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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «egli»

nautoretestoannoconcordanza
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una lunga preghiera. ¶ Ma egli i restò confuso e
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sbalordito, se ne vergognava egli stesso più di lei
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di una vera perplessità. Egli era uscito da una
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terribile ancora, colei ch’egli amava, amava lui pure
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prima fame lamentosa. ¶ Eppure egli non sentiva queste cose
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lui, fuorché il fuggire? ¶ Egli pensò di fuggire; fece
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avrebbe anche pensato ch’egli non l’amasse più
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insensibilmente guarita: e questo egli non voleva. ¶ Ma invece
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parto! Non parto più! — egli rispose impetuosamente. — Apri quei
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dicevi nulla? ¶ — Perchè dirtelo? — egli rispose con asprezza. — Parto
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sensazione d’una carezza. Egli fece con la mano
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lontano. Per respirare! ¶ — Ah... ¶ Egli si compresse con le
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e ruppe in lacrime. Egli si mise a camminare
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Davvero te ne vai? ¶ Egli chiuse gli occhi per
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Portami via con te. ¶ Egli ebbe un sussulto. ¶ — Con
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già tutta coperta. ¶ Ma egli ancora si vinse, ancora
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così male, così male... ¶ Egli ripetè sordamente: ¶ — Lasciami. ¶ — La
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sapessi come fa male! ¶ Egli rise d’un riso
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conducimi via con te. ¶ Egli scosse il capo con
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una fatalità voleva ch’egli soffrisse tutto l’abominio
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terribile nascosto amore. ¶ Ma egli era un violento, ella
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Della propria casa, quand’egli veniva a trovarla, non
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cresceva e vedeva; perch’egli fosse ricco, si era
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di poco; sapeva ch’egli era giovine, che aveva
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non sciuparsi la faccia. Egli la tradiva spesso; e
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di così poco! Ch’egli venisse a darle un
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bastava di sapere ch’egli veramente non ne amasse
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bastava che ogni tanto egli le sorridesse, con quella
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sua potenza nefanda. ¶ Ch’egli avesse amata un’altra
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e formidabile nemica. Poich’egli non s’era innamorato
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non hanno più sapore. ¶ Egli non amava una donna
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ed allontanarsi dalla riva. ¶ Egli non era più così
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il suo torbido amore, egli si compiaceva nel circondarla
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aria limpida e sana. Egli non aveva più il
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volgevano sorridendo a guardarla. ¶ Egli non viveva di sé
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il giardino, avrebbe voluto egli pure mettersi a correre
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le dava godimento, anch’egli ne traeva piacere, nè
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il loro intimo ¶ godimento. Egli remò con lentezza finché
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contro il quale premeva egli stesso nell’inarcarsi per
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scivolata in su, ed egli vedeva le sue fine
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fosse guardarsi e tacere. ¶ Egli l’osservava. Nel sole
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e gli occhi semichiusi, egli si stendeva con un
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dopo una fatica. Ed egli più non rivide in
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piacere, un’altra, ch’egli si raffigurava distesa in
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scuri come le violette... ¶ Egli remava lento, lento, nella
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far romore, scivolaron oltre. ¶ Egli l’osservava: teneva in
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affaticato dal lungo desiderio, egli sentì passare la carezza
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destandosi, maravigliata. ¶ — Ti amo, — egli rispose, circondandola con le
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Soffri? ¶ — Sì, un poco. ¶ Egli le circondò la fronte
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Ma che hai? — diss’egli, smarrito; — perchè soffri così
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Arrigo la trascurasse; però egli non s’era mai
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sedendo a tavola, quand’egli giunse. Fu il domestico
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il posto abituale, dov’egli sedette con l’aria
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presenza in quella casa; egli n’era divenuto un
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scherzoso. ¶ — Molte cose, — diss’egli. — Vi racconterò. ¶ E subito
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signorine. ¶ — Chissà quanti pettegolezzi! — egli fece, con amabilità. ¶ — Da
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siamo noi le pettegole! ¶ Egli rise; la sua faccia
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occhiata piena di civetteria. ¶ Egli pure guardò Clara, sorridendo
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vampa salire al viso. Egli era sotto lo sguardo
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mai avuta l’occasione, — egli spiegò, riafferrando la padronanza
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cresceva una lacrima silenziosa. Egli, un po’ impacciato, a
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sai che non potevo... — egli mormorò senza levare gli
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muore per così poco! — egli esclamò nervosamente ¶ — Cosa ti
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ho fatto niente, — diss’egli divenendo aspro. ¶ Ella fece
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Cos’è accaduto? ¶ — Nulla — egli esclamò quasi con rabbia
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i capelli. ¶ — Sei triste? ¶ Egli non rispose. ¶ — Sei malato
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non rispose. ¶ — Sei malato? ¶ Egli le prese repentinamente un
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ieri: tutti questi giorni, — egli spiegò sordamente. Una pausa
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non ti chiedo nulla! — egli rispose con ira, scrollando
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ginocchia ruppe in lacrime. ¶ Egli le posò una mano
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più forte. ¶ — Clara... — pregò egli, scoprendole dai capelli tutta
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madre. ¶ — Ah... Sono disperato!— egli esclamò in un accesso
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eran lacrime nuove. Allora egli la baciò su la
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disse. Ma vedendo ch’egli si turbava, subito corresse
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Non posso più accettare! —egli esclamava con sincera veemenza
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buona! Come sei buona!... — egli balbettava, un poco tremando
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occhi le brillarono; — Vuoi?... ¶ Egli vide in un baleno
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amante. ¶ — Sì, vieni, — diss’egli con una voce opaca
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gente che a assiepava. Egli additò verso il fondo
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davanti! ¶ — C’è tempo, — egli fece; e si mise
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con la maggiore ¶ tranquillità; egli s’inchinò profondamente, per
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mi avrai portato fortuna, — egli osservò amorosamente, piegandosi un
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hai? — gli domandò sottovoce. ¶ Egli scrollò il capo senza
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sano, quell’espressione ch’egli aveva insieme di virilità
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che sentiva leggermente tremare. ¶ Egli non rispose: voleva con
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quel nome di Rafa! ¶ Egli si mise a ridere
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un pericolo molto grave. ¶ Egli cercò di prenderle il
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accogli a questo modo? — egli esclamò con una voce
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più di vedermi. ¶ — Loretta!... — egli fece, supplichevole. ¶ — No: assolutamente
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un buon consiglio. ¶ Allora egli s’era messo a
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volte a Rafa, s’egli le avesse detta una
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posso fidarmi di voi… ¶ Egli ubbidiva e ricominciava. ¶ — Andiamo
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Rafa. ¶ — Niente. Mi piace. ¶ Egli s’appoggiò alla colonna
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parli? ¶ — Sì, mi piace. ¶ Egli le si mise vicino
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la fronte nelle mani. ¶ Egli si accendeva della sua
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sua fronte. ¶ — Lo so, — egli rispose, — ma non importa
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fai?... Che fai!... — gridò egli dissennatamente. ¶ — Baciami!... — ella ripeteva
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inerte. ¶ — Lora... Loretta... — mormorò egli più volte, poiché pareva
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sopra la sua bocca, egli le ripeteva quasi per
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se non voleva ch’egli si risolvesse a qualche
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fece Lora, con scoraggiamento. ¶ Egli si fermò di botto
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posso andar oltre. ¶ — Loretta, — egli disse dolcemente, con una
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crudele, te ne supplico! ¶ Egli le prese un braccio
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Rafa.. — mormorò, — silenzio! ¶ Ma egli riprese: ¶ — Ho tutto lasciato
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Come ti amo, Loretta! — egli esclamò ingenuamente, serrandole con
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sono un galantuomo, Loretta! — egli proclamò sonoramente. ¶ — Benissimo. E
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ad Arrigo, rammaricandosi ch’egli non potesse udirla. Ebbe
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sua domestica rubiconda. ¶ — Loretta, — egli disse, al termine di
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denaro!... ¶ — Non così, Loretta.. — egli esclamò arrossendo. ¶ — Così, così
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fece una pausa, ch’egli non osò interrompere. ¶ — Ora
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come un’amante impaurita. Egli voleva rispondere: « Mai più
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dalle vene del viso. ¶ Egli pure non aveva quella
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d’alluminio, quasi ch’egli potesse tornare di pasto
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Camminiamo. Ancora è presto, — egli rispose con una voce
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cui pesava. ¶ — Ti piace? — egli domandò, trasfondendo in queste
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confessò, piegando il viso. ¶ Egli ebbe un movimento nervoso
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domandava: — Chi è? ¶ Allora egli diceva un nome, una
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ha un amante ricco, egli lo sa. ¶ Un altro
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di te? ¶ — Sì, tutte! — egli fece con spontaneità. ¶ — E
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te ne voglio, Lora, — egli rispose. ¶ — No... Dev’essere
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che non si può? ¶ Egli le rispose con serrarle
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male... ¶ — Loretta, mia Loretta... — egli mormorò con una trepidazione
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il suo fresco respiro. ¶ Egli non parlava; una specie
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madre, la sorella germana. ¶ Egli aveva nel medesimo tempo
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profferire il suo nome, egli metteva un infinito amore
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spina infittagli nel cuore. ¶ Egli, che non aveva mai
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lo posso più soffrire! ¶ Egli ebbe la vanità o
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fanciulla. ¶ — Oh, come parli! — egli esclamò sorridendo. ¶ — Perchè? Ti
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tanto bella, fiore mio!... — egli esclamò, piegandosi un poco
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Sei tanto bella! — diss’egli ancora; — tanto, che mi
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terribile? ¶ — Sei una bambina, — egli osservo gravemente. ¶ — Una bambina
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ma bisognerà pur vincerla... ¶ Egli la guardò stupefatto. ¶ — Non
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io sola... ti basta? ¶ Egli guardò quella fanciulla di
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ne avesse paura. ¶ — Loretta, — egli disse, — alla tua età
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forse del tempo ch’egli svernava con una cricca
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era più che soffrire... ¶ Egli chiamò il cameriere, pagò
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piano, avvincendosi a lui. Egli sciolse il braccio, lo
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conosceva che il nome: egli era il più sperduto
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piena di brivido, poich’egli guardandola, esasperava il suo
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parola più temuta, perch’egli la conducesse via con
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li vedesse. ¶ E sognava egli pure quella camera, la
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la sua nudità… ¶ Ed egli pensò di spegnere il
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come nella sua visione, egli l’aveva veduta sbiancarsi
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risorrise. Rifecero il cammino; egli la sorresse fino alla
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hai pensato a Rafa? ¶ Egli stava curvo presso il
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fa in modo ch’egli pure mi tema, e
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o l’altra... ¶ — Peccato! —egli esclamò con un accento
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giudice migliore di te. ¶ Egli metteva nel tono della
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si?... Questo ti sembra? — egli mormorò, volgendo il viso
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attimo di silenzio, poi egli l’interruppe, dicendole: ¶ — Bene
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chi mi conserverei onesta? ¶ Egli scrollò le spalle con
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che debba essere noioso? — egli ripetè, sempre ridendone. ¶ — Sicuro
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una goccia sul fazzoletto. ¶ Egli prese una boccetta, ne
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Maggio. ¶ — Qui... — disse ancora. ¶ Egli si rivolse la boccetta
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lo spettacolo finirà tardi, — egli suggerì alla sorella. ¶ — Si
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lo sguardo Paolo, ch’egli sapeva essere del suo
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bisbetico, e nulla più. Egli peraltro, come tutti i
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nonostante lo gherminelle ch’egli aveva giocate loro. Un
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quell’uomo pratico ch’egli era, sapendo che il
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cappello che aveva comperato egli stesso per farle una
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ciglia umide. ¶ — Sei contenta? — egli le domandò, passandole una
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Sai allacciare gli abiti? ¶ Egli sorrise. ¶ — Mi proverò. ¶ Arrigo
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questa sera. ¶ — Dunque ceneremo, — egli disse. ¶ Ed ascoltava il
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Tanto è lo stesso! ¶ Egli ebbe un piccolo tremito
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di civetteria: ¶ — Ti piaccio? ¶ Egli rispose di sì, con
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mi costringi ad arrossire.. ¶ Egli girò sui talloni, battendo
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Nulla penso, piccola mia... — egli rispose con lentezza. ¶ — Non
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Mi rompo le dita. ¶ Egli l’andò a cercare
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Sì, passami l’abito. ¶ Egli lo prese dal letto
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sua più scultoria bellezza. Egli la guardava mutamente, con
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vedi? ¶ — È l’ora, — egli osservò, — poi è la
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manifesto d’essere adocchiate. Egli le conosceva quasi tutte
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lieti, baldanzoso ed oblioso, egli se ne stava lontano
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piena di perdono. Quand’egli era percosso dagli altri
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il primo giorno, ch’egli vedeva impallidire della sua
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mie lacrime... » ¶ Forse così egli pensava e per questo
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proprio. Lo ha detto egli stesso alla Clelia; ti
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ammirava. Così bella infatti egli non l’aveva mai
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temuto qualche volta ch’egli scoprisse in lei null
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il pensiero insomma eh’egli avesse potuto paragonare le
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un piacere singolare; ch’egli la trovasse bella, che
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notti, quando si coricava. Egli era qualche volta con
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rimanere con te, — diss’ egli. — Mi piace più che
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del loro colpevole amore. Egli la portava quasi, e
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una notte d’oblìo. ¶ Egli aperse l’uscio; entraron
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colpa, senza riconoscersi più. Egli la trattenne, si appoggiò
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carezza sola. ¶ — Loretta... — mormorò egli pianamente. E non seppe
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de’ suoi desiderii eh egli non avesse osato guardare
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camera — perchè stai lì? ¶ Egli non rispose. ¶ — Rigo!... — ripetè
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voce impaziente, — vieni dunque! ¶ Egli s’affacciò all’uscio
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ancor più, ancor più. ¶ Egli la guardò ambiguamente, fra
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le labbra calde, avide, egli la baciò sul collo
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fini con dirsi ch’egli l’avrebbe rovinata in
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ricca vedova sentimentale ch’egli stava per avvolgere nelle
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a guardarla negli occhi. Egli le aveva preso un
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pensando che sarebbe finito egli pure sul lastrico. Tali
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più scaltro della gelosia. ¶ Egli le mandò un mazzo
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e con acre fermezza egli si propose di offendere
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avesse risposto bene, ed egli riscosse in ogni modo
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di Clara Michelis, cui egli faceva una corte accanita
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d’una donna. ¶ Ma egli era conscio della sua
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un poco perchè subiva egli pure il fascino capzioso
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che fossero amanti, quand’egli ancora non era giunto
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in un cofano prezioso. ¶ Egli si tormentava di quella
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squisito calor di sentimento; egli, curvo su l’arco
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d’improvviso, con rabbia, egli si piegò su lei
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da quell’abitudine ch’egli aveva di celiatore e
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pensi? ¶ — Penso, cara Tita, — egli disse affettuosamente, — che ci
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volte il piatto, ed egli mangiò, mangiò con una
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d’esser impresso anch’ egli dal marchio plebeo di
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anzi, vado in palco, — egli spiegò con un riso
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non ne posso più! ¶ Egli si fermò a guardarla
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in un cielo rosso. ¶ Egli accese la lampadina elettrica
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accendere la sigaretta ch’egli teneva tra le labbra
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molte qui? ¶ — Sì, qualcuna, — egli ammise ridendo. ¶ — Allora io
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d’un uomo assonnato, egli si trasse un po
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ella domandò con allegrezza. ¶ Egli si protese verso la
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fosse... ebbene, se fosse... — egli rispose con un certo
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dalla curiosità, stranamente angustiato. Egli stesso non capiva bene
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dove? ¶ — Al Giardino Pubblico. ¶ Egli aveva un’espressione attenta
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vedute ben altre, io! ¶ Egli trasse un lungo respiro
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nome a caso: Montaldi. ¶ Egli rimase qualche attimo pensieroso
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ella, esitando. ¶ — Se Rafa... — egli ripetè, come per aiutarla
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non così leggermente com’egli forse immagina. ¶ Ella si
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è un poco strano, — egli rispose, turbato. ¶ — È strano
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fortuna. ¶ — Quest’altro modo, — egli la interruppe, — von dire
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quasi domandargli: E tu? — Egli comprese l’ironia della
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noi... Non credi? ¶ — Forse... — egli si lasciò sfuggire ¶ — Per
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Quando venivi, ero contenta. ¶ Egli si agitò come per
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niente. Poi non sarà. ¶ Egli rise, d’un riso
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un insopportabile calore. ¶ — Allora, — egli disse con una voce
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mia natura. ¶ — Dunque — diss’egli repentinamente, —combineremo tutto fra
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Come ti voglio bene! ¶ Egli finse di non ascoltare
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la rotondità ¶ del polpaccio. Egli fece l’atto di
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tardi… ¶ — Vengo domani? ¶ — Sì. ¶ Egli stette lungamente fisso verso
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altro pagherò. ¶ — Ab, vedo!... — egli fece, tra maravigliato e
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dammi una spazzola, Rigo. ¶ Egli le tese una spazzola
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1910
la stessa? ¶ — La stessa, — egli confessò con un rassegnato
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un brutto tipo, io! ¶ Egli disse queste parole con
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1910
La spazzola è pulita. ¶ Egli s’alzò, prese un
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1910
volta in poi, quand’egli entrava in teatro, taluna
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1910
in cuor loro ch’egli era veramente un giovine
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del corpo di ballo. ¶ Egli non fu geloso; non
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supremazia; il fatto ch’egli avesse rivolta la parola
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o di combattere ch’egli aveva nella sua piccola
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lontananza della strada suburbana, egli entrava nel cuore della
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mai nel nostro palco? ¶ Egli v’andò qualche volta
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quei fascino singolare ch’egli sapeva diffondere intorno a
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modestia, ed anche perch’egli aveva il dono innato
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nessuno pensò più ch’egli fosse un intruso. ¶ Tutto
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bene e male; ma egli vi rimediò sempre con
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eleganza, quasi con lusso. Egli desiderava che fosse impossibile
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tutto passava. Ma s’egli avesse chiesto, certo ell
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e Arrigo lo sapeva. Egli però esitava, già da
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da tutte le parti egli era stretto, in un
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una piccola spesa, ed egli non si faceva illusioni
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di cosa ti tormenti? ¶ Egli nulla confessò da principio
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fattosi mettere alle strette, egli giunse a confessarle, scapigliato
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una settimana ella offerse, egli rifiutò. Poi si miser
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tasche senza quasi ch’egli se ne avvedesse; il
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la sua paziente fidanzata. Egli conosceva il cuore umano
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il cuore di Arrigo. Egli non s’abbandonava perdutamente
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un mal vedovile. ¶ Insomma egli avrebbe voluto entrar nell
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della plebe disprezzabile. ¶ Ed egli vide, come nel sogno
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sua vita coraggiosa? Neppur egli lo sapeva, né di
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nella gara della vita egli valeva per il cammino
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avevan sempre qualche svago. ¶ Egli era forse un po
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cantatrice. ¶ Non di rado egli la vedeva nel giardino
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s’innamorava; e poich’egli possedeva in massimo grado
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vera magnificenza. Un giorno egli salutò. La Ruskaia sorrise
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Vi prego, sedete, barone. ¶ Egli rimase in piedi. Non
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casa, per mia fortuna... — egli disse con un tono
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le prove della recita egli se ne stava in
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Ruskaia. Senza paragone infatti egli superava i due seduttori
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un così bel dominatore. ¶ Egli d’altronde non era
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con taciturna pazienza, ed egli non vedeva davanti a
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anche i pettegolezzi ch’egli sentiva correre intorno come
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panni d’Arrigo. Ed egli lo sapeva. Questo pensiero
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fra le donne. Anzi egli ebbe di quell’antica
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chiacchiere della gente?... bah!... egli non poteva salire che
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lei parvero eccessive. Allora egli la fece da millantatore
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biglietto da visita ch’egli squadrò con occhi assonnati
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uomo giovine. Ed anche egli fu riconoscente, perchè nulla
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era la padronanza ch’egli aveva sopra sé stesso
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le sue passioni ed egli provava quasi una iraconda
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d’un male, ed egli sentiva in sé quasi
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turbava così profondamente ch’egli sentiva tutto il suo
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ritorno in città, troppo egli la trascurava e troppe
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che sterile menzogna. ¶ Questo egli pensava, allineando cifre nei
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quel suo maledetto violino! Egli s’era immaginato nei
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d’altra parlo aveva egli pure la sua propria
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primo passo, dopo ch’egli lo aveva trattato da
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Per un tacito accordo egli ed Arrigo evitavano sempre
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che più spesso vincevano, egli era divenuto in breve
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rincorrevano il denaro perduto, egli, che tutta sera aveva
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meritava questo affronto. Ma egli sperò che la Mercedes
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fino all’uscio. Ma egli rispose che conosceva la
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notturne, da buon camerata, egli pure tavernando e giocando
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valle del Nilo, ed egli le avrebbe data la
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con un voluttuoso piacere. ¶ Egli non era facile all
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annientarlo, e questo nemico egli non conosceva; ma gli
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ruvido e forte com’egli voleva essere potesse chiudere
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era entrata nell’animo, egli non indugiava, non esitava
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di agilità. La seguì egli di lontano, irresoluto. Ella
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godendo il bel sole. Egli le stava dietro, quasi
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entrare da un fiorista; egli si fermò davanti al
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buona o cattiva: entrò egli pure. Ella stava presso
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Senza impaccio, cortesemente, loquacemente, egli le sorrise. Poi distolse
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ad un certo punto egli si accorse che domandava
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per caso, quel giorno, egli le aveva mandate rose
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cosa poco elegante, mentr’egli con lo stile francese
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alla stessa ora, ed egli sapeva benissimo per quali
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Ed affrettò il passo. Egli non insistette. Gli batteva
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un’ondata di profumo. ¶ Egli rimase a guardare come
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zuffa di due cani. ¶ Egli camminò fra queste cose
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di mandorle amare. ¶ « Domani. » — egli meditò fra sè stesso
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pianoforte sfogliando musica, quand’egli entrò. Per un momento
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di que’ fiori ch’egli le mandava ogni giorno
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e insieme così rispettoso... ¶ Egli lasciava cadere Ie parole
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non le faceva paura; egli piuttosto l’incuriosiva, l
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signora Tatiana Ruskaia, » aveva egli detto, nel mettere il
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la signora Tatiana Ruskaia... » Egli aveva pronunziato il suo
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riveduto per via, quand’egli le era passato vicino
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le accadeva d’incontrarlo. ¶ Egli non era stato importuno
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malinconia se un giorno egli non avesse pensato a
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leggerezza, una vera pazzia!...» Egli sarebbe venuto, l’avrebbe
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Avete detto «un poco...» — egli fece per interrompere quel
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malessere. ¶ — Io? chi sono? ¶ Egli parve cercare un poco
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Che le importava chi egli fosse? Cosa egli fosse
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chi egli fosse? Cosa egli fosse? Di saperlo ricco
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come rosolio e miele. ¶ Egli puntò il canocchiale affettatamente
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Torretta, che aveva sperato egli pure di sedurla, non
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genuina marca inglese; poich’egli stesso andava più volte
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figlie da marito, ed egli, senza deludere alcuna speranza
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un poco inasprito ed egli cercasse di mordere, se
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del palco, taciturno. ¶ — Dico, — egli rispose, con una specie
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il congiunto gli dilapidò. Egli lo venne a sapere
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a commerciare e falli. ¶ Egli diceva di sé stesso
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Stefano una sera ch’ egli le andò a genio
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incinta. ¶ A quel tempo egli era impiegato e guadagnava
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Che fossero tutti suoi, egli medesimo non avrebbe osato
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ancora: medicina, politica, letteratura... Egli era, per somma sfortuna
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diretta da un sacerdote — egli non trattava se non
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speculatore; diceva di aver egli stesso, in persona, una
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che leggeva nel giorno egli andava la sera a
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la sua. Ogni momento egli vi entrava, o per
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li chiamassero dentro, o egli se ne sarebbe finalmente
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del primo piano! » aveva egli detto in un giorno
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testa bellissima di adolescente, egli traeva dalle corde sonore
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come lei. ¶ Una volta egli osò perfino rubare una
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per necessità... Come poteva egli campar la vita, con
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era l’essenziale; perch’egli era giunto così al
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volgevano peggio che mai; egli tornava a casa ogni
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di birra quasi vuota. Egli aveva in tasca un
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stato uno scherzo, ed egli avrebbe avuto la delicatezza
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e raro gioiello ch’egli serbava per le delizie
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di vin spumante ch’egli si centellinava piano piano
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in ch’osa, dov’egli andava azzimato come uno
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ancora più altre, ch’egli aveva baciate con febbre
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altra puntandovi qualche forcina. Egli vedeva le sue spalle
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così. ¶ E l’altra, egli la vedeva di pieno
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più vivo colore. Ora egli la vedeva interamente, in
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fanciulla si sentì turbata. Egli la rivedeva com’era
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lo cercava, temendo ch’egli se ne avvedesse, temendo
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taciturno. Poi, una sera, egli le disse per le
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andò. ¶ — Mi sposerai? ¶ — Certo. ¶ Egli aveva le labbra odorose
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amore senza fine. Ed egli nel cuore cinico ne
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giro di polca insieme: egli n’ebbe male alla
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terribile verità. Per poco egli non erale piombato addosso
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stringete, stringete, mamma Gilda! — egli rispose. ¶ — Perchè?...— fece la
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Ho fatta una sciocchezza, — egli disse, battendolo col palmo
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sogghignava. ¶ — In campagna... — diss’egli a mezza voce; — sapete
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un amico di casa, — egli precisò. La Mercedes cominciò
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sola, il giorno seguente. ¶ Egli tuttavia non si fidava
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cencio, un po’ barcollante. ¶ Egli accorse: ¶ — Dunque? ¶ Soffriva, era
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sulla soglia della casa; egli fece venire una vettura
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per soffocarne gli spasimi. Egli era turbato, e per
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sotto il corto mantello: egli sentì che ad ogni
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si mise in letto. Egli rincasò pure, attendendo la
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vicinato udiva quelle voci, egli avrebbe dovuto denunziar la
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a cercare di lui, egli non v’era più
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una quindicina di giorni egli non si fece più
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una gran pena ed egli sentisse, nella sua naturale
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bella calligrafia. ¶ Del resto egli non s’apparecchiava a
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fatto prima... Così… Così… ¶ Egli la baciò di nuovo
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lo splendore che vedeva. ¶ Egli la fissò profondamente, con
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Perchè ti stanchi così? ¶ Egli non rispose, anzi remò
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forte! Ora si correva! ¶ Egli le sorrise nel tergersi
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se mi ami davvero… — egli rispose con una timidezza
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aiuto. ¶ Si mise anch’egli ai remi e navigaron
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rapidamente per il pranzo; egli era entrato nella sua
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bimba viziata. Per consolarla, egli le prese carezzevolmente le
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stupido esser poveri! ¶ — Allora, — egli le domandò guardandola — tu
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suo volto. ¶ Pur tacendo, egli parve assalito da un
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ella fece ancora. ¶ — Certo! — egli rispose con asprezza; — Rafa
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bicchiere di Champagne, — diss’egli, — come la prima sera
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esclamò il fratello ridendo egli pure. Ma questo nome
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bevve d’un fiato; egli sorseggiò il bicchiere con
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non parli... Che hai? ¶ Egli aveva bevuti tre o
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Vienimi vicino, più vicino... ¶ Egli si sporse innanzi per
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che la impallidì. ¶ Poich’egli non rispondeva, gli prese
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sciacquare contro la riva. ¶ Egli disse alla sorella: ¶ — T
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sonnolenta, fra gli alberi. Egli si levò, le pose
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specie di funesto incantamento. ¶ Egli pensava di stare sopra
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non lo sono più. ¶ Egli riprese, come per ischerzo
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abbandonarsi nelle sue braccia, egli provava con iracondia la
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ogni mattina... » ¶ — Hai pensato, — egli riprese, — hai pensato a
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inutile ancora. ¶ — Ma, dimmi, — egli fece; — tu che parli
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lo comprendo. ¶ — No, Lora, — egli corresse con indulgenza, — tu
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Sali e spogliati, Lora — egli le aveva detto a
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sonno... — ella fece. Ma egli la persuase con dolcezza
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ora. Va e dormi. ¶ Egli rimase a camminare nell
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l’aria per dov’egli passava. ¶ La vide curva
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una cosa viva. Ed egli la vide sedersi vicino
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specchio, poi si coricava. ¶ Egli si raffigurò queste cose
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non ti spogli? — domandò egli ancora. ¶ — Aspettavo te, — ella
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lunare. ¶ — Fa amido la, — egli osservò; — non rimaner fuori
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posto accanto a sè. Egli ubbidì silenziosamente, il calore
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e chiudendo gli occhi egli s’irrigidiva per ascoltarla
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baciami! ¶ Come un pazzo egli le baciò la bocca
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limpida, lontana dalle stelle. ¶ Egli si buttò sul Ietto
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e ristette sul limitare. ¶ Egli balzò giù dal letto
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Ebbro di averla toccata, egli la sollevò nelle braccia
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le sue disperate labbra egli la baciava. ¶ Allora strappò
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un lievissimo grido. ¶ Allora egli vide subitamente in quella
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quel maraviglioso dolore, ch’egli le aveva crudelmente risparmiato
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l’anima sua, poich’egli portava in sé il
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a pregiudizi umani. Ma egli non era che la
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una più grande voluttà. ¶ Egli aveva passata la notte
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nella lontananza, nel tempo, egli ancora vedeva una remota
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doveva pur vivere, mentr’egli non avrebbe mai consentito
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lor propria coscienza? « Ricordati! — egli le diceva; — tutto si
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ne sarebbe certo guarita; egli no. Egli avrebbe fatto
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certo guarita; egli no. Egli avrebbe fatto il possibile
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non dicesse di no! Egli lo sapeva bene, e
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tortura più grande. Ma egli era invece un uomo
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diverso da quello ch’egli era stato fino allora
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incatenata il giorno ch’egli aveva cominciato ad amarla
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mia, d’un tratto egli è venuto, l’ho
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un bisogno imperioso ch’egli tornasse, per carezzarla, per
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immutabilmente la trovò chiusa. Egli non aveva nemmeno scritto
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quelle orribili parole ch’egli le aveva dette? Cos
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con pensare che, s’egli pure tornasse, non avrebbe
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il pericolo di cui egli le parlava, comprese lentamente
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lentamente l’orrore ch’egli le aveva dipinto, guardò
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Voleva non fermarsi, ma egli le si mise appresso
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tempo trascorso, e quand’egli la supplicò d’un
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dalla gente curiosa, ed egli prometteva, giurava, di rispettarla
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a riprender fiato. Ma egli era dietro l’uscio
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quella caccia infaticabile ch’egli dava ai piaceri fugaci
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le femminili attraenze ch’egli poteva desiderare nell’amante
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di mezzo, ma non, egli supponeva, un fratello intrattabile
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una freschezza riposante. ¶ Allora egli prese una sua mano
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confessano più raramente. ¶ — Dimmi, — egli riprese con calore, — dimmi
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dirsi. ¶ — Hai ragione, Loretta, — egli ammise. — Dunque, un sogno
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con una certa molestia. ¶ Egli la teneva stretta per
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per curiosità. ¶ — Forse — diss’egli — qualcuna è venuta qui
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terribilmente male... ¶ Nella penombra egli la vide impallidire; le
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parve, un attimo, ch’egli fosse tornato, ch’egli
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egli fosse tornato, ch’egli fosse lì, a ginocchi
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erano montati da lui; egli guardava ora l’ultimo
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per il sabato prossimo. Egli non sapeva se partire
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barone Silvestro, vi andava egli pure. Tre o quattro
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Antonino. ¶ — Oh, nulla, nulla... — egli fece, come chi voglia
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leggeva. ¶ Quanto a Loretta, egli non era molto severo
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l’appunto quella sera egli era da poco venuto
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delicato! ¶ Contro di lei egli diveniva subito iracondo; i
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Era così bellina, sorrideva… Egli non osò più dire
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per comprarti questa roba! ¶ Egli era straordinariamente eccitato; la
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come una sciarpa. ¶ IV. ¶ Egli era lontano, fuggiva, correva
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fatto quasi orrore... » ¶ Certo egli l’aveva persuasa con
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una scaltrezza involontaria ch’egli aveva usata per meglio
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1910
frodi. Bisognava essere, com’egli era, un freddo conoscitore
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d’una purificazione umana, egli sentiva il bacio di
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assolveva del suo peccato, egli si coricava perdutamente, in
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carica de’ suoi bauli; egli finalmente la conduceva nella
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fare queste cose? ¶ — Certo; — egli rispose. — Potrai fare tutto
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Sì, ora lo costeggeremo, — egli rispose. ¶ Sparve, quando avvallarono
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non poteva dormire... ¶ VI. ¶ Egli tornò una sera, improvvisamente
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questo implacabile amore. ¶ Veramente egli sentiva pesare su la
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Non più lei sola egli amava, ma in lei
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1910
trascorse. Perchè non aveva egli osato impadronirsene quand’ella
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suoi sensi? Perchè mai egli, ch’era stato per
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1910
braccia. Una sola cosa egli conosceva esattamente: l’impossibilità
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giorni, anzi l’aveva egli stesso ammaestrata nel coltivare
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Ed ora, quell’uomo, egli l’odiava; non di
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pensare a quell’uomo, egli presentiva un oscuro pericolo
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preveggenza di chi ama, egli tornò sopra tutto per
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Il percorso era lungo; egli guardava distrattamente in giro
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andavano probabilmente a pranzare. Egli li salutò chiamandoli per
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bottega era già serrata; egli restò qualche attimo davanti
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si volsero al sopraggiunte. Egli tese loro le mani
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l’abbracciò. ¶ — E Loretta?... — egli profferì piano, quasi vergognandosi
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penoso mistero. ¶ — E Loretta? — egli ridomandò con voce palpitante
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venite? — domandò il Riotti. ¶ Egli era rimasto in piedi
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stupiti: supponevano forse ch’egli ne sapesse più di
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Non sei più tu! ¶ Egli era infatti spaventosamente pallido
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nella sua faccia devastata. ¶ Egli cercò di sorridere: ¶ — Sono
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silenzio. Nella sua casa egli era più che mai
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È fuggita insomma.. ¶ — Fuggita!?... ¶ Egli barcollò e cadde sopra