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Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «elli»

nautoretestoannoconcordanza
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1321
sua nave e come elli parlò a l'auttore
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m'è duro». ¶ Ed elli a me, come persona
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duol sì vinta?». ¶ Ed elli a me: «Questo misero
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i rei avrebber d'elli». ¶ E io: «Maestro, che
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lo fioco lume». ¶ Ed elli a me: «Le cose
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dubbiare esser conforto?». ¶ Ed elli a me: «L'angoscia
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non peccaro; e s'elli hanno mercedi, ¶ non basta
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vento esser leggieri». ¶ Ed elli a me: «Vedrai quando
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è sì spiacente». ¶ Ed elli a me: «La tua
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saran sì cocenti?». ¶ Ed elli a me: «Ritorna a
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paura; ché, poder ch'elli abbia, ¶ non ci torrà
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la sinistra nostra». ¶ Ed elli a me: «Tutti quanti
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di cotesti mali». ¶ Ed elli a me: «Vano pensiero
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che 'l fenno?». ¶ Ed elli a me: «Su per
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uscissimo del lago». ¶ Ed elli a me: «Avante che
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disse 'l maestro; ed elli stessi ¶ mi volse, e
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Ben m'accorsi ch'elli era da ciel messo
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ciel, gente dispetta», ¶ cominciò elli in su l'orribil
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drizzato gridò: «Come? ¶ dicesti "elli ebbe"? non viv' elli
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elli ebbe"? non viv' elli ancora? ¶ non fiere li
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al primo detto, ¶ «S'elli han quell' arte», disse
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che mi parea nemico. ¶ Elli si mosse; e poi
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non passi ¶ perduto». Ed elli: «Vedi ch'a ciò
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a tal foggia?». ¶ Ed elli a me «Perché tanto
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di sé la vendetta elli stesso. ¶ E quel di
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uom che teme. ¶ «S'elli avesse potuto creder prima
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sangue doloroso sermo?». ¶ Ed elli a noi: «O anime
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percosso fui; ¶ o s'elli stanchi li altri a
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ebbe e par ch'elli abbia ¶ Dio in disdegno
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un paese guasto», ¶ diss' elli allora, «che s'appella
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a questo vivagno?». ¶ Ed elli a me: «Tu sai
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per questo calle». ¶ Ed elli a me: «Se tu
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e più sommi. ¶ Ed elli a me: «Saper d
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sì pungenti salse?». ¶ Ed elli a me: «Mal volontier
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li altri tutti». ¶ Ed elli allor, battendosi la zucca
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roggia fiamma succia?». ¶ Ed elli a me: «Se tu
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idolatre, ¶ se non ch'elli uno, e voi ne
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scoglio venire. ¶ Ahi quant' elli era ne l'aspetto
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Alichino, e Calcabrina», ¶ cominciò elli a dire, «e tu
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ne minaccian duoli?». ¶ Ed elli a me: «Non vo
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duca, per cenno; ¶ ed elli avea del cul fatto
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uno aspettar così, com' elli 'ncontra ¶ ch'una rana
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con mal piglio. ¶ Quand' elli un poco rappaciati fuoro
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disse: «Odi malizia ¶ ch'elli ha pensata per gittarsi
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a quella lievre ch'elli acceffa». ¶ Già mi sentia
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sol consiglio fei. ¶ S'elli è che sì la
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sembiante stanca e vinta. ¶ Elli avean cappe con cappucci
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dorate son, sì ch'elli abbaglia; ¶ ma dentro tutte
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tra ' quali udi' ¶ ch'elli è bugiardo e padre
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la grande angoscia ¶ ch'elli ha sofferta, e guardando
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n'abbia, ¶ quante bisce elli avea su per la
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del grande armento ch'elli ebbe a vicino; ¶ onde
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o febbre l'assalisse. ¶ Elli 'l serpente e quei
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fascia di quel ch'elli è inceso». ¶ «Maestro mio
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lei mi piego!». ¶ Ed elli a me: «La tua
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andando, mi rancuro». ¶ Quand' elli ebbe 'l suo dir
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tua schiatta»; ¶ per ch'elli, accumulando duol con duolo
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qui si spicchi». ¶ Ed elli a me: «Quell' è
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di lëuto, ¶ pur ch'elli avesse avuta l'anguinaia
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nel mondo gramo», ¶ diss' elli a noi, «guardate e
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terra è questa?». ¶ Ed elli a me: «Però che
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Poi disse a me: «Elli stessi s'accusa; ¶ questi
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l mio duca, «ond' elli ha cotal merto. ¶ Fïalte
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ch'un fascio era elli e io. ¶ Qual pare
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l'altre note». ¶ Ed elli a me: «Del contrario
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non ti rimagna». ¶ Ond' elli a me: «Perché tu
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capelli ¶ del capo ch'elli avea di retro guasto
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sì dentro impetrai: ¶ piangevan elli; e Anselmuccio mio ¶ disse
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la foce, ¶ sì ch'elli annieghi in te ogne
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ogne vapore spento?». ¶ Ond' elli a me: «Avaccio sarai
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tu ancor morto?». ¶ Ed elli a me: «Come 'l
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vien pur mo giuso: ¶ elli è ser Branca Doria
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fu sì bel com' elli è ora brutto, ¶ e
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volse la testa ov' elli avea le zanche, ¶ e
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il sol tragitto?». ¶ Ed elli a me: «Tu imagini
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d'un sasso, ch'elli ha roso, ¶ col corso
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roso, ¶ col corso ch'elli avvolge, e poco pende
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fu' di là», diss' elli allora, ¶ «che quante grazie
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oh maraviglia! ché qual elli scelse ¶ l'umile pianta
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tanta ora tolta?». ¶ Ed elli a me: «Nessun m
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veramente da tre mesi elli ha tolto ¶ chi ha
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A quella foce ha elli or dritta l'ala
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mente mi ragiona' ¶ cominciò elli allor sì dolcemente, ¶ che
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se cosa appare ond' elli abbian paura, ¶ subitamente lasciano
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per ognun tempo ch'elli è stato, trenta, ¶ in
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che via faremo?». ¶ Ed elli a me: «Nessun tuo
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e Aquilone intrava. ¶ Ond' elli a me: «Se Castore
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li occhi miei». ¶ Ed elli a me: «Questa montagna
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per vero». ¶ E com' elli ebbe sua parola detta
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t'ha' ripriso?». ¶ Ed elli: «O frate, andar in
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tua sepultura?». ¶ «Oh!», rispuos' elli, «a piè del Casentino
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tuo ben manifesto?». ¶ Ed elli a me: «La mia
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salir di notte, fora elli impedito ¶ d'altrui, o
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risposta udita, ¶ Sordello ed elli in dietro si raccolse
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tutto quanto arde». ¶ Ond' elli a me: «Le quattro
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mal cammin dispregia». ¶ Ed elli: «Or va; che 'l
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che volete voi?», ¶ cominciò elli a dire, «ov' è
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per la toppa», ¶ diss' elli a noi, «non s
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io m'accoro»; ¶ ed elli a lei rispondere: «Or
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metti in oblio?»; ¶ ond' elli: «Or ti conforta; ch
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nel veder vaneggio». ¶ Ed elli a me: «La grave
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in Parisi?». ¶ «Frate», diss' elli, «più ridon le carte
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portan segnato quel ch'elli eran pria, ¶ onde lì
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consorte' menzionando?». ¶ Per ch'elli a me: «Di sua
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pochi è posseduto?». ¶ Ed elli a me: «Però che
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odo?», ¶ diss' io. Ed elli a me: «Tu vero
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stea tuo sermone». ¶ Ed elli a me: «L'amor
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di vigore. ¶ Mentre ch'elli è nel primo ben
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è suo merto». ¶ Ed elli a me: «Quanto ragion
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al segnor mio: ¶ ond' elli m'assentì con lieto
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io vivendo mossi». ¶ Ed elli a me: «Perché i
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al termine vola». ¶ Ed elli: «Io ti dirò, non
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etterno essilio». ¶ «Come!», diss' elli, e parte andavam forte
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pescator le vele?». ¶ Ed elli a lui: «Tu prima
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di quell' anima degna. ¶ Elli givan dinanzi, e io
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nel diserto; ¶ per ch'elli è glorïoso e tanto
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odo?», ¶ comincia' io; ed elli: «Ombre che vanno ¶ forse
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d'altra voglia». ¶ Ed elli a me: «De l
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tempo si ristora». ¶ Ond' elli a me: «Sì tosto
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issa vegg' io», diss' elli, «il nodo ¶ che 'l
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che va secondo ch'elli ascolta. ¶ E quale, annunziatrice
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fa credere altrui. ¶ Ed elli a me: «Tu lasci
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e puoi andar tra elli. ¶ Non aspettar mio dir
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m'apparve, sì com' elli appare ¶ subitamente cosa che
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discorso ammanna, ¶ sì com' elli eran candelabri apprese, ¶ e
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ha paura o quando elli è afflitto, ¶ per dicere
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e non cólto, ¶ quant' elli ha più di buon
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quel luogo, e come elli con le donne seguio
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vòlto al temo ch'elli avea tirato, ¶ trasselo al
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Dante quelle cose ch'elli vide, trattando e dimostrando
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alquanto, e poi «S'elli erra ¶ l'oppinïon», mi
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l'altro; e s'elli avvien ch'io l
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lo tuo parere. ¶ S'elli è che questo raro
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esser più sù ch'elli siano.] ¶ Quel sol che
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piove. ¶ Ma sì com' elli avvien, s'un cibo
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non esser derisa. ¶ S'elli intende tornare a queste
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a li voti ch'elli fanno a Dio; ed
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sol che si cela elli stessi ¶ per troppa luce
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che fé poi ch'elli uscì di Ravenna ¶ e
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sapesse il cor ch'elli ebbe ¶ mendicando sua vita
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a rilevarsi, ¶ che s'elli avesse sol da sé
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fu la materia ch'elli hanno; ¶ creata fu la
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io a lui; ed elli a me: «S'io
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è uopo, stanchi». ¶ Ond' elli ancora: «Or dì: sarebbe
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non cheggio». ¶ «E puot' elli esser, se giù non
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induca: ¶ sì che, com' elli ad una militaro, ¶ così
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Vittore è qui con elli, ¶ e Pietro Mangiadore e
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e men traluce. ¶ Ond' elli avvien ch'un medesimo
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l'altro passo; ¶ perch' elli 'ncontra che più volte
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m'accors' io ch'elli era d'alte lode
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ne la vista, s'elli è tanto, ¶ che da
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con imagine scoverta». ¶ Ond' elli: «Frate, il tuo alto
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l'alto affetto ¶ ch'elli avieno a Maria mi
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lo mare andavi. ¶ S'elli ama bene e bene
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né di iattanza; ed elli a ciò risponda, ¶ e
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libente in quel ch'elli è esperto, ¶ perché la
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chi nol sa, s'elli ha la fede mia
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qual diverrebbe Iove, s'elli e Marte ¶ fossero augelli
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che 'l viso ch'elli affoca ¶ chiuder conviensi per
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l'affocato amore ond' elli è punto». ¶ E io
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maggior corpo cape, ¶ s'elli ha le parti igualmente
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inchiuso da quel ch'elli 'nchiude, ¶ a poco a
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de l'ardore ¶ ch'elli acquistavan ventilando il fianco
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sùbito diss' io. ¶ Ond' elli: «A terminar lo tuo
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quest' esser giocondo», ¶ cominciò elli, «non ti sarà noto
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sole stella mattutina. ¶ Ed elli a me: «Baldezza e
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volem che sia, ¶ perch' elli è quelli che portò
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buon sartore ¶ che com' elli ha del panno fa
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pensando, quel principio ond' elli indige, ¶ tal era io