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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, L'esperimento, 1942

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
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si ruppe una gamba e fu portato in un
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trasformasse in un libero e spontaneo sentimento affettivo; orgoglioso
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pareva desideroso di primeggiare; e appena si accorgeva che
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Tuttavia essendo molto intelligente e colto, la sua compagnia
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il suo spirito torbido e inquieto, c’era quella
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un animo così slegato e vittorioso di ogni passione
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rapporti umani, così imperturbabile e sereno da essere superiore
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mondo che potesse accamparla; e ove vi fosse, sarebbe
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qualità non meno straordinarie e disumane che a lui
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soltanto uno studentello presuntuoso e fatuo. Come si vede
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a tutte le proteste e le dimostrazioni del mio
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quale affermava di essere. E non chiedeva di meglio
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avrebbe preso ad ingiuriare e offendere lo studente in
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hanno di più geloso e di più sacro: l
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la nazione, la religione; e lo studente avrebbe cercato
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che tutte quelle offese e quelle ingiurie non lo
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vero la proposta strana e antipatica partì dallo studente
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antipatica partì dallo studente; e per un pezzo il
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fine, era così stizzito e annoiato da quella singolare
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vivente bersaglio. Tuttavia cominciò; e per cominciare, con la
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allo studente un grosso e antipatico insulto. Lo studente
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alla nazione, alla religione; e quell’ insulto riguardava appunto
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lo studente rimase immobile e sereno. Il mio amico
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antipatia contro lo studente; e così non gli fu
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egli pensava di peggio e anche di ingiusto di
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che un sorriso beffardo e un magnanimo incitamento a
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allora, perso ogni riguardo e ogni vergogna, si attaccò
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il padre, la madre e la sorella erano venuti
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persone degne di rispetto; e il mio amico mi
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realmente soffriva a ingiuriarle e a diffamarle, ma lo
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levare le spalle. Stanco e disgustato ma non vinto
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era di famiglia agiata e borghese, gli disse in
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peggio sulla sua classe e delle abitudini, vizi, difetti
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delle abitudini, vizi, difetti e particolarità di questa classe
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riscontrava nel suo contegno e nel suo carattere. Il
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a partito la nazione e la religione. Il mio
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quanto si era detto e scritto in tutti tempi
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scritto in tutti tempi e in tutti luoghi di
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luoghi di più grossolano e insultante sulla nazione dello
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a scuotere la inalterabile e ironica serenità del suo
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che si confessava vinto e si felicitava con lui
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ritrovare la solita scioltezza e familiarità delle loro conversazioni
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non si sentiva bene. E con queste parole si
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offesa c’era stata e che lo studente, nonostante
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con un viso chiuso e scuro, finalmente cessò del
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nel paese dello studente e una delle prime persone
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quel loro singolare duello; e appena gli fu possibile
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convinto di averlo offeso e che desiderava sapere quale
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Lo studente prima negò e si schernì; finalmente stretto
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era riuscito a offenderlo; e in tal modo che
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usata serenità d’animo e di ristabilire la primitiva
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fece ancora molto pregare; e alla fine confessò con
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stata alcuna delle gravissime e irreparabili cose che il
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lo invitò a cena e alla minestra gli fece
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che si era corretto e non faceva più quel
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ancora perdonare quella innocente e casuale osservazione. Poi il
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il mio amico partì e non rivide più l