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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Senza sangue, 2002

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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vecchia Mercedes. La strada era scavata e secca – strada
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da una quiete incurabile. ¶ Era meglio andare dritti da
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una pistola in mano. Era solo un ragazzo. Lo
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diede un’occhiata dentro. Era poco più che un
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dire, o fare. ¶ – Non era questo che volevo. ¶ Disse
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Ricordati sempre che non era questo che volevo. ¶ La
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nel buco. La terra era dura, e secca. Lei
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qualcosa. Lei rispose. Si era sdraiata su un fianco
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A PRENDERTI? ¶ Il bambino era rimasto in piedi, allo
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avvicinò. Quel che pensava era di inginocchiarsi per terra
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conchiglia – questo le piaceva – era guscio e animale, riparo
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riparo di se stessa, era tutto, era per se
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se stessa, era tutto, era per se stessa tutto
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Non sembrava avere fretta. Era piccolo e magro, portava
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ombra passare, e quello era suo padre. ¶ Salinas strisciò
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disse che il ragazzo era sveglio e ce l
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Cercò di capire se era un bambino o un
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o un soldato, se era la millesima volta o
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prima, e se c’era un cervello, attaccato a
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Cercò di ricordarsi se era carica. La sfiorò con
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visto fare nei film. Era ridicolo come tutti gli
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tre anni prima, poi era entrato e aveva visto
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Roca gli urlò che era un imbecille, che lo
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solo due volte, una era di notte, ho sparato
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tutto lì, così com’era, letti dappertutto, anche nei
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lo dimenticherò mai, c’era un silenzio assoluto, tutte
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ridesse, ma quella voce era tutta un’altra cosa
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un altro, il corpo era immobile, c’era solo
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corpo era immobile, c’era solo quel respiro lentissimo
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via da lì, che era tutto finito e adesso
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risprofondato nel suo inferno, era tornato da dove era
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era tornato da dove era venuto, aveva detto quel
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e poi se n’era tornato nel suo incubo
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quello che stava facendo era schiacciare un cuscino sulla
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fratello respirava ancora, ma era qualcosa che andava a
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in fondo all’inferno, era una cosa terribile, gli
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mi accorsi del Blanco, era accanto a me, non
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due volte, la prima era di notte contro nessuno
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LO GIURO, IO... ¶ – QUELLO ERA IL TUO OSPEDALE, BASTARDO
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IL MIO OSPEDALE? ¶ – QUELLO ERA IL TUO OSPEDALE, TU
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DETTO CHE NON C’ERA NESSUNO, gridava e non
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e gli urlò che era un fottuto stupido, e
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che razza di uomo era suo padre, adesso sapeva
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padre, adesso sapeva che era un assassino, che aveva
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stavano così, e che era tardi per fare qualunque
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se aveva capito chi era quell’uomo, se l
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bambino aveva capito chi era. ¶ Il bambino mise insieme
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a tremare tutto. C’era un grande silenzio, intorno
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dalle ferite. Il fucile era volato via in un
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dimenticata: lo pensò perché era una bambina, e ancora
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di Roca. Se c’era in giro il bambino
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Entrò nella stanzetta. C’era una grande confusione. Sedie
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frutta mezza marcia. C’era un forte odore di
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Sul pavimento la polvere era strana: sembrava che qualcuno
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Spostò altre due ceste. Era una piccola botola, tagliata
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il buio. Neanche si era accorto che fosse già
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già notte. Pensò che era ora di andarsene, da
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coperchio della botola. C’era una bambina, là dentro
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socchiuse e respirava tranquilla. Era un animale nella sua
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il cerchio. Dio, com’era bello, pensò. La pelle
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La pelle della bambina era bianca, e il contorno
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facevano come un disegno. Era tutto così ordinato. Era
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Era tutto così ordinato. Era tutto così compiuto. ¶ Esatto
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rumore sordo, meticoloso. Fuori era buio. Abbassò il coperchio
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per i campi. C’era un gran silenzio, intorno
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una bambina là dentro. Era stanco, e c’era
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Era stanco, e c’era troppo silenzio. Salinas si
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gli disse piano che era stato in gamba e
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gamba e che adesso era tutto finito. Ma lui
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fattoria di Mato Rujo. Era vestito di stracci e
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sporco ovunque. Il cavallo era un vecchio ronzino, tutto
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vecchio. L’incendio s’era preso anche una grande
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appoggiata a quel che era rimasto del muro, c
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rimasto del muro, c’era una bambina. Lo stava
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dal pozzo. L’acqua era nerastra. Girò un po
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profilo pulito della galleria. Era uno di quei chioschi
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pendevano dall’alto. C’era un piccolo finestrino, sul
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sul davanti, e quello era lo sportello da cui
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di capelli che le era scesa sugli occhi. Si
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che in effetti non era cieco. Però vecchio lo
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cieco. Però vecchio lo era. ¶ – Quanti anni ha? – chiese
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o vedere se c’era gente che aspettava, dopo
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ripeté: ¶ – Venga con me. ¶ Era una cosa strana. L
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Perché sembrava sola, ed era bella. Perché non era
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era bella. Perché non era giovane, e sembrava sola
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con un lucchetto. Si era messo un soprabito leggero
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e la cosa buffa era che la prima persona
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persona cui lo dicevano era sempre un bambino. Probabilmente
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un bambino. Probabilmente c’era una morale, in tutto
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quello, ma lui non era mai riuscito a capire
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disse che sapeva chi era lei, e perché era
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era lei, e perché era venuta lì. ¶ La donna
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me. ¶ Parlava tranquillo. Non era nervoso, niente. ¶ – Adesso mi
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bambina il mio nome era Nina. Ma finì tutto
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mi prese con sé. Era il farmacista di un
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che ero sua figlia. Era arrivato lì da pochi
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domenica dopo, in piazza. Era un bel ragazzo, alto
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Si muoveva lento, forse era malato, o qualcosa del
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gesto a cui non era abituata. O come se
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per andare al Riviera. Era una specie di taverna
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Il conte invece si era intestardito. Continuava a rilanciare
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Continuava a rilanciare. Uribe era sicuro delle sue carte
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la fazenda di Belsito era la più bella fazenda
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una sola volta. Lui era seduto al caffè e
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glielo avevano detto. ¶ Fuori era ripreso a piovere, così
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così il caffè si era riempito di persone. Bisognava
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singola cosa che le era successa. Ma lo disse
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molti dissero anche che era un brav’uomo. Lui
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Diceva che la madre era morta anni prima. Tutti
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intorno senza vedere niente. Era nei suoi pensieri. ¶ La
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padre, prima? ¶ – ... ¶ – ... ¶ – Sapevo chi era. ¶ – È vero che gli
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Lei aveva vent’anni. Era il più giovane. Combatteva
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stanca. La bambina: si era girata e l’aveva
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guardato. La bambina: adesso era lì. Come può essere
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a nessuno che lei era là sotto, quella sera
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niente di quello che era successo. Sembrava tutto sepolto
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incominciai a pensare che era meglio dimenticare tutto. Lasciar
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la figlia di Roca era viva, da qualche parte
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vide, e giurò che era proprio lei. Così capii
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ricordarsi della mia faccia. Era anche difficile capire quello
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coincidenza, ma certo che era strano. A poco a
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dimenticando tutto. Ma c’era tutto un mondo che
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che dalla guerra non era mai uscito, e che
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quelli. Per noi non era ancor finito nulla. E
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nulla. E quella bambina era un pericolo. Ne parlammo
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pazzia, ma in realtà era tutto molto logico: terribile
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riordinando i ricordi. ¶ – Lui era uno che per tutta
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Lavorava per loro, ma era uno dei nostri. Andò
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lasciargli la bambina. Uribe era un vile. Aveva solo
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chiamavano Donna Sol, perché era il nome che il
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dire una parola. Forse era una malattia. Forse era
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era una malattia. Forse era semplicemente fatta così. Senza
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da ragazzina. ¶ Dato che era diventato tardi, venne il
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Il cameriere disse che era una buona idea. Poi
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Non dovevano farsi problemi. Era un ragazzo giovane, parlava
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intorno. Disse che lo era. ¶ – Tutte quelle storie gliele
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intorno a me c’era gente che non mi
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fatta, che la guerra era davvero finita e che
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tranquillità, addirittura con dolcezza. Era sicuro di sé. Non
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che se volevano assaggiarlo era un buon vino da
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in quella casa, c’era lei. Mi sarebbe piaciuto
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piaceva. Dicevano che lei era matta e che non
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e del fatto che era scappata. Mi dissero che
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la cosa più probabile era che lei fosse sul
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trovata. Mi dissero che era tutto finito. Io non
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quella faccenda che lei era ammattita, e mi ricordo
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biglietto. Nel biglietto c’era scritto un nome di
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la mano sul tavolo. ¶ – Era proprio la sua grafia
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alle tempie. Pensò che era seduto in un caffè
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guardarlo. Avresti detto che era seduta al tavolo, da
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qualcuno. ¶ L’uomo si era lasciato andare contro lo
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di tutto. E invece era così. Perché lei era
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era così. Perché lei era un fantasma, e lui
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la cui vita si era conclusa tanto tempo prima
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si chiese. ¶ Il viso era immobile, senza espressione. Solo
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erano in quel punto. ¶ Era piangere, quello? ¶ Pensò ancora
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raccontato lei? ¶ – ... ¶ – ... ¶ – ... ¶ – Mio padre era un padre splendido. Non
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e quel che sentivo era talmente assurdo, sembrava un
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lui. Gli piaceva raccontarlo. Era un animale. Tutti eravate
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e via, e lei era lì, e non ha
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anni, santo iddio, non era un vecchio rovinato, era
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era un vecchio rovinato, era un ragazzo di vent
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una guerra. ¶ – Quale guerra?, era finita la guerra. ¶ – Non
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poter fare quello che era giusto. ¶ – Sparando ai bambini
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ai bambini? ¶ – Sì, se era necessario. ¶ – Ma cosa dice
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che volevamo, non c’era altro modo, dovevamo esser
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la terra, non c’era niente da fare, non
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da fare, non c’era un modo di farlo
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combattere quando la guerra era già finita, a uccidere
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ad ammazzare e non era più capace di fermarsi
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capire, lei non c’era, lei era una bambina
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non c’era, lei era una bambina, non è
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momento, d’improvviso, dov’era. L’uomo se ne
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mano nell’altra, ma era l’unica cosa che
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anni prima, dove c’era un famoso cantante che
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voce raccontò che lui era vecchio, ma si muoveva
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raccontò un’altra cosa. Era su quella sera, a
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aveva avuto paura. Si era girata a guardare la
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ragazzo, e tutto le era sembrato molto naturale, perfino
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che si allontanavano. Si era sentita perduta. E quel
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che poi non gli era più successo di ritrovare
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descrivere quello che gli era successo, e d’altra
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forse l’idea che era stato come trovarsi davanti
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davanti a qualcosa che era infinitamente compiuto. Come tante
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in passato, sentì quanto era difficile dare un nome
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tutto ciò che gli era accaduto in guerra, quasi
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nuovo via e lui era troppo stanco per resistergli
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scivolando sul collo che era bianco e mal rasato
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si interruppe. Non si era accorta subito che lui
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subito che lui si era messo a piangere, e
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Ma non disse nulla. Era il ragazzo con l
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anche se non c’era nessuno ad ascoltarla. ¶ Quando
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nessuno ad ascoltarla. ¶ Quando era giovane aveva sognato di
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cinema. Tutti dicevano che era una ragazza spigliata e
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il provino. Dato che era spigliata e aveva una
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canale nazionale. ¶ Un giorno era tornata a casa. ¶ Si
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tornata a casa. ¶ Si era sposata bene. ¶ Adesso aveva
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grande fazzoletto e si era asciugato le lacrime. Aveva
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quattro piani dello stabile. Era in grandi lettere rosse
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una. Quando la scritta era completa lampeggiava per un
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scusò perché non c’era l’ascensore e si
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donna. ¶ Il tipo sorrise. Era un brav’uomo. Li
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ad esempio che non era poi tanto male. La
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guardarono negli occhi, ed era la seconda volta, nella
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il soffitto chiedendosi se era la stanchezza che gli
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capiva che non c’era più nulla da dire
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sfumato di ciò che era successo quella sera. La
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sera. La notte, fuori, era illeggibile, e il tempo
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cui si stava perdendo era senza misura. Pensò che
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non c’è Venezia. Era tutto nella fantasia della