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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Luigi Pulci, Morgante, 1483

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
1
1483
comincia avvïarsi il macello. ¶ Era venuto un gigante pagano
2
1483
Copardo e gli altri era smarrita. ¶ Combatteron costor tutta
3
1483
dubitavan non esser disfatti. ¶ Era tra lor delle persone
4
1483
roba e la gente. ¶ Era apparito in orïente il
5
1483
la persona; ¶ sentì come era acceso un altro foco
6
1483
foco ¶ e come egli era morta la Corona ¶ dell
7
1483
meglio il caso come era ito. ¶ Un suo messaggio
8
1483
avea fatto ella; ¶ ed era un barbassor molto stimato
9
1483
si confaccia, ¶ dunque non era questa donna umana: ¶ nel
10
1483
eran zucchero e mèle. ¶ Era tutta cortese, era gentile
11
1483
mèle. ¶ Era tutta cortese, era gentile, ¶ onesta, savia, pura
12
1483
magnalmo e signorile, ¶ ch'era di sangue e di
13
1483
Barberia, e in Arabia era nato, ¶ né mai si
14
1483
tra fàlago e sdonnino era il mantello, ¶ né vedrà
15
1483
faceva brutto, ¶ ch'egli era largo tre palmi nel
16
1483
e la sua armadura era incantata, ¶ che nessun ferro
17
1483
ferro tagliar ne potea; ¶ era in Domasco suta lavorata
18
1483
quel popol saracino, ¶ ch'era già avvezzo a mille
19
1483
tu che 'l migliaccio era caldo? ¶ Ma questo è
20
1483
perché conobbe ch'egli era ostinato; ¶ a Ulivier n
21
1483
Veggendo questo Antea, ch'era gentile, ¶ sùbito anco ella
22
1483
Amor lo 'ngannava, ¶ ch'era di poco di Francia
23
1483
si rompe o taglia. ¶ Era già il sol caduto
24
1483
dèttesi a conoscer ch'era Gano; ¶ e disse che
25
1483
disse che di corte era sbandito, ¶ e dava tutte
26
1483
pel mondo alcun tempo era gito ¶ per fargli alfin
27
1483
raccontò di Persia come era ito ¶ il fatto, e
28
1483
disse come al campo era venuto ¶ Rinaldo ed Ulivieri
29
1483
Orlando, ¶ e come Ricciardetto era caduto ¶ ed Ulivier sanza
30
1483
levare. ¶ Rinaldo con Orlando era tornato ¶ in Persia, e
31
1483
gran disputazione. ¶ Orlando s'era con lui riscaldato: ¶ - Io
32
1483
forse che di questo era indovino. ¶ Così la sera
33
1483
foco d'amor drento era acceso! ¶ Al conte Orlando
34
1483
ch'al suo Rinaldo era uscita del core: ¶ contenta
35
1483
l'avevon rubata ¶ ch'era signor della Bellamarina; ¶ in
36
1483
molto la sua vita era meschina. ¶ E come e
37
1483
scampata ¶ mentre ch'egli era la zuffa appiccata; ¶ e
38
1483
in Persia furon fatti. - ¶ Era il Soldano uom molto
39
1483
rispose al Soldan ch'era presta, ¶ e quando più
40
1483
morire; ¶ vide che s'era a seder posto al
41
1483
vuole, ¶ rispose che parata era a suo destro. ¶ Fannosi
42
1483
lei molto parlava, ¶ ch'era con essa a fargli
43
1483
quando e' sentì chi era quel signore; ¶ e se
44
1483
aiuta, ¶ ché lo schermire era l'arte sua vecchia
45
1483
anco è affamato, ¶ ch'era a caval: pensa chi
46
1483
del Soldan la figlia ¶ era venuta con molta sua
47
1483
della lancia, ¶ ché così era il costume di Francia
48
1483
acuto, ¶ perché e' non era una foglia di cerro
49
1483
d'una torre. ¶ Orlando era di questo smemorato: ¶ per
50
1483
la damigella, udendo ch'era Orlando: ¶ parve che 'l
51
1483
disse come il fatto era fornito. ¶ Diceva Orlando con
52
1483
che giunse ove non era Carlo Mano: ¶ perché e
53
1483
ma col suo Ganellone era a Pontieri; ¶ sentì come
54
1483
Salamone. ¶ E Salamone, perch'era sapiente, ¶ con questi due
55
1483
e la persona. - ¶ Marsilio era uom generoso e discreto
56
1483
Rinaldo, perché e' n'era sceso ¶ come colui che
57
1483
e colle penne, ¶ ch'era sfrenato, e fu già
58
1483
come il ghiro s'era inalberato, ¶ diceva: - Esser vorrebbe
59
1483
con seco piangea, ¶ ch'era già tutta di Rinaldo
60
1483
un vecchio barbassoro ¶ ch'era tutto turbato in viso
61
1483
montava il baron valoroso; ¶ era a vederlo tutto il
62
1483
lontan mi venne odore. - ¶ Era la sala piena di
63
1483
faciéno; ¶ ed accostossi ove era alcun barone; ¶ poi cominciò
64
1483
e' padri, ognun n'era gaudente. ¶ Gran festa si
65
1483
Cristo o in Macometto. - ¶ Era il gigante superbo e
66
1483
simile a quello, ¶ tanto era lavorato ricco e bello
67
1483
così vuol ragione. - ¶ Egli era in questo modo divisato
68
1483
in quattro parte, ov'era figurato ¶ quattro alimenti; e
69
1483
primo parea acceso, ¶ ch'era per modo ad arte
70
1483
studia il volo. ¶ Quivi era lo sparvier, quivi la
71
1483
gagliardo. ¶ Il picchio v'era, e va volando a
72
1483
l'uccel santamaria v'era e 'l piombino; ¶ e
73
1483
mai intender posso. ¶ Quivi era calandra e 'l calderino
74
1483
e molto dalle ninfe era onorata. ¶ Eol parea che
75
1483
lasca. ¶ Alefe finalmente v'era scorto, ¶ e come sol
76
1483
fango è imbrodolato; ¶ quiv'era il cavrïuol che molto
77
1483
temendo ogni caso; ¶ quivi era il dromedario e la
78
1483
soma. ¶ La volpe maliziosa era a vedere, ¶ e 'l
79
1483
scorgea l'animale; ¶ quivi era il tasso porco e
80
1483
accorto già non s'era; ¶ èvvi il serpente, superbo
81
1483
s'accorse colei, ch'era pur saggia, ¶ che per
82
1483
disse come il fatto era seguìto ¶ e quel che
83
1483
usa, ¶ e lecito operare era ogni ingegno ¶ e tradimento
84
1483
volava, e l'altro era un uccello. ¶ E' si
85
1483
la zuffa insieme rappiccorno. ¶ Era venuto a vedere il
86
1483
leggiadra sopravvesta; ¶ Orlando, ch'era insuperbito e caldo, ¶ con
87
1483
traditor mai dirò piùe. - ¶ Era già sera, e 'l
88
1483
avessi nel suo campo; ¶ era montato in su 'n
89
1483
l suo fratel, ch'era ardito e gagliardo, ¶ n
90
1483
che avea nome Copardo. ¶ Era il gigante alla porta
91
1483
viene ¶ come Corante caduto era morto, ¶ e che passato
92
1483
aveva inteso ¶ come questo era d'Orlando cugino; ¶ però
93
1483
di sua gran forza era ammirato ancora, ¶ e cominciossi
94
1483
ch'a questa opera era attento, ¶ aveva in punto
95
1483
appunto in Ulivieri, ¶ ch'era nel mezzo di questa
96
1483
si fuggì, che gli era appresso, ¶ piena di doglia
97
1483
non domandar s'egli era un nuovo Giobbe. ¶ Un
98
1483
ignun non se n'era avveduto; ¶ ma poi ch
99
1483
drento alla porta. ¶ Ricciardetto era a Ganellone a' fianchi
100
1483
sentendo come il fatto era ito, ¶ e che in
101
1483
e che in Parigi era Rinaldo e 'l conte
102
1483
stracciò la real vesta. ¶ Era Rinaldo già in piazza
103
1483
creduto ¶ e seguitato n'era amaro frutto. ¶ Preso la
104
1483
Orlando per paura ¶ s'era fuggito, inteso la novella
105
1483
novella ¶ come Rinaldo drento era alle mura; ¶ e nascoso
106
1483
l dì venuta v'era per ventura; ¶ e triema
107
1483
Vedi s'Orlando nostro era discreto! ¶ E' gl'increscea
108
1483
fine la morte, ¶ perch'era vecchio, e lui pur
109
1483
assai malizia. ¶ Orlando, ch'era savio a compimento ¶ e
110
1483
allor che 'l Campidoglio era occupato. - ¶ Orlando, come savio
111
1483
perché Rinaldo non v'era, non teme; ¶ e Carlo
112
1483
e lui in Pagania era arrivato; ¶ e mostrava pregare
113
1483
molto palesate. ¶ Rinaldo s'era un giorno dipartito ¶ per
114
1483
e Ruïnatto con lui era gito ¶ verso Agrismonte, a
115
1483
la corte di sdegno era piena. ¶ Rinaldo e Ruïnatto
116
1483
scudiero ¶ intanto a Montalbano era tornato, ¶ e Ricciardetto suo
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1483
la sua brigata assetta. ¶ Era già presso il giorno
118
1483
per nulla non v'era, ¶ e per isdegno n
119
1483
e per isdegno n'era ito in Baviera; ¶ e
120
1483
che fu già saracino, ¶ era con Carlo pien d
121
1483
Sena lo 'mpiccassino. ¶ Rinaldo era venuto, come scrisse ¶ Astolfo
122
1483
l buon Vivian, ch'era l'altro maestro. ¶ Non
123
1483
Vivian da Pontier ch'era presso, ¶ e colla spada
124
1483
non si conta. ¶ Carlo era corso già insino alla
125
1483
Rinaldo drento in Parigi era entrato, ¶ e grida: - Popolazzo
126
1483
che di Rinaldo madre era, a Parigi, ¶ perché esser
127
1483
famoso, e Baldovino ¶ ch'era figliuol del sir dello
128
1483
che non ve n'era pochi; ¶ tanti strambotti, romanzi
129
1483
e cetre ed organetti. ¶ Era Rinaldo molto reputato ¶ e
130
1483
ivi mirava, ¶ là dove era assediato l'amostante ¶ dal
131
1483
non trovava posa, ¶ ch'era detto per nome Marcovaldo
132
1483
un difetto avea, ch'era sboccata, ¶ e pel furor
133
1483
figliuol di Mellone ¶ dov'era del gigante il padiglione
134
1483
gigante il padiglione, ¶ ch'era tutto di cuoio di
135
1483
Orlando a chi non era al fuggir destro ¶ facea
136
1483
parve di molta possanza, ¶ era di bocca, com'io
137
1483
Tisbe lo chiamòe, ¶ ch'era già presso all'ultimo
138
1483
se n'andaro, ¶ dov'era l'amostante e sua
139
1483
il conte Orlando, ¶ ch'era più fresca che incarnata
140
1483
gli fu ch'egli era un vïandante, ¶ e questo
141
1483
non parea, ¶ sappiendo quanto era fiero il gigante. ¶ E
142
1483
allor, per ubbidire, ¶ ch'era maestro di somma dottrina
143
1483
saracina, ¶ e come egli era col grande amostante: ¶ così
144
1483
di tal pace troppo era contento, ¶ dicendo: - Del tuo
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1483
molto fier quand'egli era adirato, ¶ tanto che tutto
146
1483
modo potre' farsi». ¶ Rinaldo era inquïeto e impazïente, ¶ né
147
1483
sapeva e molto n'era lieto, ¶ dicendo: «Orlando so
148
1483
il popol rallegrato s'era: ¶ ora è in un
149
1483
condizione! ¶ vedi se sbergo era di fine maglia!); ¶ e
150
1483
sù levòe; ¶ nella quale era una lettera scritta ¶ che
151
1483
riguardando ove il lïone era ito, ¶ non lo riveggon
152
1483
lo riveggon, ch'egli era sparito. ¶ Carlo e' baroni
153
1483
il famoso amirante ¶ ch'era stato allo assedio a
154
1483
traditor di Gan, ch'era fuggito ¶ fuor di Parigi
155
1483
intese come il fatto era ito, ¶ drento al suo
156
1483
vedere ¶ questo gigante, ch'era smisurato: ¶ Morgante non pareva
157
1483
e Rinaldo. ¶ Meredïana, ch'era alla presenzia, ¶ non poté
158
1483
Carlo risponde, ma non era inteso, ¶ tanto ognuno era
159
1483
era inteso, ¶ tanto ognuno era di furore acceso. ¶ Non
160
1483
non son mature. ¶ Non era tempo adoperar la fromba
161
1483
feroce il gigante. ¶ Ulivieri era ritornato in sala ¶ armato
162
1483
gran Morgante, e' non era più forte. ¶ E già
163
1483
rosse; ¶ ed a vedergli era tutta la corte. ¶ Morgante
164
1483
Ulivier di ciò troppo era lieto. ¶ Molto dispiacque a
165
1483
tenessi segreto, ¶ perché pure era imbasciador mandato; ¶ e pargli
166
1483
sapevo io chi drento era venuto, ¶ o se pur
167
1483
o se pur v'era gente d'altra razza
168
1483
poco onore. - ¶ Rinaldo, ch'era tutto infurïato, ¶ rispose a
169
1483
avvisarlo ¶ che consigliato s'era porgli assedio, ¶ ed accordati
170
1483
siàn nel bosco. - ¶ Quivi era Malagigi, e confermava ¶ che
171
1483
Non domandar se Gano era contento, ¶ acciò che Carlo
172
1483
Grifon d'Altafoglia. ¶ Questo era della schiatta di Maganza
173
1483
di Maganza. ¶ Orlando s'era di corte partito. ¶ Gan
174
1483
bel gambo d'oro era legato. ¶ Fuvvi gran gente
175
1483
fuor di Parigi, ch'era assai mendico: ¶ quivi smontorno
176
1483
copriéno; ¶ di bianco drappo era la sopravvesta, ¶ a nessun
177
1483
la giostra che cominciata era, ¶ né poté far non
178
1483
aveva fatto. ¶ Rinaldo, ch'era armato come quello, ¶ e
179
1483
armi molto adatto. ¶ Ulivieri era già venuto al campo
180
1483
avea molta possanza, ¶ ch'era mandato da Gan di
181
1483
piacque a Gallerana, ¶ ch'era con Alda e con
182
1483
Carlone, ¶ e Gan tutto era acceso di letizia, ¶ Rinaldo
183
1483
di letizia, ¶ Rinaldo, ch'era pien di passïone, ¶ sentia
184
1483
a Montalban giugnea, ¶ quale era stato per molti paesi
185
1483
ché in Agrismonte stato era di Buovo, ¶ e non
186
1483
cittade; ¶ così Terigi, ch'era lo scudiere, ¶ aveva gli
187
1483
priega minacciava ¶ perch'ostinato era farlo morire, ¶ tanto che
188
1483
si fe' cristiano: ¶ questo era quel famoso Lïonfante ¶ che
189
1483
tutto il lor pregare era alfin vano. ¶ Gan da
190
1483
di Parigi doloroso ¶ s'era fuggito, per non veder
191
1483
ladron mi chiama. - ¶ Avino era venuto per vedere ¶ quel
192
1483
chiamò in croce Elia. - ¶ Era a vedere Astolfo cosa
193
1483
fussi rïuscito il tratto, ¶ era salvato Carlo e la
194
1483
sentendo che 'l fratello ¶ era abbattuto, per vendicar quello
195
1483
presso alla terra, ove era il suo signore, ¶ e
196
1483
fu già miseramente sciolto; ¶ era nel tempo che più
197
1483
una sua sopravvesta ¶ dov'era un Macometto in puro
198
1483
c'è colui ch'era il suo core, ¶ cioè
199
1483
ch'e' non v'era con loro ¶ Morgante, il
200
1483
del re Caradoro, ¶ ch'era rimaso con lei volentieri
201
1483
sopra il suo cavallo era montato, ¶ tanto che tutto
202
1483
gran quantità, ch'ognuno era contento ¶ di voler la
203
1483
al palazzo reale ¶ dove era la reina e' suoi
204
1483
ho disïanza. - ¶ Intanto Caradoro era presente, ¶ e salutò Dodon
205
1483
si bagna; ¶ e non era caval, ma nondimeno ¶ e
206
1483
molto destro e forte era e corrente. ¶ Questo in
207
1483
notte drento. - ¶ Ma Lïonfante era uom troppo dabbene, ¶ e
208
1483
volpe un tratto molto era assetata: ¶ entrò per bere
209
1483
a dire 'Astolfo, ch'era in Monte Albano, ¶ che
210
1483
Albano, ¶ che, perch'egli era di nobil legnaggio, ¶ benché
211
1483
potessi Erminïone; ¶ ma poi era la trappola scoccata, ¶ e
212
1483
che 'l tradimento doppio era ordinato. ¶ Astolfo in questo
213
1483
Ganellon credea, ¶ ché così era ne' Ciel distinato; ¶ e
214
1483
inverso Montalbano è ito. ¶ Era per Pasqua; giunse la
215
1483
ben quarantamila cavalieri, ¶ ed era il campo, quand'io
216
1483
mio Mambrino antico! - ¶ Quivi era Salincorno, e lacrimando ¶ dicea
217
1483
virtù dello Spirito santo. ¶ Era già presso a Parigi
218
1483
tre miglia ¶ Faburro, ch'era innanzi all'altra gente
219
1483
altra gente. ¶ Per Parigi era levato il romore, ¶ e
220
1483
il romore, ¶ e Carlo era montato in sul destriere
221
1483
a smontare al palazzo. ¶ Era venuta intanto Alda la
222
1483
donava a questa, ove era stabilito ¶ un bel rubin
223
1483
occhi a colei ¶ ch'era sua scorta come agli
224
1483
l corpo feminile già era lasso; ¶ né fuggir può
225
1483
perché e' non v'era onde fuggirsi il passo
226
1483
avea dintorno morta. ¶ Ed era tutto da' dardi forato
227
1483
sopra l'altro morto era caduto ¶ e gli uomini
228
1483
pagani. ¶ Meredïana assai s'era difesa, ¶ ed or da
229
1483
collo scudo coprirsi, ¶ tanto era stanca, perché troppo pesa
230
1483
saltar col cavallo; ¶ quivi era tutto il popol saracino
231
1483
un altro paladino ¶ ch'era assediato, e saltò fuor
232
1483
morto è quello ¶ ch'era il più fier pagan
233
1483
la volta. ¶ Erminïon, ch'era uom molto dabbene, ¶ fece
234
1483
per paura fuor s'era fuggito ¶ e dubitava non
235
1483
Orlando, detto Ruïnatto, ¶ ch'era scudier compagno di Terigi
236
1483
bel vecchio canuto: ¶ questo era, trasformato, Malagigi, ¶ tal che
237
1483
sovrana, ¶ nella guaina ov'era Durlindana; ¶ così Baiardo ov
238
1483
Durlindana; ¶ così Baiardo ov'era Vegliantino; ¶ e ritornò a
239
1483
spada di Rinaldo, ¶ ed era forte con seco adirato
240
1483
venne raccontando. ¶ Orlando, ch'era e discreto e gentile
241
1483
Morgante a ogni cosa era presente, ¶ e disse: - Forse
242
1483
di costor, che dice era marchese; ¶ l'altro da
243
1483
che 'l terzo anco era cavalieri, ¶ Dodon chiamato, figliuol
244
1483
Re Caradoro in zambra era venuto. ¶ Dicea Rinaldo: - Cugin
245
1483
il gigante ¶ che Dodone era a Manfredon presente, ¶ che
246
1483
dintorno: ¶ vide ch'egli era un padiglion da sogni
247
1483
Manfredon poneva mente ¶ ch'era ravvolto come il fegatello
248
1483
intese tutto ciò ch'era seguito, ¶ e come Gan
249
1483
Re Manfredon, che s'era risentito, ¶ con gran sospiri
250
1483
come uscito dell'acqua era fora; ¶ e d'ogni
251
1483
ogni cosa che gli era incontrato ¶ gli pareva a
252
1483
con sospetto. ¶ Morgante, ch'era di potenzia caldo, ¶ la
253
1483
si volse ove Caradoro era, ¶ e sì dicea: - Questo
254
1483
Ulivier; ma non v'era Morgante. ¶ Vannosi a letto
255
1483
come e' disse fare era disposto. ¶ Né prima in
256
1483
al ponte di Parisse era in effetto ¶ in mezzo
257
1483
la turba s'affolta. ¶ Era sì grande e sì
258
1483
orso si cruccia. ¶ Egli era come a dare in
259
1483
sassate che parevon dure: ¶ era un diluvio la gente
260
1483
gran furore ¶ come Morgante era presso alla morte. ¶ Diceva
261
1483
la donzella vide, ¶ ch'era venuta con sua gente
262
1483
del colpo della lancia era caduto ¶ e la donzella
263
1483
luogo molto stretto, ¶ ch'era venuto tra cattive mane
264
1483
tempo il famoso Ulivieri ¶ era pel campo colla spada
265
1483
a un taglieri, ¶ ed era stato alle parole attento
266
1483
intese come l'accordo era fatto. ¶ Morgante, insieme veggendo
267
1483
inverso lor col battaglio era tratto ¶ e quel che
268
1483
e disse: - Orlando, questa era tra via -, ¶ e dètte
269
1483
questo ne' patti non era. ¶ Orlando disse: - Il battaglio
270
1483
qua tapinando: ¶ certo non era la dama sovrana ¶ di
271
1483
disse della Trinitate ¶ come era una sustanzia e tre
272
1483
tradimento. ¶ E perché egli era maestro perfetto, ¶ si ricordò
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starsi, ¶ però ch'egli era il tempo a vendicarsi
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e ciascun par rampante; ¶ era venuto sanza aver richiesta
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degno ¶ nel campo rosso era un'aquila bianca, ¶ salvo
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tutto pien d'allegrezza era quello; ¶ a Montalbano a
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Ricciardetto. ¶ Ma giunto ove era il campo, riscontròe ¶ certi
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preso all'amirante, ¶ ch'era chiamato il fiero Lïonfante
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fece accompagnarlo alla cittate. ¶ Era quel Lïonfante un uom
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traportava; ¶ o forse ch'era permesso dal Cielo ¶ ciò
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Mattafolle un poco: ¶ egli era contro Astolfo inanimato ¶ per
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suo caval d'acciaio era guernito. ¶ Chiese licenzia, e
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la sala intorno ¶ dove era la sua gente sbigottita
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il Danese nostro prigione era; ¶ e ritornossi al campo
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e sua santa corona. ¶ Era Carlo a vederlo cosa
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e verde la lancia era, ¶ per la percossa che
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la punta, ché v'era la morte, ¶ anzi dal
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figliuol prigion, seco piangea. ¶ Era d'ogni eccellenzia e
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appicca, ¶ perché il dosso era più che d'acciaio
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un pollo. ¶ Fuggito s'era Ulivieri e Dodone, ¶ che
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sì spessi ¶ che fatica era il sentiero osservare; ¶ ma
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ritrovò Dodone ed Ulivieri. ¶ Era Ulivier tutto malinconoso ¶ e
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bisogna ¶ per aiutarti, come era ragione, ¶ ma ritener non
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gatto: ¶ combatter co' giganti era maestro, ¶ sapeva appunto ogni
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a un fiume ch'era lor vicino; ¶ e poi
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gran turba che s'era fuggita, ¶ ed a veder
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crudele e fella. - ¶ Ulivieri era un gentil damigello ¶ e
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seguiva Rinaldo e Dodone. ¶ Era a vedere il popol
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fanciulla nobile e serena ¶ era salita in sur una
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fatto, il voleva sapere. ¶ Era Dodon già di terra
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veder come questo fatto era ito: ¶ vede la bestia
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fu disparita. ¶ Il popolo era orrore e maraviglia ¶ veggendo
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han fatto i paladini. ¶ Era venuta, per veder, la
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cui morte donorno», ¶ ch'era apparita là mirabilmente, ¶ e
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amor d'Ulivier s'era avveduta. ¶ E perché Amor
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mi duole. ¶ Forse non era il me' che tu
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da più crudo artiglio era trafitto. ¶ Guardò Rinaldo, e
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che qua verso Levante ¶ era venuto, da un nostro
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lïone, ¶ e ch'egli era uom ch'avea molto
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vederla e giunse ch'era morta: ¶ alla sua vita
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anco a' destrieri, ¶ ch'era ciascun dalla sete costretto
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nostro modo o piùe ¶ era da Montalban, si truova
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mezzo il torso, ¶ ch'era di fuoco e largo
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e 'l corpo piloso era tutto; ¶ avea gli unghion
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micidial governo, ¶ e chiamato era il mostro da l
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che pare un levrieri. ¶ Era già l'ora passata
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Rinaldo per disgrazia gli era sotto ¶ e non poteva
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sella ¶ e ritornossi dove era caduto ¶ Rinaldo, che già
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Rinaldo, che già s'era rïavuto. ¶ Disse Rinaldo: - Vedes
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ritrarre ¶ Rinaldo, tanto fitta era, la spada, ¶ e disse
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strada mostrava a costoro. ¶ Era di notte: Rinaldo non
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un altro monte ch'era al dirimpetto; ¶ e poi
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e varie genti. ¶ Quivi era Manfredonio innamorato, ¶ che lo
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tu questo affannato ingegno. ¶ Era il sol, dico, al
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calava il monte ¶ dove era Orlando suo, famoso conte
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del lïone. - ¶ Meredïana, ch'era alla finestra, ¶ fece chiamar
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d'ogni gentile atto era maestra; ¶ fecesi incontra col
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tutti i suoi baroni era venuto. ¶ Rinaldo e gli
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figlia mia mi chiederete. - ¶ Era presente a quel Meredïana
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bianco e rosso ¶ come era il viso di latte
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in questo tempo Rinaldo era armato ¶ e dal re
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fece la figlia, ¶ ch'era venuta per diletto fore
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cento braccia, ¶ tanto fiero era, animoso e gagliardo; ¶ ed
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suo cugin, quand'egli era adirato. ¶ Ma Cristo volle
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1483
l mondo è grande». ¶ Era quel re pien d
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l suo amante perfetto ¶ era Ulivier che tanta fama
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CANTARE PRIMO ¶ In principio era il Verbo appresso a
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appresso a Dio, ¶ ed era Iddio il Verbo e
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l Verbo Lui: ¶ questo era nel principio, al parer
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fine allumina la mente. ¶ Era nel tempo quando Filomena
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più savio e famoso era Orlando; ¶ Gan traditor lo
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Carlo in Ciel felice. ¶ Era per pasqua, quella di
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Baiona ed Ulivieri ¶ v'era venuto, e 'l gentil
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Mulione, e Baldovino ¶ ch'era figliuol del tristo Ganellone
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tristo Ganellone: ¶ troppo lieto era il figliuol di Pipino
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so che la vittoria era d'Almonte; ¶ ma egli
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e paesi lontani, ¶ ch'era a' confin tra' Cristiani
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abate si chiamava Chiaramonte: ¶ era del sangue disceso d
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sopra alla badia v'era un gran monte ¶ dove
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Alabastro, e 'l terzo era Morgante: ¶ con certe frombe
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già nacque ¶ adora, ed era cristian battezato, ¶ e come
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battezato, ¶ e come egli era alla badia arrivato. ¶ Disse
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il qual non s'era partito da bomba, ¶ sùbito
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gli disse com'egli era Orlando. ¶ Disse il gigante
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tinello in collo, ¶ ch'era pien d'acqua, e
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salti col cavallo addosso. ¶ Era Morgante come una montagna
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si lagna, ¶ perché pure era omai di sua famiglia
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dètton, che la strada era smarrita ¶ di ritrovar Gesù
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che d'armadure vecchie era copiosa; ¶ dicea l'abate
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più gnun forse glien'era aggiunto. ¶ Questo fu d
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Angrante, che arrivato ¶ v'era, se appunto questa storia
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questa storia dico; ¶ ed era nelle mura istorïato ¶ come
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una campana cova, ¶ ch'era caduta e stava sotto
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alla ventura: ¶ l'uno era a piede e l
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piede e l'altro era a cavallo; ¶ cavalcon per
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veggo che son; quivi era pur la scala. ¶ Qui
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Manfredon s'appresentòe, ¶ ch'era gentil, magnanimo e cortese
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coperto par di penne. ¶ Era a cavallo Orlando risalito
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Morgante che nella pressa era: ¶ ebbe di Lïonetto assai
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e la corazza provata era anch'ella, ¶ elmetto e
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1483
avea d'avorio, come era la guancia. ¶ Orlando disse
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hai morto Lïonetto, ¶ ch'era la gloria e l
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io cognobbi che l'era la dama, ¶ partito son
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il Danese, e lieto era sol Gano, ¶ poi che
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1483
rossa due cervieri ¶ v'era, e con esse pel
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esse pel camino entrorno: ¶ era questa arme d'un
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inverso Barberia facea dimoro: ¶ era gigante e chiamato Brunoro
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pani, ¶ e sopra Vegliantino era salito ¶ e del diciotto
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abate correa, ¶ il quale era legato molto stretto: ¶ tagliò
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più loro angoscia ¶ s'era arrecato, e nell'uscir
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produca alfin buon frutto. ¶ Era nel tempo ch'ognun
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cerchiamo. - ¶ L'abate, ch'era prudente e saputo, ¶ disse
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e riconduco in corte». ¶ Era dinanzi Rinaldo a cavallo
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per queste grotte. - ¶ Egli era quel serpente maladetto ¶ che
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il Cielo e tue! - ¶ Era Marsilio un uom che
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ultimo pianto; ¶ dicesti ch'era il sangue che versare
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più detto, Buiaforte ¶ v'era, figliuol già del famoso
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1483
il meglio. ¶ Brusbacca v'era e il re Margheritonne
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Baldovin, che di Gano era figliuolo, ¶ nella battaglia è
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saracin, ch'ognun s'era allargato, ¶ tanto che spesso
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parve d'un porro. ¶ Era il sangue alto insino
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ognun parea come egli era gagliardo. ¶ La battaglia veniva
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forte ¶ o forse incantato era, al colpo ha retto
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va correndo forte ¶ dove era Orlando, e diceva il
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marchese si getta, ¶ ch'era già al resto, all
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però ch'e' v'era corso con gran fretta
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ciuffassi un astore. ¶ Ricciardetto era a Rinaldo daccanto, ¶ e
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erra, ¶ però ch'egli era un semplicetto agnello ¶ con
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poi da bomba, ¶ tanto era ancor d'Orlando impaürato
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Baldovino, il poveretto, ¶ ch'era già presso all'ultime
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maligno. ¶ Credo ch'egli era più bello a vedere
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con gruppi. ¶ La battaglia era tutta paonazza, ¶ sì che
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e sopra tutto Rinaldo era il cucco, ¶ che con
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Ulivier tanto sangue gli era uscito ¶ che' non vedeva
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perché molto Ulivier gli era nel core ¶ e la
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Ma Ulivier già presso era alla morte; ¶ e poi
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teneva. ¶ Balugante e Marsilio era fuggito, ¶ il qual con
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par la sua rabbia. ¶ Era tanto il terror ch
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anzi forse dormir chi era desto: ¶ ché viver non
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come de' paladin sempre era usanza, ¶ sopra un caval
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della triegua! ¶ Bianciardin fuggito era come un tuono, ¶ Marsilio
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passi a Siragozza. ¶ Terigi era rimasto per un piede
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trovato ricetto, ¶ e Runcisvalle era una cosa oscura; ¶ e
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il tordo pur s'era spaniato, ¶ e tanto il
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obligato, ¶ poi che pure era di tua man plasmato
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Pampalona ¶ più tempo s'era indarno affaticato, ¶ venisti, e
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tua persona, ¶ ché così era già pronosticato, ¶ come a
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amico, ¶ mentre ch'egli era il tuo Morgante teco
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cosa alcuna più gli era rimasa, ¶ quando e' gli
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nel petto si percosse. ¶ Era a vedere una venerazione
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Ma poi che tempo era tutto perduto, ¶ inteso quel
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venga intanto; ¶ ma Terigi era come morto quasi ¶ per
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sendo giovinetto, ¶ ogni dì era o con orsi alle
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persona, ¶ Carlo, il quale era a sua posta prudente
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adunque questo, traditore. ¶ Meglio era al mondo e' non
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ben cognobbe che Marsilïone ¶ era venuto con le squadre
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Fermossi il sol, ch'era turbato prima ¶ per la
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noi disse «Ave». ¶ Rinaldo era venuto insin d'Egitto
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appunto come il fatto era ito, ¶ e come Gan
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come è detto, ¶ dove era Orlando alla fonte arriviamo
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e' sare' morto. ¶ Quivi era ognuno in terra inginocchiato
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natura: ¶ però ch'egli era in parte ancora armato
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locarvi il seggio ¶ ch'era pur già sopra ogn
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nero, e il campo era leardo. ¶ Nella seconda schiera
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pensa che e' v'era più d'un amostante
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suo venìa davante, ¶ dove era figurato il lor Macone
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tutti faceva paura. ¶ Ricciardetto era a contemplar rimaso ¶ una
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che anticamente questo uccello ¶ era, e non pur ne
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a caval rimontorno, ¶ ch'era passato più che mezzo
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e sta' pur saldo. - ¶ Era Baiardo fier di sua
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abbi forma di ruote. ¶ Era più grossa allor la
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ciò menzogna ¶ come egli era mandato il ver Messia
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in bocca a' pesci. - ¶ Era la notte appunto cominciata
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qual verso lo Egitto era rimaso ¶ a tentar quel
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per fatica, ¶ che non era chiavato il buncinello; ¶ e
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forse buono amico. - ¶ Già era al monte Rinaldo salito
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il vedessi; ¶ perch'egli era invisibil, come è detto
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nota ¶ che Astarotte non era constretto ¶ di scoprire a
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ma perché e' gli era Rinaldo piaciuto, ¶ l'ammaestrò
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turbato e presto, ¶ ch'era presso alla fonte a
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e balzi ogni cosa era piano, ¶ sì che di
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servi a chi tolta era la vivanda ¶ cominciavon tra
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vivanda vedeva sparire. ¶ Egli era il dì dinanzi un
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sapea che 'l leone era appresso, ¶ cioè che quel
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che quel di Rinaldo era desso; ¶ sì che ell
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starnuto: ¶ ché, mentre scompigliato era il convito, ¶ non si
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che ne dubitava, ¶ ch'era un famoso vecchio borgognone
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monte, e Guottibuoffi v'era, ¶ che sempre stava la
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chiamassi col corno soccorso. ¶ Era salito in su questa
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dicea: - Caro cognato, ¶ meglio era, omè, tu m'avessi
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e la bandiera innanzi era d'Almonte, ¶ la qual
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la più nuova tresca, ¶ era cosa a veder per
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gente di Guascogna v'era: ¶ pensa che ciurma è
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che, traendo, aiutava rizzallo, ¶ era la corda rasente alla
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caso turbato, ¶ perché Malprimo era il primo stimato. ¶ Ulivier
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passò lo scudo, ch'era d'osso ¶ d'un
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il granchio, ché drento era vano. ¶ O nuovo caso
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ma d'ogni parte era tesa la ragna, ¶ ché
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più scorto, ¶ recato s'era in su l'alta
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un baston che non era leggiero; ¶ e sette braccia
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sette braccia il pagano era giusto. ¶ Berlinghier vide venir
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il portò via veloce. ¶ Era venuto intanto Gallerano ¶ con
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Angiolin di Bordea solo era morto ¶ de' paladin, ma
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Runcisvalle una certa chiesetta ¶ era in quel tempo, ch
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a doppio, ¶ perché pure era stato in Francia a
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conte. - ¶ E perché egli era molto combattuto ¶ da ogni
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tolse a un ch'era appresso la lancia. ¶ Orlando
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fussi certo, come egli era, desso; ¶ intanto vede il
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campo de' pagan s'era scostato, ¶ ché i paladin
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pace, e inganno v'era sotto: ¶ così con questa
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alla campagna ¶ come dato era dalle etterne rote, ¶ e
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dintorno ¶ a Falseron, ch'era uom molto stimato, ¶ ed
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fu venuto, ¶ che non era a Cassandra il ver
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stava appresso, ¶ così sempre era rotto ogni disegno, ¶ e
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questo intese, ¶ ché Falserone era uom d'alta eccellenzia
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ricco padiglione. ¶ Il padiglione era una cosa magna, ¶ e
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magna, ¶ e drento v'era il caso istorïato ¶ del
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e come e' v'era Morgante arrivato ¶ e col
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veduto in uno specchio: ¶ era il tempo venuto al
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pignere ¶ un uom, com'era Gan, da queste pratiche
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pesi le natiche: ¶ ch'era pur vecchio e molto
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sì che forse meglio era starsi cheto, ¶ perché e
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Marsilio intese come Gano ¶ era mandato come falsa rozza
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la pace in mano. ¶ Era il palagio del re
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tentennino ¶ tentassi Gan, ch'era la tentazione; ¶ e così
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Marsilio e Gano, ¶ quivi era Falserone e Balugante, ¶ e
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lavora ¶ un pensier ch'era amaro, oscuro e fosco
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ancor nella sua mente era dubbiosa. ¶ E Bianciardin, ch
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dubbiosa. ¶ E Bianciardin, ch'era con Gan molto uso
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sera, vicitar la fonte. - ¶ Era già vespro e più