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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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1545
vento, perciò ch'egli era pure disposto tenerle in
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udito dire, che egli era di animo, se mai
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le miro? ¶ 16. ¶ I' ch'era sol avezzo a la
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diletto. ¶ 18. ¶ Di zendado morello era vestita, ¶ con mille lacci
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dimostrava il lembo adorno; ¶ era succinta, e 'n abito
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a me volta, ch'era quasi giunto ¶ ov'ella
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in queste bande ¶ v'era il fagiuol a par
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dentro un scabro tofo era cavata, ¶ di canne cinto
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ed Adda voglio. - ¶ V'era il Verbano e 'l
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vittorïoso Tebro quivi ¶ giunt'era carco de l'antiche
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con la Sonna ¶ v 'era, e la Sorga al
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si facea vedere, ¶ ch'era con gli altri postosi
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Caico: ¶ lo Sperchio v'era ed il Caistro aurato
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E del sol v'era la famosa fonte, ¶ che
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e 'l Reto v'era, ¶ ed armata di fuoco
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frumento fòra. ¶ L'acqua era dolce, l'olmo il
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l'Italia piú qual era prima, ¶ allor che produceva
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fa di sé gioire. ¶ 24. ¶ Era del giorno giunta l
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bel castello posto s'era; ¶ ma fin ch'appaia
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doglia e rea. ¶ 26. ¶ Ch'era fermato in l'alto
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le mura, ¶ che v'era tutta Italia con gl
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l'ondoso lito. ¶ 57. ¶ Tant'era il buon disir di
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a' turchi aspro vicino. - ¶ 58. ¶ Era Mattia Corvino allor armato
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palmo di terren gli era levato, ¶ sí fieramente il
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teneva in terra, ¶ tant'era umano, saggio e sí
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e sí robusto ¶ ch'era un Scipio, un Cesar
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Federico sí nomato, ¶ ed era suo diletto e suo
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sprezzava, quanto piú divina ¶ era una cosa; ahi genti
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sovvra il suolo, ¶ ch'era di sangue umano intepidito
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gloria e 'l pregio. ¶ Era Bologna allor un giglio
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mostrò ben chiaro, ¶ com'era il suo dolor penace
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bel castel fermato s'era. ¶ E mentre a lui
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da sentir amore, ¶ ed era quasi fòra di me
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trarmi del pensier ov'era fòre, ¶ e ciò che
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che stato fin allor era coperto. ¶ 25. ¶ Aristotel seguí, de
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calate, ¶ e posto s'era innanzi al bel castello
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a l'alta rocca era Mercurio, ¶ a mortal occhio
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segno ch'ordinato gli era, ¶ quando lasciò del ciel
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cari suoi figliuoli, ¶ sempr'era stata in pena acerba
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ogni buon lume v'era, ¶ che fa chi nasce
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tutto ben comparte, ¶ ed era l'ascendente di costei
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tutti i dèi. ¶ 47. ¶ Quest'era allor del nascer l
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di quella il signor era Dïone; ¶ la qual col
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la veloce Luna ¶ corsa era, e seco si vedeva
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verde seno; ¶ l'aria era queta come fosse mai
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ogni lato: ¶ non v'era d'atra nube un
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che prima nata gli era, ed è fra voi
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duol sí oppresso, ch'era quasi morto. ¶ N'altro
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restavano adre? ¶ Ché non era l'etate lor capace
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in quell'etá novella ¶ era d'amor il tacito
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sí deserto, ¶ che tutt'era arso, distrutto e corroso
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distrutto e corroso, ¶ ed era il suo sentier selvaggio
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sovvra 'l poggio v'era un luoco ameno, ¶ con
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albergo di vertute v'era, ¶ il piú soperbo e
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sta senza paraggio. ¶ 24. ¶ V'era Cecilia Bergamina ancora, ¶ mastra
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ben viva. ¶ O s'era uopo il tutto distinguea
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avesse le membra indebolite, ¶ era ne l'arme Marte
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le Palle, ¶ Cesare v'era, né mai visto giorno
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Unïone? ¶ ché se non era il gran Fregoso allora
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allora Cesare pigliava, ¶ ch'era sprovista de le genti
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seppe ch'egli v'era, ¶ dentro fu posta gente
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e con ragione, ¶ quant'era me' ch'a l
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ben contrasta e noce. ¶ 75. ¶ Era in Provenza allor il
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preso ¶ Genova allor, perch'era assai dubbioso ¶ che non
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dar a Turin soccorso, era perduto, ¶ ché vettovaglia non
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il Fregoso allor ov'era armato ¶ il re di
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disfece, ¶ che posto s'era contra 'l suo prescritto
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d'ogni gloria ereda. ¶ Era in lettica ad ogni
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udir la lira, ¶ ed era com'un uom che
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fu concesso, ¶ sí m'era il vivo fuoco sempr
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1545
ché cavalcando sempre m'era a lato ¶ questa ch
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stanchi: ¶ il sangue ch'era freddo in ogni canto
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pungea la scorza, ¶ n'era da me la sua
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u' per colonna m'era al destro fianco ¶ un
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1545
se ti rammenta, ch'era ¶ ito a trovar Mercurio
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il castello trova, ¶ ov'era la beltá divina e
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quel che meglio t'era esser celato, ¶ dal fuoco
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fiorita riva ¶ ove stato era con la Ninfa a
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1545
non ho da ch'era in culla, ¶ che fia
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1545
qual ella fusse, ¶ ch'era fra l'altre fra
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di miglior fato, ¶ ed era seco Aiace in fior
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1545
foglie e fior ancora, ¶ era in diverse bande collocata
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1545
api, il timo v'era, ¶ onde ben ole la
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1545
antico ne tesseva, ¶ ed era in tanto prezzo e
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1545
d'altri gigli v'era copia assai, ¶ onor e
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eletto, ¶ dico che v'era d'ogni frutto sorte
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parlava o si movea, ¶ era pur forza dir: "Ecco
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altiero, ¶ ch'io, ch'era cener, or son tutto
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si scopriva fòre; ¶ ond'era di mia vita quasi
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1545
dèa. ¶ 12. ¶ Ché dato m'era il viso contemplare, ¶ e
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1545
e trista, ¶ il pianger era tutto 'l mio soggiorno
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sgomento. ¶ 15. ¶ E pur dolce era rimirar mai sempre ¶ il
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portava al cor cocenti, ¶ era veloce piú che lieve
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guai. ¶ 19. ¶ Doglia infinita m'era il mio partire ¶ da
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voglio. ¶ Acerba morte m'era, che mai dire ¶ la
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s'accorse ¶ che, s'era morto in me, viveva
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cose grandi vale". ¶ 38. ¶ Tutt'era indarno sparso innanzi lei
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ebbi forza, sí stretto era e sodo. ¶ E sempre
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essendo, ¶ lontan ardeva ed era fatto roco, ¶ gridando tutto
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io talor ov'ella era presente ¶ in rima le
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sguardo mi feriva. ¶ 50. ¶ Ed era questo un darmi allor
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l guardo sofferir non era forte, ¶ sí m'accresceva
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lasciar il luoco ov'era assiso, ¶ e 'l Vecchio
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penètra il fier dolore. ¶ Era la piaga d'amoroso
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tolse, ¶ che prima t'era stata sí importuna, ¶ quando
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tenne a mente ch'era in tua balia ¶ pagarli
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l'ore; ¶ ma s'era qual devea cortese e
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dure e strane, ¶ dolce era l'acqua, dolce v
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l'acqua, dolce v'era il pane. ¶ 86. ¶ Ma poi
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stava accampato e v'era gente tanta ¶ che poteva
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subito cacciasti, ¶ se v'era, ardor, ed ivi sol
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tornaro ¶ quanto se n'era a lungo andar uscito
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di cui giá m'era la speranza tolta, ¶ sovenimmi
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tutto mi diedi, ¶ ed era mio diletto e sol
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Stagira mi rivolse. ¶ 99. ¶ Ed era forse meglio che lasciasse
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gesti perché 'n lor era un sol core. ¶ D
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1545
altra forma. ¶ 38. ¶ Se timido era e astretto da paura
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e diventar audace: ¶ s'era di fredda e gielata
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imperio d'Amor non era ancora. ¶ 58. ¶ Come sofferto avrebbe
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1545
dice Agaton, s'egli era donno in cielo, ¶ che
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1545
levar dal luoco ov'era, ¶ scieglie tra' cani quel
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mastro dir disnebbia ¶ quant'era d'ombra sparso ne
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1545
me pensando ritornai ¶ ov'era assisa l'alma donna
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assai ¶ che non m'era paruta giá di pria
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1545
la vita avendo? ¶ Ove era l'alma allor da
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la beltá superna, ¶ non era uopo accorta far la
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mentre ch'ei ¶ tutt'era intento ad ubedir costei
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concio, ch'ei ¶ quant'era piú sprezzato amava lei
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aspra tigre, ¶ tal ch'era per l'Insubria mostro
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suo servir mai merto, ¶ era in sé morto e
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la vita fòra, ¶ ch'era il martír sí crudo
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si trova amato: ¶ quant'era me' che mai non
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1545
onde partito i' m'era e in ciel salito
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ordito. ¶ Ab antico non era qual è ora ¶ semplice
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la natura nostra. ¶ 98. ¶ Non era sol la donna e
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simile figura, ¶ ma v'era un'altra spece di
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i luoghi suoi. ¶ Rotonda era la forma, se l
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che quella parte ¶ ch'era recisa, ratto medicasse, ¶ e
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moriva la divisa crïatura. ¶ Era per questo il generar
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antichi il vate non era oso ¶ le cose sacre
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giovarmi; ¶ ché qual prim'era, adesso non son io
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nostra mortal carne: ¶ purissimo era e d'ogni macchia
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pene nulla mai stimaro? ¶ Era di lor ciascun assai
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alte ed immortali". ¶ 8. ¶ Tal era il mio pensier allor
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ancor che molto ¶ fosse, era poco a tanta lor
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e 'l ben ov'era sei: ¶ dunque il destro
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speme aver alcun riparo. ¶ 83. ¶ Era di sassi e sterpi
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parea quel che prima era, ¶ perciò ch'a' casi
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di Cristo vïolando. ¶ 99. ¶ Non era tal la calca, qual
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1545
l'andar non fossi. ¶ Era piena di gente quella
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dire a punto, ¶ tant'era contrafatto ed inumano, ¶ e
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io, ch'al caminar era sí lento ¶ che quasi
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1545
chiara discorreva un rivo. ¶ 9. ¶ Era il ruscello sí tranquillo
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invitava ivi sedere, ¶ ch'era sparsa di rose e
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strada dritta fare, ¶ ch'era sí storta, dubbia e
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1545
ella indosso allor avea, ¶ era sí strana nel cangiar
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Panchei e Mori, ¶ ed era il suo parlar sí
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1545
tanto soavemente raggirava, ¶ ch'era ogni guardo un intricato
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1545
giva, ¶ ché piú non era al caminar gagliardo, ¶ onde
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e vigor prende, ch'era quasi morto; ¶ giá del
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1545
alma e 'l corpo era dubbioso. ¶ Mi diceva un
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sapea che farmi, ¶ ed era in viso colorito e
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1545
e 'l bene rinfacciarmi. ¶ Era il torpor passato fin
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1545
prato alcun non v'era, ¶ ma selva tutta spaventosa
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1545
luogo del ruscel ch'era sí chiaro, ¶ stagnava un
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sé lo vederia scoprire. ¶ Era ivi un fresco, chiaro
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1545
fuggire: ¶ i' che stracco era e rotto dal camino
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sia, ¶ come l'acqua era di quella fontana, ¶ e
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1545
quant'i' fossi afflitto: ¶ era di spini e roghi
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appressavan dov'i' m'era assiso. ¶ Per questo mi
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ivi far dimora, ¶ non era buono, e men restar
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giunsi forte ansando, ¶ ov'era una campagna spazïosa, ¶ e
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1545
mirai: ¶ e se prima era lacero e trapunto, ¶ sano
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1545
con quel d'Egitto, ¶ era ivi sculto: e, fatto
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avien che nave vole: ¶ era sí molle, e nata
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1545
bombace o piume. ¶ 74. ¶ Poco era andato e quasi al
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d'una matrona v'era il corpo espresso ¶ di
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l'aria un breve. ¶ Era d'argento ben purgato
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l Tempio tutto quanto ¶ era di bianco marmo naturale
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piú vicin canto, ¶ ov'era un arco ricco e
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1545
bella istoria in quell'era intagliata ¶ che piú par
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simigliante e bello. ¶ Ivi era il giovanetto figurato ¶ che
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a castitá rubello, ¶ ed era d'alabastro anco egli
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istorie chi poi pone? ¶ Era di lor ciascuna singulare
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indi so distorme. ¶ Ed era sí gioioso questo gioco
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non puote. ¶ I', ch'era a questo fin lá
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aver mai piú soccorso, ¶ era da ch'intra a
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indietro la pedata: ¶ ella era ignuda, ma di tal
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di pietra alto montava. ¶ Era la pietra rara e
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al sacerdote che meco era, ¶ ch'avea del Tempio
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fior è ritornato, ¶ ch'era sí bello e sí
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1545
si chiama. ¶ 129. ¶ La seconda era quell'esempio vero, ¶ e
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1545
rara n'ebbe uguale. ¶ 131. ¶ Era la terza l'onorata
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a lei congiunta v'era ¶ la quarta, com'un
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fa né scorno: ¶ ed era il suo contegno sí
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stil non mostra fòre? ¶ 169. ¶ Era la quarta sella a
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v'avea discordia accese. ¶ 177. ¶ Era in quella stagion di