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Giacomo Leopardi, Paralipomeni della Batracomiomachia, 1842

concordanze di «ed»

nautoretestoannoconcordanza
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trovò per un'altura; ¶ Ed o fosse ardimento, ovver
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senz'onda. ¶ 8 ¶ Rinvigorir sentissi, ed all'aspetto ¶ Di sì
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Altri in sul poggio, ed altri appiè dell'erta
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Dinanzi all'altre stelle ed alla luna: ¶ Tacea tutta
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il re de' topi; ed alle some ¶ Del regno
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selve riscaldarci al foco, ¶ Ed in più campi dall
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inchina, ¶ Rise gran tempo, ed infelici esigli ¶ L'altre
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rimembranza del servir cacciando. ¶ Ed è ragion ch'a
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squisita, ¶ Con oro, nastri ed ogni circostanza, ¶ Ch'a
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corpi non erano abbastanza. ¶ Ed era ben ragion, che
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Per boschi, per cespugli ed arboscelli ¶ Molte fere terrestri
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sera. ¶ 5 ¶ Come ad Ulisse ed al crudel Tidide, ¶ Quando
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topolino, ¶ Alcun da piaghe ed alcun altro scorto ¶ Dalla
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spinse ¶ Gridando ai servi, ed a tornar gli strinse
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gli animali, ¶ Propria insegna ed onor di letterati ¶ Essendo
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chiese da chi date ed in qual nome ¶ Assunte
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carrozzier. Si tinge ¶ Ella ed imbianca, e in se
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fe' quindi i topi, ed in catene ¶ Chiuder sotterra
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fonte ¶ Perder lo stato ed inondare il piano, ¶ O
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impietriti ¶ Quanto il corallo ed il cristal di monte
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tutela sua lor terre ed acque. ¶ 42 ¶ Un presidio in
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alloggerete ¶ Di trentamila granchi, ed in lor cura ¶ Il
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quando oratore ¶ Là ritrovossi, ed or da quelle intese
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Al Sol per sempre ed alle stelle ascosta ¶ Nell
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architettura, ¶ Collegi senza fine ed ospedali ¶ Vòti sempre, ma
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oltre misura, ¶ Statue, colonne ed archi trionfali, ¶ E monumenti
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ansia e la tema, ed a patir la guerra
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e baroni, ¶ Confortandolo giano ed offerendo ¶ Se pronti a
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tre d'inclita fama ed immortale, ¶ Timoleon corintio ed
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ed immortale, ¶ Timoleon corintio ed Andrea Doria, ¶ In sul
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grato il riandar successi ed opre; ¶ Tedio il resto
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opre; ¶ Tedio il resto ed obblio, salvo quest'uno
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retto, ¶ Or servate promesse ed or tradite, ¶ Al grande
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ogni benigno volto ¶ Innaspri ed ogni cor placido scoti
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umana ¶ La più vivace ed intima fontana. ¶ 34 ¶ Dopo te
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tanto ¶ Valor si debbe ed il tuo giogo infranto
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tenzonare eterno ¶ All'alba ed alle squille, or disputando
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negate alla sua vita, ¶ Ed alla fida gabbia ove
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natura, ¶ Forse, benché benevoli ed amici, ¶ Più d'un
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qual come in propria ed in nativa ¶ I padri
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par che gli bisogni. ¶ 18 ¶ Ed ancor più, perché da
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a cotal fede usata, ¶ Ed ogni fede a che
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lor per la ragione. ¶ 19 ¶ Ed imparar cred'io che
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ritorno, ¶ Interrotto il concorso ed acchetato ¶ Il giulivo romor
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l'alme ai dubbi ed alle cure. ¶ 33 ¶ Prestamente il
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a rimover l'ombra ed all'aumento ¶ Di civiltà
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contento ¶ La plebe stessa ed il suo ben procura
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topo, dritto di natura, ¶ Ed ogni dritto antegiustinianeo, ¶ E
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novamente adorno. ¶ 42 ¶ Vendite nuove ed utili officine ¶ Similmente ogni
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era tenuto, ¶ Nemico ostinatissimo ed acerbo ¶ Del nome sol
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udienza insolita e privata. ¶ Ed intromesso, fe', come di
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solo il difetto ¶ Supplire ed emendar, ma vuole ancora
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de' prodi: ¶ E soldatesche ed armi e l'altre
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innanzi anco narrai ¶ Alto ed eretto, e quanti erano
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Lochi angusti e boscosi ed eminenti ¶ Tutti fero occupar
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a fronte ¶ Già dispiegate ed a pugnar vicine, ¶ Quando
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opra di re dotto ed accorto, ¶ Che per arte
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sopra i regni bui. ¶ Ed era ben ragion, che
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fede entrar le liti, ¶ Ed ir grassi i forensi
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ir grassi i forensi ed infiniti. ¶ 14 ¶ Subito poi che
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Gli porse di promesse, ed ei contento ¶ Il cammin
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piagge d'arenose spume, ¶ Ed ai campi adeguò così
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ristato era il nembo, ed alle oscure ¶ Nubi affacciarsi
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ancora e mal sicure ¶ Ed umide parean dalla procella
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stillanti ¶ Or gli appariva ed or parea fuggito. ¶ Ma
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sedea ¶ Sur una scranna, ed ei sul tavolino ¶ Con
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gente, ¶ Narrò le rane ed i civili umori, ¶ La
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ciglio, ¶ E le congiure, ed il non degno esiglio
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alleato ¶ Raccolte avea autentiche ed espresse, ¶ E l'ospite
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non saprei dir quanto: ¶ Ed in via senza più
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L'Amico de' famelici, ed un cantico ¶ Per nascita
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anch'ei s'assise, ¶ Ed in un lungo ragionar
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o rinnegar la coscienza, ¶ Ed a se stesso in
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avanti. ¶ A Dedalo torniamo ed all'intenso ¶ Desio che
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ma chi veduti ¶ Spiriti ed alme ignude ha di
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intorno ¶ A Topaia potesse ed al destino: ¶ Perché sappiam
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i morti. ¶ 21 ¶ E inanimito ed all'impresa indotto ¶ Avendol
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Volàr per tratto immenso ed infiniti ¶ Vider gioghi dall
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anco atterrolle ¶ Il tempo, ed or del loro stato
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inchina. ¶ 27 ¶ Presso al Gange ed all'Indo eccelse mura
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mano. ¶ Pagodi nella Cina, ed alla pura ¶ Luce del
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torrenti ¶ Al mar tosco ed all'Adria eran flagello
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nevosa schiena ¶ Solcavan fiamme ed infocata arena. ¶ 30 ¶ Non era
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Or l'illirica spiaggia ed or la sarda. ¶ Né
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leggera fama or parla ed erra. ¶ 34 ¶ Per lei più
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Reliquie lor le scole ed i musei ¶ Soglion l
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augelli scacciava uno spavento ¶ Ed un fetor che dalla
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bruti ¶ Son ricetti durabili ed eterni ¶ Dell'anime che
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cavalli, ¶ Ostriche, seppie, muggini ed ombrine, ¶ Oche, struzzi, pavoni
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alle spalle ai fianchi ed alla fronte ¶ Sempre al
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Riede la spoglia esanime ed immota; ¶ Ma lo spirto
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andata ¶ La cagione obbliava ed il ritorno. ¶ Ma Dedalo
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alcuno era l'entrata ¶ Ed aperta la via perpetuamente
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ciò la fama ¶ Scoprimmo: ed imparar questo si chiama
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suoi contenti, ¶ Cani, frecce ed arnesi a qualsivoglia ¶ Arte
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avete in sua carne ed in suoi panni ¶ Federico
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se l'antico tempo ed il moderno, ¶ E tutto
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con un suon fioco ed oscuro ¶ A chi lo
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con un profferir torbo ed impuro ¶ Che fean mezzo
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in pensieri, in opre ed in parole ¶ Seguisse quel
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spalle ebbero i suoi, ¶ Ed a congiure sceniche invitato
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talor dai fuggitivi eroi, ¶ Ed ei, tranquillo in sua
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tratto ¶ Di terra ferma ed altro mar di poi
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1842
instancabile oratore ¶ Or solo ed or con altra compagnia
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Tornato era agli assalti, ed a quel core ¶ Aperta