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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pantaleo Carabellese, Il problema teologico come filosofia, 1931

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
1
1931
la propria attività. Questo è il «più» esistenziale, questo
2
1931
esplicabile nei suoi prodotti, e sentito proprio in questa
3
1931
questa sua esplicabilità. ¶ Esistenza e credenza vengono cosí a
4
1931
di coscienza, che non è l'esperienza ma il
5
1931
di coscienza, per cui è vano domandarci se l
6
1931
domandarci se l'esistere è il credere che il
7
1931
all'altro che gli è presente, o l'esser
8
1931
come tale. Domandarci questo è non avere ancora penetrata
9
1931
come tale in ciascuno, e si dice esistere nell
10
1931
dice esistere nell'altro e credenza nell'uno; il
11
1931
il quale uno però è anch'esso altro, come
12
1931
altro, come l'altro è uno. ¶ E quindi e
13
1931
l'altro è uno. ¶ E quindi e perciò credenza
14
1931
è uno. ¶ E quindi e perciò credenza ed esistenza
15
1931
soltanto un esser creduto è rifiutare l'esistenza a
16
1931
esistenza a chi crede e tornare o al concetto
17
1931
come negazione di coscienza e quindi pura e semplice
18
1931
coscienza e quindi pura e semplice negazione. ¶ Esistere, abbiam
19
1931
negazione. ¶ Esistere, abbiam visto, è credere, come credere è
20
1931
è credere, come credere è esistere: in perfetta identità
21
1931
di questa. L'esistere è l'aspetto creduto oggettivo
22
1931
aspetto soltanto soggettivo. Esistente è il soggetto puro così
23
1931
puro così come ci è risultato in quanto esigenza
24
1931
con cui si presenta, e che è ritenuta oggettività
25
1931
si presenta, e che è ritenuta oggettività, perchè è
26
1931
è ritenuta oggettività, perchè è la stessa capacità realizzatrice
27
1931
distinzione tra l'essere e l'esistere, sulla quale
28
1931
nella concreta coscienza c'è anche l'implicito, e
29
1931
è anche l'implicito, e che non è possibile
30
1931
implicito, e che non è possibile concretezza senza implicazione
31
1931
Questa affermazione dell'implicito è stata interpretata come rinunzia
32
1931
infatti della ragione dimostrativa e affermazione di un di
33
1931
o nel sentimento. Esistere è credere al di là
34
1931
della ragione, la quale è, per sua natura, negazione
35
1931
negazione di ogni limite, e quindi di ogni negazione
36
1931
della esplicazione: l'inesplicato è esplicabile. Perciò non è
37
1931
è esplicabile. Perciò non è l'atto supremo della
38
1931
a sè stessa, ma è bensì la propria affermazione
39
1931
In questo senso credere è affermare la razionalità al
40
1931
apparente rinunzia alla ragione è una promessa, un impegno
41
1931
un impegno della ragione: è riconoscere l'inesplicato esplicabile
42
1931
esplicabile. Questa credenza appunto è l'esistenza. ¶ Non porre
43
1931
dall'altra l'esistenza e la fede, furono entrambe
44
1931
di irrazionalità entro (fede) e fuori (esistenza) della coscienza
45
1931
positivo con la fede e con l'esistenza ridotte
46
1931
esistenza ridotte a pura e semplice negazione di ragione
47
1931
dell'essere con niente e con nessuno: o domina
48
1931
essere oltre quello suo, è relegata in questo, incatenata
49
1931
tutto il suo argomentare e calcolare possa essere spiegato
50
1931
più dubbio. ¶ L'esistenza è dunque questo «ecco qua
51
1931
di là del concetto. E perciò a chi vede
52
1931
non esista il veduto e cioè che egli non
53
1931
che egli non veda, è assolutamente vana; si dica
54
1931
vedere, esisterà il veduto. E così anche inversamente: a
55
1931
invano dimostrerete che c'è ciò che egli non
56
1931
se mai, a voi e alla vostra buona fede
57
1931
fede per lui c'è l'esistenza vostra, per
58
1931
vostra, per voi c'è l'esistenza del quid
59
1931
non vede. L'esistenza è sempre immediatezza. ¶ Già con
60
1931
quella; l'atteggiamento spirituale è lo stesso e sta
61
1931
spirituale è lo stesso e sta in una affermazione
62
1931
esistenza creduta nella esperienza, e non come l'esistenza
63
1931
come l'esistenza stessa. E perciò, lungi dal salvare
64
1931
insieme con la religione. ¶ È infatti su questa distinzione
65
1931
che il nostro credere, e se questo credere rimane
66
1931
esistenziale, la nostra cecità è inguaribile, è costituzionale. Non
67
1931
nostra cecità è inguaribile, è costituzionale. Non possiam vedere
68
1931
altro mondo non c'è visione per noi chiusi
69
1931
esperienza come nella religione, e l'esistere che rimane
70
1931
religione che nella esperienza. È la netta separazione tra
71
1931
separazione tra l'esistente e il sapiente, tra il
72
1931
tra il cosiddetto oggetto e il soggetto. ¶ Hume trae
73
1931
da una concezione realistica. E quindi, mentre risolveva con
74
1931
lasciato insoluto da Berkeley (e insolubile nella dottrina berkeleyana
75
1931
distinzione tra la percezione e l'imaginazione, chiudeva irrimediabilmente
76
1931
Il problema fu ripreso, e da una parte fatto
77
1931
da Hume tra esistere e sapere in qual forma
78
1931
Kant. «Più», che non è stato visto neppure fin
79
1931
all'autonomia della ragione e quindi alla ragione. E
80
1931
e quindi alla ragione. E perciò l'idealismo post
81
1931
tutte le altre categorie. E quindi l'assenza di
82
1931
coscienza, dopo che si è vista la concretezza risultante
83
1931
che la riguarda, essa è solo il cominciamento. ¶ Questo
84
1931
inizio della scoperta critica e nel quale Kant era
85
1931
Egli sa che cosa è questo esistere: è il
86
1931
cosa è questo esistere: è il «più» del concetto
87
1931
verità, siccome questo salto è impossibile, non abbiam fatto
88
1931
Il «più» di Kant è l'esistenza realistica riconosciuta
89
1931
riconosciuta nella credenza humiana. È il primo contatto dei
90
1931
post-kantiano non fece. E quindi invece di approfondire
91
1931
realistico persistente in Kant e della mancata correzione di
92
1931
mancata correzione di esso è sempre il falso concetto
93
1931
poteva che esser soppresso, e con esso doveansi sopprimere
94
1931
che l'altro non è l'oggetto puro di
95
1931
come l'esistere non è che il puro trovarsi
96
1931
uno, l'esistere non è che la reciprocità pura
97
1931
si ritrova così irresoluto e pur bisognoso di soluzione
98
1931
teologismo nella sua impostazione e soluzione tradizionale. Essa stessa
99
1931
sè, oggetto della filosofia, e Dio non possono non
100
1931
metafisica come filosofia prima, è ancora possibile, il problema
101
1931
deve poter essere posto e risoluto. ¶ Non porlo e
102
1931
e risoluto. ¶ Non porlo e così dispensarsi dal risolverlo
103
1931
così dispensarsi dal risolverlo è costruire una filosofia senza
104
1931
sarebbe certamente più franca e meno riprovevole dello sciocco
105
1931
cui il problema nasce, e da essa trarre la
106
1931
avevano falsificata quella esigenza e reso impossibile questo problema
107
1931
Si può dire che è l'anima di tutta
108
1931
diffusa in altri problemi. ¶ È l'esigenza della oggettività
109
1931
suo valore questa esigenza è scoprire le falsificazioni dei
110
1931
essa ha dato luogo, e aprire la via alla
111
1931
coscienza, non-spiritualità, materia, e Dio, invece, si vide
112
1931
ne faceva la religione, e si credesse quindi estraneo
113
1931
ogni altra esigenza spirituale e nato solo da quella
114
1931
quindi come si possano e si debbano eliminare questi
115
1931
da cui questa nasce, e cercando almeno di abbozzare
116
1931
Costitutivo fondamentale della religione è la fede: Religiosità è
117
1931
è la fede: Religiosità è fede: fede come atteggiamento
118
1931
sia conoscitiva che volitiva, e anche, almeno a mio
119
1931
a mio avviso, estetica) e che diciamo ragione, nella
120
1931
razionalità, o come piena e totale rinunzia alla ragione
121
1931
dogmatiche (scolasticismo in genere) e quindi rinunzia alla essenza
122
1931
che diciamo religione, v'è, oltre questa rinunzia che
123
1931
oltre questa rinunzia che è negazione o limitazione, un
124
1931
affermazione, la quale però è cosiffatta che trae con
125
1931
accorgerci che esso non è caratteristico soltanto della religiosità
126
1931
quello religioso. ¶ Non c'è, infatti, bisogno di lunghi
127
1931
L'esperienza come tale è anch'essa rinunzia alla
128
1931
esperienza, di quello che è l'aspetto negativo della
129
1931
ragione nella esperienza non è altro che ciò che
130
1931
ciò che dicesi esistenza. ¶ È identificabile questa esistenza che
131
1931
che troviamo nella religiosità, è identificabile, dico, con l
132
1931
Il problema, per nuovo e strano che possa parere
133
1931
parere a qualcuno, non è affatto nuovo. ¶ Fu posto
134
1931
come unità di idee e quindi di imagini, Berkeley
135
1931
che richiede l'esistenza, e l'imaginare che la
136
1931
esistenza, di cui si è consapevoli nel percepire, al
137
1931
al sentimento di credenza. È un esplicito riconoscimento della
138
1931
esistenza nella esperienza, non è che credenza, proprio come
139
1931
come quella fede che è il momento positivo della
140
1931
cosa che si sperimenta, è proprio la credenza: sentimentale
141
1931
non si dice. Essa è l'ineffabile «ecco qua
142
1931
una serie di calcoli e di ragionamenti, l'esistenza
143
1931
quell'«ecco qua», che è l'esistenza stessa. Non
144
1931
l'esistenza stessa. Non è mai escluso in modo
145
1931
le sue vie relative e finite e tale sarà
146
1931
vie relative e finite e tale sarà sempre ciò
147
1931
vuole veramente dimostrare Dio. ¶ È evidente che qui la
148
1931
sulla esistenza che invece è da dimostrare. ¶ È di
149
1931
invece è da dimostrare. ¶ È di questo tipo il
150
1931
Ma era facile opporre, e fu subito opposto, che
151
1931
darà mai la cosa; e l'esistenza è della
152
1931
cosa; e l'esistenza è della o nella cosa
153
1931
due vie tentate non è riuscita alla soluzione. E
154
1931
è riuscita alla soluzione. E nel provare la impossibilità
155
1931
ragione. ¶ 53. Esistenza di Dio e misticismo. ¶ Ma non c
156
1931
sue dimostrazioni razionali ed è inconsapevole ribellione contro la
157
1931
esperienza; la ribellione non è rivolta, come dovrebbe, contro
158
1931
contro questa realistica concezione. E si ha quindi il
159
1931
questa esistenza non c'è dimostrazione che possa arrivare
160
1931
L'esistenza di Dio è raggiunta nella fede, che
161
1931
sola ce la testimonia. E quindi di fronte alla
162
1931
intellectum (p. es. Anselmo e Malebranche) con i suoi
163
1931
es. Bernardo di Chiaravalle e Pascal). È il ritorno
164
1931
di Chiaravalle e Pascal). È il ritorno alla ingenuità
165
1931
alla ingenuità della fede, è il ritiro di ogni
166
1931
di filosofia o viceversa; è l'abisso tra religione
167
1931
l'abisso tra religione e filosofia: in questa la
168
1931
da sè, al bando. ¶ E lo stesso chiudersi della
169
1931
concetto realistico della religione e crea, con questo, delle
170
1931
solo dalla interpretazione realistica e non richiesta dalla genuina
171
1931
essenza della religione. Ed è quindi non veramente pura
172
1931
Se la fede non è (cfr. cap. seg.), essa
173
1931
sempre chi vorrà leggere e interpretare tal documento, e
174
1931
e interpretare tal documento, e vi troverà esistenza diversa
175
1931
essa pretende documentare. Entro e sotto l'esperienza sento
176
1931
sento l'alterità che è propria dell'esistenza e
177
1931
è propria dell'esistenza e costituisce la fede; nel
178
1931
mi sfugge senz'altro e mi sfugge quindi anche
179
1931
negazione di me stesso, e toglie ancora così l
180
1931
ancora così l'alterità, e toglie quindi con la
181
1931
Dio mi risulta impossibile. E quanto più la ribellione
182
1931
a toccare quello che è il principio giustificativo della
183
1931
appieno, perchè anch'essa è sostanziata dal realismo e
184
1931
è sostanziata dal realismo e proprio il bisogno di
185
1931
esistenza di Dio fomenta e nutre la sua ribellione
186
1931
quindi, più che religione è filosofia della religione che
187
1931
a formulare il problema e a ricorrere alla filosofia
188
1931
a ricorrere alla filosofia. E quindi anche dopo la
189
1931
esperienza religiosa, che non è affatto il religioso chiudersi
190
1931
entro sè stessa, ma è invece specifica rivelazione esteriore
191
1931
contatto materiale con Dio. E quella, abbiam visto, chiede
192
1931
esistenza di Dio, adunque, è problema che da una
193
1931
della esistenza di Dio, e quindi conserva il concetto
194
1931
filosofia, si sa che è esplicitamente affermato dal sistematore
195
1931
manifeste falsa apparet», giacchè è «rationibus irrefragabilibus etiam a
196
1931
L'esistenza di Dio è, dunque, un problema risolubile
197
1931
dunque, un problema risolubile e risoluto dalla filosofia a
198
1931
a servizio della religione e come presupposto di questa
199
1931
questa (praecedens articulum fidei): è debito che la filosofia
200
1931
la filosofia deve assolvere, e, in modo diretto o
201
1931
assolto, verso la religione. ¶ È naturale che in questa
202
1931
stesso oggetto della filosofia e si presentasse soltanto come
203
1931
di là della filosofia, e determinato nella sua forma
204
1931
dalla religione realisticamente interpretata e perciò richiedente una dimostrazione
205
1931
l'esistenza si doveva e quindi, richiamate dalla essenza
206
1931
le risposte razionali. Dimostrare è servirsi della ragione. Ma
207
1931
di dimostrare l'esistenza. E la soluzione quindi, pur
208
1931
ci prova, può darci e bene esaminata ci dà
209
1931
l'esistenza di Dio. E si ricorre quindi alle
210
1931
esistenza di Dio non è richiesta dalla genuina essenza
211
1931
si abbandoni, mentre ne è il tacito presupposto. Non
212
1931
principio supremo dell'esperienza. È questa l'essenza profonda
213
1931
La prova fisico-teologica e quella morale possono essere
214
1931
genere di prove, però, è inficiato anzitutto dal presupposto
215
1931
le si vuole attribuire. E toltale questa natura di
216
1931
ed i suoi miracoli è veramente esperienza, e allora
217
1931
miracoli è veramente esperienza, e allora alla filosofia non
218
1931
alla filosofia non c'è da chieder nulla; o
219
1931
nulla; o esperienza non è, perchè la religione è
220
1931
è, perchè la religione è al di là di
221
1931
dire appunto aposteriorità, esperienza e niente altro) e sarebbe
222
1931
esperienza e niente altro) e sarebbe essa stessa superflua
223
1931
invece raggiungerla solo essa e non la raggiungerà mai
224
1931
infinito, da una parte, è soltanto un comodo pretesto
225
1931
fermare il processo stesso, e dall'altra è un
226
1931
stesso, e dall'altra è un dimenticare che tale
227
1931
dimenticare che tale processo è condizionato dalla reciprocità, la
228
1931
la quale di questo è capace di dar ragione
229
1931
esigenze della concreta coscienza, e così si pone come
230
1931
pone come pura ragione. E perciò come non può
231
1931
Ma, si badi, non è empirismo, cioè fondarsi sulla
232
1931
della esperienza. Se mai, è proprio fondare l'esperienza
233
1931
empirismo nel mio speculare: è non averlo compreso affatto
234
1931
cosa reale. Dell'esperienza e dell'esistenza delle cose
235
1931
reali che in essa e da essa soltanto risulta
236
1931
essa soltanto risulta, potremo, e dovremo, riconoscere l'astrattezza
237
1931
astrattezza della esperienza non è cercare altra esistenza, oltre
238
1931
nell'astrattezza. Il vero è che chi ricorre a
239
1931
delle prove aposteriori, si è sempre, accanto a questa
240
1931
esistenza del mondo, si è giustamente pensato, non basta
241
1931
che si deve adorare, e il conseguente cadere della
242
1931
conseguente cadere della esistenza (e quindi della fede) di
243
1931
come oggetto di adorazione e non farlo esistente, sarebbero
244
1931
posseduta dall'Essere che è adorato, se l'adorazione
245
1931
adorato, se l'adorazione è qualcosa che risponde a
246
1931
che risponde a verità e quell'Essere non è
247
1931
e quell'Essere non è una menzogna o una
248
1931
la esperienza ci offre. E, invece, dell'esistenza di
249
1931
cui cose reali possiamo e dobbiamo riportare a quella
250
1931
nostra adorazione, la religione è quasi spinta a trasformare
251
1931
quella sua degenerazione che è la superstizione. ¶ Se infatti
252
1931
la superstizione. ¶ Se infatti è superstizione dare valore soprannaturale
253
1931
soprannaturale a ciò che è natura, superstizione in sè
254
1931
vero della religiosità; ma è difficile depurarlo dalla sua
255
1931
soprastruttura, che lo nasconde e si manifesta in sua
256
1931
l'utilitarismo miracolistico che è certo tutt'altra cosa
257
1931
la pura coscienza religiosa e tutt'altra cosa anche
258
1931
Dio esistente, ma nascosto e lontano, si manifesta per
259
1931
esperienze. Senza le tavole e senza Mosè non v
260
1931
senza Mosè non v'è possibilità di rivelazione; non
261
1931
di rivelazione; non v'è rivelazione senza voce che
262
1931
esistenza di Dio si è raggiunta, perchè Dio stesso
263
1931
nella sua singolare esistenza è intervenuto in quella esperienza
264
1931
tutta l'esistenza agente e risultante nella esperienza si
265
1931
in una specialissima esperienza, e dall'altra non si
266
1931
prova, perchè, per particolare e determinata che sia questa
267
1931
sia questa esperienza, essa è pur sempre esperienza, e
268
1931
è pur sempre esperienza, e questa è fatta tale
269
1931
sempre esperienza, e questa è fatta tale, vedemmo, dal
270
1931
dal convenire dei più e dal necessitare tutti. E
271
1931
e dal necessitare tutti. E nella pretesa speciale esperienza
272
1931
invece, in cui Dio è un esistente, comincia già
273
1931
esser fatta: non v'è possibilità di rapporto reciproco
274
1931
di Lui, non c'è nulla. Ma, anche se
275
1931
tale speciale esperienza realistica, e solo di fronte ad
276
1931
fronte ad essa, c'è il miscredente che oppone
277
1931
realtà di se stesso e delle opere sue, realtà
278
1931
ascolta, gli parla, convive e collabora con lui. Laddove
279
1931
questa esperienza. L'esperienza è avvalorabile solo con altra
280
1931
altra esperienza, non altrimenti. E invece la comune esperienza
281
1931
esperienza religiosa, come determinata e avente caratteri suoi propri
282
1931
pur sempre esperienza, non è confermabile, cioè non è
283
1931
è confermabile, cioè non è esperienza. Essa non fa
284
1931
la quale però non è fatta che di natura
285
1931
speciale sperimentabilità di Dio. E poi quindi da una
286
1931
raggiungere il suo compito e di manifestarsi cosi come
287
1931
manifestarsi cosi come superstizione e dall'altra allontana l
288
1931
essenza di religiosità che è il suo vero valore
289
1931
nella ricerca di Dio è la riflessione filosofica. In
290
1931
ire», sforzo che non è dunque ripetibile. Ricordarlo e
291
1931
è dunque ripetibile. Ricordarlo e ripeterlo è perderlo, è
292
1931
ripetibile. Ricordarlo e ripeterlo è perderlo, è passare dalla
293
1931
e ripeterlo è perderlo, è passare dalla viva filosofia
294
1931
non ripeterlo: ripeterlo non è riviverlo, è ucciderlo. Con
295
1931
ripeterlo non è riviverlo, è ucciderlo. Con questa coscienza
296
1931
questa coscienza noi riprendiamo e trattiamo gli sforzi finora
297
1931
Oggi, in campo filosofico, è raro sentir porre il
298
1931
nei quali si risolve. e quindi non può porsi
299
1931
inesistente, solo perchè si è dimostrata l'insufficienza o
300
1931
importava una precedente posizione. E così con questa dichiarazione
301
1931
assunti o erroneamente presupposti e, di fronte al problema
302
1931
anche nella sua inesatta e quindi superabile posizione. ¶ Ma
303
1931
aver visto le barriere e di aver con ciò
304
1931
riconosciute false la posizione e la soluzione del problema
305
1931
che ne era nato, è chiudere gli occhi per
306
1931
cui le briglie disciplinavano e menavano: non è necessario
307
1931
disciplinavano e menavano: non è necessario che essi si
308
1931
fianco, ne sarebbero disturbati e si adombrerebbero: c'è
309
1931
e si adombrerebbero: c'è chi pensa a guidarli
310
1931
a guidarli. Ma, non è superfluo ripeterlo, la filosofia
311
1931
filosofia con paraocchi non è più filosofia, sia quando
312
1931
anzi la filosofia non è, e non può essere
313
1931
la filosofia non è, e non può essere fondamentalmente
314
1931
La filosofia, se qualcosa è nell'essenza sua, è
315
1931
è nell'essenza sua, è proprio Dio nella sua
316
1931
che rende questo contraddittorio e quindi insolubile. ¶ CAPITOLO VII
317
1931
concetto realistico di religione e l'esistenza di Dio
318
1931
esistenza di Dio. ¶ Qual'è, dunque, la impostazione tradizionale
319
1931
Il problema di Dio è, nel pensiero tradizionale, essenzialmente
320
1931
forse ancora problema teologico e problema religioso di solito
321
1931
che a noi importa è che il problema teologico
322
1931
che il problema teologico è posto almeno fondamentalmente come
323
1931
concetto tradizionale della religione è ancora, come tanti altri
324
1931
Anche per la religione è avvenuto quello che abbiam
325
1931
che la concretezza consente e richiede, si è svalutata
326
1931
consente e richiede, si è svalutata la religione come
327
1931
realismo ce ne presentava, e si è ritenuta religiosa
328
1931
ne presentava, e si è ritenuta religiosa in verità
329
1931
posizione speculativa: la religione è stata tolta (soppressa e
330
1931
è stata tolta (soppressa e sollevata a) in filosofia
331
1931
con l'esistenza che è invece la soggettività di
332
1931
di colui che adora. ¶ E quindi si finisce col
333
1931
Dio, non ce n'è altra residua per lo
334
1931
esistenza, che in verità è, fu ritenuta invece annullamento
335
1931
tutto la dissoluzione, quando è fede viva e non
336
1931
quando è fede viva e non impotente o egoistica
337
1931
anche in lavori precedenti, è l'idea pura della
338
1931
svalutazione astrattistica dell'idea è nata dal contrapporre tale
339
1931
valore, quando l'oggettività è posta a suo luogo
340
1931
in sè nel concreto; è essa quindi l'in
341
1931
sè di ogni alterità e di ogni reale prodotto
342
1931
essere quel quid unificante e quindi quell'assoluto Unico
343
1931
risulta sostanziare il concreto, e che è l'oggetto
344
1931
il concreto, e che è l'oggetto della filosofia
345
1931
l'oggetto della filosofia, è Dio, o no? ¶ A
346
1931
si sia intesa: non è certo, abbiam ripetuto a
347
1931
il fuori della coscienza e perciò il non-coscienza
348
1931
sua assoluta purezza non è un qualunque fatto psicologico
349
1931
nella sua relatività, ma è la stessa assolutezza di
350
1931
che costituisce il soggetto e che così può imporsi
351
1931
L'idea pura non è nè dato nè prodotto
352
1931
nè prodotto dal soggetto: è l'universalità della coscienza
353
1931
meno l'idea pura è quella idea innata, che
354
1931
viva spiritualmente l'idea e precostituito il vivente come
355
1931
distinzione, che pare, ed è effettivamente richiesta, tra quel
356
1931
che come Dio intendiamo e l'universo sia pur
357
1931
pur preso nella somma e massima complessità sua e
358
1931
e massima complessità sua e comprensivo quindi anche della
359
1931
di sostanza spirituale che è l'idea come essere
360
1931
diverrebbe la natura stessa; e con questo avremmo perduto
361
1931
questo avremmo perduto Dio e la spiritualità. ¶ Ma di
362
1931
questa distinzione tra Dio e mondo, io credo si
363
1931
di là dal concreto e quindi quasi con una
364
1931
di vivere anche quando e soprattutto quando affermiamo Dio
365
1931
unico. O il concreto, e noi in esso con
366
1931
tutto il nostro pensiero, è un assoluto caos in
367
1931
in cui non v'è unicità; o quell'Unico
368
1931
che sostanzia il concreto è il solo ed assoluto
369
1931
solo ed assoluto Unico. ¶ E questo non ci sarebbe
370
1931
unicità dell'Assoluto: si è creduto il relativo come
371
1931
l'altro dell'Assoluto. E finchè questo si crede
372
1931
dirsi attuale in Spinoza, è virtuale negli stessi Malebranche
373
1931
virtuale negli stessi Malebranche e Cartesio. Quella distinzione tra
374
1931
Quella distinzione tra Dio e il mondo, da cui
375
1931
in sè adunque o è l'Unico o non
376
1931
l'Unico o non è assolutamente. Dal riconoscimento dei
377
1931
dei due esseri, Dio e mondo, era fatale ed
378
1931
in sè, adunque, che è l'Oggetto puro, essendo
379
1931
assoluta Unicità di coscienza, è quello che da tutti
380
1931
intendesi come Spirito assoluto: è Dio. ¶ E se oggetto
381
1931
Spirito assoluto: è Dio. ¶ E se oggetto della filosofia
382
1931
se oggetto della filosofia è l'essere in sè
383
1931
sarà oggetto della filosofia; e questo infatti fu e
384
1931
e questo infatti fu e sarà sempre il problema
385
1931
riflettiamo su di essa; e in conseguenza, poi, è
386
1931
e in conseguenza, poi, è anche da una parte
387
1931
problema oggettivo alla filosofia e dall'altra rendere così
388
1931
possibile anche la posizione e soluzione del problema interno
389
1931
problema interno della filosofia, e faceva finir questa in
390
1931
anche il problema oggettivo e causava quella riduzione, che
391
1931
autocoscienza. Quel che c'è di vero in questa
392
1931
questa riduzione, che non è solo una riscoperta idealistica
393
1931
una riscoperta idealistica, ma è vecchia quanto «il conosci
394
1931
il conosci te stesso», è l'escludere che la
395
1931
concetto dialettico di autocoscienza è determinato dalla falsa identificazione
396
1931
nel suo vero valore e si spiega quindi l
397
1931
carattere la filosofia si è sempre affermata e continuerà
398
1931
si è sempre affermata e continuerà ad affermarsi nel
399
1931
il suo carattere intrinseco. ¶ E si capisce quindi il
400
1931
personale ma pur severo e non fantasioso lavoro del
401
1931
sulle leggi di natura, e neppure sulle soggettive condizioni
402
1931
condizioni storiche dei popoli e delle loro formazioni anche
403
1931
attività di cui sopra. È ora di proclamare netta
404
1931
intimità vitale della concretezza, e non è quindi per
405
1931
della concretezza, e non è quindi per niente affatto
406
1931
immanente a questo concreto. E ciononostante e anzi appunto
407
1931
questo concreto. E ciononostante e anzi appunto perciò rimane
408
1931
filosofia nella speciale intraducibile e insopprimibile forma di sapere
409
1931
forma essa smarrisce, non è più nè filosofia nè
410
1931
altra concreta attività: non è nulla. ¶ 50. Il problema di
411
1931
suo problema oggettivo, perchè è positivo l'essere in
412
1931
filosofia importa anche (ed è questo, a mio avviso
413
1931
risulta impossibile la Critica, e quindi impossibile la filosofia
414
1931
filosofia nel suo sviluppo è risolvere il problema interno
415
1931
interno della filosofia, giacchè è vedere come nel concreto
416
1931
come nel concreto possa e debba esserci il filosofare
417
1931
debba esserci il filosofare, è dar ragione della riflessione
418
1931
Ma la riflessione non è tale, cioè la filosofia
419
1931
cioè la filosofia non è filosofia, se suo oggetto
420
1931
oggetto rimane quello che è soltanto il suo principio
421
1931
filosofia rimane quello che è sempre stato, anche se
422
1931
l'essere in sè. E il problema oggettivo della
423
1931
che di quel concreto è la universale oggettività. Questo
424
1931
oggettività pura del concreto. E si spiega poi quindi
425
1931
se oggetto della filosofia è l'essere in sè
426
1931
l'essere in sè, e l'essere in sè
427
1931
puro, oggetto della filosofia è l'oggetto puro, cioè
428
1931
Ogni altro sapere non è così schiettamente oggettivo, come
429
1931
coscienza che questa sua è una pretesa dà alla
430
1931
l'essere in sè è l'oggetto della filosofia
431
1931
della filosofia, in quanto è in sè stesso oggetto
432
1931
sè stesso oggetto puro e non concretezza. ¶ Ora questo
433
1931
troviamo un Oggetto che è ideale proprio perchè oggetto
434
1931
ideale proprio perchè oggetto; e dei soggetti, che, proprio
435
1931
i soggetti reali, giacchè è l'Essere in sè
436
1931
la sua ideale oggettività, è il principio costitutivo dell
437
1931
porre nella loro distinzione e risolvere nella loro coerenza
438
1931
della filosofia (cap. I e § 44); la filosofia, col suo
439
1931
confuso col problema oggettivo) e dall'altra con l
440
1931
del suo problema oggettivo, e poi quindi al proprio
441
1931
eliminazione anche di questo, e quindi al completo annullamento
442
1931
da Hegel, oggi si è pervenuti, attraverso una sublimazione
443
1931
realtà, al fatto naturale è uscire dal positivismo per
444
1931
in un psicologismo, che è positivismo confuso e parziale
445
1931
che è positivismo confuso e parziale anche se più
446
1931
anche se più profondo. ¶ È questa oscura posizione il
447
1931
lo respinge; ma esso è costretto a divenire storicismo
448
1931
se tra l'ieri e il domani correranno migliaia
449
1931
il contatto col concreto e farla divenire vaporosa o
450
1931
un mondo di là. E invece proprio così, con
451
1931
non potendo, vaporizza sè, e pretende dissolversi. È da
452
1931
sè, e pretende dissolversi. È da anni ch'io
453
1931
essenza, ai suoi problemi: è l'unico modo in
454
1931
detta tutta storia contemporanea, è sempre chiudersi in un
455
1931
chiudersi in un fatto e quindi porsi nella impossibilità
456
1931
di raggiungere l'universale: è psicologismo, ampio quanto si
457
1931
errore dello storicismo assoluto è Hegel con la sua
458
1931
particolare di una filosofia è sincrona con una costituzione
459
1931
con le attitudini, abitudini e preferenze, con i suoi
460
1931
con i suoi tentativi e prodotti artistici e scientifici
461
1931
tentativi e prodotti artistici e scientifici, con la sua
462
1931
supremazia o col formarsi e progredire di nuovi stati
463
1931
stati nei quali sorge e si sviluppa un principio
464
1931
più alto. La filosofia è una forma di questi
465
1931
tempo come spirito presente e pensante sè stesso»20. ¶ Quanto
466
1931
trascendentalità kantiana. Chè, se è psicologismo ricercare la genesi
467
1931
che lo compie, psicologismo è anche ricercarli nei popoli
468
1931
tempo» come «radice comune, e della filosofia e di
469
1931
comune, e della filosofia e di questi altri suoi
470
1931
suoi prodotti» (ib., pag. 76). È confondere l'umanità reale
471
1931
tempo» lo vivano artisti e politici, lo indaghino e
472
1931
e politici, lo indaghino e lo svelino giuristi e
473
1931
e lo svelino giuristi e sociologi, meteorologi di questo
474
1931
si manifesta nei tempi. E ciò anche perchè in
475
1931
cui, come con Hegel e più oggi con Gentile
476
1931
lo «spirito del tempo» è lo spirito del nostro
477
1931
a proclamarne la morte. ¶ E l'errore ci si
478
1931
l'errore ci si è reso manifesto; conquistato il
479
1931
l'oggetto che pur è immanente nel concreto stesso
480
1931
sè nella noumenica oggettività è, in via principale, soddisfare
481
1931
voglia o non, ne è il presupposto. ¶ Dinanzi alla
482
1931
alla quale l'idealismo è stato mano mano portato
483
1931
piena positività dello spirito. ¶ È stato proprio in Italia
484
1931
del Gentile – con chiarezza e rigore, che, proprio perchè
485
1931
un rapporto soggetto-soggetto e cioè importare nella spiritualità
486
1931
la Critica, ma ne è invece condizione indispensabile. ¶ Ora
487
1931
essere se non alterità e quindi rapporto, richieda a
488
1931
unicità oggettiva che non è nè tal rapporto, nè
489
1931
dualismo soggetto-oggetto non è soltanto superato dalla Critica
490
1931
esigenza da cui nasce, è riportato al suo vero
491
1931
di individuazione della coscienza, e genera le nuove concezioni
492
1931
come non più spirito e materia, ovvero mente e
493
1931
e materia, ovvero mente e concetto, ma singolarità e
494
1931
e concetto, ma singolarità e unicità di coscienza che
495
1931
o concetto (puro pensato) e cioè negativo, e ci
496
1931
pensato) e cioè negativo, e ci ricondurrebbe necessariamente alla
497
1931
questa unicità: la molteplicità è perduta, è negata, e
498
1931
la molteplicità è perduta, è negata, e questa negazione
499
1931
è perduta, è negata, e questa negazione si dirà
500
1931
per Hegel, si sa, è l'Idea nel suo