Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

infine il povero Carlo8 era anche entomòlogo, ragione per

Ambrogio, una domenica, s’era imbattuto in un volume

inclinazione» del marito, ne era anzi un po’ seccata

un lago di palta!...».11 ¶ Era caduto infatti in una

la roggia Scondüda, ch’era straripata, quest’ultima: in

e di voli. ¶ S’era cavata la giacca, s

cavata la giacca, s’era sporto avido, con il

maniche di camicia com’era, teso fino all’ultimo

il braccio, Dio com’era peloso!, perchè aveva rimboccato

che travaglio o tempo, era venuta quella fronte? Da

macellaio o macelleria egli era stato licenziato ai buoni

e da quale mente era stato «progettato»? Era partecipe

mente era stato «progettato»? Era partecipe dell’equivoco delle

grande ansia della famigliuola era che il pigìdio – (con

povero ragazzo!...». ¶ L’Adalgisa era diventata un molino a

e nero animale gli era apparso a un tratto

Avvedutosi dell’uomo, si era dato subito a fare

infarinata come una polpetta, era venti volte più grossa

dicendo madonnabona madonnabona ziohàne. ¶ «Era proprio l’Ateucus Sacer

un uovo....». La preda era poi nient’altro se

nido in discorso non era un vero e proprio

della parola: dato che era la pallottola. ¶ «È il

nei campi. Una puzza! ¶ Era un topo marcio. E

moltiplicato per due, gli era stato fedele in misura

ci banchettano dentro, felici....». (Era felice anche lui). «Dénter

capomastro di casa Ingegnoli era buono come il pane

d’orologio, non solo era andato in brìciole lui

sto mond!». E s’era data a spazzare il

diventa un tossico....». ¶ Elsa era quasi per sorridere: voleva

temp de Carlo Códega....». (Era donna Eleonora, col Leopoldo

l’agitava tutta, s’era fatta pallida, con degli

dato, poi, che Elsa era la quarantesima volta che

omino dei palloni, stavolta.... Era la storia del suo

che tràcchete.... Questo qui era stato unico.... unico «propî

sul cantone del Nerino. ¶ *** ¶ Era allora una bella e

non saprei come dire.... Era già il tempo che

più sgangherati, la Tetàscia. Era una sgangheratura affettuosa, sinceramente

polpa lombarda che c’era sotto, già allora, a

Adalgisa, che non s’era mai lasciata metter nel

Nel morir tisica, poi, era inarrivabile. Fosse che qualche

estinguersi di quella vita era a momenti più vero

della sua tubercolosi. ¶ Com’era simpatica! ¶ Davanti a lei

frequentatori de’ loggioni, non era pur anco invalso l

zii glie lo presentarono: era il ragionier Biandronni: era

era il ragionier Biandronni: era il povero Carlo.... «L

da sola: orfana, si era «emancipata», come dicevano e

moncone di torre ch’era a guardia della pusterla

parti: (ma il monumento era sempre quello, sotto il

cavaliere». La dama v’era intervenuta: non molte seggiole

di quel casus, le era sembrato di potervi anzi

retina allucinata di Elsa, era stato filmato alle cinque

o di pargoli, ch’era l’idea più ovvia

che l’Elsa Caviggioni era stata veduta al Conservatorio

occ ross....» (che non era vero) «.... agitata, nervosa....» (che

vero) «.... agitata, nervosa....» (che era ancora meno vero). «Sì

simile) «.... che dopo tutto era un giovane serio ecc

fioeu compàgn!... E poi era anche socio del Filologico

Cort d’Apèll.... Che era poi fidanzato.... o in

che nessun Ippolito mai era venuto loro in mente

assenso. Il chiodo senatoriale era stato ribadito dalle martellate

caviggionica): e più gambero era, e più dogma divenne

alla qual mano guantata era avvolta la catenella «d

fece il più grande: «era una Bianchi». ¶ «No, una

non è vero che era una Legnano.... non credergli

Quel riso da furba era perfettamente silenzioso. Nel volto

lombardo, a quella veduta, era «insorto» con inusitata «energia

piangere; la Maria s’era giustificata nel dialetto di

resto del pranzo, ch’era stato eccellente. La «colezione

stato eccellente. La «colezione» era cioè potuta entrare in

dell’«altro» viale: ch’era o pareva già immerso

dal viale interno, s’era seduto a una panca

nel viale grande: ch’era cornucopia di «màchine», moto

sull’anca: poi s’era come ripentito del gesto

disotto la ròtula, s’era screpolata (ne’ loro strusci

interpretare a suo modo. ¶ Era donna. Era davvero «deliziosa

suo modo. ¶ Era donna. Era davvero «deliziosa», come le

le ombre del viale. ¶ Era fulgida. Le blandizie dorate

un’alivola divinità: oh, era la moda di quell

No, tutto questo non era nulla. Il guaio era

era nulla. Il guaio era che l’abito, castissimo

contro cui quindi non era eccezione valevole – tegumentava le

mongolfiera. ¶ Il risultato complessivo era, in noi, nell’animo

cuore: dal nostro; ch’era impossibile, contemplandola, di tirare

fede ai programmi: ch’era il più bel vanto

sacrale). ¶ Senonchè l’Adalgisa era di quelle meravigliose donne

ed ilare, Madonna! adesso era illividito in un odio

che volevo.... dopotutto.... Ed era perfino un nobile.... un

realtà la cognata le era sempre parsa più sollecita

sostenendo l’uno che era una Vetterly, l’altro

Oh! Col suo Carlo «era una cosa diversa». Il

diversa». Il loro romanzo era stato una cosa incredibile

pronuncia di simili «farabutti» era stata anzi causa efficiente

il nome, Carlo!, egli era un bravo e bell

il suo pane. Non era certo uno che viveva

oltre che appassionato filatelico era un dilettante mineralogista: parlava

Vestali. ¶ E non c’era passeggiata nei monti, a

tutto il resto non era se non la frantumata

del nipote, che non era il caso di insistere

pneumatica a un tempo. Era una guerra incruenta: ed

una guerra incruenta: ed era un Guerra pedagno. Quel

loro prestanza di rinoceronti era fondata su dialettali ruggiti

dalla meta che si era prefisso.29 ¶ La folla s

sinfoniale di gesso caramellato, era un pissi pissi da

la bandiera non c’era. Gli altoparlanti nemmeno. C

di ottone finto. C’era, insomma, tutto quello che

si purgano.... ¶ Il minestrone era pervenuto a bollore, con

con soprabito primaverile normale, era un tipo normalissimo. Campione

Gavirazzi – Santambrogio – Cavenaghi – Freguglia era al completo: e già

del genere.40 ¶ La tribù era al completo. Le reni

Ma la musica non era il suo forte. Quella

santità inderogabile del matrimonio). ¶ Era professore di diritto privato

si tramutavano in bevitori. Era la taverna dell’attimo

anima. Lei, lei sola, era stata strappata via dalla

le tribù della stirpe, era un motivo reale nella

Liliane, di Anne. Adesso era la volta che usciva

soprabito di chi c’era dietro, sedevano: il giovane

di brillantina gli si era consunto dentro i capegli

del latte, perchè s’era freddato il latte, perchè

aveva messo nel latte, era troppo lungo, o troppo

tutto quello che c’era da pagare. ¶ Non c

da pagare. ¶ Non c’era, ma idealmente c’era

era, ma idealmente c’era, lo zio prete, cacciatore

finiva qui. ¶ E c’era per davvero lo zio

cittadini. E non c’era, ma teoricamente c’era

era, ma teoricamente c’era, lo zio colonnello, (di

famiglia, che infatti s’era rotto o storto o

per cui poi, difatti, era stato tirato in ballo

ozio. La loro vita era esclusivamente dedita alla famiglia

fradicio Bartholdi. Il programma era più variegato di un

aprilano, che affettava omai, era chiaro, tutta la tribù

ma con ciò non era più ridicola di prima

opinione: il giovane compositore, era chiaro, non aveva capacità

sala,61 il vaccino si era trionfalmente insediato. Aveva riscosso

totem dell’antica Mediolanum era la proliferante scrofa, animale

del Lambro». Gallia comata era propriamente la transalpina: ma

dalla meta che si era prefisso»: standard del volere

vasta: Varese, Como, Erba) era ed è una nota

a quella ribalda gimcana. Era adesso, dopo il colmo

il colmo del viale, era la carrozza a sospingere

più tigliosa del cavallo. ¶ Era un cavallo mitologico, d

quella che se l’era guadagnato a piedi, il

averne fornito a Murat. ¶ Era un cavallo araldico,4 uscito

po’ passo onde s’era abbandonata a sedile e

noi, dopo tutto, se era del terzo o del

di mutar discorso. Forse era stanco. Era molto probabile

discorso. Forse era stanco. Era molto probabile che la

mai con alcuno: non era stato ferito. ¶ Nessuno, certo

pavoncelli cui Mavorte s’era sparagnato1 pel poi, stante

Bilancina del misuratissimo Iscrupolo era solo occupata, in quegli

paralume di vetro – (ch’era un cono di una

fondo della campagna solitaria. Era, in ogni modo, tutto

all’armadio di cucina. Era di nuovo inquieta. ¶ Ragazzi

latta, in zincotipìa, ch’era poi nient’altro se

polpastrello del pollice: ed era per le corse, alle

la sua speranza tenace era pervenuta a stanare alcuni

per la signora, sissignora!». Era, dalla nuca ai calcagni

finchè, pervenuto alla dispensa, era: «un taglio limone-seltz

voce e dignità risentita, era quando dicevano: «Cameriere! ma

questo, signor Cavaliere!»: ed era già trasvolato. Il quale

consideratissimi! A nessuno, mai, era mai venuto in mente

simile giudizio. ¶ E quella era la vita. ¶ Fumavano. Subito

epoca dell’ossobuco, si era andato a mano a

e però curiosissimo, ch’era così instantemente evocato dalla

mentre che lo stomaco era tutto messo in giulebbe

elegantissime: e il gomito era sulla tavola, e il

lo si vedeva ch’era arrivato a poter dire

soy un hombre». Non era una faccia di bischero

Sierra. Gli occhi malinconici – (era, sui barattoli di tutte

del nobile Gian Maria, era zia di Valerio: oltrechè

scombinarsi de’ nervi, s’era impadronito di Elsa dopo

il nobile Gian Maria era costretto alle pantofole dell

on par de string. – Era il bel ringraziamento per

il Bruno in persona era apparso in via Pontaccio

il Bassano.2 Nè v’era mancato lo sgabello, in

infine il Bruno, mortificatissimo, era stato ammesso alla presenza

di via Mayerling s’era dipanata in tutta la

rimessa.... e difatti, poi, era vuoto.... ma chi poteva

e dico.... dato che era appena venuto fuori il

sulla via Palizza c’era fuori il giallo.... che

ne capiva un qualchecosa era bravo.... una gibigiana,4 ghe

faccia di fianco (ch’era prima di sopra), e

parte del cioccolatto si era potuta recuperare, e ciò

e di passere, ch’era un’allegria da non

effetto immediato, intero. Si era visto anzi taluno o

e d’argento. Ch’era vana e oramai temibile

e un cavaliere ch’era nientedimeno ingegnere, quanto perchè

dramma del triciclo s’era appisolato in Via Maroncelli

tiremm innanz» gli si era insediato nell’anima al

di allora. E tanta era la felicità, che prese

arancio-fuoco modello Gomorra, era la nube affocata di

così, anche il Bruno era stato perdonato. Senza che

tutto il resto non era che un carnevale di

statale. Ma lo stato era già sovraccarico di monumenti

una forma bluastra, senile, era improvvisamente presente. Il cavo

incorporale orrore: tutto gli era cagione a illividire, con

e invisibile della civetta. Era, il Bertoloni, un immigrato

di assurdità che s’era venuto montonando sulla assurdità

portineria, «almànk quella!», ch’era già per suo conto

battaglia del grano gli era indifferente. ¶ In ciò fu

di passi e si era esclusa automaticamente dagli itinerari

piedi, aveva dovuto ignorarla. Era situata sullo stradone del

il prezzo dell’affitto era di sua convenienza, buggerato

di villa egli s’era accattivato la simpatia del

signorino Pepito che s’era rotto una gamba al

nei polmoni) che v’era arrivato intanto anche il

alla storia, occupato com’era nell’ardua bisogna del

labbro di sotto, com’era solito nelle reminiscenze. Ma

giorni il ràdersi: ch’era una liturgia del giovedì

lavarsi allegramente le mani. ¶ Era tutto rasserenato. «Anda, anda

ed uscì. Non s’era neppur tolto il cappello

gendarmeria. ¶ D’altronde egli era coniugato con prole, il

fosse però misogino. Celibe era di certo, come Beethoven

esser più libero, questo era positivo, di fare tutto

prender moglie, che si era affrettato a rifilare alla

accusa: egli non s’era affrettato un corno: e

casa dei vaglia, quand’era più frusto a sérpere

Peppa, la lavandaia, ch’era particolarmente dimestica della Signora

perfino, certe volte, tanto era lo spavento, a farli

comanda. No, no. Lui era bianco e rosso: e

di cibo, ad esempio, era divenuta favola. Esecravano unanimi

figlio Pirobutirro. ¶ Nel 1928 si era detto dalla gente, e

della sistematica d’Aristotele era loro arrivata ad orecchio

d’aurora marina), ch’era venuto a mano a

dei diti, se li era condotti alle labbra unte

grasso, del pollo, perchè era invece un piccione. ¶ Ed

neppur quelli! Oh! non era il tipo, così la

una presa di tabacco. Era morto povero, senza un

i peggio dei sassi, era per arrivare al cancello

si sa mai.... ¶ Germanico era in certe manìe d

di nessuno. ¶ E c’era, per lui, il problema

il su’ babbo, ragazzo, era stato compagno di giochi

loro «ritagli di tempo». Era proprio nei ritagli, tra

ferale determinazione. ¶ Valerio Caviggioni era nipote del nobile Gian

suo fratellastro, e si era diplomato in ingegneria elettrotecnica

affilato dal calcolo differenziale, era quel che si dice

fine. Il suo fine era il più luminoso dei

di sabato, il Filologico era affollato in ogni sala

dopo che Lindoro s’era liquefatto col di lei

però, là per là, era rimasto uccel di bosco

liquori. Non fumava. Non era neppur pensabile che dopo

barche, e se non era la magra,... addio calcestruzzo

struttura in calcestruzzo armato»: era una sala di spettacolo

tristezza delle annate, s’era traslocato in via Spiga

del mal passo. Com’era l’uso in Milano

casa di via Spiga era andata ammodernata il possibile

obliqui loro pure; ch’era poi nient’altro, del

mi assicurano invece che era proprio il palazzo Brügna

però anche precedentemente c’era stata occasione di ricambiare

Ufficio Imposte e Catasto era nota e stimata oggimai

marito poi non parliamone: era già ammutolito da un

Per modo che «c’era lì», sempre, qualcuno di

tromba d’Eustachio che era il passaggio fra latrina

po’ duro d’orecchi: era anzi sordo come un

per la povera Giovanna», era nient’altro che una

dopo il trasloco del ’20. Era allora che l’andava

in allora ce n’era dimolte, a Milano, ch

pezzo.... oramai....». ¶ Il gradino era un gradino Brügna, o

per esser più esatti, era stato riprogettato «in sede

idee della moglie, ch’era già pallida, d’un

impareggiabile foglio umorifero ch’era, in quegli anni, il

d’essere cardiopatica (ma era una idea), si lasciava

trasloco16 allargatore del 1920, poi!, era sempre il buon chiodo

alle direttive del marito. Era questa, anzi, la sua

che «la» mia bisnonna era una Novati, mentre per

per parte di madre era legata ai Cavallazzi.... ma

la contessa Giulia, dicevo, era donna di elevato sentire

l’enormità della massa, era vana cosa, mi assicuràvano

il nuovo pisello esibìtole era sì un pisello, ma

e il beige.... sì, era un beige, ma non

Ma sì! quando c’era ancora il cavalier Bernasconi

indrée in del mangià», era solita emanare, «se si

beccata del secondo chicco. Era tale la pratica, acquisita

che in quei tempi era una cosa di nulla

del destino, che s’era fissato sul rosa),... be

sibille!... Sì, sì, ne era proprio sicura.... ¶ I due

bacile del Fonte: ch’era il sol posto dove

nomi dei due nonni. Era un frugolo, ma un

fischio di locomotiva ch’era in procinto di venir

di Milano: (Milano com’era e come sarà: Bestetti

il legno dell’Oberland era però soltanto dipinto (sulla

Kremlino. ¶ Poichè tutto, tutto! era passato pel capo degli

connotati del Buon Gusto. Era passato l’umberto e

il taciturno crepuscolo), c’era anche, piuttosto sciatta, e

della nostra immaginosa tensione era divenuto scarica della realtà

quale metallica non gli era parso vero di istradarlo

di servizio. Stavolta s’era appiattito per sempre nella

grande epico maradagalese che era venuto a mancare due

tirare avanti. Il bisogno era sempre istante, di cavare

a gas, dopo il 1905, era arrivata a penetrare il

quale la lasceremo non era, e qual’era neppur

non era, e qual’era neppur più la ricordo

Briarèo prosciolto, machbetiani coltelli; era l’incubo delle sue

el Lingera»,35 diobono adesso era rimasto privo non solo

Il terzo pesante campale era ancora lontano più di

per più giorni. S’era stiacciato un dito col

celebrato a san Policarpo, era anche riuscito mica male

un vaso di peperoni. Era andato tutto bene fino

dello stambugio della portinaia era pervenuto ad azzannare il

piroette orbitanti, (vuoto com’era adesso), e quello scampanare

La portinaia Teresa Fioroni era coraggiosamente accorsa, granata alla

demonio in corpo: ch’era doventato un dragone. ¶ Gatti

mastèghet on quaicòss». Ch’era poi quello che gli

mano sulla coscia, dov’era la tasca, e dove

chincaglieria ed aquileria cesarea. Era però assai netto della

Trois Ilets) il 23 giugno 1763, era buona amica dei Carnot

riacquistata: dal popolo medesimo. Era costei moglie in seconde

tutti, e a tutte, era pervenuta a salvare anche

arrivista che di fatto era: e aspettandone il peggio

repentino ritorno del desiderio, era però avviata al settembre

Mun: (adducendo ch’egli era andato a letto con

la società in insalata era il fatto suo: quei

di otto anni prima. Era una scocciatura santissima questa

ma perchè il piccinella (1804!) era già strastufo della vecchia

tutto quello che c’era da raspare). ¶ Verso la

re, che se n’era svestito e se ne

fiore) le «contribuzioni volontarie». ¶ Era una giornata stupenda: le

nella terra lombarda: ed era il quasi anniversario della

del territorio milanese s’era andata formando in quel

stesso lo proferì, ch’era già stato a dieciotto

retroguardia austriaca (35.000) che s’era aggreggiata in paese e

la gallinona non s’era pur anco messa alle

di rifiatare. Lo zio era professore al politecnico, una

perchè bimba, Doralice non era riuscita a capire, e

zio e che cosa era il politecnico. ¶ Questo, per

a sua posta, s’era quetato nella limpidità della

la navigazione del giovanotto era per ricevere un nuovo

sera. Altre volte gli era sembrato di vivere in

cristalli e sete, gli era impedita da una sorta

di quel che gli era per uscir di bocca

Doralice, in quel punto, era tutta rivolta ai grandi

vostri» parve e forse era d’una insolenza intollerabile

per terra. «.... E poi era un ponticello di legno

Oh! è ridicolo.... non era un vero ponte!...». ¶ «Come

e no, invece!... non era il ponte definitivo.... quello

al politecnico.... in calcestruzzo. Era il pontile.... sì, insomma

freccia?... dal di sotto?...». ¶ (Era, tacitamente, un ridere matto

pallore di talune corolle era un desiderio un po

superiori. E da tutti era intesa, ma non ascoltata

nel buio. Il casello era tutto chiuso: le barre

parquets,1 in casa Cavenaghi, era sempre venuta la «Confidenza

baffi rotondi gli si era annidato un vago sospetto

Sannazzaro, o di Valeggio. Era allora che si poteva

e pennelli), la cassetta era campita in un bel

entrati, la prima cosa era mutarsi d’abito, o

ne avevano diciassette tutto era color di rosa, il

i millenni, la nocciuola era pervenuta a mano dello

il serpe ad aprile, era cointeressato al romanzo dalla

Sicchè il suo volto era il volto stesso della

tutta la baracca non era avanzato che un uscio

spazzettone. ¶ Perchè la «Confidenza» era dolorosamente fallita. Ossia i

meno dell’impresa....», «che era fondamentalmente sana....»: così mi

vie,16 come suole, ed era una mucillaginosa mattina di

epopea, questo è vero, era stata composta in carcere

quarta che fosse, non era cieco, ci vedeva anzi

vedeva anzi magnificamente: ma era un pregiudicato ed ex

truffardo, quando costui s’era presentato ad offrirgli il

nome della città laboriosa era stato issato a guisa

di Milano», cooperativa anonima, era stato nient’altro che

di merce depositata. Ch’era un odorino, passar di

parenti alla larga!», s’era per tal modo invescata

tutto il resto, poi, era stato un affar di

La sua menopausa le era costata due milioni e

Carlotta, la sua ultima, era diventato diciotto volte nonno

cà». Il trasferimento (trasloco) era stato una cosa penosa

si pensi che s’era verificato non soltanto dopo

terza, «stranissima» circostanza s’era dovuta verificare, appena approdati

o piumato:24 (che non era il canarino). ¶ Solevan dunque

come qualmente non c’era più sale nel bòssolo

dura, questa, quanto quella era invece affettuosa e consenziente

brava e buona ragazza» era stata caldamente raccomandata dal

Come mai? Se le era stata prescritta la defecazione

fradice che ce n’era da dar da mangiare

di gorgonzola in credenza era spasmodicamente ghiotta, tanto da

acquaio di Via Pontaccio era più grande sì, ma

Elsa alzò le spalle: (era sola). ¶ Ma poi, di

guardate in tralice, c’era talvolta una più sfuggente

della mandra. E c’era, cosa incredibile, del rossore

Robin (jodio colloidale organico) era quello che faceva al

Santa Maria Fulcorina «non era così umido», «e non

timor di Dio. Non era difficile veder Valerio, il

negli annali della famiglia, era poi contrassegnato in misura

buono: la Carolina, semigobba, era sorda: a domandarle che

a domandarle che ora era rispondeva di sì. «Mei

Bonzi, altro finanziere, che era riuscito a rasparle fuori

volume, se vogliamo», «ma era pur sempre un gran

centuplicato l’amore. ¶ Ella era donna di popolo: sana

centrale del seno: che era un seno piuttosto ragionativo

l’avvallamento, credetemi, credetemi! era una cosa deliziosa, eterea

a mangià l’ingüria». Era questa la formula rituale

Un tremito di gratitudine era in me, tanta gentilezza

gioioso nel vento; ch’era uno spirare di Maestro

ne prendessimo, non c’era verso: urlava allegro, rovesciava

ben capire che cos’era, da lei, una limonata

d’acqua dolce, che era una signora come tutte

nemmen lei che cos’era: se un ragioniere o

quell’insigne menatorrone che era: e anche «la stansa

nessuno.... e chi voleva era il Carlo, il suo

alle stiratrici di mestiere. ¶ Era davvero un magnifico A

amore la sua voce era ancora voce: per quanto

aurata, ch’egli s’era messo a rigovernare certi

pigione per solito s’era disciolta in uno smemorato

Cassina Brisighella.... ¶ E lei era apparsa, in vestaglia, sbattendo

conti. Il mellone, anzi, era già in fresco da

di squarcio, che cos’ era per lui quella creatura

passata è la tempesta». Era allora proprio che il

la carezza materna. «Non era la voce», si disse

voce», si disse, «non era trascuranza!... Ma nanca per

una sposina di Novello.47 ¶ «Era la gelosia!...»: ecco cos

la gelosia!...»: ecco cos’era. La gelosia per tutti

uomo. Oh! di questo era certa. E in quell

e contigua, ch’egli era un uomo: questa, anzi

ritmi). Sana e calda era già per suo conto

breloque» arrivò.48 ¶ In fondo, era già arrivato da un

in quanto realmente s’era investita di adeguate funzioni

sarta nipote di Cavallotti, era molto intelligente e colta

Adalgisa, il suo salone era «la fabbrica della maldicenza

nient’alter....». Non c’era perfidia che fosse aliena

quella dell’architetto?... Non era la sua signorina di

E la Recalcati?... non era la sua serva, forse

quella icastica popolaresca. Ma era assolutamente necessario vincere; vincere

Adalgisa Borella vedova Biandronni. ¶ Era riuscita, dopo un funerale

che il più importante era di pensare ai figli

ai coinquilini: l’attacco era finito con delle pezzuole

poveri ragazzi!»,51 (ma questa era un’iperbole del suo

che in quei mesi era proprio l’epoca che

nuovo nucleo familiare c’era già in riserva il

potevano star tranquille: c’era un «povero Carlo» anche

Lei, l’Adalgisa, non era mai stata grafomane: aveva

Cazzaniga. Anche la busta era listata di nero, da

perfino l’inchiostro, stavolta, era nero. I francobolli, purtroppo

tomba del povero Carlo era nel medesimo campo, e

amministrati. Il figlio maggiore era morto in America: e

aria un po’ rimminchionita, era però perfettamente in regola

millenarie basette. Nè c’era da credere al vento

trovò che la falce era a posto, non meno

un inaffiatoio vuoto, s’era scordato di posarlo; l

posarlo; l’altro si era ficcato un dito nel

a sfondo giustizia sociale) era anzi quella che il

bombetta: (milan. cardanello): che era copricapo elegante: usato ancora

verso lo spettacolo, c’era sempre un sàcculo (di

di cipria sul naso era motivo di boati di

in via Principe Umberto, era ed è un edificio

abbonamento intero. L’abbonamento era divisibile fra 2, 3, 4, 8 coabbonati, che

quarto collegio»: la città era divisa in collegi elettorali

appunto le firme; ed era inclinata di 20 gradi in