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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
sogni: capelli e fronte e tutto quanto. E quel
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1983
fronte e tutto quanto. E quel cielo che tremolava
3
1983
aspetti, signore, la macchina è fredda, – disse la donna
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1983
la donna con calma. E lasciò la finestra per
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1983
quello dell’altra volta e venne anche lui al
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1983
banco. Domandò da bere e una sigaretta. Aveva faccia
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1983
sigaretta. Aveva faccia devastata e mani fini. ¶ Gregorio ritirò
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1983
spagnolo appreso nei porti. E il giovane non si
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1983
alcuna domanda. Rispondeva laconico e lento. ¶ Ammise che conosceva
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1983
Jean-Pierre molto bene (e come poteva negarlo se
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1983
a quei bungalow, lui e la sua banda). ¶ Era
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1983
non era affatto preoccupato e triste... no, non avrebbe
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1983
amica di Martine, disse, e le faceva compagnia. C
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1983
pochissima: quegli strampalati là e un pittore, un tipo
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1983
può spogliarla, – egli disse, – e contemplarla per lavorare. ¶ Allora
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1983
quando entrò il cameriere. E troncò. ¶ – Scendo giú ai
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1983
miei saluti, – egli pregò. E le disse il suo
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1983
Martine sino ai bungalow, e io ero laggiú. Martine
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1983
il grecale increspava. ¶ Saliva e girava la rupe. Si
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1983
non aveva nessuna voglia e, all’Annunciata, tornò a
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1983
in bilico nella brezza. E crinali a non finire
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1983
a cui si avvicinava, e sacri i gesti con
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1983
Guardarono entrambi incuriositi, pastore e cane. Lo fissavano con
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1983
veniva («d’ounte venés?») e se c’era erba
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1983
Quell’uomo quasi vecchio e quasi sacro spiegò che
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1983
seguivano suoni in calando e strascicati, dolcezze da berceuse
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1983
capre fuori del gregge e già sul crinale: cimavano
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1983
crinale: cimavano ginestre spinescenti e torcevano il muso nell
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1983
lí intorno tutta dura e secca. Non erano venute
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1983
auti mar) in autunno, e adesso subentrava il gelo
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1983
erano destinati solo pietrischi e terreni magri, o quelli
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1983
erba dura come spago e cespugli che nessuna bestia
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1983
seguivano toni piú bassi e piú lunghi. Si capiva
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1983
Aveva a tracolla bisaccia e bastone, e di colpo
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1983
tracolla bisaccia e bastone, e di colpo sfilò il
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1983
antichi portatori di sale, e forse per lo stesso
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1983
loro sentiero. Era seguito e preceduto da capre e
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1983
e preceduto da capre e pecore a frotte. Andava
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1983
Poi Gregorio si riscosse e gli venne in mente
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1983
che possedeva un uliveto e da lí nessuno lo
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1983
diffidenti, per troppa solitudine, e vanno per la loro
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1983
strada. Per troppa solitudine e anche per quel sangue
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1983
sangue che li danna e li fa camminare da
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1983
una luce all’altra. E la sera tardi li
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1983
radente spianava il mare e lo sollevava nelle insenature
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1983
due mari. ¶ La mente è imprevedibile, e stasera era
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1983
La mente è imprevedibile, e stasera era alla terra
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1983
di rientrare di nascosto e si lasciò sorprendere dov
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1983
freddo? ¶ – Adesso proprio no. ¶ – E ci vede? ¶ – Molto bene
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1983
sembrava sollevare gli ulivi e li screziava. Ma il
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1983
ulivo. ¶ – Dove la tiene! ¶ – È a disposizione. ¶ – È tanto
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1983
tiene! ¶ – È a disposizione. ¶ – È tanto che lei naviga
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1983
strada in quella giornata, e qualche bicchiere! Ella rispose
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1983
che piangeva. Si alzò e bussò alla sua porta
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1983
rimproverarla. ¶ Ella si scusò, e spiegò, mentre si copriva
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1983
di nuovo ad attizzare. ¶ – È meglio scaldare: vedrà che
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1983
cielo che si espande e poi giú luce. ¶ – Adesso
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1983
le sue gambe lunghe e gli occhi angelici. ¶ Era
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1983
Fece provviste nella bottega e le ficcò in un
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1983
una veniva dalla Spagna e l’altra era di
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1983
conseguenze che puoi immaginare). E c’è anche una
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1983
puoi immaginare). E c’è anche una grande paura
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1983
due carruggi in penombra e si ritrovarono nel chiarore
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1983
disse Gregorio. ¶ – Passeggiare non è proibito, – fece Edoardo a
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1983
fumo invase il locale e di là dai vetri
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1983
arrivato, fra una disgrazia e l’altra, e poi
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1983
disgrazia e l’altra, e poi si sarebbe visto
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1983
Polonia molti anni fa. ¶ – E ora vive qui? ¶ – No
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1983
il tepore del sole, e i tetti di Avrigue
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1983
suo figlio di adorarlo e poi di odiarlo e
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1983
e poi di odiarlo e con un tono via
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1983
era sempre parsa buona e gentile, una persona eccellente
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1983
la strettoia, illuminava uliveti e boschi di roveri. Anzi
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1983
rami le foglie secche e da lontano sembrano grano
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1983
del giaccone di marinaio e si stese lo scialle
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1983
sulle ginocchia. Era spettinata e aveva un volto severo
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1983
dell’olandese, – disse Maria, – e poi arrivare al passo
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1983
dei dirupi, fortini diroccati e una raggera d’aculei
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1983
piuttosto. O lasci perdere: è ancora meglio. ¶ – Non vuole
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1983
Maria, quasi piangendo. ¶ – Ma è insensato, Maria. Lei si
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1983
simile a un candelabro, e l’altro, che morendo
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1983
di Maria, ancora assillato e pieno di delusione. ¶ 6. ¶ Laurence
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1983
si avvicinò a Martine e, tanto per distrarla, le
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1983
Che guardi? il cielo? ¶ – È cosí terso, d’una
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1983
mi avrai visto! Adesso è tutto finito. Sai cosa
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1983
pittore dice di conoscerti. È già stato qui una
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1983
farmi parlare con nessuno. ¶ – È venuto per lavorare, dice
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1983
Usciva il mattino presto e rientrava la sera tardi
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1983
cappotto; chissà chi era e cosa cercava. Tra la
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1983
nell’atrio della stazione, e gli voleva restituire il
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1983
indietro, tornò a casa e si accese la stufa
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1983
sole toccava i rami e poi il suolo, cercò
93
1983
nuova. ¶ Essere stato imbarcato e venire da lontano può
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1983
un prodigio là dove è vita normale, pensava. ¶ Piú
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1983
spesso portava la neve. ¶ E che donna trovò nel
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1983
arsenale dei sogni: capelli e fronte e tutto quanto
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1983
le spiegò dove abitava e del giovane amico perduto
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1983
entrambi nella città costiera e decisero di scendere insieme
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1983
alta, medievale, dove alloggiava, e lui a un bar
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1983
ma lei calava disinvolta e ogni tanto indugiava ad
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1983
sentieri incisi sulla scarpata e sull’orlo della scogliera
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1983
mare li accompagnava serafico e violento. ¶ Incastellata su un
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1983
col dire, – proprio nessuno! e la sera è lunga
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1983
nessuno! e la sera è lunga... sí, la sera
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1983
lunga... sí, la sera è lunga... – Finí per proporre
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1983
per carità! ma non è un bel posto. ¶ Passarono
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1983
un dirupo di crete e arrivarono a una punta
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1983
s’espandevano sulle rocce e cercavano di strozzare anche
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1983
vestiti in modo ricercato e rudimentale. Vi risuonavano parole
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1983
rudimentale. Vi risuonavano parole e urla rozze e stanche
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1983
parole e urla rozze e stanche, che tuttavia si
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1983
indulgenza: non invocavano guerre e altre calamità. ¶ Parlava con
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1983
Cristoforo in quel rumore, e nel contempo pensava agli
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1983
una luce di bontà e in un che di
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1983
parliamone qui, andiamo altrove. ¶ – E dove possiamo andare? ¶ – Di
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1983
andare? ¶ – Di sotto, c’è meno rumore. ¶ Scesero una
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1983
sua inconfondibile ragnatela. ¶ – Chi è quella donna che è
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1983
è quella donna che è entrata con lei? ¶ – Una
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1983
che ascoltasse. ¶ – Ma no, è cosí sempre assorta. Comunque
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1983
o di qualsiasi altro. ¶ – E della sua vita? Partiamo
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1983
ha raccontata per filo e per segno! E lei
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1983
filo e per segno! E lei l’ha trovata
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1983
Ma che va inventando? ¶ – È Jean-Pierre che me
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1983
Gregorio con dolcezza. – O è lei che mente? ¶ Ma
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1983
con quegli occhi languidi e leali. ¶ Meditava di rinunciare
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1983
piedi accanto alla scala e il giovane si appoggiò
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1983
specchio della sera. ¶ – Lei è arrivata, – egli disse in
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1983
al bar dell’olandese. ¶ – E adesso si fa da
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1983
su quelle rocce, c’è il bar dell’olandese
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1983
si può andare, signore? ¶ – È troppo ripido e non
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1983
signore? ¶ – È troppo ripido e non c’è nemmeno
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1983
ripido e non c’è nemmeno un sentiero. ¶ Quel
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1983
all’inizio della valle e a terrazze nell’interno
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1983
interno. ¶ Maria camminava silenziosa e triste. Il suo passo
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1983
di Ester, altrettanto lungo e piú flessuoso. ¶ Giunsero ad
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1983
Gregorio che mestiere faceva, e saputo che navigava gli
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1983
il mondo, si imparava. ¶ – È una triste routine, signora
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1983
una triste routine, signora! È come andare per deserti
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1983
diceva, – mi fa dannare», e intanto se lo covava
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1983
con uno sguardo smarrito e tenero, e se si
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1983
sguardo smarrito e tenero, e se si fosse imbarcato
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1983
cui non potevano scendere. ¶ E chi non li aveva
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1983
tutti scordati da dio e dagli uomini. Speriamo che
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1983
Ella posò il bicchiere e accese una sigaretta. ¶ – Allons
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1983
fuori d’ogni colpa. E aggiunse che anche Jean
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1983
venait pas de là. ¶ – E da dove veniva? ¶ – Vous
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1983
ancora risposto senza logica e fissato sulle sue colpe
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1983
volle ritornare al bar, e Gregorio lo accompagnò un
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1983
dice? – chiese il cameriere. ¶ – È un malato. ¶ A mezzogiorno
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1983
vapori marini. Un attimo! E il cielo si scorticò
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1983
si scorticò di nuovo, e accrebbe la sua luce
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1983
era vero quel cielo! e quelle rocce! Ed egli
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1983
dalla presenza di Laurence. ¶ – È salita una donna poco
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1983
una donna poco fa. È salita a piedi. Voleva
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1983
tornerà stasera. ¶ – Nessun arrivo? ¶ – È tornato il professor Guillerm
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1983
tornato il professor Guillerm. È passato a prendere la
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1983
ha dato il tempo. È salito subito al bar
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1983
salito subito al bar. ¶ – E tu lassú non ci
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1983
solo dieci anni, Laurence, e sembra ieri. ¶ – Sarà meglio
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1983
Sarà meglio annaffiare: mimosa e calendule stanno soffrendo la
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1983
raffredda... Ma che ora è? Sembra già tardi. ¶ – È
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1983
è? Sembra già tardi. ¶ – È l’una. ¶ – Quanto ho
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1983
dormito! ¶ – Era già giorno e non dormivi ancora. ¶ Martine
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1983
ancora. ¶ Martine si allontanò e tornò con la gomma
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1983
mon enfant! ¶ L’importante è che adesso faccia qualcosa
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1983
veniva su al bar e al sentiero della rupe
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1983
pomeriggio, tra le due e le tre, spariti anche
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1983
il cielo si assottigliava e si alzava, come per
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1983
dal sole. Andava piano e si guardava intorno. Aveva
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1983
il cameriere era uscito e che fra poco tornava
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1983
lei non poteva aspettare e se ne andò. ¶ Prese
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1983
di udire un coro e non la seguí piú
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1983
le onde del mare e i sonni attraversati dai
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1983
bara usciva dal paese e le chiome color paglia
175
1983
all’altra dei mandarini. «È un lungo viaggio, madre
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1983
ma fra terrazze apriche, e ci sono anch’io
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1983
anch’io con te e c’è anche il
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1983
con te e c’è anche il Muto». Mai
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1983
solenne strappo al cuore e se ne va. Si
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1983
rupe. ¶ Tornò ai ricordi e si domandò perché gli
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1983
in mente sua madre, e nel sole e trascinata
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1983
madre, e nel sole e trascinata nei carruggi. Perché
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1983
Di muli con campanacci e di mulattieri con bianchi
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1983
cambiar vita la mamma, e per comprar qui ha
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1983
fanno roghi di vascelli». ¶ E adesso come credere ch
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1983
agli aculei per passare, e suo marito era stato
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1983
ci ha guidato allora è stato un assassino. ¶ – Come
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1983
messo il cancello. ¶ – Chi è stato? ¶ – È lí dagli
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1983
cancello. ¶ – Chi è stato? ¶ – È lí dagli anni trenta
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1983
lí dagli anni trenta, e forse da prima... I
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1983
la strada. ¶ – Ma quando è successo? ¶ – Vent’anni fa
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1983
tre frontiere. ¶ – Ah, lei è polacca? ¶ – Per mia disgrazia
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1983
era il sole steso. E il bar ormai doveva
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1983
occhi quella visione: madre e figlio sulla scarpata, i
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1983
identici mossi dalla brezza, e quelle parole a fior
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1983
gruppetto dalla rupe, stanco e lento. Erano due uomini
197
1983
lento. Erano due uomini e una donna; uno degli
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1983
compagno che lo precedeva, e strisciava i piedi alzando
199
1983
offendono glielo porterei io. ¶ – È gente strana... passano due
200
1983
un diploma di mare, e gli aveva insegnato un
201
1983
un po’ di latino e di francese. Era un
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1983
si lavava i vestiti e se li stirava, cuciva
203
1983
cieco a diciott’anni, e aveva dovuto rinunciare al
204
1983
onda della loro voce, e dio sa se erano
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1983
di quell’uomo buono e paziente. ¶ Gregorio si spostò
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1983
poggio un cielo sereno e denso, solcato da due
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1983
quasi un tetto luminoso. ¶ E altri cieli emersero dal
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1983
tenebrume della memoria, alti e trasparenti come il vento
209
1983
un frastuono di motociclette e poco dopo entrarono dei
210
1983
con spilloni agli orecchi e petti nudi. Appartenevano alla
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1983
entrati se ne andarono. ¶ – E quelli? ¶ – Piú mi segno
212
1983
lampa. ¶ Deserta la strada e deserti i sentieri fino
213
1983
di città con casermoni e galere. ¶ Deserta la strada
214
1983
strada, immobili i cespugli e leggermente agitato il mare
215
1983
Da un affarista olandese. È lui che ha messo
216
1983
olandese, bar dell’olandese. ¶ – È un bel posto, – disse
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1983
tremano al minimo vento? E quella rupe lassú dà
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1983
un senso di desolazione, è piena di corvi. ¶ – Ripara
219
1983
alcune coppie di gheppi e i corvi vi comparissero
220
1983
di tanto in tanto. E a camminarvi, sul dorso
221
1983
con resti di muretti e sabbia e pietrischi. A
222
1983
di muretti e sabbia e pietrischi. A nord e
223
1983
e pietrischi. A nord e ad oriente sí che
224
1983
che era tagliata netta e scheggiata. ¶ – Se a lei
225
1983
pagato, ne sono sicuro, e forse qualcosa meno. ¶ – È
226
1983
e forse qualcosa meno. ¶ – È lei che fa i
227
1983
di quella ragazza che è stata trovata nuda, con
228
1983
cameriere che si rispetta è come un croupier... Messieurs
229
1983
di spini, bunker, gallerie. ¶ – E sarebbe completamente fuori strada
230
1983
Si lamentò di Martine e dell’amica che aveva
231
1983
lo splendore del cielo e sembrava diretta contro le
232
1983
rocce. ¶ – Secondo me, Martine è difficile che salga, – disse
233
1983
so come spiegarle. ¶ ... ¶ – Lei è capitano di mare? ¶ – Il
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1983
mare non ha capitani: è terra di mano morta
235
1983
sul mare di notte. È tutto qui. ¶ – Ognuno ha
236
1983
Era niente. Fingersi morti e farsi portare in barca
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1983
d’una tale innocenza e ingenuità che scoraggiava. ¶ – Eran
238
1983
di morte, altro morire. ¶ E allora, come a tranquillizzare
239
1983
delle undici: Jean-Pierre e se stesso in lacrime
240
1983
Ora smetta di piangere e mi aiuti. ¶ – Vous êtes
241
1983
si fermò al banco e chiese al cameriere con
242
1983
hippies, col professor Guillerm e... con lei naturalmente. ¶ – Il
243
1983
naturalmente. ¶ – Il professore non è andato via? ¶ – Da pochi
244
1983
pochi giorni. Comunque ritorna. ¶ – E questi cosa fanno, chi
245
1983
disse il cameriere, – sfaticati e vagabondi. ¶ – Io non ho
246
1983
ne cingeva la fronte e i capelli fluenti. ¶ «Adieu
247
1983
terminava com’era cominciato e tornò il silenzio. ¶ – Ma
248
1983
che l’abbiano ucciso? ¶ – E lei no? ¶ – Penso che
249
1983
in pratiche di frontiera e forse lo stavano seppellendo
250
1983
credono in Spagna. ¶ – Forse è spagnolo. ¶ – Macché spagnolo. ¶ – Ha
251
1983
crederanno in Spagna. Rocce e burroni s’assomigliano in
252
1983
Dalla Normandia, Fiandre, Olanda e Danimarca... e dal trono
253
1983
Fiandre, Olanda e Danimarca... e dal trono di dio
254
1983
gioco per farla soffrire. E cosí se ne andò
255
1983
andò. ¶ Andò verso occidente e finí nel vallone sotto
256
1983
abbandonato borgo di Avrigue, e ulivi scheletriti. ¶ Che cosa
257
1983
dileguati tra gli ulivi, e Jean-Pierre aveva preso
258
1983
esperto di insidie sfingi e scogliere di miraggi sparse
259
1983
lui, nei pochi fatti e nelle molte parole, indizi
260
1983
delle terre soprane. ¶ 2. ¶ Martine e Laurence entrarono nel bungalow
261
1983
quanto aveva già fumato! – e guardava fuori del finestrino
262
1983
del soldato erano afflosciati e quasi cancellati dalla stanchezza
263
1983
Jean-Pierre, la donna e il soldato in una
264
1983
lo vorrei. ¶ Occhi lucenti e smarriti e mano titubante
265
1983
Occhi lucenti e smarriti e mano titubante... era il
266
1983
di miraggi batteva mare e rocce in lunghe folate
267
1983
il bosco di querce e l’uliveto. Un mondo
268
1983
paletot sulle spalle, uscí e prese a salire per
269
1983
Gli uliveti erano ripidi e serrati dal cielo. ¶ Il
270
1983
già colazione, trangugiando pane e aringa. ¶ – Eh! noi di
271
1983
caffè adesso. ¶ – La fame è fame, non c’è
272
1983
è fame, non c’è caffè che tenga. ¶ Erano
273
1983
Erano due cinquantenni, tutt’e due alti e magri
274
1983
tutt’e due alti e magri, due saraceni dei
275
1983
sono Giuanin de Vitò. ¶ – E io Vitò de Giuà
276
1983
di nomi ad Avrigue? ¶ – E lei come si chiama
277
1983
olandese. ¶ – Ma ce n’è ancora di vivi a
278
1983
dicono tante. ¶ – Ho capito... È come san Tommaso: crede
279
1983
a ciò che vede. È una buona tattica. ¶ – Buon
280
1983
lascio mangiare in pace –. E proseguí per la sua
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1983
d’arastre sotto cammino. E ogni tanto quei ghirigori
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due o tre giorni, e appena s’accorse d
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clarino in un cavagno e prese il magaglio. ¶ – Era
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uomo lasciò il magaglio e si accosciò sull’orlo
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Io la conosco. Lei è Grigò, Grigò del bastimento
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antica come il furto e la fame. Erano riusciti
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un tenente austriaco. ¶ – Se è nella banda di Avrigue
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suonerà la «numero due»? ¶ – È sempre il pezzo forte
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suo passato era deserto e mare diaccio. Deserto il
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imbarco: corvi lo sorvolavano. E gabbiani – gabbiani d’avorio
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stanza. Tornò in cucina e mise un ciocco ancora
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della macchina di Ester e accese le lampade della
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le lampade della porta e del sentiero. ¶ Andò alla
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notturno. Enormi splendevano Aldebaran e Capella in salita sui
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sui crinali d’oriente e Deneb della Croce del
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in fondo alle terrazze e salí per l’uliveto
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sua andatura era decisa e flessuosa. Si incantava a
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bella, un tipo deciso, e portava conforto alle ore
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che mormorava frasi insensate e dolcissime. ¶ Ester disse che
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il giornale della sera. ¶ – E che dicono? Perché non
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nulla... «Un giovane s’è gettato dalla rupe eccetera
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gettato dalla rupe eccetera...» E il solito commento sulla
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Ti pareva strano? ¶ – Non è la prima volta che
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aveva un costone chiaro e una china buia sul
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le aprí il montgomery e le incollò la veste
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marinai saturi d’acqua e lamiera. ¶ Rientrarono subito in
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piace la tua casa. ¶ – È piccola ed è vecchia
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casa. ¶ – È piccola ed è vecchia. ¶ Era fatta di
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stanzette; sotto, una legnaia e una stalla vuota. Sapeva
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su pietra, a secco. E una mattina gli era
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del ferro, murasse pietre e teschi. ¶ Ester portò nella
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piaceva guardarla: era dolce e tenera. Invano il tempo
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prime rughe. Era affettuosa e calda. Portava sotto la
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Aveva una libertà lucida e decisa, una vita autonoma
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decisa, una vita autonoma e la felicità voluta di
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felicità voluta di chi è infelice. ¶ Ester aprí i
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crinale. ¶ Mancava la legna e si rivestí per andare
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Pierre la «vecchia nutrice» e l’aveva preso tra
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a quel mare alto e muto come un cielo
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cielo. ¶ Una zona rugosa e chiara ha morsicati confini
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confini che si sciolgono e si ripristinano in un
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suo sciogliersi nell’eterno e nel nulla. ¶ Guardò Ester
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il suo respiro sereno e lasciò il mare al
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una settimana. Partí cupa e intenerita. ¶ Gregorio trascorse il
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del mattino in casa e nelle sue fasce. ¶ Alle
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solito febbricitò sul crinale e scese l’ombra oltre
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di pini, cresciuti inclinati e quasi coricati a causa
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del vento; un leccio e un alaterno si protendevano
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era irto di pietre e infestato di erbacce. Un
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un incendio di sterpi e forse nel suicidio non
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insieme a vedere rocce e uliveti dall’orlo del
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mare, per greppi arcuati e brulli, dominati dalla Pila
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concava che raccoglieva pioggia e rugiade. ¶ Il bar sorgeva
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intorno alla stufa. Uomini e donne, vestiti di palandrane
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donne, vestiti di palandrane e frangiati giubbotti, parlavano poco
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frangiati giubbotti, parlavano poco e sottovoce. ¶ Gregorio si fermò
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sperone quasi sempre dorato e ventoso. ¶ Per scendere sulla
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il cornicione della chiesetta) e dalla piazzola si scendeva
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Nidi di silenzio, ora, e di topi. Avrigue era
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che ora pareva insopportabile, e i giovani se ne
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attraversava, undici o dodicenne e con gli occhi già
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gli serviva da cappuccio e gli scendeva per la
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dalle alture di scisti e sabbie con rosmarini ondosi
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sabbie con rosmarini ondosi e casoni fessurati. ¶ Il mare
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Il mare da lassú è di un azzurro immobile
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di un azzurro immobile e smorzato. ¶ Gregorio conosceva ancora
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vita del paese, vita e miracoli. L’immobilità delle
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dal trascorrere del tempo e dai mutamenti. Tutto è
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e dai mutamenti. Tutto è eguale, da sempre e
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è eguale, da sempre e per sempre: le feste
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Avevano costruito ripiani, scavato e ulivato. Da zero fino
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fatica tradotta in opere e la pena blandita dalla
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buona morte». San Sebastiano e Nostra Signora dei Dolori
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fatica, da sola insostenibile. E Morte sparsa come una
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una casa in paese e una campagna rocciosa, si
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valle in qualsiasi ora e mese di qualsiasi anno
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la forza del mito e si radicavano nella memoria
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dei padri dei figli e dei nipoti: un triennio
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di rapine sequestri omicidi e altre cose «all’ordine
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la minima», era pari e forse piú alta del
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in passato da fasce e petraie. Ciò li disorientava
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petraie. Ciò li disorientava e li rendeva persino allegri
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disse Gregorio, – non c’è piú nessuno. ¶ – Se ne
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In giú sulla costa e piú giú ancora. ¶ – Con
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un piede nella tomba e ancora voglia di scherzare
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gli immutabili vegliardi, tranquilli e beati con la loro
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prendere il pane (forno e bottega erano in un
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erano in un vicolo) e nel riattraversare la piazza
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tempo, eccessivi nel bene e nel male, sepolti in
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Ha sentito? Un giovane è caduto dalle rocche di
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religiosi. Sovente il prete è piú illuminato dei fedeli
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arrancava male in salita e ogni tanto si fermava
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di quei tipi sbrigativi e vaghi davanti alla morte
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vaghi davanti alla morte. ¶ E andava piano. Un’ora
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il vento scuote ulivi e pini. ¶ Il prete riposò
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prete, – tanto non c’è rimedio. ¶ – Per un triste
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triste spettacolo non c’è da aver fretta. ¶ Jean
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rado di pini aleppensi e un prominente arbusto piú
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nel passaggio, fin dove e fin che poteva. ¶ Giunsero
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se fosse stato vivo e colpevole. ¶ Restò a lungo
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versante. ¶ Passò un botro e monticelli di creta bianca
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in basso altri uliveti e altri massi scendevano già
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bellezza senza pulviscolo, triste e quasi funebre. ¶ Al di
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Rami d’ulivo, tetti e profili di colli evocavano
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era brezza di mare e qualche bagliore s’aggrovigliava
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navigato sotto bandiere ombra e d’altronde tutte le
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quei drappi della terra. E ora sapeva che persino
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sotto un falso labaro e non si lasciava riconoscere
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sotto il cielo stellato. ¶ – È tanto che aspetta? ¶ Da
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Martine che pareva sognasse, e sorretta da quel sogno
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giardini lucidi d’aranci e di carrubi, salirono verso
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annidata fra le rocce e poi scesero a Montecarlo
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piú adatte alle onde e alle nubi che a
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erano irti di grattacieli e lunghe muraglie sostituivano gli
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non volle entrare. ¶ – C’è la roulette americana, – spiegò
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sí; lungo l’atrio e le pareti della sala
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europea dominava ancora spietata e sovrana. ¶ Laurence s’accinse
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prese due pieni consecutivi e andò a cambiare. ¶ Lui
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sono in forma stasera, è meglio andare. ¶ – Ha cenato
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nuit? ¶ Presero la macchina e salirono alla «moyenne corniche
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scavati nella roccia calcarea, e ampie curve. ¶ Giunsero in
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degli angeli: tetti, marosi e palme in una nebbia
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al largo era nero e come incavernato. Sussurravano i
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dal ristorante lasciarono Nizza e tornarono in alto sulla
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quello rapido di Villefranche, e quello piú lento di
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il cielo. Lei fumava e parlava. ¶ Si avviarono in
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dentro un giardino. Suonarono e l’attesa sembrò lunga
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una porta, – ella fece. – È sicuro d’aver suonato
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Una luce s’accese e venne ad aprire una
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febbre svanivano in ghiaia e cenere. Da molti anni
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d’un azzurro arso e come stanchi d’indagare
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indagare, un corpo florido e luminoso. ¶ Gli piaceva e
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e luminoso. ¶ Gli piaceva e lo inquietava. Avrebbe voluto
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da un’ebbrezza artificiale, e su cui adesso serenamente
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serenamente, spiccavano i seni e il perfetto triangolo ramato
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con le ore cresceva, e particolarmente verso il mattino
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avevano. Erano quasi spagnole e piú malinconiche. ¶ – Anche Jean
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egli chiese, come sbloccato e illanguidito da quella mano
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a cercare la droga. ¶ – E nella droga il coraggio
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a tentoni alla finestra e l’aprí sulla notte
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arabile la terra, sbilenchi e carichi di gloria. ¶ Il
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La piazza, metà sole e metà ombra, era deserta
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essere una coincidenza. ¶ – C’è niente? – domandò. ¶ – No, niente
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dalla luce sull’intonaco e sulle vecchie pietre. Andava
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pietre. Andava piano, pianissimo, e pensava alla storia, della
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di andare a bere. ¶ – È arrivata l’ora di
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l’ora di partire. ¶ – È questo che aspettava? ¶ – Non
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questo che aspettava? ¶ – Non è proprio questo, ma va
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sul mare. Tra lui e ogni altra vita troppi
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pure a rimproverargli lontananze e lunghe assenze. Comprendeva e
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e lunghe assenze. Comprendeva e giustificava, ma andarsene, in
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si vola sui campanili. E lei? ¶ – Io devo essere
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la sua del resto), e gli chiese cosa potevano
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cameriere recriminava: ¶ – Sa chi è arrivato ieri?... Un frate
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Era una cosa sottovoce e i vetri non ne
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ne tremavano. Era mezzogiorno e forse era la fame
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luce spinta dal vento, e in una minima parca
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ma poi abbandonato, calcescisti e vento avevano mangiato la
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con lui al tavolo e prese a parlare, raccontò
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una creatura di sogno e, quel che piú sorprende
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povera, dai diciassette lavorava e risparmiava. Aveva perso a
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sere i suoi risparmi e tutto ciò che suo
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fine che per veleno – e aveva già preparato le
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su una grande quiete, e se ne riceve già
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nirvana. Tornò a giocare e si riprese ciò che
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voleva, una grande vincita, e prima o dopo l
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suo Gregorio gliel’augurava; e gli sembrava che ci
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dovuta riuscire: l’astuzia e il sogno uguagliavano in
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accolse con molto fervore e lo accompagnò al tavolo
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disse, un’anima eccezionale. E dopo un poco, come
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roccia, una Martine coricata e triste. Perché non Laurence
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ramate? Con quel duro e armonioso volto d’avventuriera
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che sprigionava. ¶ – Che ora è? – domandò Gregorio, che non
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non portava mai orologio. ¶ – È l’una, – disse il
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sono chiusi. Ecco uno è lassú... se si china
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poco lo può vedere... è vicino a Poggioscuro, dove
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a fare quel pittore e quel frate. Il pittore
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prima del viola serale. ¶ – E dov’è l’altro
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viola serale. ¶ – E dov’è l’altro convento? – chiese
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priore era nel maquis e aveva salvato il porto
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La guerra era imminente, e i contadini già divisi
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fatti ancora piú astiosi e cupi. ¶ Affondavano sempre in
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Un tempo dipingevo cespugli e corpi di donna. È
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e corpi di donna. È una stagione finita. ¶ Sguardo
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stagione finita. ¶ Sguardo dolce e trasparente, e mento sul
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Sguardo dolce e trasparente, e mento sul petto, parlava
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Ci invidia? ¶ – Voi dipingete e pregate. ¶ – Lei naviga da
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marcire su vecchie carcasse. ¶ – È bello andare, magari pregando
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frate di lungo corso. ¶ – E che cosa dipingeva? ¶ – Donne
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colpo, cosí il piano, e intorno al mare ci
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dei capelli della donna, e piú leggermente quello degli
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mani erano sempre lunghe e fini. ¶ – Anche lei dipinge
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sere! Spica già brillava e la rondine di Mac
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Chino. Tra un flamenco e una malagueña. Non c
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sogni a buon mercato. E quando verso l’alba
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terrazze, verso i conventi e le cime. ¶ – Che giorno
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le cime. ¶ – Che giorno è oggi? – chiese dolcemente. ¶ Nessuno
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non lo convinceva piú. ¶ E perché nessuno, né il
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Già rivestivano la rupe e le ombre della scarpata
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le ombre della scarpata e le argille screpolate. ¶ C
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si tolse il soprabito e lo collocò sulla banda
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Gli uomini guardano te e non il tavolo verde
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di essere rapidi. C’è molta gente nei privés
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gente nei privés, c’è confusione –. E c’era
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privés, c’è confusione –. E c’era anche molta
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viaggi, disse, senza meta e senza nome, tormentosi itinerari
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adesso era in piedi e si spogliava nel barlume
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mezzogiorno vagava sui crinali e tra le cime. ¶ O
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sereni. ¶ Indossò il pigiama e sedette di nuovo sulla
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Aveva controllato due roulettes e non v’erano «numeri
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ed era andata male. ¶ – È pazzesco, Laurence. È proprio
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male. ¶ – È pazzesco, Laurence. È proprio vero che i
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pensava veramente Martine. ¶ – Ma è già giorno? Sento dei
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Laurence andò a vedere. ¶ – È il pittore. Sta già
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a quest’ora? ¶ – S’è innamorato delle rocce del
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tardi, col sole steso, e adesso usciva per lasciarsi
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Sul crinale le ramosissime e spinose calycotome: vi affiorava
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vi affiorava la roccia e non vi cresceva altro
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dei suoi gridi gutturali e soffocati. ¶ Era stecchito e
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e soffocati. ¶ Era stecchito e insieme al ramo spinoso