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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, I racconti, 1952

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
1
1952
un momento di debolezza... e così volesse il cielo
2
1952
Egli ha molti torti, è vero, e certamente meriterebbe
3
1952
molti torti, è vero, e certamente meriterebbe di essere
4
1952
sempre tuo marito... lì è il tuo posto e
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1952
è il tuo posto e non altrove... e poi
6
1952
posto e non altrove... e poi non bisogna perdere
7
1952
perdere ogni speranza... egli è ancora giovane, è intelligente
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1952
egli è ancora giovane, è intelligente, ha molte amicizie
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1952
tornare a lui..., questa è la soluzione più sana
10
1952
Tino," disse alfine, "impossibile..." e ad un tratto gli
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1952
perché?" insistette Tullio infervorato, "è pure tuo marito... e
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1952
è pure tuo marito... e sono anche sicuro che
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1952
tra noi due tutto è finito." ¶ Ci fu un
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1952
questo, ad ogni modo, è il mio parere... e
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1952
è il mio parere... e non posso cambiarlo." ¶ Ella
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1952
altrove?" ¶ "In casa tua... e anche altrove," rispose Tullio
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1952
ci vedremo... l’essenziale è che ci vedremo." ¶ "In
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1952
sei peggio di Parodi e degli altri," ella rispose
19
1952
ella rispose senza guardarlo, "e che mi ero sbagliata
20
1952
con un gesto deliberato e sprezzante, dal basso in
21
1952
meno di chiamare Tullio; e fatto il giro della
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1952
a posto le mani..." ¶ "È giunto il momento orribile
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1952
Tullio, "ma presto passerà e sarò libero." La vide
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1952
andare alla porta, aprirla, e poiché egli accennava un
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1952
addio." Erano parole gelide, e tali da non far
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1952
intorno sui mobili vecchi e opachi della dimora familiare
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1952
gli occhi in giro e accorgendosi non soltanto di
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1952
prima volta infinitamente brutte e meschine. Ella era partita
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1952
meschine. Ella era partita e aveva portato via con
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1952
di chiaro, di giovane e di generoso. ¶ Impensierito sedette
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1952
sedette presso la tavola e si prese la testa
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1952
di soffocare ogni rimorso e ogni vergogna e ritrovare
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1952
rimorso e ogni vergogna e ritrovare se stesso. Quello
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1952
stesso. Quello che era e aveva ormai deliberato di
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1952
Questa volontà di dimenticare e di ritrovare la normalità
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1952
tra i capelli asciutti. E lasciava che la forfora
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1952
velare la superficie scura e lucida della tavola. ¶ (1937) ¶ L
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1952
la piazza intera, rotonda e un po’ concava, con
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1952
concava, con l’obelisco e le quattro fontane nel
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1952
nel mezzo, i passanti e i veicoli minuscoli sparsi
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1952
altra le mura merlate e la porta, e in
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1952
merlate e la porta, e in fondo, coperta di
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1952
fondo, coperta di pini e di cipressi e popolata
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1952
pini e di cipressi e popolata di statue, la
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1952
con il suo belvedere e la pallida falce della
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1952
per l’aria mite e stanca; miriadi di rondini
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1952
rondini, sbucate dai cornicioni e dai tetti, si rincorrevano
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1952
animali ibridi, mezzo donne e mezzo uccelli, gridi di
49
1952
e due lire, bruscamente e non senza impaccio proferì
50
1952
un carro mortuario nero e dorato, ma senza corone
51
1952
gliel’aveva fatto incontrare e facendo gli scongiuri contro
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1952
di una vita facile e senza affanni. Ah era
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1952
pensieri le cose belle e buone della vita! Tra
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1952
portone che già imbruniva e per la strada stretta
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1952
gradini di pietra consunta e sonora era al buio
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1952
altrove, una figura alta e snella di donna. Pur
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1952
non gli riusciva nuova e, curioso, raddoppiò il passo
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1952
La donna saliva piano e a testa bassa, ma
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1952
il fiato gli mancò e per un momento la
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1952
la fissò tra spaventato e incredulo. Come avrebbe guardato
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1952
guardato ad una apparizione. E simile ad una apparizione
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1952
per il pallore intenso e l’ambigua serietà del
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1952
ad un tratto trascolorare e svanire lasciando in suo
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1952
ella rispose con semplicità, "e, siccome passavo di qui
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1952
di tasca le chiavi e disserrando la porta. Assurdamente
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1952
con forza. Questa stretta e il fatto di trovarsi
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1952
per un subitaneo accecamento, e, senza rendersi bene conto
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1952
la stessa violenza scomposta e selvaggia della prima volta
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1952
fracasso che li divise, e Tullio accese la luce
70
1952
premuta sul petto ansante e gli occhi fissi sopra
71
1952
Ma le pupille altere e l’alta fronte bianca
72
1952
l’alta fronte bianca e serena conservavano, nonostante questo
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1952
corridoio pieno d’ombra e di vecchi mobili ne
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1952
Certamente ella era strana e nuova in quel luogo
75
1952
quel luogo. Troppo alta e con l’aria di
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1952
essere folgorata dal cielo, e non passata per la
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1952
un momento, ambedue ansanti e immobili. "Che bestialità ho
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1952
tratto, ripreso dalla paura. E aperta la porta del
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1952
Quindi chiuse la porta e si voltò verso la
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1952
infantile di complicità aperta e fiduciosa sul bel viso
81
1952
rispose Tullio con freddezza, "e che cosa?" ¶ "Mi sono
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1952
ella rispose in fretta, "e sono andata via... questa
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1952
mia, bensì all’albergo." E fece il nome di
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1952
due tutto era finito e che non sarei mai
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1952
più tornata con lui..., e poi figurati," ella sorrise
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1952
lui, senza però riuscirvi. "E ora cosa intendi di
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1952
veramente muoio dalla fame... e poi non so, spetta
88
1952
in Tino... ora invece è finita... io per conto
89
1952
mare, vicino a Napoli, e ci resterei una settimana
90
1952
o due, per riposarmi e riflettere... Poi potremmo decidere
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1952
proponeva di partire insieme e di andare a vivere
92
1952
proposta gli tornava indietro e lo colpiva nel viso
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1952
pessimi. Quanto alle amiche è meglio non parlarne... no
94
1952
o dieci minuti soltanto... e poi sarò libero." Fingendosi
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1952
una mano sulla fronte e mosse qualche passo in
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1952
da mettere tra lui e la donna la tavola
97
1952
gioia entrò nella vasca e, calandosi pian piano in
98
1952
sul fondo, la testa e le due mani fuori
99
1952
silenzio, un’immobilità voluttuosi e mediativi. Mai quello stanzino
100
1952
stanzino dalle pareti cotte e scurite dai vapori di
101
1952
sedute, dall’aria umida e scura, mai quella sordida
102
1952
scura, mai quella sordida e maleodorante cameretta dei lavacri
103
1952
maleodorante cameretta dei lavacri e dei bisogni gli era
104
1952
difendere la sua pace e il suo denaro contro
105
1952
denaro contro la rapacità e l’irrequietezza degli altri
106
1952
lenite da quel benefico e liquido calore! Come aveva
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1952
questo suo caro benessere e l’infatuazione per la
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1952
pausa nel ritmo calmo e sicuro della sua vita
109
1952
prestito, delle donne brutte e umili che si contentano
110
1952
animali rari, anelli preziosi, e, per giunta, un’aureola
111
1952
Gasperis erano d’accordo e che c’era tutto
112
1952
che questo piano esistesse e si fosse tentato di
113
1952
inferocito. Così tra questi e altri simili pensieri, pur
114
1952
la disputa della mattina e ricominciò con le solite
115
1952
il piatto all’avvocato..." E dopo pranzo, poiché era
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1952
pranzo, poiché era domenica e non aveva di meglio
117
1952
grosso pastrano d’inverno e se ne andò a
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1952
Era una giornata fredda e serena, come ce ne
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1952
sotto la ramaglia fulva e secca dei platani, e
120
1952
e secca dei platani, e guardando oziosamente ora in
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1952
muraglioni al fiume lustro e motoso, ora al vasto
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1952
i suoi bastioni, alta e rotonda, simile alla poppa
123
1952
i buoni mendicanti vecchi e laceri dai verdi pastrani
124
1952
dai verdi pastrani rattoppati e dalla barba bianca, le
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1952
di nero, i carabinieri e le balie. Tutta questa
126
1952
file di madri infagottate e senza cappello porgevano il
127
1952
il seno agli infanti. E Tullio non poté fare
128
1952
stracci non stonavano affatto e ci volevano, come ci
129
1952
le muraglie delle regge e degli altri solenni palazzi
130
1952
degli altri solenni palazzi. E che guardarli con un
131
1952
di una vita agiata e sicura? Egli passò davanti
132
1952
porta serrata del Castello e fece per imboccare il
133
1952
contento della bella giornata e del benessere ritrovato che
134
1952
fu ferito il Cristo, e porta scritto sul pilastro
135
1952
vi stava sempre rannicchiato e che ogni giorno, quando
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1952
tendeva invano la mano; e cercò in tasca il
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1952
la mendicità, piaga sociale. E poi non avveniva sovente
138
1952
con una faccia chinata e senza mento, e, in
139
1952
chinata e senza mento, e, in luogo della mano
140
1952
mano, un moncherino rotondo e liscio come un ginocchio
141
1952
era un poco superstizioso, e aveva il gusto delle
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1952
il gusto delle simmetrie e delle cabale. Aprì dunque
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1952
Aprì dunque il borsellino. E già il mendicante rannicchiato
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1952
che monete da una e due lire, bruscamente e
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1952
con quella notizia oscura e vagamente sgradevole di uno
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1952
rabbia balzando dal letto e andando allo specchio del
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1952
indiscreta l’aria impura e polverosa della stanza, gli
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1952
il viso allo specchio e guardandosi. "Vuoi star zitta
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1952
cosa, Tullio, chiamare stupida e cretina la propria madre
150
1952
morale come nel fisico... e dire che stavi così
151
1952
così bene, grasso, allegro... e ora invece sei pallido
152
1952
pallido come un morto e non ti si può
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1952
non sono affatto cambiato e sto benissimo..." ¶ "Non è
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1952
e sto benissimo..." ¶ "Non è vero, non sei più
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1952
zitta, ti ho detto... e poi non vuoi che
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1952
di rabbia dallo specchio e andò in fondo alla
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1952
ad infilarsi una vestaglia. "E poi," soggiunse, "che cos
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1952
poi," soggiunse, "che cos’è questa storia dell’amico
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1952
storia dell’amico? Chi è questa persona che mi
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1952
era un tuo amico e che desiderava parlarti per
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1952
un affare urgente." ¶ Brontolando e bestemmiando, pieno di accanito
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1952
i grossi mobili lucidi e il tavolone deserto, ad
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1952
molte settimane di clausura e di abbandono. Era infatti
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1952
le solite serate intellettuali. E seduto presso una delle
165
1952
sole sul viso crepato e acceso, Tullio vide il
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1952
era rasa la barba e pareva stanco. Al vederlo
167
1952
paure della sera avanti. "È venuto per chiedermi del
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1952
chiedermi del denaro," pensò; e deliberò in cuor suo
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1952
parlando con voce bassa e reticente. "Dormivi?" ¶ "Ma no
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1952
moglie sta bene?" ¶ "Benissimo... e a proposito," il De
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1952
disse, "mia moglie si è fatta certi vestiti e
172
1952
è fatta certi vestiti e momentaneamente non ho il
173
1952
Ci siamo," pensò Tullio. E fu sicuro ad un
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1952
sera avanti, nel chiosco. E ora, come un buon
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1952
di capire a volo e non turbare la finzione
176
1952
mai avuto tante ragioni e così valide per riaggrapparsi
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1952
dispiace," rispose in fretta, e così dicendo si levò
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1952
parole non costavano nulla, e però non dispiaceva abbondare
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1952
tempi sarebbero un vero e proprio sbilancio... e poi
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1952
vero e proprio sbilancio... e poi non puoi fare
181
1952
moglie?... Quella gente lì è abituata a non essere
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1952
sola idea in mente e teme, ove l’abbandoni
183
1952
con glí occhi stanchi e infossati alla finestra piena
184
1952
disse chinando il viso e ravviando le pieghe della
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1952
stava accendendo una sigaretta e non gli rispose subito
186
1952
la solita voce bassa e incomprensibile. ¶ "Mi dispiace, ma
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1952
diffondeva pian piano sbrogliandosi e diluendosi nell’aria piena
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1952
dolenti per quello che è avvenuto ieri sera... telefona
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1952
frasi dello stesso genere e passò nel corridoio. ¶ Una
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1952
non aspettò la risposta e uscì sul pianerottolo chiudendo
191
1952
sonoro sospiro di sollievo e corse a chiudersi nel
192
1952
di un’acqua verde e immobile. Serpentelli di vapore
193
1952
mortale, dal suo letto, e, vestito del solo pigiama
194
1952
tremando per il freddo e per la paura, di
195
1952
campagna notturna. Il cielo è buio e senza stelle
196
1952
Il cielo è buio e senza stelle, tutt’intorno
197
1952
intorno l’orizzonte palpitano e splendono certe luci vive
198
1952
splendono certe luci vive e remote: i fuochi dell
199
1952
ansioso quelle luci lontane, e al suo fianco sta
200
1952
sta Elena. Anch’essa è scappata di casa in
201
1952
Elena in quel momento è un ingombro pericoloso di
202
1952
disfarsi; la seconda che è tuttavia un peccato rinunziare
203
1952
mentre sempre più alti e vivi splendono i fuochi
204
1952
tra le erbe folte, e gli si aggrappa con
205
1952
vestito, il corpo nudo e bianco, ma nello stesso
206
1952
tempo, pur stando curvo e quasi disteso su di
207
1952
di levare gli occhi e lanciare uno sguardo attraverso
208
1952
Inesprimibile mescolanza di voluttà e di paura. E insieme
209
1952
voluttà e di paura. E insieme desiderio crudele di
210
1952
sfogare la sua voglia e poi disfarsi della donna
211
1952
Finalmente cede all’abbraccio e ambedue si avvinghiano sulla
212
1952
Ma il piacere non è disgiunto dal terrore; una
213
1952
terrore; una fretta funesta è nel loro amplesso; ad
214
1952
amore egoista stia perdendolo e subitamente si leva in
215
1952
improvvisamente certi richiami acuti e marziali di tromba e
216
1952
e marziali di tromba e, come frecce, con una
217
1952
degli accampamenti stuoli scuri e veloci di uomini armati
218
1952
per la buia pianura è spaventosa; volano in ogni
219
1952
la notte di labili e feroci balenii di armi
220
1952
Non sa perché, ma è convinto che, una volta
221
1952
egli sarà salvo. Detto e fatto. Ecco, costringe la
222
1952
a levarsi in piedi e, con una spinta, la
223
1952
nuda, le braccia alzate e i capelli al vento
224
1952
desolato in quell’oscurità e poi stramazzare travolta e
225
1952
e poi stramazzare travolta e calpestata sotto gli zoccoli
226
1952
per ucciderlo. Non c’è più scampo, nell’ombra
227
1952
scorge il braccio alzato e la lama luccicante, scorge
228
1952
con la bocca aperta e schiumosa, le froge dilatate
229
1952
dilatate come per nitrire e i pazzi occhi infuocati
230
1952
vita che gli rimane e che presto gli sarà
231
1952
presto gli sarà tolta. E gemendo con atroce amarezza
232
1952
disse smettendo di gemere e accendendo, dopo un’affannosa
233
1952
Ma la camera tranquilla e piena d’ombra, l
234
1952
le loro presenze silenziose e assopite parevano meravigliarsi della
235
1952
parevano meravigliarsi della luce e della sua agitazione, i
236
1952
Rassicurato, spense il lume, e riandando piacevolmente con la
237
1952
diceva: "Svegliati Tullio... c’è di là il tuo
238
1952
ella spalancò le imposte e venne a sedersi ai
239
1952
ancora affondata nel guanciale e secondo che il viso
240
1952
cui Tullio era rincasato e delle compagnie che aveva
241
1952
il cancello cigolò aprendosi e si richiuse subito con
242
1952
Locascio, più incerto. "Varini... e ora come si fa
243
1952
donna balzò in piedi e, senza dir parola, corse
244
1952
il quale parlava solo e, vedendoli, li lasciò passare
245
1952
studio; il De Gasperis e il Parodi stavano in
246
1952
rotolato in terra. "Ma è un isterico..." ripeteva sconcertato
247
1952
Chissà cosa fanno Monari e la signora Elena’ niente
248
1952
ne siete tutti testimoni, e lui, come un isterico
249
1952
lui, come un isterico e un cretino che non
250
1952
un cretino che non è altro, pum!, mi butta
251
1952
faccia... se questo non è isterismo... ma già, stava
252
1952
ma già, stava perdendo e quando si perde..." Così
253
1952
badava a ripetere: "Non è nulla..., uno scatto di
254
1952
uno scatto di umore." E intanto gli indicava sulla
255
1952
dove era più bagnato. "È andato via, non mi
256
1952
soddisfazione rientrando dietro Tullio e la donna. Ma quest
257
1952
presenti con aria altera e adirata. Poi, con voce
258
1952
asciugarsi. ¶ "Via," ella ripeté, e la sua voce ad
259
1952
vedervi... via." ¶ Il Locascio e il Parodi la guardarono
260
1952
rivolgendosi agli altri due: "E voi altri, via... via
261
1952
entriamo?" incominciò il Locascio, "è stato Varini... io per
262
1952
al Parodi, meno falso e bonario del Locascio, già
263
1952
Locascio, già si risentiva, e, toccandosi la fronte, domandava
264
1952
al suo compagno: "Ma è matta?" ¶ Un vivo rossore
265
1952
matta," disse con sdegno. E ad un tratto si
266
1952
si disfece della pelliccia e la buttò sopra una
267
1952
ebbe, andò al Locascio e glielo mise con forza
268
1952
in mano l’anello e più che mai pareva
269
1952
la stessa desolata dignità, "e ora andatevene..." ¶ "Ci pagherà
270
1952
ora andatevene..." ¶ "Ci pagherà? e con che denari?" doṃandò
271
1952
quel suo rabbioso "via" e si contentava di spingerli
272
1952
uno sguardo di implacabile e irata fissità. E infatti
273
1952
implacabile e irata fissità. E infatti, come se si
274
1952
come il Locascio indietreggiavano e ben presto furono presso
275
1952
Ve ne pentirete tutti e due," disse minacciosamente il
276
1952
sotto i capelli bianchi e folti, pareva inferocito, "parola
277
1952
che ve ne pentirete." E con certi gesti violenti
278
1952
si infilò il pastrano e uscì sbattendo la porta
279
1952
fine inchinandosi più volte. E piccolo, infagottato, sempre guardando
280
1952
era toccato di assistere. E soggiunse a mo’ di
281
1952
giuoco, a testa bassa e come pensoso, si divertiva
282
1952
che non parve udirlo, e, finalmente, con suo grandissimo
283
1952
gioia sotto le coperte, e subito si addormentò. Ma
284
1952
dormì malissimo. Sogni arruffati e grevi si alternavano a
285
1952
ora aveva troppo caldo e buttava via le coperte
286
1952
le coperte, ora freddo e le ricercava a tastoni
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1952
questi brandelli di dormiveglia, e, pur dormendo, egli non
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un sogno più nitido e logico degli altri che
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masse di nebbia grigia e formicolante, dense di torpore
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formicolante, dense di torpore e di silenzio. Le case
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con le luci bianche e incerte ora una ragnatela
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tutto era più confuso e misterioso che se ci
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quel viluppo di riflessi e di ombre camminando avanti
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girò per un vialetto, e, alfine, chinando il capo
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un banco. Tullio obbedì e le sedette accanto. Il
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era pieno d’ombre e di luci incerte, ma
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di gesso tutto mutilato e mancante: nella penombra biancheggiavano
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biancheggiavano la pancia gonfia e gli zoccoli enormi; dalle
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sporgeva dal collo decapitato e pareva un getto di
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turbato Tullio la porse e sentì che gliela guidava
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guidava sul pelo folto e setoso della pelliccia. "È
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e setoso della pelliccia. "È bella questa pelliccia," disse
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poi la voce bassa e ansante, "non è vero
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bassa e ansante, "non è vero che è bella
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non è vero che è bella? È un regalo
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vero che è bella? È un regalo di Parodi
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tosto la voce intensa e sommessa con un’alterigia
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io l’ho accettata e basta... ora so che
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dovuto farlo... ma allora... e poi," e la voce
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ma allora... e poi," e la voce parve calmarsi
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la voce parve calmarsi e distendersi in un accento
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in un accento invaghito e patetico, "e poi è
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accento invaghito e patetico, "e poi è così bella
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e patetico, "e poi è così bella una pelliccia
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così bella una pelliccia, e ne avevo tanto desiderio
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del fermaglio della borsa, e, dopo un breve tramestio
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un breve tramestio, lenta e insinuante come la testa
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di tenerlo una settimana... è così bello..." La mano
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grossa pietra fulgente; "non è vero che è bello
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non è vero che è bello?" ella ripeté. Ma
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guancia il fiato caldo e turbato della bocca che
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gli circondarono il collo; e prima che avesse il
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voglia cieca di annientamento e di abbandono. Sembrava che
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un impulso insieme odiato e troppo a lungo represso
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disordine di questa violenza; e oscuramente si meravigliava che
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sempre veduto così fredda e piena di riserbo. Finalmente
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al collo di Tullio e la testa chinata e
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e la testa chinata e premuta contro il suo
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della violenza di prima e dell’avvilimento di ora
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venustà del petto ansante e seminudo, i bagliori espressi
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si rigirava nella luce. E una sola preoccupazione gli
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teneva la mente fredda e piena di ripugnanza: quella
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da questo attaccamento pericoloso e, ormai ne era sicuro
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verso il De Gasperis. ¶ E già stava per staccare
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si aprì con fracasso e un’ombra balzò nel
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notte la voce bonaria e cadenzata del Locascio. Ma
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a riempirlo di incertezza e di paura: in certo
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Gasperis se ne accorse e gli domandò che cosa
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fine quei due, Parodi e Locascio?... Vorranno pure qualche
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tutto dipende da me." ¶ "E lei?" ¶ La vide inarcare
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vide inarcare le sopracciglia e coprirsi di un rossore
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senso insieme del sangue e del bruciore. "Io," rispose
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pur sempre sua moglie... e tanto basta." Questa risposta
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per Tullio già infuriato e pieno di sospetto ebbe
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riconoscimento di complicità criminale. E ne fu oltremodo indignato
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si fece molto pallida, e guardandolo fissamente: "Questo che
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Questo che lei dice è vero," rispose con lentezza
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rispose con lentezza, "ed è infatti quello che avviene
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ella ripeté. ¶ "Ah così è vero," continuò Tullio perdendo
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Tullio perdendo ogni ritegno e scoprendo le sue più
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Lei adesca gli uomini e suo marito gli spilla
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marito gli spilla denari... e forse stavate per fare
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cosa a me... così, è proprio vero..." ¶ Eran parole
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vero..." ¶ Eran parole dure e smodate come percosse; ma
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di fissa attenzione. "Sì, è vero," confermò. ¶ Ci fu
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con voce di monotono e acre sarcasmo, "la stupisce
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bisogna pur vivere, no?... e allora..."; e in così
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vivere, no?... e allora..."; e in così dire provò
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empirono visibilmente di lagrime e Tullio comprese troppo tardi
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detto bisogna pur vivere... e quando non si sa
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non finì la frase e si provò di nuovo
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a sorridere. "Però non è vero che io sia
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abbondanti dai suoi occhi e le rigavano il viso
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cenno con la testa e con le spalle come
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dire "la perdono, certo," e, pur tra le lagrime
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sporse il braccio nudo e gli posò una mano
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mani. Prima lasciandovela inerte e languida, poi, con un
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con un moto lento e abile stranamente in contrasto
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si tingeva di rosso; e il gesto delle lunghe
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dita dalle unghie ovali e appuntite che pian piano
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un senso di risveglio e di riflessione. Lo stesso
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un’acqua limpida, raccogliendo e distendendo mollemente le punte
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delle dita una lusinga. E questa come distaccata e
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E questa come distaccata e indipendente da lei che
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gesto ispirò insieme turbamento e paura. Non poteva fare
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con quel braccio bianco e rotondo languidamente steso verso
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ritirò bruscamente la mano e si levò in piedi
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disse girandosi con vivacità e guardandosi intorno. "La prego
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vuoto, il viso alzato e rigato di lagrime: quindi
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andò coi passi rapidi e superbi al tavolino dei
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al tavolino dei giuocatori e, curvandosi sulla. spalla del
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di questa loro meraviglia, e, sempre muovendosi per lo
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quella sua dignità smarrita e ostinata, si avviò verso
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La notte era fredda e, a distanza, rivelava lente
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in fretta gli occhi e, avvicinatasi anche lei al
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tornarono al loro tavolo, e Tullio e la donna
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loro tavolo, e Tullio e la donna al camino
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di dimenticare quello che è avvenuto," ella disse subito
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parlarono di cose indifferenti. E una volta a casa
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gli era sembrata inevitabile e necessaria. "Tanto tutto dipende
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mi accorgerò che c’è veramente qualche tranello, sparirò
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veramente qualche tranello, sparirò... e chi s’è visto
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sparirò... e chi s’è visto s’è visto
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s’è visto s’è visto. " ¶ Ma nei giorni
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seguirono, quello che temeva e avrebbe voluto evitare, avvenne
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dimestichezza anche più calda e impegnativa e, come gli
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più calda e impegnativa e, come gli sembrava, più
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non soltanto al Parodi e al Locascio ma anche
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ma anche all’altezzoso e mesto Varini. "Ma quello
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a questo punto arrossendo, "è che egli si è
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è che egli si è fatto prestare tutto questo
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suoi precetti di prudenza e le domandò cosa intendesse
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rispondere. Poi, parlando lentamente e con una freddezza che
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che così il Parodi e il Locascio come il
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una maniera malinconica, silenziosa e piena di puntiglioso amor
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altri due più apertamente e non senza certi piani
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senza certi piani precisi e prestabiliti. Anzi, ella non
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aver già fatto montare e tiene pronto per me
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d’affari... Locascio, invece, è più, come dire?" ella
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una breve risata acre e altera, "più familiare... dovrei
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tre o quattro sorelle e i vecchi genitori... in
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un’altra breve risata. "E Varini?" non poté fare
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espressione passando dall’alterigia e dal disprezzo ad un
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non meno distante. "Varini è diverso," rispose con sobrietà
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vuol parlare per primo... è un uomo debole e
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è un uomo debole e orgoglioso, dovrei essere io
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veniva dicendo parevano offenderla, "è che ciascuno di loro
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loro sa dell’altro e così, in certo modo
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gelosia li tiene fermi e impedisce loro di tentare
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di tentare quei ricatti e quei mercati ché da
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fare. Ma il peggio è che anche Tino lo
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anche Tino lo sa e se ne vale per
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fini... obbligandoli a giuocare... e ad altre cose... Ora
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ad altre cose... Ora," e la voce le tremò
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un tratto sdegnarsi, "questo è orribile... ed è una
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questo è orribile... ed è una cosa che non
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paio di volte "mai", e tutta imporporata, ansando con
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più urgenti. "Ah, dunque è così," pensava, "dunque il
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agli innamorati della moglie... e forse la moglie è
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e forse la moglie è d’accordo con il
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sono amanti... forse non è questione che di prezzo
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medesime condizioni del Varini e degli altri due. Come
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a meno. Egli evitava, è vero, non soltanto di
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di fare quelle minime e lontanissime allusioni che avrebbero
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uno sfogo profondamente meditato e troppo a lungo represso
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Tullio, dopo un breve e illusorio ritorno agli antichi
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con una sincerità amara e fiduciosa, ella gli rispose
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aveva indosso, troppo vecchio e dimesso per una festa
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Tullio riempiendolo di impaccio e di costernazione. Era la
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presentita fin da principio, e in cui nelle sue
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in una maniera calma e profonda, aveva perso tutto
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tutto il suo riserbo e non pareva disposta a
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lunga serie di umiliazioni e di disappunti acerbi. Ci
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neppure di contraddire Tullio, e senza far caso dell
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questa dimostrazione di fiducia e di intimità, lasciò scorrere
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stimati, circondati di amicizie e come, a poco a
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poco, crescendo la noncuranza e il disordine del marito
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tre soli dubbi compagni, e lei senza vestiti e
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e lei senza vestiti e senza gioielli. "Tutto ho
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questo punto con acerba e calma desolazione passandosi una
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mano intorno il collo e i polsi sguarniti. "Tutto
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collana, i miei anelli... e avevo tanta roba, cose
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regalato quando eravamo fidanzati e ci amavamo ancora, tutto
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mani dalle dita aperte e guardando davanti a sé
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rimaste aperte. Parlava sottovoce e in gran fretta, non
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di occuparsi di lei. "E dire che aveva una
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sul matrimonio, sulla società e sulla vita. Erano idee
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vita. Erano idee viete e piene di vanità ma
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esponeva con accento commosso e offeso, come se fossero
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morale: un marito elegante e mondano, non importava se
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il giuoco senza eccessi e gli amori senza scandali
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vano; nelle sue aspirazioni e nei suoi tentativi ella
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ingenuità, "tutto ho tentato..."; e ad un tratto la
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pur restando desolatamente spalancati, e lagrime copiose le rigarono
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possono interessarla... ma ormai è troppo, è troppo..." balbettava
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ma ormai è troppo, è troppo..." balbettava tra le
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balbettava tra le lagrime. E aveva, pur nel pianto
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tutta la sua inerme e stremata debolezza, ora che
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fosse obbligato ad aiutarla e a sacrificarle una parte
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De Gasperis che rispetto e venerazione, ci fu un
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un formicolio di brutti e ignobili pensieri: forse ella
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d’accordo col marito e con gli altri tre
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forse tutte quelle lagnanze e quelle lagrime non erano
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per mostrare la comprensione e la simpatia che la
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si sporse dalla poltrona e ripeté il gesto che
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dolcemente con la propria. E cercando nello stesso tempo
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il capo ripetendo: "No, è troppo... ormai è troppo
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No, è troppo... ormai è troppo," e continuava a
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troppo... ormai è troppo," e continuava a lagrimare. Poi
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tavolino interrompevano il giuoco e si alzavano per andare
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nella mente di Tullio e che meglio accendeva il
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a un fiore bianco e intatto mezzo sommerso in
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il fiore dalla mota e metterlo al sicuro. ¶ Quest
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come un sogno piacevole e remoto che come un
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lui rimaneva di generoso e di imprudente che adunava
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cercando: un amore puro e degno dei suoi migliori
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pensieri, una meta lontana e forse irraggiungibile, un’occupazione
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Gasperis una vita completa e soddisfacente. Alla quale non
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a quelle idee strenue e vaghe di salvamento, un
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d’incertezza. ¶ Ma c’è nei sogni, specialmente in
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generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge
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ella fosse più bella e più mesta del solito
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quelle braccia bianche rotonde e languide, quei seni pesanti
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languide, quei seni pesanti e bassi che ad ogni
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degna di pietà. Voglia e compassione, questi due sentimenti
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forti dell’antica prudenza. E d’improvviso, in uno
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essere: un uomo innamorato e sollecito del bene della
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ad un tratto velate e remote come se avessero
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Il camino, le poltrone e tutti gli altri oggetti
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alla figura della donna e in certo modo l