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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pietro Metastasio, Giustino, 1713

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
1
1713
Coll'armi, colla sorte e col consiglio. ¶ IMP. Come
2
1713
che la procella mira, ¶ E spesso sta della sua
3
1713
giro di tant'anni e tanti. ¶ Ma poi dal
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1713
immenso poter cui tutto è noto, ¶ Talora all'alma
5
1713
egli pigro si rende, e più non vede ¶ Il
6
1713
degli altri sia terrestre e vile, ¶ Allor tanto preval
7
1713
che rompe il velo, ¶ E passa a rimirar gli
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1713
affari ¶ Fidar ti deggio, e dalla tua prudenza ¶ Chieder
9
1713
non trovi giammai ritegno e meta! ¶ Non ti parca
10
1713
eterne ¶ L'aria ingombrato e fatto guerra al cielo
11
1713
Marte il suo furor, ¶ E al gran nume d
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1713
PRIMA ¶ Mare tempestoso. ¶ sofia e fosca ¶ SOF. Rimira, o
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1713
Come sferza l'arena e come freme ¶ Allo spirar
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1713
sono; ¶ La mia sciagura è tale ¶ Ch'ogni alimento
15
1713
Odio Giustin se m'è presente, e l'amo
16
1713
se m'è presente, e l'amo ¶ Quando ottener
17
1713
poi ¶ Che si richiami, e pur mel niega il
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1713
dovea, ¶ Fu placido, tranquillo e senza moto, ¶ Per non
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1713
tempesta ¶ Termina colla calma, e il vostro duolo ¶ Avrà
20
1713
SOF. Sì, mi sovviene: e questa sola speme ¶ Mi
21
1713
Mi trattiene alla luce ¶ E mi fa respirar l
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1713
si ritrae pesare insieme. ¶ E quando il duolo avanza
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1713
un morir più lungo e grave. ¶ FOS. Questi liberi
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1713
a guisa d'arco, ¶ E nel cui chiuso sen
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1713
biancheggia, ¶ Quante vele stracciate e legni infranti ¶ Galleggian sopra
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1713
al soffiar d'Africo e Noto ¶ Si scaglian con
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1713
involto ¶ Fra rotte sarte e fra spezzate antenne ¶ Non
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1713
anelante, ¶ Umido, grave, lagrimoso e lasso, ¶ Senza che amica
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1713
il mio bel sole; ¶ E, se a tempo non
30
1713
Dal mio proprio dolore? E chi mi dice ¶ Che
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1713
l mio sposo partissi, e che fra l'onde
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1713
Più cheto il mare e più tranquilli i venti
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1713
pace a questo core ¶ E render la sua meta
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1713
Come lieve il pensiero è degli amanti! ¶ Or esce
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1713
SOF. Oh vista miserabile e funesta! ¶ Volgi, Fosca, lo
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1713
mare ¶ L'avrà sommerso e poi gettato al lido
37
1713
partisse. ¶ FOS. Parmi; ma è così molle ¶ Che distinguer
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1713
colore. ¶ Ah ch'egli è desso, oh Dio! Questo
39
1713
desso, oh Dio! Questo è Giustino, ¶ Questo è il
40
1713
Questo è Giustino, ¶ Questo è il mio bene; il
41
1713
il cor nel petto, e come ghiaccio ¶ Fredda è
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1713
e come ghiaccio ¶ Fredda è la fronte? Ah tu
43
1713
morto, ed io ¶ Languisco e manco; aimè, Giustin... ¶ FOS
44
1713
soccorso. ¶ SCENA SECONDA ¶ asteria e dette. ¶ AST. Quai grida
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1713
le braccia il peso, ¶ E con qualche argomento andrò
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1713
parto. ¶ SCENA TERZA ¶ asteria e sofia. ¶ AST. Oh misera
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1713
AST. Oh misera sorella! E chi pensava ¶ Che così
48
1713
pensava ¶ Che così mesto e doloroso fine ¶ Dovessero ottenere
49
1713
pena eguale. ¶ CLE. Non è pena l'amor, quando
50
1713
pena l'amor, quando è felice. ¶ AST. Sì, se
51
1713
amore. ¶ AST. Oh quanto è duro il ritrovar tal
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1713
non distingue amor pastori e regi! ¶ CLE. Dunque... ¶ AST
53
1713
amar non voglio. ¶ CLE. E vuoi più tosto questa
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1713
AST. Poco, perché fuggirla è in tuo potere. ¶ CLE
55
1713
me manca la speme, e non l'amore. ¶ AST
56
1713
amor, di cui sempre è minore ¶ La forza di
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1713
La forza di ragione e del consiglio. ¶ Solo una
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1713
Cangia l'animo nostro e cangia il core, ¶ Ancorché
59
1713
Ancorché di ragion munito e forte. ¶ E quanto in
60
1713
ragion munito e forte. ¶ E quanto in lungo tratto
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1713
per lunga stagion penato, e peno ¶ Resta, ed il
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1713
Col prudente consiglio opprimi e scaccia. ¶ SCENA QUINTA ¶ cleone
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1713
martìre ¶ Col prudente consiglio? È vana impresa; ¶ Che, dove
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1713
L'inganno della mente e il proprio errore? ¶ Ah
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1713
stato ¶ Della primiera libertade, e sia ¶ Questo momento il
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1713
dolore. ¶ Folle, che tento? E qual novella speme ¶ Mi
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1713
necessario nodo. ¶ Crudelissime stelle, e che mi giova ¶ Mirare
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1713
conosco il mio danno e pur nol fuggo? ¶ Questa
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1713
pur nol fuggo? ¶ Questa è maggior mia pena. E
70
1713
è maggior mia pena. E quanto veggo, ¶ E quanto
71
1713
pena. E quanto veggo, ¶ E quanto, aimè, conosco, ¶ Della
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1713
conosco, ¶ Della mia debolezza è certa prova. ¶ Ma taci
73
1713
imperadore. ¶ SCENA SESTA ¶ giustiniano e detto. ¶ IMP. E qual
74
1713
giustiniano e detto. ¶ IMP. E qual pensiero ¶ Sì vi
75
1713
la mente mia tratta e confusa; ¶ Ma nel vostro
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1713
quel ch'ora giungete, e mai non ebbi ¶ Di
77
1713
gente, come ben v'è noto, ¶ Per ritornar l
78
1713
possente braccio ¶ La virtude e la sorte unite sono
79
1713
Cielo. ¶ Sarà libera Italia, e gli empi Goti ¶ Scacciati
80
1713
ritengon fin ora ingiustamente; ¶ E il crudo rege loro
81
1713
In trionfo verrà legato e vinto. ¶ E benché un
82
1713
verrà legato e vinto. ¶ E benché un altro assai
83
1713
ancora ¶ Fiaccherà la superbia e il fiero ardire, ¶ E
84
1713
e il fiero ardire, ¶ E Italia scioglierà d'ogni
85
1713
flutti ¶ Combattuto l'Impero, e ogni momento ¶ Impensati perigli
86
1713
costor toglier dal mondo ¶ E le immagini sacre e
87
1713
E le immagini sacre e il culto loro: ¶ Irriteran
88
1713
pesi. ¶ Veggo barbari popoli e feroci ¶ Inondar tutta Italia
89
1713
feroci ¶ Inondar tutta Italia, e nuovamente ¶ Confonder le sue
90
1713
Confonder le sue leggi e i bei costumi, ¶ Ed
91
1713
Scaccia il barbaro stuolo, e nel suo stato ¶ Riduce
92
1713
volta il bel paese; ¶ E il popolo romano, ¶ Condotto
93
1713
riposo ¶ Il vostro scettro; e pur da vari moti
94
1713
guerra i semi estinti, ¶ E taceranno in lei tutte
95
1713
risse ¶ Della romana Chiesa e dell'Impero, ¶ Che converranno
96
1713
splendore alla sua sede, ¶ E renderà all'Impero il
97
1713
Or or venga Cleone, ¶ E dell'imperatrice esponi il
98
1713
cenno. ¶ SCENA SECONDA ¶ fosca e dette. ¶ FOS. Ad ubbidirti
99
1713
Vado. ¶ SOF. Va tosto e torna. ¶ TEOD. Odi, Sofia
100
1713
Sofia. ¶ Da molto tempo è che rimiro uniti ¶ Ed
101
1713
rimiro uniti ¶ Ed Asteria e Cleone. Io certo temo
102
1713
La virtù di Cleone e il nobil sangue ¶ Forse
103
1713
Ma la viva memoria e quella fede ¶ Che vuoi
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1713
cleone, fosca che torna, e dette. ¶ AST. Ecco ch
105
1713
via. ¶ TEOD. Opportuno giungete, e sempre grato ¶ Siete alla
106
1713
saper l'aspetto, ¶ Ch'è troppo debil forza a
107
1713
La serie mi narriate, e se i miei giorni
108
1713
felici. ¶ CLE. Difficil cosa e fuor dell'uso umano
109
1713
Soddisfare... ¶ SOF. Il potere è in vostre mani. ¶ TEOD
110
1713
voi. ¶ CLE. Non sempre è dato ¶ All'uom di
111
1713
di ciò che avviene; ¶ E l'ignoranza nostra ¶ Facciam
112
1713
ombra vana? ¶ Qual mano è che m'innalza, e
113
1713
è che m'innalza, e al ciel mi tragge
114
1713
Lo sguardo mi trattiene, ¶ E parte del vedere a
115
1713
Si comunica all'altre e si dirama. ¶ Come liquido
116
1713
cadendo in varie stille, ¶ E sempre più si rompe
117
1713
sempre più si rompe e si divide; ¶ Tal è
118
1713
e si divide; ¶ Tal è quel moto, il qual
119
1713
di Giustin la sorte, e veggo ¶ La sorte di
120
1713
nodi ¶ Incerta andar serpendo e perigliosa. ¶ Ma veggo poi
121
1713
poi che va tranquilla e lieta ¶ Ad unirsi a
122
1713
onde partio. ¶ Alme felici e fortunate, a cui ¶ Dato
123
1713
aimè! gli eterni oggetti, ¶ E il grave peso del
124
1713
SOF. Piena di meraviglia e di contento ¶ È così
125
1713
meraviglia e di contento ¶ È così la mia mente
126
1713
mio silenzio ¶ Di meraviglia e non di sprezzo è
127
1713
e non di sprezzo è figlio; ¶ Né so quali
128
1713
grande. ¶ CLE. L'opra è dono del Cielo, e
129
1713
è dono del Cielo, e non è mia; ¶ E
130
1713
del Cielo, e non è mia; ¶ E colui che
131
1713
e non è mia; ¶ E colui che la dà
132
1713
sempre un simil dono è in mio potere. ¶ SOF
133
1713
lieto. ¶ SCENA QUARTA ¶ cleone e asteria ¶ CLE. Quando sarà
134
1713
sarà che dopo tani e tanti ¶ Sospiri e tante
135
1713
tani e tanti ¶ Sospiri e tante pene, al fin
136
1713
il mio dolor cangiato e vinto. ¶ AST. Tutto ciò
137
1713
opponga, ¶ Tutto vi dono e vi donai. Più avanti
138
1713
Più avanti ¶ Non m'è permesso, e non vorrei
139
1713
Non m'è permesso, e non vorrei potendo. ¶ CLE
140
1713
L'età mia non è tal che voi possiate
141
1713
voi possiate ¶ Perciò fuggirmi; e di ricchezze ancora ¶ Tanto
142
1713
Il sangue, la ricchezza e la virtute, ¶ Che sono
143
1713
memoria del coniugio antico ¶ È cosi ben nella mia
144
1713
età senza consorte; ¶ Perch'è minor tormento ¶ Non ottener
145
1713
saran contenti ¶ E Giustino e Sofia di sì bel
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1713
che a voi piace, è mio piacere; ¶ Onde pongo
147
1713
Ritrovo in ciò: Giustino è già partito ¶ Per andarne
148
1713
Chiamandol da mia parte; e fate ancora ¶ Che il
149
1713
carta, ¶ Acciò tostò ubbidisca e a noi ritorni. ¶ TEOD
150
1713
l'andrò a ritrovare, e co' miei detti ¶ So
151
1713
deggio ¶ Entro il palagio, e quivi dare effetto ¶ A
152
1713
venga. ¶ IMP. Io vado; e voi dovrete attender poco
153
1713
Quanto brevi i piaceri, e quanto sono ¶ Lunghi gli
154
1713
umana vita! ¶ Quante doglie e timori, ¶ Quante vane speranze
155
1713
timori, ¶ Quante vane speranze e quanto tempo ¶ Si dee
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1713
In un momento fugge, e lascia solo ¶ Di sé
157
1713
risiedon nel volto amore e doglia. ¶ SCENA SESTA ¶ sofia
158
1713
doglia. ¶ SCENA SESTA ¶ sofia e detta. ¶ SOF. Il sommo
159
1713
assai mi sia, ¶ Ond'è che desiosa a voi
160
1713
farti sposa. Or non è questo il modo ¶ Di
161
1713
bandire ogni lutto? ¶ SOF. E qual consorte M'è
162
1713
E qual consorte M'è stabilito? ¶ TEOD. Il suo
163
1713
fu de' tuoi sospiri ¶ E delle amare lagrime cagione
164
1713
delle amare lagrime cagione, ¶ E per cui porti ancora
165
1713
mestizia ripieno il core e il volto. ¶ SOF. Oh
166
1713
Di ciò non temo; e poi non si potranno
167
1713
l'Italia in libertate, ¶ E che torni Giustin. Né
168
1713
han posta lor sede: ¶ E fra tanti perigli e
169
1713
E fra tanti perigli e tante guerre ¶ Parmi già
170
1713
parte a queste nozze; ¶ E diemmi quest'anello, ¶ Col
171
1713
anello, ¶ Col quale chiuso e suggellato il foglio, ¶ Testimonio
172
1713
TEOD. Ei subito verranne, e, giunto appena, ¶ Si porranno
173
1713
al messo. ¶ Perché tanto è il contento ond'io
174
1713
sorte amica! ¶ Non v'è piacer che non finisca
175
1713
in doglia; ¶ Non v'è dolor che il suo
176
1713
umane cose ¶ Il bene e il mal con questa
177
1713
fortunato, ¶ Cui di speme e d'amore aura soave
178
1713
Il pronto corso accelera e governa, ¶ Volan condotte da
179
1713
Così l'alma, ch'è avvezza all'affanno, ¶ Non
180
1713
Appartementi di Teodora. ¶ sofia e teodora ¶ SOF. Or che
181
1713
Mira che il vento e l'onde ¶ Sieguono il
182
1713
cor predice ¶ Nuovi tormenti, e men piacer che doglia
183
1713
son sempre congiunti amore e tema. ¶ SOF. Non so
184
1713
Abbia recato il foglio, e s'ei ne parta
185
1713
tal del fido messaggiero è il nome, ¶ Tosto d
186
1713
vorrei ¶ Al saggio insieme e nobile Cleone ¶ Chieder l
187
1713
Che le presenti vede ¶ E le future e le
188
1713
vede ¶ E le future e le passate cose. ¶ TEOD
189
1713
Non sempre il fato è discoperto a lui: ¶ E
190
1713
è discoperto a lui: ¶ E poi, quand'anche il
191
1713
darti pena innanzi tempo ¶ E scemarti il piacer quando
192
1713
SOF. Fosca, vanne veloce, e fa che a noi
193
1713
di sua ricchezza erede; ¶ E non ha pari il
194
1713
mondo ¶ Di nobili costumi e di bellezza. ¶ TEOD. Assai
195
1713
il saggio tuo consiglio; ¶ E se avverrà che a
196
1713
lido ausonio, ove n'è andato ¶ Con Belisario e
197
1713
è andato ¶ Con Belisario e colle nostre genti. ¶ AST
198
1713
che in un punto ¶ E Giustino trarrai fuor di
199
1713
trarrai fuor di perigli, ¶ E tornerai la mia sorella
200
1713
vita. ¶ TEOD. Io vado, e tu potrai narrare intanto
201
1713
dolor del suo tormento; ¶ E dirle ancor potrai ¶ Ch
202
1713
addio. ¶ SCENA SECONDA ¶ asteria e poi sofia ¶ AST. Dal
203
1713
il lieto fin dipende: ¶ E se, come Teodora, il
204
1713
prieghi, ¶ Sarà Sofia contenta e il bel Giustino ¶ Di
205
1713
lor per compiacere oprai. ¶ E se mai stringerassi un
206
1713
Ma parmi, o pure è dessa?... Ecco Sofia ¶ Che
207
1713
tosto ¶ Dalle camere uscisti? e perché mai ¶ Ivi non
208
1713
mostri, ¶ Dubbio non v'è ch'io non potrò
209
1713
La già cresciuta messe e i suoi sudori, ¶ Ed
210
1713
io sono, o sorella; e se pur tento ¶ Celare
211
1713
la scopro; ¶ Ché non è mio voler, ma forza
212
1713
ragion la mente accesa, ¶ E conoscendo il danno, ancor
213
1713
danno, ancor lo siegue; ¶ E chi del fallo suo
214
1713
sorella, ¶ Come sentì Teodora, e che rispose ¶ Alla proposta
215
1713
ove potrebbe ¶ Taluno udire, e colla sua presenza ¶ Troncare
216
1713
Troncare il mio racconto e darci noia; ¶ Ché tale
217
1713
darci noia; ¶ Ché tale è delle corti il rio
218
1713
dunque alle mie stanze, e quivi ¶ Non avrem chi
219
1713
Fra le più gravi e più noiose cure ¶ Che
220
1713
mente a chi governa, ¶ È quella di dover sempre
221
1713
gente ¶ Tener coll'opulenza e coi gran doni: ¶ Ché
222
1713
raccolga insieme ¶ Molto frumento, e che su i curvi
223
1713
noi ¶ Un uom fedele e di maturo senno, ¶ Che
224
1713
tal viaggio. ¶ Oh quanto è duro il ritrovar chi
225
1713
Ciascuno ai premii aspira, e poi si lagna ¶ Se
226
1713
gli ottien, quantunque inetto e sciocco, ¶ E attribuisce ad
227
1713
quantunque inetto e sciocco, ¶ E attribuisce ad ingiustizia altrui
228
1713
onori a lui toglie e le fatiche. ¶ E non
229
1713
toglie e le fatiche. ¶ E non men duro è
230
1713
E non men duro è il ritrovar signore ¶ Che
231
1713
Narsete, ¶ Uom di senno e valor, che per l
232
1713
etade ¶ Prossima alla vecchiezza, ¶ E sempre usato in guerre
233
1713
affare. ¶ SCENA QUARTA ¶ teodora e detto. ¶ TEOD. Sovrano imperatore
234
1713
desio ¶ Di nuova gloria e di perenne fama, ¶ Non
235
1713
mio pensier discaccia, ¶ Ond'è riposo della mia stanchezza
236
1713
Ma dite, onde veniste, e a quale effetto? ¶ TEOD
237
1713
stanze, ove fin ora ¶ È stata la bellissima Sofia
238
1713
di lei degno sia; ¶ E fin che ciò non
239
1713
Sempre staronne dolorosa. ¶ IMP. È tale ¶ La bellissima figlia
240
1713
Non sol saran contenti ¶ E Giustino e Sofia di
241
1713
ch'era rimasta ¶ Vedova e senza figli, ¶ Tosto di
242
1713
che mi sei sorella e madre, ¶ Che giova senza
243
1713
Anzi, quando la doglia è troppo grave, ¶ Prende dal
244
1713
Prende dal ragionare audacia e forza; ¶ Come cangia talora
245
1713
Mostri poco d'amarmi, ¶ E che d'Asteria tua
246
1713
A te già noto ¶ È il bel Giustino, e
247
1713
È il bel Giustino, e sai quanto ei mi
248
1713
quanto ei mi amasse ¶ E quanto l'amor suo
249
1713
liberarla. ¶ Ei già partissi, e nel partire, oh Dio
250
1713
non posso in pace; ¶ E se via non si
251
1713
La tua cara sorella è giunta a morte. ¶ AST
252
1713
spero, se non m'è contrario il fato, ¶ Far
253
1713
sì come verace figlia, ¶ E del consorte suo le
254
1713
suo le voglie regge; ¶ E se aita mi presta
255
1713
Che la tua contentezza e il tuo diletto, ¶ E
256
1713
e il tuo diletto, ¶ E che mi ami, o
257
1713
l'opra a cominciare, e bada ¶ Di non gettare
258
1713
Vanne tosto, o sorella, e pensa teco ¶ Che dalla
259
1713
La mia morte dipende e la mia vita. ¶ AST
260
1713
regno ¶ Nella più cupa e più riposta sede ¶ Porta
261
1713
Porta Nettuno il piede: ¶ E ad un suo cenno
262
1713
rapidi ministri Eolo riduce, ¶ E sol manda alla luce
263
1713
che, con moto eguale e dolce ¶ I tuoi lini
264
1713
i vanni tuoi ¶ Stragi e morti al Goto indegno
265
1713
al Goto indegno, ¶ Vita e regno al vincitor. ¶ Ma
266
1713
amante? ¶ Pria tante volte e tante ¶ Fiera lo discacciasti
267
1713
chi felice amor fugge e non cura, ¶ Tardo pentir
268
1713
sorte, allor nol vuoi; ¶ E la richiami poi ¶ Quando
269
1713
SCENA PRIMA ¶ Galleria. ¶ asteria e teodora ¶ AST. A voi
270
1713
il Cielo ¶ Lungamente conservi ¶ E la felice vita e
271
1713
E la felice vita e il vasto regno. ¶ TEOD
272
1713
Sia propizia la sorte. E qual cagione ¶ A me
273
1713
per non rimirar dolente e mesta, ¶ Ne vengo ad
274
1713
il vostro aiuto. ¶ TEOD. E qual subito evento ¶ Le
275
1713
la vidi ¶ Tutta lieta e ridente ¶ Ieri, poiché nel
276
1713
Entro l'animo solo è la ferita, ¶ Che tanto
277
1713
la ferita, ¶ Che tanto è a lei più dolorosa
278
1713
a lei più dolorosa e grave, ¶ Quanto l'oppressa
279
1713
oppressa parte ¶ Più nobile è del corpo. ¶ TEOD. Andiamo
280
1713
adunque ¶ Per consolarla almeno, e far... ¶ AST. No; resta
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1713
cagion del suo male, e fa ch'io sappia
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1713
Gìustino la subita partenza ¶ È causa del suo affanno
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1713
causa del suo affanno; ¶ E se non torna il
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1713
dolor l'opprime. ¶ TEOD. E perché prima ¶ A me
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1713
Or se ne pente, e se ne pente in
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1713
non so rinvenirla. ¶ AST. È facil cosa ¶ Far ciò
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1713
su le mondane genti; ¶ E se chiedete a lui
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1713
gli dée, perché Sofia ¶ È figlia di Silvano a
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1713
furo soggiogati e vinti. ¶ E ancor della vittoria andrò
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1713
vincesti l'Africa superba, ¶ E ai Vandali abbassasti il
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1713
l'Italia liberar potrai. ¶ E se col suo valore
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1713
cui sì bel disegno è degno parto, ¶ Di quella
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1713
eventi ¶ In così lunga e perigliosa guerra, ¶ Talor mi
294
1713
guerra, ¶ Talor mi turba, e rivolgendo meco ¶ Vado mille
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1713
La virtù della sorte, e dove suole ¶ Spesso il
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1713
apparir pien d'ardimento, ¶ E mill'altri perigli, i
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1713
vado ¶ Tra me considerando, e trovo al fine ¶ Che
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1713
Tutto il mio arbitrio e tutto il mio volere
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1713
piace, ¶ O saggia imperatrice, è in vostre mani. ¶ Ma
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1713
vita ¶ Lunge dalle fatiche e dai perigli, ¶ Che della
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1713
sì bella sorte, ¶ Qual è questa di fare il
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1713
afflitta, ¶ Con così eccelso e valoroso duce, ¶ Lasciar via
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1713
mi faranno accorto. ¶ IMP. È tempo ormai che su
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1713
voti. ¶ GIUS. Eccelso imperatore e saggia donna, ¶ Per seguir
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1713
TEOD. Serva il mare e la sorte al tuo
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1713
desio. ¶ SCENA SECONDA ¶ imperatore e teodora ¶ IMP. Cara consorte
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1713
Il canape han disciolto, ¶ E abbandonato a piene vele
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1713
piene vele il porto; ¶ E vanno sì veloci ¶ Che
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1713
Parmi che il cielo e l'aure e l
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1713
cielo e l'aure e l'onde amiche ¶ Prestin
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1713
soggetta ¶ Con poca forza, e senza stragi e morti
312
1713
forza, e senza stragi e morti ¶ Che, mentre le
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1713
mentre le città vuotano e i regni, ¶ Rendon scemo
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1713
di chi governa, ¶ Ch'è sforzato a fondar la
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1713
su l'amor, ch'è più tenace nodo. ¶ TEOD
316
1713
nodo. ¶ TEOD. Il sole è chiaro e senza nubi
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1713
Il sole è chiaro e senza nubi il cielo
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1713
di futuro danno. ¶ IMP. È tempo ormai, Teodora; ¶ Ch
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1713
le cure del regno e i lunghi affari ¶ Non
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1713
del dì nell'ozio; e chi governa ¶ Debb'esser
321
1713
che a se stesso. ¶ E voi n'andrete intanto
322
1713
nostr'opra. ¶ TEOD. Grato è a me l'eseguire
323
1713
Sovra i più forti e più gelati petti! ¶ Io
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1713
Sol di doglia cagione e di tormento ¶ Per la
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1713
non discende? ¶ Forse non è di leggiadria ripieno? ¶ Forsennata
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1713
leggiadria ripieno? ¶ Forsennata Sofia! ¶ E pur tu lo sprezzasti
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1713
Che del fato lagnarti e di te stessa. ¶ Chi
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1713
A guisa di profonda e larga valle, ¶ Non ti
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1713
ti sommerga al fine, ¶ E a te tolga in
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1713
tolga in un tratto e a me la vita
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1713
cadente sudore ir rasciugando. ¶ E tu lieto saresti ¶ Nel
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1713
ardente. ¶ SCENA QUARTA ¶ asteria e sofia ¶ AST. Qual flebile
333
1713
Sofia? ¶ Dimmi, cara sorella, e perché porti ¶ Tutto il
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1713
il volto di pianto e il petto molle? ¶ Non
335
1713
tu non mi rispondi? ¶ E, in vece di risposta
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1713
te donò la luce e corse a morte; ¶ Ed
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1713
lungo tempo ritenevano. Partissi, e nella sua partenza Sofia
338
1713
il velo della vergogna, e lasciando libero campo a
339
1713
in isposa a Giustino, e che questi si richiamasse
340
1713
a mezzo il cammino, e trovolle in una noiosa
341
1713
picciolezza del suo legno e la stanchezza de' marinari
342
1713
Giustino, agitato dal mare e semivivo, fu gettato dalla
343
1713
corse alle sue stanze, e così persuadendole il suo
344
1713
felice nodo si uniscono; e Cleone in premio dell
345
1713
in consorte. ¶ Il soggetto è tratto interamente dall'Italia
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1713
SOFIA figlia di Silvano e nipote di Teodora. ¶ ASTERIA
347
1713
GIUSTINO nipote di Giustiniano e amante di Sofia. ¶ BELISARIO
348
1713
FOSCA ¶ CORO ¶ La Scena è in Durazzo. ¶ ATTO PRIMO
349
1713
di Durazzo, navi pronte, e genti che stanno per
350
1713
giustiniano imperatore, belisario, giustino e teodora ¶ IMP. In voi
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1713
IMP. In voi, fedele e valoroso duce, ¶ Vive la
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1713
Vive la mia speranza, e da voi solo ¶ L
353
1713
Da man de' Goti. È quasi scorso ormai ¶ Un
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1713
dura servitù, né v'è chi sappia ¶ Sottrarla al
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1713
la vittoria ovunque andate. ¶ E poi, sebbene i Goti
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1713
i Goti abbiano ardire, ¶ E siano fiere e bellicose
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1713
ardire, ¶ E siano fiere e bellicose genti, ¶ Non han
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1713
duce però; perché Teodato ¶ È pigro, crudo, scellerato e
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1713
È pigro, crudo, scellerato e vile, ¶ E neppur della
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1713
crudo, scellerato e vile, ¶ E neppur della guerra il
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1713
guerra il nome intende. ¶ E quella forza che non
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1713
quella forza che non è legata ¶ Dalla ragione il
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1713
in lui discende, ¶ Ond'è che si discioglie in
364
1713
han se non vano e brieve corso. ¶ E per
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1713
vano e brieve corso. ¶ E per doppia ragion dobbiamo
366
1713
Muoverci contro i Goti: e perché sono ¶ Seguaci d
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1713
sono ¶ Seguaci d'Arrio e d'ogni sua dottrina
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1713
dottrina, ¶ Di noi nemici e della nostra fede; ¶ E
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1713
e della nostra fede; ¶ E perché, quando Teodorico scese
370
1713
di ritorla ad Odoacre ¶ E renderla congiunta al primo
371
1713
fe' di lei rege e tiranno. ¶ Se poi rimiro
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1713
ed il maturo ingegno ¶ E così belle ed ordinate
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1713
antica ¶ Sciolta d'Italia, e discacciati i Goti. ¶ Andate
374
1713
meno il teme, ¶ Spesso è cagion che ne rimanga
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1713
oppresso; ¶ Qual, dopo lunga e tenebrosa notte, ¶ L'occhio
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1713
che soggiogate il mondo ¶ E date norma alle romane
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1713
leggi, ¶ A così bella e generosa impresa ¶ Qual è
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1713
e generosa impresa ¶ Qual è di liberar l'Italia
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1713
Doppia ragion mi guida e doppia voglia: ¶ Primo è
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1713
e doppia voglia: ¶ Primo è il desio che ho
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1713
il mio voler dipende, ¶ E il cui volere è
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1713
E il cui volere è sommo mio diletto; ¶ E
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1713
è sommo mio diletto; ¶ E poi la gloria di
384
1713
mai non furo soggiogati e vinti. ¶ E ancor della
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1713
son le mie nozze e i lieti giorni, ¶ Queste
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1713
A' detti prestai fede! e quanto è stolto ¶ Chi
387
1713
prestai fede! e quanto è stolto ¶ Chi del futuro
388
1713
Tu commovesti. il mare, e tu le vele ¶ Scindesti
389
1713
bene ¶ Restò nel flutto e si sommerse al fine
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1713
crudo cielo! Ah infido e sordo mare! ¶ Ingratissime stelle
391
1713
Quando l'aveva appresso, e perché allora ¶ Non abbracciai
392
1713
Nol dividea tant'aria e tanto mare? ¶ Sì, la
393
1713
a tanto tuo lamento. ¶ È di un debole spirto
394
1713
effetto il pianto, ¶ Ed è sciocchezza estrema usarlo allora
395
1713
Ch'usi per consolarmi è che mi uccide. ¶ Se
396
1713
Ma tu, mio caro e misero Giustino, ¶ Queste lagrime
397
1713
ciglio ovunque sei. ¶ Questo è l'ultimo pegno ¶ Che
398
1713
giace, ¶ Lasciare or voglio, e per unirmi teco ¶ Abbandonar
399
1713
teco ¶ Abbandonar la vita, e almeno in morte ¶ Dimostrandomi
400
1713
niega. ¶ Asteria, io parto, e, giacché qui restate, ¶ Vi
401
1713
perché qui mi lasci? E dove corri? ¶ SOF. Il
402
1713
giro ¶ De' tuoi sereni e fortunati giorni! ¶ Infelice Sofia
403
1713
Chi per supremi gradi e per ricchezze, ¶ Chi per
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1713
immortal, chi per amore; ¶ E raro è quel che
405
1713
per amore; ¶ E raro è quel che ottiene ¶ Del
406
1713
ad ogni sua speranza; ¶ E tanto fa più grave
407
1713
Mira che strano evento e lacrimoso, ¶ Qual funesto spettacolo
408
1713
frutti ¶ Che fallace prometti? E questi sono ¶ I cari
409
1713
non ha maggior mostro e più nocivo ¶ La dura
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1713
Di questa fiera indomita e crudele, ¶ Che per suo
411
1713
SCENA QUINTA ¶ cleone, servi e detta. ¶ CLE. La dolente
412
1713
dolente Sofia, di doglia e d'ira ¶ Tutta nel
413
1713
che veggio! ¶ Questo, Asteria, è Giustino in terra steso
414
1713
uopo ¶ Voi m'ingannaste, e tante volte e tante
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1713
ingannaste, e tante volte e tante. ¶ Quando meno il
416
1713
Si pasce l'uomo, e, se talor si crede
417
1713
crede ¶ Essere in pace, è perché cangia doglia. ¶ E
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1713
è perché cangia doglia. ¶ E la miseria nostra così
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1713
caso estremo ¶ Coll'opra e col consiglio alcun'aita
420
1713
corpo sia quindi rimosso ¶ E dal popolo ottenga il
421
1713
vita; ¶ Ma sì debole è il filo a cui
422
1713
bevve, ¶ Gli spirti oppresse e non gli estinse ancora
423
1713
del braccio tuo vana è la forza. ¶ Questa nera
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1713
vidi, ¶ Enfiato, umido, lacero e grondante ¶ Ancora il crin
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1713
me le scolorite labbra, ¶ E dirmi in tuono orribile
426
1713
dirmi in tuono orribile e severo: ¶ 'Per te non
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1713
te non vivo, ingrata, e tu non mori?' ¶ Ahi
428
1713
potessi i giorni tutti e gli anni, ¶ Che si
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1713
A te li sacro e alla tua pura fede
430
1713
che lieto mi raccolga, e scorta ¶ Mi facci almen
431
1713
mi trattiene? ¶ Eh che è vano timor... No, non
432
1713
ubbidir la mente. ¶ Questa è ben, crudo Ciel, pena
433
1713
fia mai. Si beva, e questo ¶ Mortifero liquor spenga
434
1713
beve) ¶ Già la morte è nel seno. Almen pietosa
435
1713
regnava. ¶ SCENA SETTIMA ¶ asteria e sofia ¶ AST. Non più
436
1713
SOF. Per me, sorella, è vano ogni piacere; ¶ E
437
1713
è vano ogni piacere; ¶ E se Giustino ancor tornasse
438
1713
di pene. ¶ AST. Appunto è vivo il bel Giustino
439
1713
vivo il bel Giustino, e spesso ¶ Di te richiede
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1713
spesso ¶ Di te richiede, e ben verranne or ora
441
1713
Rese col suo sapere e sposa e vita. ¶ SOF
442
1713
suo sapere e sposa e vita. ¶ SOF. Oh Ciel
443
1713
in verso il cielo ¶ E là col capo onde
444
1713
spirti al ministerio loro. ¶ E, se nol credi, or
445
1713
tuoi ¶ Trarrai più certa e più sicura fede. ¶ SOF
446
1713
Qual stranezza di sorte è questa mai? ¶ Ah mio
447
1713
mente spinge ¶ A mille e mille orride furie in
448
1713
porto, ¶ Sorge nuova tempesta, e mi riduce ¶ In mezzo
449
1713
al mar più gonfio e più feroce. ¶ Ma meglio
450
1713
più feroce. ¶ Ma meglio è che a Cleon tosto
451
1713
Queste son le speranze e l'ore liete? ¶ Ministre
452
1713
nel regno ¶ Non v'e contento ¶ Che del tormento
453
1713
irate ¶ D'acuto ferro e di lucente acciaro ¶ Non
454
1713
core ¶ Dolce pace nutriva e dolce amore! ¶ Fu il
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1713
arboscello, ¶ Un limpido ruscello ¶ E una capanna umìle ¶ Le
456
1713
Che ad alte pompe e strepitose nozze. ¶ GIUST. Stolto
457
1713
vien, se non v'è grave, ¶ Narrare a noi
458
1713
ne son ben desioso, e questo ¶ Tempo opportuno a
459
1713
i suoi passati affanni; ¶ E quand'anche non fosse
460
1713
Che fra tema agitati e fra speranza ¶ Lungamente condusse
461
1713
condusse i nostri pini; ¶ E in mezzo del cammino
462
1713
cammin rivolse il corso, ¶ E fe' l'ali cadere
463
1713
con moto però noioso e grave. ¶ Or mentre impazienti
464
1713
a me col messo e colla carta ¶ Che'l
465
1713
Che'l vostro impero e il mio piacer chiudea
466
1713
noi poc'anzi giunse, ¶ E a me chiamato il
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1713
Sciogli il canape,' dissi, 'e dà veloce ¶ I remi
468
1713
I remi all'onde, e dà le vele al
469
1713
sorridendo il buon nocchiero, ¶ E disse: 'Io credo che
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1713
Con legno così fragile e leggero. ¶ Di già mancò
471
1713
Di già mancò Settentrione e Greco, ¶ Ma l'umido
472
1713
Scirocco in aria regna; ¶ E pure è chiaro il
473
1713
aria regna; ¶ E pure è chiaro il ciel, segno
474
1713
sicuro ¶ Di prossima procella; ¶ E poc'anzi le garrule
475
1713
garrule cornacchie ¶ Ivan correndo e dibattendo l'ali, ¶ Quasi
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1713
qual de' miei pensieri è guida, ¶ Saprà reggere il
477
1713
Oh se meno impaziente e desioso ¶ Foste voi stato
478
1713
ignudo ¶ Gli fei forza, e partissi: in guisa tale
479
1713
a poco di ferocia e forza ¶ Coll'infido Scirocco
480
1713
Coll'infido Scirocco Africo e Noto, ¶ Che, traendo con
481
1713
Lo stridor delle sarte e i mesti gridi ¶ De
482
1713
venti; ¶ L'arbore infranto e le divulse antenne; ¶ E
483
1713
e le divulse antenne; ¶ E il pino ancora, che
484
1713
Al luogo onde partimmo, e in van pentito ¶ Coll
485
1713
sommerso! ¶ Così senza speranza e senza aita ¶ Tanto n
486
1713
Di Durazzo le rocche e l'alte mura; ¶ Sicché
487
1713
cagion di maggior doglia e pena; ¶ Perché il furor
488
1713
furor dell'impaziente Noto ¶ E l'onda che da
489
1713
Che ruppe l'onda e profondossi in mare, ¶ Lasciando
490
1713
miserabil suono ¶ Delle interrotte e moribonde voci ¶ Che chiedevano
491
1713
L'uso della favella e della mente; ¶ Né so
492
1713
so come qui venni, e chi ridusse ¶ In Durazzo
493
1713
lido. ¶ SCENA SECONDA ¶ fosca e detti. ¶ FOS. Nella misera
494
1713
morto, ¶ Corse alle stanze, e per dolor si bevve
495
1713
Della sua morte, sconsolata e sola ¶ Fuggii piangendo, ed
496
1713
avrà tolto per certo e sposo e vita. ¶ TEOD
497
1713
per certo e sposo e vita. ¶ TEOD. Aimè, che
498
1713
ULTIMA ¶ asteria, cleone, sofia e detti. ¶ AST. Ove, Giustin
499
1713
a ritrovar vi viene, ¶ E voi n'andate altrove
500
1713
suo periglio ¶ Pur troppo è stato vero. Or ella