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interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Calisto Bassi, Gerusalemme [traduzione da Alphonse Royer e Gustave Vaëz], 1847

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
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comunicazione fra il palazzo e la Cappella alla quale
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mezzo di alcuni gradini, e di cui vedesi l
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interno. Elena, Gastone, Isaura. È notte. All’alzarsi della
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alzarsi della tela, Elena è presso alla porta che
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conduce agli appartamenti; Gastone è in mezzo al Teatro
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col gesto. ¶ GASTONE: Vano è il timor; ma separarci
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il timor; ma separarci è d’uopo, (ritornando ad
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Elena mia diletta. ¶ ELENA: E senza darmi ¶ Promessa almen
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cui mio padre rinunziar è presto? ¶ GASTONE: In guerra
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me negasse? ¶ ELENA: Attendi, e spera! ¶ GASTONE: Ove tuo
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A 2: ¶ GASTONE: Io parto: e di scordare ¶ Quel duol
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Gastone scende in giardino. E lena rientra con Isaura
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Sole.) ¶ SCENA SECONDA ¶ Signori e Dame. ¶ CORO: Or ecco
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giusto Iddio ¶ Due stringe e lega rivali cor. ¶ La
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A palesarsi com’egli è presto ¶ Tu in campo
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da Raimondo, suo scudiero, e da diversi Cavalieri. ¶ CONTE
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avea... ¶ Ogni mio voto è al colmo. ¶ RUGGERO: (Oh
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L’alma di gioja, e un ben v’infondi
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odio, sperde l’affanno, ¶ E quasi crederlo non posso
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a noi la pace e un ben togliea ¶ Che
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dì novello ¶ Noi partiremo. E voi ¶ Che in dono
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bianco mantel vi ricoprite, ¶ E al Tempio del Signor
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dalle spalle del Conte e lo pongono su quelle
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di Gastone, che si è posto a ginocchio; VAmbasciatore
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ora infausta ¶ Dei mali e del dolore, ¶ Il derelitto
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Volge fidente il core; ¶ E gli sorridi, e temperi
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core; ¶ E gli sorridi, e temperi ¶ Gli affanni suoi
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Tu con amor rispondi, ¶ E suonerà di cantici ¶ Più
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di questo Coro Ruggero è di ritorno, ed ascolta
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Il rival sarà colpito, ¶ E l’amante preferito ¶ Fia
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soldato ch’en tra e gli si avvicina.) ¶ SOLDATO
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tu qui in Tolosa, ¶ E a tutti sconosciuto, ¶ Mi
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In me fidate!... ¶ RUGGERO: E fida ¶ Del par tu
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che un mantel ricopre ¶ È il mio fratel che
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che adoro, ¶ L’altro è il nemico mio... ¶ Vibra
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Soldati entrano con coppe e vasi pieni di vino
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Palestina, ¶ Rinoviam l’esperimento, ¶ E beviam finché ce n
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ce n’ha. ¶ Morte e sangue!... Oh che mina
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vien, demonio! affrettati! ¶ Ti è sacra la sua vita
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sua vita: ¶ Deh vieni! e fa compita ¶ La brama
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tumulto! – Intorno ¶ Di pianto è sparso un suono. ¶ Sì
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dalla Cappella fuggendo pallido e conturbato.) ¶ LO SCUDIERO DI
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di Roma, il Conte, e tutto il Coro. ¶ CASTONE
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conducono negli appartamenti. Elena è presso suo padre, nella
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Concesso a voi non è. ¶ ELENA: Mio padre! (Con
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assassino ritornano con lui e lo gettano ai piedi
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Ruggero.) ¶ CAVALIERI: Il vile è quello ¶ Sicario del fratello
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additandogli Gastone): Ah sciagurato!!... è quello, ¶ Quello il nemico
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del rio! ¶ RUGGERO: Salvami, e salvo sei! ¶ (Piano al
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Sei tu! ¶ TUTTI ¶ AMBASCIATORE E CORO (a Gastone): Mostro
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spergiuro! barbaro! ¶ Del cielo è ratto il fulmine. ¶ A
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o barbaro! ¶ Del cielo è ratto il fulmine, ¶ Sventura
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me. ¶ ELENA: Egli non è sacrilego!... ¶ Mio Dio, tu
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Proteggilo, difendilo... ¶ Colpevole non è. ¶ (Tutti i cavalieri impugnano
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sparso innalzasi, (a Gastone:) ¶ E a te grida anatema
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ti seguano ¶ Onta, rimorso e tema; ¶ Dal cielo maledetto
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te pietà. ¶ TUTTI AMBASCIATORE E CORO: È sospeso/Fu
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TUTTI AMBASCIATORE E CORO: È sospeso/Fu lanciato su
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il tuo misero stato, ¶ E l’esilio una terra
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ELENA: A sì crudo e tremendo anatema ¶ Mal resister
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d’un rozzo sajo e cinto da una corda
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corsi il cammin santo, ¶ E qui mi strussi per
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del tuo perdono ¶ Ardente è l’alma mia; ma
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veggo innanzi a me! ¶ E del fratello estinto ¶ La
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La mia preghiera arresta... ¶ E chiedo invan mercè. ¶ Ma
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desio. ¶ (Parte per dove è arrivato Raimondo, che entra
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Lunge da vostro padre e dai Crociati, ¶ Cimentarvi così
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celarvi il suo scorno; e vien narrato ¶ Ch’ei
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dirige verso la caverna e scorgendovi Raimondo, che ricomparisce
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questi luoghi voi!... ed è pur vero? ¶ (Le si
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Seco di Francia andai, ¶ E quel dolor temprai ¶ Che
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Ramla da quel giorno ¶ È prigionier. ¶ ELENA: Ei vive
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orrendo! ¶ Tu mi chiami; e questo core, ¶ Fido sempre
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te sol può. ¶ ISAURA: E osereste?... ¶ ELENA: Ah ! tutto
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istante. ¶ Ho dell’oro... e ad esso innante... ¶ ISAURA
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pietà. ¶ ELENA: Ei mi è sposo innanzi al Nume
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Pellegrini oppressi dalla fatica e dalla sete entrano in
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immensa che li circonda e si mostrano destituti d
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mio Dio! dunque vano è il tuo pegno? ¶ Qui
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offesa! ¶ Fin la speme è ad ogni alma sospesa
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Puro ciel, aure miti e serene ¶ Da voi lunge
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soffriamo insultando agli stenti, ¶ E a quel suol che
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raccolgono le loro forze, e salgono precipitosamente su delle
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il Conte di Tolosa e l’Ambasciatore di Roma
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giunti alfine in Palestina! ¶ E quando il Sol di
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sant’uom che venerato ¶ È per la sua pietade
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per la sua pietade e rinomato. ¶ SCENA SESTA ¶ I
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SCENA SESTA ¶ I precedenti, e Ruggero. ¶ CONTE: Uomo di
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un delitto ancora ¶ Assolto è l’uom, quando pel
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Iddio! la tua causa è la nostra ¶ Nel tuo
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Emiro di Randa. Gastone è introdotto da un Muto
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gli accenna di aspettare, e che poi si ritira
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ancor? ¶ Dalla Francia bandito, ¶ E prigion fatto da nemica
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suon de’ cari accenti, ¶ E tutti i miei tormenti
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in me la speme, ¶ E sfiderò la morte ¶ Per
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Volgono a queste mura. – E tua prigione ¶ Questo palazzo
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mura di Ramla... ¶ Ordina... e dessa è spenta! ¶ EMIRO
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Ramla... ¶ Ordina... e dessa è spenta! ¶ EMIRO: No; qui
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qual di tua stirpe ¶ è il nome? ¶ ELENA: A
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piano all’Emiro): (Intesi e’ sono!) ¶ EMIRO (all’Uffiziale
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Si volge ad Elena e le dice:) ¶ Se non
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Emiro allontanandosi con lui): E qui a vegliar son
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io. ¶ SCENA DECIMA ¶ Elena e Gastone. ¶ (Essi seguono con
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tu non sei reo. ¶ E il Dio che ti
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Di vederti una volta e poi morire. ¶ ELENA: Oh
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la speme. ¶ GASTONE: Essa è bandita. ¶ La mia gloria
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parola ¶ Che mi affanna e mi consola. ¶ Me che
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trema ¶ La mia vita è maledetta... ¶ Riedi al padre
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che ti aspetta. – ¶ Va! – E piuttosto che vederti ¶ Correr
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quindi nella sua ebbrezza è come ad un tratto
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Ché in lui soltanto è il vivere, ¶ Nel suo
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vita: ¶ Tu allieti, avvivi e infervori ¶ L’anima mia
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Ché in te soltanto è il vivere, ¶ Nel tuo
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vessillo ondeggia cristiano, ¶ Ovunque è tumulto... sui merli... ed
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Uffiziale dell’Emiro. Elena e Gastone sono arrestati nella
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dell’Harem la guardano, e ridono della sua disperazione
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bella straniera ¶ Paziente non è! ¶ – Perché vuoi col pianto
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dolore ¶ Quel core – non è. – ¶ DANZE ¶ Comparisce l’Emiro
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si coprono del velo e si disperdono nei giardini
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sian gli empi respinti, ¶ E giunga in Ramla il
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penetrò. ¶ ELENA: I crociati!... e mio padre è con
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crociati!... e mio padre è con essi! ¶ (Con gioja
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arriva uno dei primi, e scorge Elena presso a
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Gastone. ¶ CONTE: Oh cielo! e per costui ¶ Da te
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trascinato! ¶ ELENA: Fermate! ¶ CORO: È a voi fidato! ¶ (Gastone
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a voi fidato! ¶ (Gastone è condotto dai Soldati.) ¶ ELENA
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Soldati.) ¶ ELENA (con disperazione): E tu lo soffri, o
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sangue sparso – la colpa e l’onta ¶ Vendetta e
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e l’onta ¶ Vendetta e pronta – avran dal Ciel
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vicina ¶ Squallore, morte, – strage e ruina. ¶ CONTE: Empia sacrilega
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degrada – con tal viltà. ¶ E senza spene – d’eterno
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vendetta – lo colpirà. ¶ CONTE E CAVALIERI: Omai dell’empio
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un braccio sua figlia e la trascina seguito dai
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Gastone, circondato da Soldati e da Penitenti che portano
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elmo, il suo scudo e la sua spada; l
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di Ramla. ¶ GASTONE: Baroni e Cavalieri, ¶ Innanzi a voi
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Innanzi a voi protesto e innanzi a Dio, ¶ Perché
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voi l’armi tornate, ¶ E morir posso come un
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ordine sarai, gridato infame ¶ E traditor... Siccome tal dannato
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morte sarà per me, ¶ E morte io chiamo al
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elmo di Gastone): Questo è l’elmo d’un
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Se giudicato sorta condannato; ¶ E la preghiera sua torni
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oppresso il cor! ¶ AMBASCIATORE E CAVALIERI: Pensa al cielo
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di Gastone): Questa targa è d’un infame ¶ Disleale
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vita sua breve risplenda: E un altro quindi al
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spada di Gastone): ¶ Questo è il brando d’un
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odio ha desso amato ¶ E l’ha invocato ¶ Nel
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A giudicarlo or pensi; e al nuovo Sole ¶ Tronca
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palco): ¶ M’uccidete... colpite... e che v’arresta? ¶ Colpite
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aver per voi pugnato; ¶ E innanzi a Dio, quest
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strazio aver potrà. ¶ AMBASCIATORE E CAVALIERI: Empio! Fellon! la
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Fellon! la tua condanna è scritta! ¶ L’uom che
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uom che uccidesti alfin è vendicato! ¶ Tu porterai l
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Tu porterai l’obbrobrio e il tuo reato ¶ Innanzi
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empietà. ¶ SCUDIERO DI GASTONE E POPOLO: Possente Iddio! La
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Iddio! La sua condanna è scritta! ¶ Abbi pietà del
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Giosafat la cupa valle è questa, ¶ Gerusalem, che ne
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a me dato sia; ¶ E accolga quindi Iddio l
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colle bandiere spiegate, Elena è fra le Donne. ¶ DONNE
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luoghi che veder n’è dato, ¶ E di pianto
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veder n’è dato, ¶ E di pianto bagnar, ¶ Possa
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passi dinanzi alla tenda, e cercando di penetrarvi con
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piangea ¶ Sulla città fatal; ¶ E questo il monte onde
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luoghi che veder n’è dato ¶ E di pianto
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veder n’è dato ¶ E di pianto bagnar, ¶ Possa
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lontano nella valle. Ruggero è rimasto in preghiera tutto
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la tenda dalla quale è sortito): Ivi è un
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quale è sortito): Ivi è un gran reo vegliato
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condannato; ¶ Dategli aita! ¶ (Elena è misteriosamente ricomparsa nel tempo
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alla tenda in cui è Gastone): Ei venga! ¶ E
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è Gastone): Ei venga! ¶ E tutti a lui, siccome
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dell’Ambasciatore Elena si è avanzata aspettando con angoscia
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ponendosi sul suo passaggio): È desso! ¶ GASTONE: Io ti
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GASTONE: Io ti rivedo... ¶ E vi contai!... ¶ RUGGERO (trasalendo
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Qual voce!...) (si avvicina e li riconosce) ¶ Ah! ti
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fui presente!...) ¶ GASTONE: Ultimo è questo dì... ¶ Morrò senza
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I soldati partono.) ¶ GASTONE: E non mertata ammenda, ¶ Credilo
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Dio... la tua giustizia è questa? ¶ (Con disperazione.) ¶ Dio
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funesti, ¶ Compi l’opra... e nel tuo sdegno ¶ Me
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innocenza ¶ Ei qui veglia e alla virtù. ¶ ELENA: Qual
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vedete ¶ Pien di speme e di desir. ¶ RUGGERO (ponendo
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croce ¶ Lo sguardo intendi e spera. ¶ (Imponendo le mani
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Lo decretaro i perfidi ¶ E converrà ch’io mora
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Le preci ti commovano ¶ E di que’ mesti pianti
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di Roma, varii Cavalieri e Gastone. ¶ ISAURA: Vinta è
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e Gastone. ¶ ISAURA: Vinta è la pugna e nelle
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Vinta è la pugna e nelle invase mura ¶ I
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in pugno la spada, e colla visiera dell’elmo
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città domata: ¶ Qual nome è il tuo? ¶ GASTONE (rialzando
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ELENA (angosciata all’Ambasciatore): E il dannereste a morte
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error che mio sol è. ¶ (Movimento generale. Elena si
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della tenda si apre e mostra Gerusalemme.) ¶ INNO GENERALE