parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Novelle, 1554

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
1
1554
irrazionali non sia differenza, e che il fine de
2
1554
fine de l'uno e de l'altro sia
3
1554
deverebbe nondimeno vivere politicamente e lasciar dopo sé buona
4
1554
dopo sé buona fama. E se gli sgherri e
5
1554
E se gli sgherri e quelli che di continovo
6
1554
stanno su le disconce e malvagie opere si ricordassero
7
1554
le mannare, del fuoco e di tanti altri tormenti
8
1554
openione che cosí facili e presti non sarebbero a
9
1554
tranquilla di quello che è, e ritorneria a' nostri
10
1554
di quello che è, e ritorneria a' nostri tempi
11
1554
tempi la tanto lodata e da noi non veduta
12
1554
che al suo fine, e si crede sempre restar
13
1554
palagio de l'illustrissimo e reverendissimo signor Federico Sanseverino
14
1554
non sentii giá mai. E per questo subito lo
15
1554
questo subito lo scrissi e al numero de le
16
1554
nel vostro museo, che è proprio l'oracolo non
17
1554
ma di tutta Europa, e parlandosi di questo morire
18
1554
morire per l'improvisa e immatura morte del nostro
19
1554
il Bandello vi porta e de l'obligo che
20
1554
miei, di quanti beni è stata cagione la téma
21
1554
che il nostro illustrissimo e reverendissimo cardinale ha avuto
22
1554
avete, la quale giorno e notte fieramente lo tormentava
23
1554
sempre viva da catolico e buon cristiano, nondimeno essendo
24
1554
passo di farsi tagliare, e nol volendo maestro Matteo
25
1554
le mani a dosso e cavargli la pietra, egli
26
1554
piú sofferire gli stimoli e le passioni accerbissime che
27
1554
prima, confessato, si communicò e fece tante elemosine a
28
1554
ed altri beni, che è stata cosa mirabile: il
29
1554
quietamente che non fece, e averebbe fuggita la malvagia
30
1554
uomo di pessimi costumi e molto crudele, e poco
31
1554
costumi e molto crudele, e poco di lui si
32
1554
servava cosa che promettesse. E vivendo il re Giovanni
33
1554
Edoardo prencipe di Galles e figliuolo del re Edoardo
34
1554
contestabile de la Francia e s'accordò con inglesi
35
1554
il re era cattivo, e sollevò i parigini contra
36
1554
quinto, morto il padre, - e fece di molti mali
37
1554
ed abbrusciò molte terre e commise infiniti omicidii. Fu
38
1554
il re Carlo quinto e medesimamente sotto Carlo sesto
39
1554
rubarie vituperose, con occisioni e con sforzamenti di donne
40
1554
dei principali del regno e l'andarono a trovare
41
1554
ed immerso nei piaceri e appetiti venerei, che mai
42
1554
la sua bella innamorata, e seco carnalmente in modo
43
1554
si sentí esser debolissimo. E volendo ricuperare le perdute
44
1554
reticella, tutto era involto. E stando involto di quel
45
1554
s'apprese ai lenzuoli, e di tal maniera s
46
1554
tal maniera s'accese e crebbe la fiamma che
47
1554
re, pieno di rabbia e di furore, non si
48
1554
possendo sviluppare, miseramente arse e come una bestia se
49
1554
re. Ma Dio solo è quello che sa la
50
1554
un profondissimo abisso. Egli è ben vero che grandissima
51
1554
vero che grandissima difficultá è a viver male e
52
1554
è a viver male e morir bene. ¶ IL BANDELLO
53
1554
come nuovamente a me è avvenuto di scriver a
54
1554
da Milano a Mantova e, nel passar per Bozzolo
55
1554
a me ha dati e intertenutomi tanto allegramente quanto
56
1554
ci venne anco egli; e partendomi per andar a
57
1554
avendola scritta, vi mando e dono per segno de
58
1554
di partirmi da Napoli e tornar qua, fui astretto
59
1554
Calabria, cittá molto antica e dal cui lito vogliono
60
1554
un terremuoto si smembrasse e di terra ferma si
61
1554
facesse isola, come ora è. Cosí hanno scritto gli
62
1554
de le memorie antiche, e lá da tutti s
63
1554
quali egli la voce e il canto non contrafacesse
64
1554
diversi luoghi varii padroni e ultimamente s'era ridutto
65
1554
essendo stato alcuni dí, e conosciuto che, da mangiar
66
1554
conosciuto che, da mangiar e bere in fuori ed
67
1554
padrone far una beffa, e il tutto communicò con
68
1554
giorno a la stalla e montò suso un cavallo
69
1554
razza, che era rabbioso e restio. Egli, come spesso
70
1554
nel mezzo del fango e terreno molle che i
71
1554
che i cavatori cavavano, e con gli sproni nei
72
1554
a gridare: - Aita, aita! - e trovarono Bigolino tutto infangato
73
1554
sangue da la bocca, e piú né meno si
74
1554
pesto il misero Bigolino, e levatolo fuor del fango
75
1554
posero sovra una bara e lo portarono al vescovado
76
1554
caso, si turbò forte e, fattolo porre in una
77
1554
lui, attendeva a confortarlo; e restando talvolta soli, gli
78
1554
beffa. Venuto il medico e visto il sangue e
79
1554
e visto il sangue e guardato l'infermo in
80
1554
tutto dal cavallo pesto e che non avesse vena
81
1554
che non fosse rotta, e disse che Bigolino era
82
1554
vescovo a veder Bigolino e gli aveva dette le
83
1554
aveva dette le migliori e piú amorevoli parole del
84
1554
che sí. L'amico e compagno di Bigolino teneva
85
1554
ogni cosa. Tanto accennò e tanti atti fece il
86
1554
vescovo che lo pigliasse e con la mano gli
87
1554
Il vescovo lo pigliò, e volendo discucire quella parte
88
1554
a la sua camera e tutto solo, preso un
89
1554
credette che fosse vero e pensò che Bigolino gli
90
1554
scritto con quel tempo; e tanto piú teneva questo
91
1554
quei dí dal viceré e da' baroni essere state
92
1554
molte cose a Bigolino, e che anco aveva avuti
93
1554
sé disse: - Veramente non è cosí pazzo Bigolino come
94
1554
cosí pazzo Bigolino come è tenuto. Egli s'ha
95
1554
i danari gli restassero, e cosí serbò lo scritto
96
1554
a suo bell'agio e poi dormí sin passata
97
1554
un bacile di sangue e tutto lo riversò dinanzi
98
1554
si fanno nel morire, e ne l'ultimo se
99
1554
il cattivello avesse gittato, e la pallidezza che in
100
1554
che lo voleva lavare. E restato seco solo in
101
1554
gli lavò il viso e lo involtò in un
102
1554
doglia d'averlo perduto e allegrezza d'aver guadagnati
103
1554
il compagno di Bigolino e disse al vescovo: - Io
104
1554
povero amico, il quale è tutto disfatto per le
105
1554
le percosse del cavallo. E perché è tanto contrafatto
106
1554
del cavallo. E perché è tanto contrafatto che non
107
1554
se gli faccia onore e che tutti i preti
108
1554
che tutti i preti e frati di questa cittá
109
1554
sieno adesso adesso invitati. - E voltatosi ad uno dei
110
1554
corpo ne la bara e, fatta la processione per
111
1554
L'essequie furono solennissime e il vescovo cantò la
112
1554
comedia. Finita la messa e cantato l'officio sovra
113
1554
sovra il morto che è di costume, vennero i
114
1554
costume, vennero i beccamorti e pigliata la bara la
115
1554
che costui ancora non è morto? Mira come dal
116
1554
tanto ritener il fiato, e piú destramente che poteva
117
1554
si rivoltò al compagno e disse: - Taci, bestia che
118
1554
ad ogni modo giá è fatta, e costui ha
119
1554
modo giá è fatta, e costui ha in modo
120
1554
pur far a me e gettamelo giú. Piglia i
121
1554
giú. Piglia i piedi, e io il capo. Non
122
1554
non prenderete giá voi! - E scotendo fortemente il lenzuolo
123
1554
de la bara, urlando e facendo le piú contrafatte
124
1554
le piú contrafatte voci e spaventose del mondo; il
125
1554
volta tutto il popolo, e dei preti e frati
126
1554
popolo, e dei preti e frati ciascuno fuggiva. Le
127
1554
ciascuno pagava di calcagni, e che le smarrite donne
128
1554
suo lenzuolo a torno, e presa in mano una
129
1554
di messer l'asino e trescare dietro a quelli
130
1554
primi fuggiti di chiesa, e che alquanto d'animo
131
1554
le truffe di Bigolino, e il tutto si risolse
132
1554
spesa che fatta aveva. E venendogli Bigolino innanzi, che
133
1554
so dire ch'ella è stata bella, pazzo da
134
1554
ridere chiunque l'udiva e vedeva, e il vescovo
135
1554
l'udiva e vedeva, e il vescovo restò sotto
136
1554
A LA MOLTO VERTUOSA E GENTILE EROINA ¶ LA SIGNORA
137
1554
LA SIGNORA MARGARITA PELLETTA E TIZZONA CONTESSA DI DECIANA
138
1554
meravigliosa ed incredibile bellezza e de l'altre divine
139
1554
la signora Giulia Gonzaga e Colonna, ho io cosí
140
1554
io cosí volentieri ricevuti e letti, come cosa che
141
1554
mio inestimabil piacere letti e riletti piú e piú
142
1554
letti e riletti piú e piú volte, sí perché
143
1554
in ogni azione vostra, e sí anco perché sono
144
1554
belli, candidi, dolci, eleganti e molto tersi e pieni
145
1554
eleganti e molto tersi e pieni d'una soave
146
1554
una soave facondia nativa e pura, senza veruna affettazione
147
1554
tanto in alto vola e sí famosa per ogni
148
1554
che alquanto abbiano poste e bagnate le labra nel
149
1554
perché gli scritti loro e poemi dal nome di
150
1554
di quella, che sempre è glorioso, ricevano pregio e
151
1554
è glorioso, ricevano pregio e gloria. Io ho essi
152
1554
imponeste, mandati a Fondi, e gli ho dati ad
153
1554
presentasse le vostre lettere e madrigali a la signora
154
1554
mi fo a credere e porto ferma openione che
155
1554
Fondi, - essendo quella gentilissima e giudiciosa eroina che è
156
1554
e giudiciosa eroina che è e da tutto il
157
1554
giudiciosa eroina che è e da tutto il mondo
158
1554
da tutto il mondo è tenuta, che li leggerá
159
1554
leggerá con infinito piacere, e gli riceverá tanto onorevolmente
160
1554
gli potesse esser presentata, e forse piú aggradirá ed
161
1554
tutto il dí scrivono e la cantano e che
162
1554
scrivono e la cantano e che si sforzano tale
163
1554
sforzano tale dimostrarla qual è, sono uomini il cui
164
1554
il cui debito naturalmente è d'amare, onorare, riverire
165
1554
d'amare, onorare, riverire e celebrar tutte le donne
166
1554
celebrar tutte le donne, e massimamente quelle che lo
167
1554
lo vagliono, come ella è, che può dar materia
168
1554
non dica la nuda e aperta veritá? Voi, - siami
169
1554
dire, parlando il vero e ciò che tutto il
170
1554
mondo vede, - nata bella e nobilissimamente e altamente maritata
171
1554
nata bella e nobilissimamente e altamente maritata, di buone
172
1554
la lingua volgare componete e su le vostre rime
173
1554
rime fate i canti, e quelli, maestrevolmente composti, con
174
1554
maestrevolmente composti, con isnodata e velocissima mano sonate e
175
1554
e velocissima mano sonate e col suono accompagnate la
176
1554
Questa sará ben vera e sincera lode, ove punto
177
1554
miei piú gravi studii; e se pur leggo o
178
1554
alcuna, ciò che faccio è studio di poca cura
179
1554
mi bisogni silogizzando farneticare e straccare la mia debole
180
1554
straccare la mia debole e di gran cose mal
181
1554
sovvenutomi dei molti piacevoli e cari ragionamenti che questo
182
1554
ragionamenti che questo aprile e maggio passati avemmo a
183
1554
vostre castella di Deciana e nel Monferrato a Ponzano
184
1554
nel Monferrato a Ponzano e altri vostri luoghi, ove
185
1554
donne pane per ischiacciata. E parendomi assai bella e
186
1554
E parendomi assai bella e tale che a molti
187
1554
in questi caldi scritta e ve la mando e
188
1554
e ve la mando e al nome vostro consacro
189
1554
vi rincrescerá, potrete leggerla e prenderla per alleggiamento dei
190
1554
cioè la dotta, copiosa e leggiadra vostra zia, la
191
1554
la signora Camilla Scarampa, e voi sua onorata nipote
192
1554
l'antica Saffo non è piú dotta di voi
193
1554
dotta di voi due, e voi due sète piú
194
1554
due sète piú oneste e caste di lei pur
195
1554
star lungo tempo mutolo, e la vendetta ch'egli
196
1554
ma di costumi ruvidi e che piú tosto tenevano
197
1554
ma da povera femina, e faceva tutti gli uffici
198
1554
di casa per risparmiare e tener meno fantesche che
199
1554
rado si lasciava vedere, e le feste la matina
200
1554
la casa sua vicina, e subito ritornava a la
201
1554
sua stanza. General costume è di tutte le donne
202
1554
da chi sono visitate, e domesticamente con ciascuno intertenersi
203
1554
tutte queste pratiche fuggiva, e sola se ne viveva
204
1554
era soldato molto valente e prode de la sua
205
1554
Zilia, la quale veduta, e parutagli bella e molto
206
1554
veduta, e parutagli bella e molto avvenente, domandò chi
207
1554
piú che poteva dimorarsi e tentar con ogni industria
208
1554
una casa in Moncalieri e quivi abitava, usando ogni
209
1554
pena la poteva vedere, e volendo con lei parlare
210
1554
due parole prendeva congedo e a casa se n
211
1554
viveva molto mal contento e non si poteva in
212
1554
da questa impresa levare, e di giá perdutone il
213
1554
giá perdutone il sonno e appresso il mangiare, infermò
214
1554
mangiare, infermò assai gravemente. E non conoscendo i medici
215
1554
tutto il suo amore e la fiera rigidezza de
216
1554
de la sua dura e crudelissima donna, conchiudendogli che
217
1554
rimedio egli di doglia e soverchia pena se ne
218
1554
se io ho questo, e' mi dá l'animo
219
1554
ricchi doni, promesse grandissime, e nulla mai ho potuto
220
1554
lo spoletino, - a guarire, e del rimanente a me
221
1554
si sentí meravigliosamente megliorare, e indi a pochi giorni
222
1554
come sapete, grandissimi cicalatori, e vanno per tutta Italia
223
1554
onnipotenti nel favellare, audaci e pronti, e mai non
224
1554
favellare, audaci e pronti, e mai non si lasciano
225
1554
mancar soggetto di ragionare, e sono mirabilissimi persuasori di
226
1554
grazia di san Paolo e portando bisce, serpentelli ed
227
1554
serpentelli ed aspidi sordi, e facendo simil mestiero e
228
1554
e facendo simil mestiero e cantando su per le
229
1554
Filiberto di questa nazione, e forse a' giorni suoi
230
1554
cesta legata al collo e pendente sotto il braccio
231
1554
per la contrada gridando e vendendo nastri, ditali, spilletti
232
1554
bindelli, corone di paternostri e altre simili cosette da
233
1554
Convenutosi adunque con costui e fattolo restar contento, prese
234
1554
lui ed il canestro, e vestitosi in abito di
235
1554
casa di madonna Zilia, e quivi cominciò, passeggiando, a
236
1554
Zilia, udendo la voce e bisognandole alcuni veli, lo
237
1554
entrò in casa animosamente e salutò la donna con
238
1554
la donna con amorevoli e belle parole, come se
239
1554
pigliar in mano questa e quella cosa; ed egli
240
1554
di che aveva bisogno e che gli parevano molto
241
1554
veli vi piaceno, pigliateli e non ricercate ciò che
242
1554
vendano, perché il pagamento è fatto. E non solo
243
1554
il pagamento è fatto. E non solo i veli
244
1554
ciò che ho qui è vostro senz'altro pagamento
245
1554
la donna, - ché non è onesto. Io vi ringrazio
246
1554
che volete dei veli e io vi sodisfarò, ché
247
1554
grossamente. Fatemi onesto mercato e vi darò i vostri
248
1554
aggradi, - rispose lo spoletino, - e se voi avete l
249
1554
in dono questi veli e anco de l'altre
250
1554
le sue novelle foglie; e guardato fissamente nel viso
251
1554
volentieri chi voi sète e a che fine m
252
1554
da Spoleto, le narrò, e in quanta pena per
253
1554
lei messer Filiberto vivesse e quanto l'era fedel
254
1554
l'era fedel servidore, e che non aveva persona
255
1554
disporre che di lui, e di quanto al mondo
256
1554
dei signori di Virle, e galantissimo compagno. Ed insomma
257
1554
seppe sí ben dire e tanto persuaderla, che ella
258
1554
gli assegnò il tempo e il luogo. Messer Filiberto
259
1554
sodisfatto da lo spoletino. E secondo l'ordine posto
260
1554
donna che l'attendeva e aveva seco una sua
261
1554
camera era assai grande, e potevano agiatamente tutti dui
262
1554
le sue amorose passioni e quanto per amor di
263
1554
di lui le calesse e ne volesse aver compassione
264
1554
ch'ella era vedova e che a lei non
265
1554
queste cosí fatte cose, e che voleva attender a
266
1554
a governare suo figliuolo, e che a lui non
267
1554
che s'affaticava indarno e ch'ella non era
268
1554
modo alcuno di contentarlo, e sentendosi di gran doglia
269
1554
di volermi per servidore, e da voi mi convien
270
1554
v'ho portato, porto e porterò tanto ch'io
271
1554
de la patria prendere, e voi contro il lodevole
272
1554
nostro uso mi negaste. E sapete pure che basciarsi
273
1554
la via publica non è vergogna, quando gli uomini
274
1554
se il vostro amore è cosí fervente come predicate
275
1554
cosa che vi chiederò, e servando il giuramento vostro
276
1554
lui possibile di fare. E dicendole che commandasse quanto
277
1554
in bocca lo basciò e, basciato che l'ebbe
278
1554
messer Filiberto tutto ammirativo, e quantunque questo comandamento gli
279
1554
paresse indiscreto, senza ragione e difficillimo da esser integralmente
280
1554
quanto ella gli comandava. E dinanzi a lei inchinatosi
281
1554
inchinatosi, se ne partí e al suo albergo ritornò
282
1554
pensando a' casi suoi e per la mente ravvolgendo
283
1554
volerlo con saldo proponimento e intera osservanza mantenere. Fingendo
284
1554
Moncalieri, andò a Virle e, vivendo da mutolo, con
285
1554
da mutolo, con cenni e con iscritti si faceva
286
1554
gli avevano era grande, e meravigliosa cosa pareva a
287
1554
un suo cugino germano; e postosi in assetto di
288
1554
assetto di buone cavalcature, e dato ordine come danari
289
1554
si partí di Piemonte e passò a Lione di
290
1554
la persona, ben membruto e gentile ne lo aspetto
291
1554
modo che ovunque andava e sapevasi la sua disaventura
292
1554
guerra con gli inglesi, e tuttavia gli combatteva, ricuperando
293
1554
di Francia avevano occupato. E cacciandogli di Guascogna d
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uomo di grandissimo animo e molto prode de la
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in arnese d'arme e di cavalli, avvenne che
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altro che ci fosse, e fu dal re Carlo
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far opera di fortissimo e prudente soldato, di modo
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fece chiamar messer Filiberto e volle saper chi fosse
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di Virle in Piemonte, e che era poco tempo
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con la solita pensione, e gli fece pagare alora
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servire come aveva cominciato e promettendogli far ogni cosa
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del tutto il re e, alzata la mano, accennò
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scaramuccia tra i francesi e nemici; e dandosi con
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i francesi e nemici; e dandosi con le trombe
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arme! a l'arme - e tuttavia il rumore tra
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era sovra il ponte e quasi tutto l'aveva
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re animava i suoi e mandava questi e quelli
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suoi e mandava questi e quelli in soccorso, quando
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ci sopravvenne il prode e valoroso messer Filiberto armato
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resta animosamente investí Talabotto, e lui e il cavallo
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investí Talabotto, e lui e il cavallo riversò per
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Presa poi una forte e poderosa mazza in mano
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cacciò tra gli inglesi e, fieramente percotendo questi e
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e, fieramente percotendo questi e quelli, mai non dava
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dava colpo in fallo e ad ogni bòtta o
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d'abbandonar il ponte e senza ordine fuggirsene. Talabotto
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di corte lo lodò e gli donò alcune castella
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cento uomini d'arme, e gli accrebbe grossamente la
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intervennero tutti i valenti e primi di Francia, de
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che molto l'amava e desiderava sommamente che egli
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mutolo in una notte, e che se v'era
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per tutta la Francia e anco pervenne in Italia
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effetto nessuno non riuscí. E certo era la fatica
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che lo sapesse curare, e veggendo che infiniti tutto
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loro isperimenti pensavano sanarlo, e giudicando che fossero piuttosto
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a far tal cura, e curandolo averebbe i dieci
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la moltitudine dei medici. E pure ci fu qualcuno
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il re di Francia e era divenuto ricchissimo. Madonna
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Zilia, udendo questa cosa e sapendo molto bene la
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messer Filiberto non parlava, e veggendo che giá erano
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mancar de la promessa. E giudicando che l'amor
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alora era il re, e far che messer Filiberto
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che messer Filiberto parlasse e guadagnare i dieci mila
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che come la vedesse e fosse da lei pregato
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sue che le parve, e divolgate certe favole, s
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s'inviò in Francia e pervenne a Parigi; ove
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a farlo sanare avevano, e disse loro: - Signori, io
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giorni egli favellerá benissimo. E se io nol riduco
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modo che la notte e il dí io mi
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in tanto periglioso caso e dove i piú dotti
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piú dotti di Francia e d'altri luoghi erano
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a l'albergo condurre e, come la vide, subito
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fatica di quel viaggio. E pensando a la gran
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gran durezza di lei e crudeltá che verso lui
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lui aveva ella usato e agli strazii che per
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fortuna gli metteva innanzi e de la moneta che
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restati soli in camera e l'uscio di quella
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che non poteva parlare e si stringeva ne le
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stringeva ne le spalle. E dicendoli la donna che
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l'assolveva dal giuramento e da la promessa fattale
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da la promessa fattale, e che era venuta a
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stringersi ne le spalle e toccarsi la lingua col
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era in grandissimo dispiacere; e veggendo che preghiere che
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cominciò amorosamente a basciarlo e fargli tutte le carezze
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egli, che era giovine e che pure aveva ardentemente
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destare il concupiscibile appetito e moversi chi forse dormiva
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che tanto aveva desiderato. E cosí molte fiate ne
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aveva meritasse cosí lunga e grave penitenza. Onde chi
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la donna gli fece e i caldi prieghi che
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che ella gli sporse e le lagrime che sparse
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termine da lei preso, e non volendo monsignor Filiberto
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la grandissima sua sciocchezza e presunzione ed insiememente la
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suo amante aveva usata, e si tenne per morta
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stanza di monsignor Filiberto e condutta a le prigioni
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che intendendo monsignor Filiberto e parendogli averla assai straziata
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a trovare il re; e fattagli la debita riverenza
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meravigliosa festa del re e di tutti cominciò a
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tutti cominciò a favellare, e a quello narrò tutta
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in prigione fosse perdonato e medesimamente a la donna
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la donna di prigione e a la volta di
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al suo albergo ella e la sua compagnia alloggiassero
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stessi tre anni mutolo. E vi giuro, se voi
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qual tempo, Dio grazia e non la vostra mercé
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la vostra mercé, mi è sí bene avvenuto che
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ci sono diventato ricco e mi trovo in buona
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grazia del mio re. E parendomi aver di voi
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a governarvi con prudenza e non istraziar i gentiluomini
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gli uomini s'incontrano e non i monti". - Fecele
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dar danari a sufficienza e la licenziò. Volle il
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re che pigliasse moglie e gli diede una ricca
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l'amico suo spoletino e lo ritenne seco, dandogli
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modo di vivere agiatamente. E cosí con buona grazia
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sempre se ne visse, e dopo la morte del
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CONTE DI COLLISANO ¶ AMMIRANTE E GRAN CONTESTABILE DEL REAME
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mi partissi da Milano e mi trasferissi in Monferrato
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come avete visto, m'è convenuto circa tre settimane
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ho negoziato, ritornato sono, e che tuttavia mi sovviene
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che le preghiere vostre e cenni voglio io che
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prete rimase mezzo morto e non sapeva che fare
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a la sua camera e quella matina desinò molto
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giovine ma forte scaltrito e malizioso; e chiuso l
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forte scaltrito e malizioso; e chiuso l'uscio de
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con le natiche scoperte e gli disse: - Naldello, - ché
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piglia quello staffile che è sulla tavola, e dammi
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che è sulla tavola, e dammi venticinque buone staffilate
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buone staffilate sul culo, e non aver rispetto veruno
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Dammi, dammi, ti dico, e non cercar altro. - Il
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prete si levò suso e con voce pietose disse
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che dato m'hai. - E narrò al chierico la
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brutto viso che puoté e disse: - Oimè, che sento
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vi vengano tremila cacasangui! E ch'avete voi voluto
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fare, uomo da poco e da meno assai ch
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vi venga il gavocciolo! e forse che non l
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ché non sapete vivere. - E cosí il povero prete
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restò con le sferzate e con le beffe. ¶ IL
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d'Aquario la illustre e virtuosa signora, la signora
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la signora Ippolita Sforza e Bentivoglia, e, come sapete
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Ippolita Sforza e Bentivoglia, e, come sapete, per piú
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sapete, per piú commoditá e diporto s'elesse alora
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il suo giardino che è nel borgo de la
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casa o palagio ci è assai agiato. Quivi tutto
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cosí uomini come donne, e ci era sempre dopo
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il desinare alcun bello e vertuoso ragionamento di varie
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materie, secondo la professione e dottrina dei tenzionanti, e
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e dottrina dei tenzionanti, e talvolta al proposito de
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lodare il sesso femminile e raccontar alcune eccellenti donne
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alcune eccellenti donne antiche e moderne, le quali, di
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le quali, di rare e bellissime doti compiute, si
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fecero al mondo riguardevoli e chiaramente famose. Ma tra
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lodata ed ammirata Pantea. E ricercando alcune di quelle
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nobiltá di sangue, ricchezze e rare doti del corpo
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del corpo, molto letterato e poeta colto e soavissimo
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letterato e poeta colto e soavissimo, come per le
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come per le elegie e altri suoi poemi si
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1554
mezzanamente a tutti soddisfece. E perché l'istoria è
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E perché l'istoria è de le rare e
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è de le rare e degna di memoria, non
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1554
forse con quella eleganzia e grazia di parole, almeno
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1554
cui donar la devessi e subito voi m'occorreste
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subito voi m'occorreste. E cosí ve la mando
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cosí ve la mando e al nobilissimo nome vostro
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come in prosa leggete e lodate. Gli portai li
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de le cose mirabili e a pena credibili furono
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voi piú volte ascoltatore e narratore, sono in uno
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la solita vostra gentilezza e cortesia accettare e farne
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gentilezza e cortesia accettare e farne anco partecipe il
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uomo ne le greche e latine lettere tra i
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tra i nobilissimi dottissimo e tra i dottissimi nobilissimo
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Ed a l'uno e a l'altro di
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coniugale di Pantea. ¶ S'è entrato in un ampio
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entrato in un ampio e bellissimo campo, ragionandosi in
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questa sí onorata compagnia, e specialmente dinanzi a la
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pieno lodata signora Ippolita e a quest'altre signore
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lodi del sesso loro; e molte de le antiche
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molte de le antiche e de le moderne si
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che per l'umane e divine leggi l'uomo
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come furono le amazzoni e altre, sono state ne
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Zenobia; altre in governare e amministrare regni e stati
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governare e amministrare regni e stati, molto rare e
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e stati, molto rare e prudenti; altre in comporre
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ingegno; altre in orare e diffendere le liti, graziosissime
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varii essercizii molto famose e singolari. E chi dubita
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molto famose e singolari. E chi dubita che oggidí
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che fecero l'antiche e forse di piú, se
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1554
che a l'ago e al fuso? Ma preghiamo
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che basse le tengano e le tarpino l'ali
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non beffino degli uomini e molti per lo naso
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riputata che pochissime pari e nessuna superiore se le
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di molte vertú ornata, e massimamente fu lucidissimo e
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e massimamente fu lucidissimo e vero specchio di pudicizia
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vero specchio di pudicizia e singular parangone d'amore
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re di grandissima stima e da lui in tutti
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re de l'Assiria, e faceva per questo effetto
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assalito a l'improviso. E tra l'altre sue
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di modo fortificar Babilonia e d'ogni sorte di
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1554
tutto il suo esercito, e in breve tempo lo
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1554
venuto a le mani e combattuto a battaglia campale
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battaglia campale, gli debellò e gli fece ritirar dentro
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quale, avendo fortissimamente combattuto e veggendo il campo esser
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nei campi le moglieri e seco portar grandissime ricchezze
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ricchezze. Restò Pantea prigioniera e fu data in guardia
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medo. Assediò Ciro Babilonia e gravemente la premeva. Il
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1554
ed ingegno prese Babilonia, e il re di quella
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1554
stato de l'Assiria e a quello de la
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1554
baroni andati a visitarla, e trovatola molto di mala
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1554
molto di mala voglia e malinconica, ché tuttavia al
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1554
aveva rivolto l'animo e piú de la lontananza
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1554
te ogni malinconia; allegrati e vivi gioiosa, ché se
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1554
un marito giovine, bello e ricco, ora la fortuna
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1554
piú formoso, piú potente e re te n'ha
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1554
te n'ha apparecchiato. E vivi sicura che nostra
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1554
lacrimoso pianto si risolse e, la veste che indosso
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lacerando, miseramente si lamentava, e diceva che mai non
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al mondo di lei, e che se pure doveva
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marito, che unicamente amava e a cui solo ella
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Abradato, ora anco sono e sarò eternamente. Assicurate voi
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non esser d'Abradato. E certamente io morirò sua
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1554
che la mandò confortando e sé a ogni suo
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1554
debbia a ciò che e per te e per
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1554
che e per te e per me io a
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a tanto re soddisfaccia e non possa esser con
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con ragione detto ingrato? - E che cosa puoi tu
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1554
mio, fare di te e di me piú degna
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1554
che imitar tanto eccellente e vertuoso re, e poi
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1554
eccellente e vertuoso re, e poi che contraria fortuna
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1554
dei piú cari ritenne e in molte imprese adoperò
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1554
odore di valente soldato e di saggio capitano, acquistò
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lo chiamava per amico e voleva che da tutti
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degno marito di Pantea e degno amico di Ciro
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canne de la gola e, boccone lasciatasi cadere sopra