad ogn'ora e fa sì amica, ¶ Ch
151
1538
della morte dello sposo e dei più illustri congiunti
152
1538
l mio bel sol e l'altre chiare stelle
153
1538
ciel vêr me cortese, ¶ E in quest'altro disperse
154
1538
altro disperse l'empie e felle. ¶ Col ricco stame
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1538
avvolte ¶ Le mie speranze e di mille altri insieme
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1538
l'alta cagion fatta è immortale, ¶ Discaccia dal mio
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1538
piombato strale ¶ Tra freni e sproni or mi ritiene
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1538
l'appresenta un fido e bel pensiero, ¶ Sopra le
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1538
le stelle, la fortuna e 'l fato, ¶ Nè men
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1538
altro; ma sempre stabile e beato. ¶ Questo amor, ch
161
1538
Questo amor, ch'ora è fermo, è il buono
162
1538
ch'ora è fermo, è il buono, e 'l
163
1538
fermo, è il buono, e 'l vero. ¶ SONETTO XLVII
164
1538
cor all'opre chiare, e 'l petto ardente ¶ Segreto
165
1538
l petto ardente ¶ Segreto e fido albergo, ove sovente
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1538
che pria l'accese, ¶ E 'l cor l'impresso
167
1538
impresso ben lieto nodrica, ¶ E 'l petto il conservar
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1538
Certo della mia salda e pura fede: ¶ Or vive
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1538
i pensier, le voglie e le parole. ¶ Vede, che
170
1538
ei volle, or segue e vole ¶ L'alma che
171
1538
sente ognor, gli parla e il vede: ¶ Sa che
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1538
il cor l'adora e cole. ¶ Vede le glorie
173
1538
altra età, ma prime e antiche. ¶ Così il bel
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1538
torbid'onde, ¶ Fra scogli e fra sirene empie, nemiche
175
1538
tranquillar laggiù gli sdegni e l'ire; ¶ Molto è
176
1538
e l'ire; ¶ Molto è 'l mio sol da
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1538
le mie tenebre allora, ¶ E far l'alma sì
178
1538
intorno ¶ Di mille nodi, e con l'invitta mano
179
1538
primavera, ¶ Di vaghi fiori e verdi frondi adorna, ¶ Produce
180
1538
dalla sua quarta spera. ¶ È la sua luce d
181
1538
ritorna; ¶ Ma in questo e in quello albergo ognor
182
1538
crea, li nodrisce, apre e sostiene. ¶ Le frondi verdi
183
1538
dal ciel mi manda, e vuol ch'io speri
184
1538
ei rotando dà luce e calore, ¶ Tu allumi noi
185
1538
il tuo valore ¶ Crebbe, e ne fanno i dotti
186
1538
raffredda; ma d'invidia e affanni ¶ Un folto nembo
187
1538
tuoi raccese i lumi. ¶ E s'ei le stelle
188
1538
ei le stelle tutte e gli elementi, ¶ Tu l
189
1538
più chiaro splendor rallegri e allumi. ¶ SONETTO LIII. ¶ Quel
190
1538
parea, ¶ Che l'umano e 'l divin mi pose
191
1538
ch'io mi godea; ¶ E sè stessa obliando lieta
192
1538
quella intorno ¶ Scintillar vidi, e mille chiari rai ¶ Far
193
1538
il mio duol ristringe e fa che lieta ¶ Io
194
1538
grave peso alta ventura, ¶ E felice gioir l'interna
195
1538
Quasi d'invidia tinto e d'alto scorno ¶ Un
196
1538
adorno, ¶ Vaga la terra e 'l ciel lucido rende
197
1538
D'un ardor santo e d'un perpetuo giorno
198
1538
vero sol s'alluma e si raccende. ¶ Quei raggi
199
1538
raccende. ¶ Quei raggi caldi e quella chiara luce ¶ M
200
1538
chiara luce ¶ M' infiammaro e invaghir sì, che la
201
1538
la vostra ¶ Or sento e scorgo fredda e scolorita
202
1538
sento e scorgo fredda e scolorita. ¶ Caduchi effetti poi
203
1538
affanni. ¶ Immaginata luce arde e consuma, ¶ Sostiene e pasce
204
1538
arde e consuma, ¶ Sostiene e pasce l'alma e
205
1538
e pasce l'alma e 'l foco antico ¶ Con
206
1538
nuovo più l'avviva e 'ncende. ¶ Il chiaro suo
207
1538
or vive in cielo, e qui sempre più caro
208
1538
morir vivendo imparo ¶ Quant'è crudel, quando par più
209
1538
del mio finir lieta e felice; ¶ Per fare una
210
1538
prescrisse ogn'altro oggetto ¶ E sol m'apparve il
211
1538
lume 'l giorno l'è interdetto; ¶ Onde cammina in
212
1538
smarrita. ¶ Se la natura e 'l ciel con pari
213
1538
al mio cor, felici e rare ¶ Anime, porge il
214
1538
porge il vostro ardente e forte ¶ Nodo, che l
215
1538
quanto a voi natura e amore, ¶ I corpi quella
216
1538
amore, ¶ I corpi quella e questo l'alme cinse
217
1538
ore ¶ Del viver vostro! e più quel lume santo
218
1538
in pregio sale. ¶ Opra è da voi con l
219
1538
Insieme a un tempo, e come insieme preste ¶ Volar
220
1538
XXXIX. ¶ Amor, se morta è la mia prima speme
221
1538
ore estreme. ¶ La vita e 'l bel pensier morranno
222
1538
bel pensier morranno insieme, ¶ E tosto fia per l
223
1538
alma fedel languendo tace, ¶ E per lei gridan mille
224
1538
Signor la fama vostra, e d'ora in ora
225
1538
cagion di farvi eterno e raro. ¶ Fanno il vostro
226
1538
di valore armato: ¶ Fuggito è il vero onor, la
227
1538
la gloria bella: ¶ Nascosta è ogni virtù nobil con
228
1538
L'acque torbide sono e l'aer nero: ¶ Non
229
1538
in terra spento, ¶ O è confuso l'ordin di
230
1538
ciel da quel solingo e raro ¶ Pensier, che sovra
231
1538
più bello, più lucente e chiaro. ¶ Ed udii: Per
232
1538
Per quel nodo forte e caro, ¶ Ch'ambo là
233
1538
là giù ne strinse e ancor ne stringe, ¶ Spera
234
1538
ancor ne stringe, ¶ Spera, e frena il dolor che
235
1538
dolor che ti sospingo, ¶ E fa minor col mio
236
1538
intelletto tra 'l lune e le parole ¶ Da maraviglia
237
1538
mi duole, ¶ Che giunse e sparve in un medesmo
238
1538
oscurità la notte priva, ¶ E se già l'aprir
239
1538
nodriva, ¶ Il chiuderli ora è cagion ch'io non
240
1538
ch'io non pèro. ¶ E se col tempo il
241
1538
d'ogni mondano errore; ¶ E mi tien nella via
242
1538
fu il cielo avaro, ¶ E se il mio caro
243
1538
con lui vivo: ed è quanto desio. ¶ SONETTO XXIII
244
1538
il cielo un solo e vero segno, ¶ U' sei
245
1538
Sarà, che degnamente serbi e ammante ¶ Del sacro cener
246
1538
Ma i chiari spirti e i nobili intelletti ¶ Che
247
1538
tempi: ¶ Ch'altr'urna è breve a sì largo
248
1538
Mentre l'aura amorosa e 'l mio bel lume
249
1538
Fean vago il giorno e l'aer chiaro e
250
1538
e l'aer chiaro e puro ¶ Con largo volo
251
1538
piume. ¶ La luce sparve e 'l mio primo costume
252
1538
Chè 'l sentier intricato e 'l cielo oscuro ¶ Non
253
1538
ho chi m'apra e non ho chi m
254
1538
chi m'allume. ¶ Spento è il vigor che pria
255
1538
mortale ¶ Dolor vincendo vivo; e il pensier sale ¶ Privo
256
1538
intorno ¶ Sgombrò le nubi, e fe qui chiaro il
257
1538
spento il valor, morte e smarrite ¶ L'alme virtuti
258
1538
smarrite ¶ L'alme virtuti, e le più nobil menti
259
1538
lo danno comun meste e confuse. ¶ Al suo sparir
260
1538
onor le voglie ardenti, ¶ E le mie d'ogni
261
1538
intelletti; ¶ L'anime gloriose e i spirti eletti ¶ Davan
262
1538
fur le grazie parche e i cieli avari: ¶ Gli
263
1538
sen carco di gigli e di viole ¶ Stava la
264
1538
viole ¶ Stava la terra, e 'l mar tranquillo e
265
1538
e 'l mar tranquillo e i venti, ¶ Quando 'l
266
1538
rete degl'inganni nostri; ¶ E tu, ch'a par
267
1538
ancora il mondo adora e teme, ¶ Qual grado eccelso
268
1538
dell'alme lo spirto è onore e duce. ¶ SONETTO
269
1538
lo spirto è onore e duce. ¶ SONETTO XXIX. ¶ La
270
1538
di fallaci in certi e veri ¶ Ridurli, e me
271
1538
certi e veri ¶ Ridurli, e me nel grado onde
272
1538
mica i sensi semplici e leggieri; ¶ Chè non sarebber
273
1538
ardenti lumi, ¶ Spregiando libertate, e 'n quel bel stato
274
1538
come io mi consumi, ¶ È tempo ormai, se non
275
1538
tempo ormai, se non è pur passato, ¶ Che 'l
276
1538
Che 'l desir freni e la mente rischiari. ¶ SONETTO
277
1538
sì leggiera, sì presta e spedita, ¶ Ritiri in terra
278
1538
s'appaga, si nodrisce e vive, ¶ E l'abitar
279
1538
si nodrisce e vive, ¶ E l'abitar in questo
280
1538
Le saria lunga dura e viva morte? ¶ Com'è
281
1538
e viva morte? ¶ Com'è che 'l minor nostro
282
1538
prive ¶ Del vero oggetto? e cangi l'alta sorte
283
1538
chiamar la sorda morte, ¶ E far pietoso il ciel
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al gran desio ¶ Posso, e sgombrare il duol dal
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io ¶ Vincer me insieme e la nimica sorte. ¶ Gli
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1538
sorte. ¶ Gli schermi tutti e quante vie discopre ¶ L
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la gloria tua larga e infinita ¶ Signor, se fur
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1538
cui valore ¶ Si cerca e brama ognor, non pur
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1538
dolce e brevissimo sospiro, ¶ E a me lasciò l
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1538
da troppa luce offeso, ¶ E qual da invidia tinto
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lasciato il mondo freddo e nero, ¶ D'onesta voglia
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spirto acceso ¶ L'adora, e molti han con lor
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al suo valore aggiunge, ¶ E il tempo avaro che
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1538
dal suo velen serba e prescrive. ¶ L'opre chiare
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1538
Sarebbe giunta: chè superba e lieta ¶ Doppiava i vanni
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spessa ne lo copre e vieta); ¶ Vedete come il
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volo audace suo non è qual era. ¶ Le vittorie
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prede, i trionfali onori ¶ E le corone di sacrati
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1538
S'infiammâr l'alme, e ne' più saggi cori
300
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fur più certo intese. ¶ E il mio bel nume
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1538
ornò la bella spoglia, ¶ E di foco divino accese
302
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opre conte all'uno e all'altro polo ¶ Qui
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vista il lagrimar affrena, ¶ E rimangon sì caldi i
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Che lo spirto divino e l'uman velo ¶ Legò
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opra lodo) ¶ Pur cerco, e ad altri il mio
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salma ¶ Al miglior tempo? e come in questa vita
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1538
Anzi morte, restò sola e smarrita ¶ L'alma al
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merto di lei, ch'è a Dio gradita, ¶ Coprendo
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1538
qui, beata ¶ Starei lassù, e d'ogni affanno sciolta
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1538
armata ¶ Il dubbio passo e l'ombra spessa e
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1538
e l'ombra spessa e folta? ¶ Ma tanto bene
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1538
miro intorno ¶ La terra e 'l ciel nella vermiglia
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1538
Scaccia la vaga vista e 'l chiaro giorno. ¶ S
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1538
di maggior luce onora, ¶ E da quest'altro par
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1538
Con l'altro eterno; e in quel momento sente
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il trapassar dell'ore, ¶ E col suo dolce, casto
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col suo dolce, casto e santo ardore; ¶ Ogni altra
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1538
avventar d'un strale, ¶ E ruppe i nodi all
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1538
antica fede; ¶ Il nodo è stretto ancor com'io
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1538
Quel bel principio ch'è rimedio e danno. ¶ L
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1538
principio ch'è rimedio e danno. ¶ L'alta fatica
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1538
attende ¶ Solo a seguirlo; e dell'error ch'intende
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ch'intende ¶ S'appaga e vive lieta in dolce
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lieta in dolce affanno. ¶ E la ragion che prima
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prima il duol raffrena ¶ E lega i sensi poi
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alto mio pensiero insieme. ¶ E mentre in grembo a
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1538
Che 'l viver lungo e la terrena salma ¶ Prova
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1538
Prova più grave sempre e più molesta. ¶ E la
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1538
sempre e più molesta. ¶ E la cagion ch'al
330
1538
ed alma, ¶ Si gode, e lascia me dogliosa e
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1538
e lascia me dogliosa e mesta. ¶ Tempo ben fora
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1538
Avesser fin sì lungi e amari giorni, ¶ La propria
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1538
cielo avvinse la natura e amore, ¶ Tolse agli occhi
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1538
agli occhi l'obietto e il cibo al core
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1538
più congiunto modo. ¶ Questo è quel laccio ond'io
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1538
ond'io mi pregio e lodo, ¶ Che mi trae
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1538
ch'altro non vole, ¶ E non per giunger lume
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dole; ¶ Per altra penna e più saggie parole ¶ Verrà
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1538
dolce canto, ¶ Foschi sospiri e non voce serena, ¶ Di
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1538
vago oggetto ognor presente; ¶ E vivo e bello sì
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1538
ognor presente; ¶ E vivo e bello sì riede alla
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1538
divin raggio altero, ¶ Ch'è la sua scorta, il
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1538
ogni cura mortal scarco e leggiero: ¶ Ove del suo
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1538
Francia. ¶ Quella superba insegna e quell'ardire, ¶ Che per
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1538
sfoga or gli sdegni e l'ire. ¶ Spense l
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1538
il tuo valore invitto e più che umano, ¶ Chè
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1538
umano, ¶ Chè le cittadi, e i fiumi, e i
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1538
cittadi, e i fiumi, e i monti, e 'l
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1538
fiumi, e i monti, e 'l piano ¶ Gli chiudesti
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1538
nodrimento ed esca, ¶ Ond'è che, quella spenta, l
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1538
spenta, l'ardor cresca, ¶ E in mezzo 'l foco
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1538
treme? ¶ Fugge il piacere e la speranza insieme, ¶ Come
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1538
i frutti, i fiori, e 'l seme? ¶ Quel foco
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1538
prende ¶ Il cibo ch'è ben degno al suo
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1538
ministri tuoi la state e 'l verno. ¶ Col prudente
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verno. ¶ Col prudente occhio e col saggio governo ¶ L
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1538
O fiumi o monti, e le maggior cittadi, ¶ Per
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1538
ciel d'altri trionfi e veri, ¶ D'altre frondi
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frondi le tempie ornate e cinte. ¶ SONETTO VI. ¶ Oh
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spalmata barca, ¶ Di ricca e nobil merce adorna e
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1538
e nobil merce adorna e carca, ¶ Con l'aer
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1538
Con l'aer puro e con l'aure seconde
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asconde, ¶ Porgea serena luce e d'ombra scarca; ¶ Ahi
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risponde. ¶ Ecco l'empia e volubile fortuna, ¶ Scoperse poi
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pioggia, saette insieme aduna, ¶ E fiere intorno a divorarmi
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regno ¶ M'accende ancora e lega e in cotal
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1538
accende ancora e lega e in cotal modo, ¶ Che
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1538
Che accampando fortuna, forza e ingegno, ¶ Mai cangeranno in
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1538
o voglia; ¶ Sì m'è soave il foco, e
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1538
è soave il foco, e caro il nodo! ¶ SONETTO
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1538
de' suoi vaghi fiori, ¶ E più bello rimeni Apollo
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rimeni Apollo il giorno; ¶ E perch'io veggia fonte
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1538
adorno ¶ Di leggiadre alme e pargoletti amori, ¶ O dotti
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1538
mie pene son tenaci e sole ¶ Chè quanta gioja
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1538
gioja lieti amanti ingombra, ¶ E quanto qui diletta, il
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in voi, lume beato, ¶ E meco voi, vostra mercede
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Morta in noi stessi e viva nell'amato, ¶ Poichè
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1538
Poichè per l'alto e divin vostro stato ¶ Non
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aprirgli nell'altro eterno e vero. ¶ SONETTO X. ¶ A
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chiaro sol mi rende, ¶ E nel mio petto al
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1538
a chi men vede e intende, ¶ Più di pace
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1538
di pace mi toglie e sì m'offende, ¶ Ch
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riconduce. ¶ Se verde prato e se fior vari miro
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salma ¶ Tolse un dolce e brevissimo sospiro, ¶ E a
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1538
innocenza e primo amore. ¶ E sebben con serrata e
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1538
E sebben con serrata e fida chiave ¶ Serro quel
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Serro quel raggio, egli è schivo e sottile, ¶ Sì
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1538
raggio, egli è schivo e sottile, ¶ Sì ch'un
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1538
basso pensier lo scaccia e sdegna; ¶ Ond'ei ratto
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sen vola: io mesta e grave ¶ Rimango, e 'l
391
1538
mesta e grave ¶ Rimango, e 'l prego che d
392
1538
opra mortale ¶ Opra vostra è, signor, che in un
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1538
Che fuga densa nebbia; e quell'accesa ¶ Secreta fiamma
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piuma. ¶ SONETTO X. ¶ Tempo è pur ch'io con
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1538
vesta, ¶ Con gli orecchi e con gli occhi avidi
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1538
con gli occhi avidi e intenti, ¶ Con le lucerne
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1538
Aspetti il caro sposo e lieta e presta, ¶ Per
398
1538
caro sposo e lieta e presta, ¶ Per aprirgli la
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1538
Per aprirgli la porta; e piana e onesta, ¶ Avendo
400
1538
la porta; e piana e onesta, ¶ Avendo al cor
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1538
i suoi doni infiniti ¶ E le soavi sue alte
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1538
rende ¶ Della prima cagione, e che superna ¶ Virtù ne
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1538
solo mira il saggio, e non s'accende ¶ Al
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1538
Legar l'altera voglia, e questa insieme ¶ Discioglie i
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1538
desio sgombra dal petto, ¶ E lo riempie di verace
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1538
Ed a noi tanti e sì possenti segni ¶ Della
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1538
di Dio son nudi e frali. ¶ Ma se non
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1538
puote gli occhi egri e mortali ¶ Aprir nostra natura
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1538
degni ¶ Mirar sè stessa, e converrà che sdegni ¶ Di
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1538
il Signor n'aspetta, e sempre ¶ Tiene al nostro
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1538
nostro girar più salda e ferma ¶ La stabil pietra
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1538
pietra della sua bontade, ¶ E scorge l'opre nostre
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1538
l'inferma ¶ Natura insieme, e vuol che la pietade
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1538
ha schive ¶ Del mondo e del suo vil breve
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1538
natura non gli annoia, ¶ E del ben per ragion
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1538
con pura ardente fede, ¶ E di ricche amorose e
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1538
E di ricche amorose e leggiere ale, ¶ Di speme
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1538
ben, fattor del cielo e delle stelle, ¶ Spregia ricchezza
419
1538
delle stelle, ¶ Spregia ricchezza e 'l mondo, e più
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1538
ricchezza e 'l mondo, e più sè stessa. ¶ SONETTO
421
1538
calor vero si rinchiude e serra? ¶ Non preme il
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1538
spirito che vola alto e vivace; ¶ Nè fan biasmo
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1538
all'uom che tace, ¶ E prega più per chi
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1538
l'aer basso paludoso e scuro ¶ Contra l'augel
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1538
vomer d'umiltà larghe e profonde ¶ Fosse conviemmi far
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1538
Sgombrando il mal terreno e 'l tristo umore, ¶ Pria
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1538
miglior terra il circonde, ¶ E più fresca del ciel
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1538
Germini frutti, non labrusca e fronde. ¶ Ma pria che
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1538
in tutto la ricopra, ¶ E poscia indarno fra le
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1538
altra schiera ¶ Di dolci e bei pensier, l'amor
431
1538
verno ¶ Alla sua verde e calda primavera. ¶ Forse il
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1538
la fede sua fondata e vera, ¶ Non vuol con
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1538
desio nasce la tema ¶ E fa che l'alma
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1538
alma in un gioisca e gema: ¶ Sente l'ardor
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1538
intelletto, ¶ Il mal fugge e la noia, ¶ E sol
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1538
fugge e la noia, ¶ E sol m'apporta gioia
437
1538
sol m'apporta gioia, ¶ E fa l'altezza del
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1538
pensiero ¶ Il falso falso, e 'l ver più che
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1538
mai vero. ¶ RIME SACRE E MORALI ¶ SONETTO I. ¶ Il
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1538
alma di fama vaga, e quasi un angue ¶ Si
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1538
sian le mie penne, ¶ E puro inchiostro il prezioso
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1538
che alluma gli elementi e 'l cielo, ¶ Prego, che
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1538
II. ¶ I nuovi cori e non le nove altere
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1538
Sorelle il pensier scorge, e in mezzo ardente ¶ Sol
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1538
Umíle alle scïenze eterne e vere. ¶ Accolta poi fra
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1538
sol con piume alte e leggiere. ¶ E se non
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1538
piume alte e leggiere. ¶ E se non ch'ella
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1538
se non ch'ella è pellegrina e indegna ¶ Del
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1538
ch'ella è pellegrina e indegna ¶ Del ben di
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1538
Potrebbe farla qui chiara e felice. ¶ Ben fa quel
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1538
vaghezza mortal si duole e sdegna. ¶ Quasi arbor che
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1538
un sol subietto, ¶ Oggi è il mio Apollo, e
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1538
è il mio Apollo, e gusto al sacro petto
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1538
poi l'alme glorïose e conte. ¶ Non spero ornar
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1538
Spero ben viver sempre: e d'altro coro ¶ Aver
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1538
all'occhio mortal lontane e ascose, ¶ Che son sovra
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1538
son sovra l'ingegno e il corso umano. ¶ Non
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1538
al piano ¶ Dell'umiltade, e quante ella pompose ¶ Spoglie
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1538
ella pompose ¶ Spoglie riporti, e che delle ventose ¶ Glorie
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1538
al disio gli eterni e grandi ¶ Obblighi, che mi
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1538
mandi ¶ Virtù che sciolga e spezzi i duri nodi
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1538
aperse al fedel Pietro: ¶ E, se tanta mercede or
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1538
or non impetro, ¶ Non è ch'ei non si
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1538
non si mostri almo e sincero; ¶ Ma non iscorgo
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1538
lo core umíl, puro e mendico ¶ Appresentassi alla divina
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1538
lima ¶ Del buon giudicio, e ricercando intorno ¶ Con occhio
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1538
rima; ¶ Nasce perchè non è mia cura prima ¶ Procacciar
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1538
grado talor queste faville. ¶ E se alcuna di loro
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1538
che scaldi, mille volte e mille ¶ Ringraziar debbo il
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1538
egli, amando ¶ Il cibo e quella, si rallegra e
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1538
e quella, si rallegra e gode, ¶ E dentro al
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1538
si rallegra e gode, ¶ E dentro al nido suo
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1538
nido suo si strugge e rode ¶ Per desio di
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1538
seguirla anch'ei volando, ¶ E la ringrazia in tal
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1538
qualor il caldo raggio e vivo ¶ Del divin sole
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1538
spinta dall'amore ¶ Interno; e senza ch'io stessa
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1538
il petto fedel lieto e sicuro, ¶ Si dissolve per
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1538
colpe il manto oscuro, ¶ E vestirmi in quel punto
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1538
quel punto il chiaro e puro ¶ Della prima innocenza
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1538
puro ¶ Della prima innocenza e primo amore. ¶ E sebben
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1538
su questo scoglio orrido e solo, ¶ Quasi dolente augel
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1538
che 'l verde ramo ¶ E l'acqua pura abborre
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1538
l'acqua pura abborre; e a quelli ch'amo
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1538
al sol che adoro e colo ¶ Vada il pensiero
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1538
colo ¶ Vada il pensiero. E sebben quanto bramo ¶ L
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1538
a questa il volo. ¶ E 'n quel punto che
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1538
punto che giunge lieto e ardente ¶ Là 've l
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1538
lor contrari star secure e liete. ¶ Ciascuna a prova
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1538
meste ¶ Volar d'intorno e con tormento amaro ¶ Pianger
490
1538
amaro ¶ Pianger l'esilio e la perduta speme ¶ Di
491
1538
allor formasti, ¶ Colorir vedi, e farsi esempio raro ¶ Dalla
492
1538
A cui l'arme e l'onor secur lasciasti
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1538
Il qual di fregi e di virtudi adorno, ¶ Col
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1538
il piè felice indarno. ¶ E se d'immortal nome
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1538
Spregiando, come cose indegne e frali. ¶ Ben prese il
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1538
prese il mio terrestre e grave pondo ¶ Da quel
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1538
schermo farsi ¶ Contra fortuna; e nell'alta ritrarsi ¶ E
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1538
e nell'alta ritrarsi ¶ E faticosa torre al tempo
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1538
torre al tempo rio; ¶ E del solo d'onor
500
1538
dalle insidie ascose armarsi; ¶ E nei perigli di consiglio