Vittorio Alfieri, La congiura de' Pazzi, 1789

nulla il padre penètra: ei non sa, ch'oggi

sol pe' suoi figli ei trema. In petto l

dì, che al padre ei sopravvisse, tosto ¶ troncò: poco

è ver; ma intanto ¶ ei succedendo a Cosmo, e

sospetto? a tor quiete ei basta, ¶ non a dar

dimmi, a qual dritto ei ti si diè, chiedesti

tua. ¶ Lascia or ch'ei dica: ognor sta in

ai tempi ¶ fa' ch'ei meglio si adatti; e

Bruto invan con Roma ei cadde. ¶ Guglielmo ¶ Incauto è

adopro; ¶ soffrir gl'insegno; ei non l'impara. Antica

Raimondo. ¶ Lorenzo ¶ Anzi, ch'ei sia ¶ quell'uno, io

le forze, i mezzi: ei tentar puote, ¶ ma riuscir

ad inoltrarmi il cenno. ¶ Ei tenti; oprerem noi. Poter

giorno vien poscia, ove ei penètra, e strada ¶ infino

benigni assai, più ch'ei nol merta, i mezzi

a me siete; ed ei mi è caro: io

lui, se v'era ei già nemico; ¶ perché oltraggiarlo

tolto, ¶ mira ciò ch'ei, nulla mertando, or serba

rieda ¶ di Raimondo infelice: ei non si sdegna ¶ almen

alla vendetta chiuso ¶ tiene ei l'orecchio; e ancor

mal lo ascondo; altro ei non sa: non volli

Guglielmo sa? Ciò ch'ei pur debbe ¶ compiere al

sol, ti par ch'ei l'abbia ¶ ad ignorare

Ma che? non odia ei pur l'orribil giogo

sempre. ¶ Or l'ira ei preme, e miglior sorte

preme, e miglior sorte ei prega, ¶ e attende, e

incarco de' suoi lacci ei sente; ¶ ma scuoterlo non

primi, che col latte ei bevve, ¶ son vie più

poich'oggi, ¶ non com'ei suole, il successor di

ogni altro sentir s'ei pesa il giogo: ¶ tu

vita a qual ch'ei sia tiranno. ¶ Legame altro

contrastar poi basti, ¶ s'ei fassi all'altro amico

solo; ¶ n'è parte ei solo; e tu, se

Raimondo io cerco; ed ei mi sfugge? O padre

tranquillo ¶ vestir gli veggio? Ei mi movea parole ¶ poc

poc'anzi, tutte pace: ei, per natura, ¶ d'ogni

noi? — ¶ Ma pur, s'ei torna, in lui l

prima ¶ Guglielmo udiam, s'ei, per età men forte

il giudicar corrotto, ¶ ch'ei men non t'odia

t'odia, ancor ch'ei men ti tema. ¶ Forse

mai: così il foss'ei! vilmente ¶ me non udreste

quasi ¶ d'esser tiranno. Ei regnerà, se ai nostri

nostri ¶ colpi non cade; ei regnerà. — Ma regna, ¶ regna

benché accenni ¶ Giulian ch'ei teme anco i privati

sdegni, ¶ già non cred'ei certa e vicina, e

Raimondo ¶ Oh, fosse ¶ pur ei da tanto! ma, di

rio tiranno estinto? ¶ Primo ei forse non è, che

adatto. — ¶ Del popol pensi? ei dalle nuove cose ¶ stupor

non fallevol mai, ¶ armava ei stesso. Appenderassi in voto

misera, che a morte ¶ ei corre! E a me

Arrestati; placati; fra breve ¶ ei tornerà. ¶ Bianca ¶ Crudel; così

Dunque è ver, ch'ei tenta?... Ah! narra... ¶ o

Bianca ¶ Odimi... Oh come ei fugge! Ed io qui

lena or manca... ¶ S'ei fu delitto, ad espiarlo

braccia di sua donna ei fugge; ¶ ma invan. Svelgasi

del fratel tuo. Ma, ei n'ebbe ¶ da me

vale? a morte presso ¶ ei langue... ¶ Lorenzo ¶ E semivivo

del fraterno sangue? ¶ Bianca ¶ Ei m'è consorte;... ei

Ei m'è consorte;... ei muore... ¶ Raimondo ¶ Or,... di