Fazio degli Uberti, I peccati mortali, 1367?

ciascun vizio il seme; ¶ E quel cotal non ama

il mondo tutto piange e geme; ¶ Io so’ nelle

so’ nelle gran cose e nell’estreme ¶ Colei che

Colei che compagnìa rompe e disnerba: ¶ Io so’ un

monte tra ’l cielo e la terra, ¶ Che chiudo

vivo in guerra: ¶ Ver è che, quando regno in

pompe, ¶ Giù mi trabocca e tutta mi dirompe. ¶ * * * ¶ Io

mai l’appetito non è sazio, ¶ Ma quanto più

Io vivo con sospetto e con malizia, ¶ Nè lemosina

s’io mi vendo e s’io mi strazio

Chè mor’ di fame e dell’oro ho dovizia

d’imborsare far ragione e scrivere. ¶ L’inferno è

e scrivere. ¶ L’inferno è monumento di mia storia

monumento di mia storia; ¶ E questo è quello bene

mia storia; ¶ E questo è quello bene in cui

annidolo: ¶ Il fiorin pregio, e Dio tengo per idolo

si rallegri, vengo umbrosa e trista; ¶ Nei membri nel

Nei membri nel parlare e nella vista ¶ Discuopro il

acquista; ¶ Morir fe Cristo e cercare il salmista ¶ Dinanzi

ch’io sia discordia e morte ¶ Di città di

Di città di reami e d’ogni corte. ¶ Ai

Io dico colla lingua e non col ferro. ¶ * * * ¶ Io

quel ch’io voglio e ch’io desidero ¶ Giusto

desidero ¶ Giusto mi pare, e qui non guardo ingiuria

furia, ¶ Che i Greci e gli Troian già mal

il corpo m’assidero; ¶ E vivo con malizia e

E vivo con malizia e con ingiuria. ¶ E come

malizia e con ingiuria. ¶ E come ch’io dimostre

Pur la mia fine è danno e vituperio. ¶ Del

mia fine è danno e vituperio. ¶ Del porco nel

porco nel costume participio; ¶ E quanto è da lodar

costume participio; ¶ E quanto è da lodar l’uomo

da lodar l’uomo e la femina, ¶ Che fugge

tutto ¶ Quanto per me e per altrui guadagno, ¶ E

e per altrui guadagno, ¶ E in ogni altro bisogno

brutto. ¶ Lassa mi trovo e col palato asciutto, ¶ Con

tutto che lo dì e la notte ’l bagno

corpo sono ’l vecchio e nuovo lagno, ¶ E del

vecchio e nuovo lagno, ¶ E del ciel perdo l

mia pel mio soverchio è tale, ¶ Che guasto gli

Che guasto gli occhi e parlitica vegno ¶ E casco

occhi e parlitica vegno ¶ E casco in povertà senza

son io sanza ragiona e regola, ¶ Subita, furibonda, con

impegola. ¶ Tutta mi struggo e rodo come pegola; ¶ Minaccie

rodo come pegola; ¶ Minaccie e grida sempre con discordia

Dispregio Dio, fè, battesmo e cresima; ¶ Uccido altrui e

e cresima; ¶ Uccido altrui e quando me medesima. ¶ * * * ¶ Ed

di chiunque m’adocchia; ¶ E per tristezza abbascio le

tristezza abbascio le ginocchia, ¶ E ’l mento su per

mani nè occhia; ¶ Gracido e muso come la ranocchia

come la ranocchia, ¶ Discinta e scalza, ed ho la

son pigra, che gustando ¶ E il mover della bocca

mover della bocca m’è fatica! ¶ In somma, quando