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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «ei»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
Oreste. A quel consiglio ¶ Ei non prestava orecchio; ed
2
1867
tetto anco una volta ¶ Ei veder brama sollevarsi il
3
1867
vigor gl'infonderò, ch'ei chiami ¶ Gl'Itacesi a
4
1867
e a Sparta ¶ Andranne ei quindi a ricercar novelle
5
1867
Le mosse incontro. Dolcemente ei strinse ¶ Con l'una
6
1867
il mare. ¶ Oh s'ei tornasse! non aurati fregi
7
1867
ché pur ferrei nodi ¶ Ei con l'astuzia sua
8
1867
il suo destino, ¶ S'ei cadea combattendo innanzi a
9
1867
questi Proci. Oh! s'ei con elmo ¶ E scudo
10
1867
de' Numi, ¶ E ch'ei poscia impetrò dal padre
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1867
se ritorni, e ritornando ei voglia ¶ Vendicar le durate
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1867
suo divino genitor ritorno: ¶ Ei gli sponsali appresterà solenni
13
1867
gli sponsali appresterà solenni, ¶ Ei l'ornerà di vaghi
14
1867
se i lunghi affanni ei narra ¶ Degli achivi guerrier
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1867
diversi ¶ Agitata la mente, ei pur s'avvia ¶ Il
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1867
comperata ¶ L'Arcesiade Laerte. Ei molto un tempo ¶ Amor
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1867
Lancia impugnando, mosse anch'ei veloce, ¶ E due fidi
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1867
più non ha sempre ei s'affisa. ¶ E sempre
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1867
Umano e saggio, ¶ Qualunque ei sia, l'estimo. Ah
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1867
alto Giove ¶ Tutto ch'ei volge in suo pensier
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1867
Prontamente lo scettro; ed ei rivolto ¶ Ad Egizio parlò
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1867
che tosto ¶ Quello ch'ei le proponga, e più
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1867
il mio parlar, qualunque ei sia, ¶ I magnanimi Achivi
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1867
desìa: da cento colpi ¶ Ei trafitto cadrebbe. I tuoi
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1867
lo strugge ¶ Della vendetta, ei condurrà fra poco ¶ Un
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1867
che, mentre il mare ¶ Ei va solcando, l'onda
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1867
sul lido balzâr. Balzovvi ei pure ¶ Telemaco, e Minerva
28
1867
Al compagno la tazza. Ei pure, io credo, ¶ Godrà
29
1867
felice. Ma d'etade ei parmi ¶ Non maggior della
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1867
ucciso. ¶ Ma la pena ei scontò del suo misfatto
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1867
Sorvivesse il figliuolo, ed ei col sangue ¶ Del traditor
32
1867
in Argo Menelao? ¶ Forse ei vagava fra straniere genti
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1867
al proprio tetto. ¶ Molti ei bruciò su l'are
34
1867
legni ¶ A quella parte ei rivolgea di Creta, ¶ Ove
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1867
stento i nocchieri; ond'ei con sole ¶ Cinque carene
36
1867
a quel famoso eroe. ¶ Ei testé giunse da remoti
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1867
preghi, ¶ Tutto che brami ei ti farà palese, ¶ Ché
38
1867
e dello stesso ¶ Licore ei poscia si colmava il
39
1867
Con cui l'oro ei trattava; e anch'essa
40
1867
fabbro l'oro; ¶ Ed ei foggiollo, e ne vestì
41
1867
si ponga. ¶ Non indarno ei parlò. Subitamente ¶ Furono i
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1867
dormîr la notte, ed ei cortese ¶ Gli ospitali presenti
43
1867
banchettar conduci. ¶ Disse; ed ei ratto fuor dell'aula
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1867
o se dovesse ¶ Interrogarlo ei primo, e il suo
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1867
divo Ulisse; e forse ei n'è la prole
46
1867
Il prode Menelao. Tutto ei somiglia ¶ Al Laerziàde Ulisse
47
1867
Qui da poco arrivato, ei non osava ¶ La tua
48
1867
al lido in salvo; ¶ Ei finalmente degli achivi duci
49
1867
Tu pigliar lo potessi, ei del ritorno ¶ Sul mar
50
1867
Or conosci l'usanza. Ei pria s'accosta ¶ Alle
51
1867
lascia ¶ Libero il veglio: ei ti dirà sincero ¶ Qual
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1867
Né dell'arti usate ¶ Ei scordossi: in leon di
53
1867
In securo Nettuno; ed ei schivato ¶ Certo avrebbe la
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1867
tanto a quella vista ¶ Ei si commosse! Ma una
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1867
Volse tosto il pensiero. Ei venti elesse ¶ Della plebe
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1867
In suo segreto meditando, ei stesso ¶ Andò l'Atride
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1867
e se già morto ei fosse, ¶ Quantunque afflitto, udir
58
1867
Calipso, inclita Diva; ed ei la cara ¶ Natìa contrada
59
1867
ritorno? Dalla nostra spiaggia ¶ Ei partì col mio legno
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1867
or come ¶ A Pilo ei dunque navigar potea? ¶ Così
61
1867
che il freni ¶ S'ei più s'avanza? Ma
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1867
che i suoi disegni ei compia! ¶ Via, s'appresti
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1867
così proruppe: ¶ Perché dunque ei partì? Qual mai sciagura
64
1867
Avessi in tempo ch'ei fuggir volea, ¶ O l
65
1867
Vo' che a Laerte ei vada, e gli domandi
66
1867
mi ragiona: ¶ Dimmi s'ei vive e gode i
67
1867
al nero Pluto. ¶ S'ei viva o già sia
68
1867
dal popol suo, ¶ Ch'ei mite come padre un
69
1867
allestita, il nero golfo ¶ Ei solchi, e dopo venti
70
1867
che d'Ilio recati ei non avrìa ¶ Se con
71
1867
il vago ¶ Spettacolo goduto, ei nell'amena ¶ Grotta inoltrossi
72
1867
gioco ¶ De' suoi comandi. Ei mi dicea che teco
73
1867
dall'onde fu sospinto ei solo. ¶ Or lo stesso
74
1867
suoi comandi trasgredir, s'ei vuole ¶ Che l'eroe
75
1867
terra. ¶ Sì, pur ch'ei parta, replicò Mercurio, ¶ E
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1867
Ché la vezzosa Ninfa ei non amava, ¶ E con
77
1867
seguìa. Venuti ¶ Alla grotta, ei s'assise in su
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1867
ormai mi curo. ¶ Mentre ei così dicea, verso l
79
1867
gli porse la Diva, ei destramente ¶ Va disegnando e
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1867
che, svelto dal temo, ei cade in mare ¶ Capovolto
81
1867
le vele. A lungo ei giace ¶ Sotto il peso
82
1867
notti in simil guisa ¶ Ei va sui flutti errando
83
1867
in mezzo ai giunchi ¶ Ei chinossi, e baciò l
84
1867
Su l'anca allora ¶ Ei si rizza, e così
85
1867
Giunsero di Minerva. Ivi ei ristette, ¶ E alla vergine
86
1867
l'eroe sin ch'ei non ebbe ¶ Alfin raggiunta
87
1867
giunse e ad Arete. ¶ Ei si chinò, stringendo alla
88
1867
gli astanti ¶ Maravigliati, ed ei così pregava: ¶ O del
89
1867
Parca. E questo ov'ei non fosse ¶ Dell'Olimpo
90
1867
conosco, ¶ Né so s'ei venga donde nasce il
91
1867
corso ¶ Ed alla lotta. - Ei tacque; e, precedendo ¶ I
92
1867
stesso noval fendono insieme, ¶ Ei tanto addietro li lasciò
93
1867
a partir m'aiuti. ¶ Ei tacque; e così tosto
94
1867
Ingentilisce; sì che quando ei parla ¶ Con modesto linguaggio
95
1867
trafisse ¶ Apollo, irato ch'ei sfidarlo osasse ¶ Al paragon
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1867
Compiuta la stupenda opra, ei rivolse ¶ Al suo talamo
97
1867
che una giusta ammenda ¶ Ei ti darà. - Ma rispondea
98
1867
senza indugio; ché vederli ei possa, ¶ E venga a
99
1867
li ponean dinanzi. ¶ Anch'ei co' prenci fe' ritorno
100
1867
che m'hai salvato. ¶ Ei s'inoltra, ciò detto
101
1867
cantor l'araldo, ¶ Ed ei le prese giubilando; e
102
1867
l'immortal tuo carme. ¶ Ei disse; e pieno del
103
1867
Onde, rivolto ai Feacesi, ei disse: ¶ Udite, o prenci
104
1867
a tutti ciò ch'ei canta è grato. ¶ Da
105
1867
Da che cenammo, ed ei la sua canzone ¶ Incominciò
106
1867
Cordoglio il prema. Taccia ei dunque, e lieto ¶ Qui
107
1867
di vino ¶ Anfore piene ei mi donò: bevanda ¶ Soave
108
1867
e i secchi ov'ei mugnea. ¶ Instavano concordi i
109
1867
Cacio, aspettammo fin ch'ei giunse. Un monte ¶ Avea
110
1867
che chiudea l'entrata! ¶ Ei pria, sedendo, le belanti
111
1867
Giunta all'occaso, ch'ei tornò col gregge ¶ Dai
112
1867
stolto! ¶ Ben tre volte ei vuotò la colma tazza
113
1867
di Polifemo. Un urlo ei mise, ¶ Che intronò la
114
1867
tronco sanguinoso ¶ Si svelse ei tosto dall'occhiaia, e
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1867
tergo ¶ D'ogni montone ei brancicava, e, folle! ¶ Non
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1867
ove perir credemmo? ¶ S'ei qui gridare o favellar
117
1867
e prole di Laerte, ¶ Ei t'acciecava. - Un gemito
118
1867
prole io sono, ed ei si vanta ¶ D'essermi
119
1867
s'è destino ¶ Ch'ei pur vi giunga, tardi
120
1867
guai trovi la casa. ¶ Ei tacque, e il Nume
121
1867
poco de' miei voti ei si curava, ¶ E di
122
1867
mantiene ¶ Ne' suoi palagi. Ei le sorelle avea ¶ Date
123
1867
di partir gli chiesi, ¶ Ei benigno esaudì la mia
124
1867
stima! ¶ Molte da Troia ei porta e ricche spoglie
125
1867
vuote ¶ Facciam ritorno. Anch'ei d'Ippota il figlio
126
1867
reggia, ove a banchetto ¶ Ei sedea con la sposa
127
1867
Sol discenda o dove ¶ Ei sorga. Dunque consultarci è
128
1867
n'uscìa. Senza dimora ¶ Ei s'avvïò, da venti
129
1867
via dunque si chiami. - Ei tacque, e tosto ¶ Essi
130
1867
ginocchi ¶ Stringendomi e piangendo, ei mi dicea: ¶ Deh! non
131
1867
capo ¶ Benché di sangue ei fosse a me congiunto
132
1867
vino. In piè repente ¶ Ei levossi, al rumore ed
133
1867
la guarda, ¶ Sia ch'ei s'innalzi alla siderea
134
1867
miei compagni al fianco. - Ei disse; ed io, ¶ Infelice
135
1867
in città mai viene. ¶ Ei non ha letto morbido
136
1867
sua bella vigna, ov'ei si giace ¶ Piangendo il
137
1867
Del dormir s'avvicina. ¶ Ei disse; e muti ¶ Stavano
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1867
uccisi. ¶ Come il sangue ei libò, mi riconobbe, ¶ E
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1867
il caro ¶ Padre, ed ei gettarassi al padre in
140
1867
dove, né se pure ei viva. ¶ Così fra noi
141
1867
del tuo destino. ¶ Ed ei di novo: O generoso
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1867
Lo condussi da Sciro. Ei primo sempre ¶ Ne' parlamenti
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1867
turba de' guerrier confuso ¶ Ei non restò; ma tutti
144
1867
Stancar le belve, ch'ei vivendo ucciso ¶ Avea sui
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1867
rodeano il core, ¶ Ed ei scacciarli non potea. Tentato
146
1867
novo al tuo legno ei non s'avventi. ¶ Dell
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1867
contento e più saggio ei ne partìa; ¶ Perché non
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1867
che il saldo ¶ Remo ei trattava. Ad affrettar la
149
1867
eroe potesse. ¶ V'ascende ei poscia, e tacito si
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1867
e li rapisse ¶ Mentre ei dormiva. Diêr, ciò fatto
151
1867
vinta ¶ Troia seco recato ei non avrebbe ¶ Se ne
152
1867
Di mio padre avverarsi. Ei mi dicea, ¶ Ch'era
153
1867
l'avviso, prima ch'ei punito ¶ Avesse i Proci
154
1867
dolci ¶ Paterne balze sospirava ei sempre, ¶ E del sonante
155
1867
mano il buon famiglio. ¶ Ei su bovina rossa pelle
156
1867
sue stalle ¶ Duro strazio ei soffrìa, se il mandrïano
157
1867
forse tra gente sconosciuta ¶ Ei s'aggira mendico ed
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1867
non disprezzo, quando pure ei fosse ¶ Più misero di
159
1867
saccheggiò lontana terra, ¶ Anch'ei, se a casa torna
160
1867
confin di questi campi, ¶ Ei possiede di capre undici
161
1867
nell'arena involte. ¶ Certo ei così perìa, tutti i
162
1867
amava, e molta cura ¶ Ei prendeasi di me, sì
163
1867
Tu neghi adunque ch'ei tornar mai possa, ¶ Ed
164
1867
darai che quando ¶ Tornato ei sia: benché mendico, io
165
1867
giovinetto. All'alma Pilo ¶ Ei navigò del genitore in
166
1867
Lagrimando i ginocchi, ed ei pietoso ¶ M'accoglie nel
167
1867
ampio albergo ¶ E poderi ei tenea. Quivi dimora ¶ Io
168
1867
indi sul proprio legno ¶ Ei mi propose di condurmi
169
1867
e un'atra nube ¶ Ei sul capo ne stese
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1867
che invece ¶ Senza gloria ei morì, dalle crudeli ¶ Arpie
171
1867
un mese ¶ Ancor tornato ei non sarà, tu contro
172
1867
preparar la cena. ¶ Mentre ei così ragiona, ecco i
173
1867
o terrà, ché tutto ei puote. ¶ Così disse; e
174
1867
a me dormìa vicino. ¶ Ei dal sonno si sveglia
175
1867
sarà fra noi venuto, ¶ Ei di vestirti si darà
176
1867
giacea ¶ Infinito, mirabile tesoro: ¶ Ei medesmo si toglie un
177
1867
doni alla tua terra. ¶ Ei con gioia l'accetta
178
1867
Dinanzi agli alti ¶ Corridori ei fermossi, e propinando ¶ Ai
179
1867
mi facesti! ¶ Or mentre ¶ Ei favella così, levossi a
180
1867
bolle. Ad invitarti ¶ Verrebbe ei stesso immantinente al lido
181
1867
i suoi presenti anch'ei ti porga, in volto
182
1867
in su la poppa ¶ Ei s'assise, e seder
183
1867
Appena ¶ Telemaco qui giunga, ei d'una veste ¶ Ti
184
1867
senza posa dai Celesti ei chiede ¶ La fine de
185
1867
lieve ne potrete, ovunque ¶ Ei sia venduto. - Quando ebbe
186
1867
lui chiedean del prezzo, ei fe' degli occhi ¶ Ratto
187
1867
in grande onor tenuto. ¶ Ei più che gli altri
188
1867
doni ¶ Nella mia casa ei patirà difetto. ¶ Salì Pireo
189
1867
le tazze, e anch'ei s'assise ¶ Ad Ulisse
190
1867
disceso da tesprozio legno, ¶ Ei venne a questi campi
191
1867
Ne rechi la novella? Ei, benché afflitto ¶ Per l
192
1867
Che cibo né bevanda ei più non gusti, ¶ Né
193
1867
eroe, sparì Minerva, ¶ Ed ei ripose nella stanza il
194
1867
l'han seguito invano. ¶ Ei tacque; e al lido
195
1867
fuga, e far ch'ei muoia. ¶ Ogni nostro disegno
196
1867
andrà fallito ¶ Fin ch'ei respira; perocché di senno
197
1867
o per via, trafitto ei cada. ¶ Tutte allora fra
198
1867
piace, ¶ E bramate ch'ei viva e che i
199
1867
la mente; e s'ei l'approva, ¶ Leverommi a
200
1867
inseguito, ebbe qui scampo? ¶ Ei co' Tafi ladroni erasi
201
1867
sdegnarsi, n'avrìa danno ei solo, ¶ Ché non per
202
1867
averne cura. ¶ Non indarno ei parlò. Salì la donna
203
1867
Ma, della calca uscendo, ei si rivolse ¶ Dove Mentore
204
1867
e non sapea s'ei pure ¶ Ancor vivesse. Su
205
1867
il tien prigione; ¶ Ond'ei, che più non ha
206
1867
Ulisse ¶ Mensa ospital, ch'ei nella patria terra ¶ Già
207
1867
vide, ¶ Ecco un tristo, ei dicea, che guida un
208
1867
avvolte, ¶ Fate che salvo ei torni alle sue case
209
1867
Oh! se di corpo ei fosse e di vigore
210
1867
nell'ostello il piede ¶ Ei mise; e dopo venti
211
1867
Telemaco lo chiama; ¶ Ed ei, presa la scranna, ove
212
1867
conviene ad un mendico. - Ei tacque; ¶ E il mandrïano
213
1867
voglia, e su tutti ei sia felice. ¶ Sporse le
214
1867
Cessò dal canto, anch'ei finìa la cena. ¶ Sorse
215
1867
sarebbe a noi molesto. - Ei prese, ¶ In ciò dir
216
1867
è l'uom ferito, ¶ Ei querelarsi e lagrimar non
217
1867
fuggendo, alla mia casa ei giunse; ¶ E quivi per
218
1867
lungi Ulisse. ¶ Oh s'ei tornasse, ben saprìa col
219
1867
sappi intanto, ¶ Che s'ei mi dice il vero
220
1867
disse: ¶ Eumeo, non viene ei dunque? e che l
221
1867
mandriano: Non a torto ei cerca ¶ Schivar le offese
222
1867
Liberamente favellar potrete. ¶ Qualunque ei sia, costui folle non
223
1867
Già gli sovrasta ch'ei s'andò cercando: ¶ Tali
224
1867
ossa ne sfracella; ond'ei mugghiando ¶ Stramazza nella polve
225
1867
suo sguardo allor ch'ei giunga! ¶ Ché senza sangue
226
1867
Domestichezza di que' tristi ei lasci, ¶ Che gli parlan
227
1867
Oh se il governo ¶ Ei ripigliasse di mia vita
228
1867
invia ciascuno ¶ Il banditore. Ei stesso Antinoo diede ¶ A
229
1867
casa ¶ Fuggìan, credendo ch'ei dicesse il vero. ¶ Ma
230
1867
Iro la palma. ¶ Afferra ei quindi uno sgabello, e
231
1867
e non al nostro ei venne. ¶ Plausero i Proci
232
1867
all'Orco ¶ Già sceso ei fosse, per favor d
233
1867
e solo allor ch'ei faccia ¶ In Itaca ritorno
234
1867
mentre alle teucri sponde ¶ Ei navigava, e nell'angusta
235
1867
e caro ospite suo ¶ Ei chiamava. Ma l'onde
236
1867
Eran le vesti ch'ei portar solea, ¶ O se
237
1867
candidi giovenchi, ¶ Sì ch'ei d'ira infiammossi, e
238
1867
lido ¶ Abbandonâr della Trinacria. Ei solo ¶ Fu su gli
239
1867
e mi dicea ¶ Ch'ei da poco a Dodona
240
1867
letto ¶ Gli preparate, ov'ei si corchi e dorma
241
1867
osasse ¶ In questo albergo! ei tosto ne sarìa ¶ Da
242
1867
grandicello in sul Parnaso ¶ Ei venga al tetto di
243
1867
d'un cinghiale, ed ei l'uccise. ¶ Mentre la
244
1867
greggia ¶ Bovina spoglia, ch'ei coperto avea ¶ Con altre
245
1867
comportando quelle tresche oscene, ¶ Ei di sdegno fremea contro
246
1867
così denso di nemici ¶ Ei solo affronti. Ma discese
247
1867
di favor m'affidi. - Ei disse; e tosto ¶ Il
248
1867
Ulisse gioìa. La voce ei quindi ¶ D'una femmina
249
1867
Accendean nella sala. Anch'ei dal letto ¶ S'alza
250
1867
di cibo? o giacque ei forse ¶ Negletto in questa
251
1867
dicendo che già sazio ei n'era. ¶ Quando poi
252
1867
steccato. Al divo Ulisse ei quindi ¶ Così dicea: Straniero
253
1867
la mensa de' Proci. Ei tutte in fila ¶ Le
254
1867
uficio intende. ¶ Quando anch'ei la giovenca ebbe e
255
1867
ritrovo? da qual terra ei viene? ¶ Da che stirpe
256
1867
me, se già calato ei fosse ¶ Agli alberghi di
257
1867
le guance appena, ¶ Quando ei mi diede a custodir
258
1867
rozza scranna. Delle carni ei poscia ¶ Gli approntò la
259
1867
di scusa; e quando ei fosse ¶ Alfin comparso, la
260
1867
per notte il giorno ei prende. ¶ Eurimaco, rispose il
261
1867
il guardo, ¶ Impazïente ch'ei l'istante accenni ¶ Di
262
1867
forte Eurito, e ch'ei morendo al figlio ¶ Avea
263
1867
come al quarto ¶ Cimento ei venne, e certo si
264
1867
Autòlico salii. - Ciò detto, ei sciolse ¶ La veste, e
265
1867
alla sua volta ¶ Anch'ei le mani lor baciava
266
1867
Ma del vin tracannato ei primo il folle ¶ Eurizïon
267
1867
tendesse, credi tu ch'ei voglia ¶ Farmi sua sposa
268
1867
condurmi? ¶ Alle mie nozze ei certo non aspira, ¶ Né
269
1867
S'abbia l'arco ei dunque, ¶ E vediam ciò
270
1867
La sala abbandonando, ¶ Anch'ei Filezio s'affrettò la
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che il valid'arco ei pieghi! ¶ Ma d'ogni
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cocca adattò; s'assise ei poscia, ¶ Prese la mira
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cenno ¶ A Telemaco; ed ei, l'asta impugnata ¶ E
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Speriam che starsi neghittoso ei voglia. ¶ Or che l
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Il fianco gli trafigga. Ei quindi al padre ¶ Accostossi
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Genitor fa ritorno. Armossi ei primo, ¶ Armaronsi i pastori
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cadean. Ma poiché strali ¶ Ei più non ebbe, l
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ai Proci aiuto. ¶ Mentre ei così ragiona, ecco Melanzio
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che muoia fiero strazio ei soffra. ¶ Pronti i servi
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Come n'ho speme, ei qui cadrà col figlio
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sua casa. - Or mentre ei parla, ¶ Scaglia Ulisse da
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parte a parte: prono ei cade, e a terra
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prese; ove già spento ¶ Ei non sia da' pastori
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le traea co' Proci. ¶ Ei più non disse; ed
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Rapir volean la vita, ei tutti uccise. ¶ Ma dicea
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ma con la destra ¶ Ei di repente m'afferrò
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rimpetto ad Ulisse; ed ei col tergo ¶ Ad uno
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avea ¶ Pallade circondato, ed ei dal bagno ¶ Uscìa pari
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il letto ¶ Porta, ch'ei stesso un dì costrusse
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tenterìa; perocché strano ¶ Congegno ei chiude, noto a me
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fe' soffrire, e quanto ei stesso ¶ Nel lungo suo
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palpebra chiuse, fin ch'ei tutta ¶ La storia non
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compì di sue vicende. ¶ Ei narrò che domato avea
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ove gli estinti ¶ Amici ei vide, e la diletta
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nel mare. A morte ei solo ¶ Sfugge, e cala
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buon Laerte, ¶ Prima ch'ei chiuda al buio eterno
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dagli amanti accolto; ¶ Ed ei busse e motteggi sopportava
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trapassò gli anelli. ¶ Piantossi ei quindi su la soglia
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e spïerò se ancora ¶ Ei mi conosce, o se
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conobbi, il più diletto. Ei nato ¶ Era in Itaca
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che a sua voglia ei scelse, ¶ A tesser tele
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avessi ¶ Qui rinvenuto, anch'ei di doni carco ¶ Rimandato
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A preparar la mensa. - Ei tacque; ed ambo ¶ S
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membra gli crebbe, ond'ei più grande ¶ E robusto
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colpa di costui! Molti ei condusse ¶ De' nostri cari
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prestanti uccise. ¶ Prima ch'ei fugga all'arenosa Pilo
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averi, ¶ Forsennati credean ch'ei più tornato ¶ Non sarebbe
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penetrò; sì che riverso ei cadde ¶ Con gran rumore