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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, La tristezza ha il sonno leggero, 2016

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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i piedi nell’acqua. ¶ Era molto magro, aveva una
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senza mezzi termini, come era da lei. ¶ «Non è
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generale dei primi giorni era svanito e la sera
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troppo caldo e si era dovuta arrendere. Mi fermavo
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sul comodino dove c’era un libro aperto a
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ai miei occhi. Rosalinda era la vitalità, l’allegria
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il compagno ideale. Ci era riuscito una volta a
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senza troppe pretese. Ghezzi era il prototipo perfetto, a
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che, se non sbaglio, era da un amico a
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del caffè; non c’era verso di fargliele infilare
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la porta, ma lei era già entrata a casa
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fai?» chiesi, anche se era evidente. Era truccatissima e
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anche se era evidente. Era truccatissima e sotto la
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trovai Malaika che si era appisolata sul divano. Aprii
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prima notte con Matilde era stata un’esperienza indimenticabile
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strafare, un po’ perché era la figlia del capo
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quel software per psicopatici». ¶ Era fatta, avevo finalmente un
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spiaggia di Capo Miseno. Era giugno, in giro c
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giugno, in giro c’era ancora poca gente e
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che no, lì non era il posto giusto, che
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e guardai il display. Era Valerio. Cosa vuole adesso
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madre» risposi senza esitazione. ¶ Era successo che Valerio, fresco
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che Valerio, fresco patentato, era uscito di casa verso
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Vanvitelli però non c’era nessuno e le strade
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divertirsi: e cosa c’era di meglio che visitare
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aiuto. ¶ E l’aiuto era un uomo dalla faccia
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grossa Mercedes, che si era avvicinato e, senza dire
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faccia a Filippo. Valerio era sbiancato di colpo e
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sangue: inserita la prima, era partito a tutto gas
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all’inseguimento, che si era protratto lungo tutta via
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Gianturco, l’indomabile inseguitore era riuscito ad affiancarli e
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riposto la pistola ed era tornato soddisfatto dai suoi
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nostra madre lì dove era stato abbattuto. ¶ «Ma come
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continui a brillare. ¶ Non era volontà, era paura ¶ «Me
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brillare. ¶ Non era volontà, era paura ¶ «Me ne vado
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E quella fiorentina? Quanto era grande?» ¶ «Così» dico e
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Sì, è vero. Ma era l’anno in cui
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prima di ammettere: «Non era volontà, era paura». ¶ «Paura
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ammettere: «Non era volontà, era paura». ¶ «Paura?» ¶ Annuisco. ¶ «Paura
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dice che la situazione era inequivocabile.» ¶ «E lui che
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essere lo stronzo che era sempre stato. ¶ «Mi dispiace
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capii che se c’era da comunicargli una cattiva
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dalla giornata: se Crispino era di buonumore, potevi sperare
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Sopra i quaranta, infine, era meglio presentarsi al suo
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mia decennale esperienza non era bastata a non farmi
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ti frega, scusa? Ma era pur sempre mio suocero
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di dire, ma lui era un fiume in piena
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di colui che si era impossessato del mio posto
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che io diventassi maggiorenne. Era un pazzo, ma i
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ai miei occhi ormai era un ragazzino senza palle
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Bastardo...» ¶ «Due giorni dopo era sparito per sempre. Tornato
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quello. Prendi Clara, prima era una ragazza allegra e
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dell’incidente di Arianna. Era l’agosto del 1996 e
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arrivò la sua telefonata. Era mattina presto, il presto
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viaggio verso casa. Ari era andata a finire in
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da Acciaroli a Palinuro. Era sola in macchina e
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mia madre. ¶ Invece Arianna era viva, anche se per
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poi a sapere che era imbottita di alcol e
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di rimettere, ma non era colpa dell’alcol, lo
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alcol, lo sapevo. C’era qualcosa che non andava
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Jam. Ricordo la canzone, era Black, e anche il
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a posto, ma lui era troppo eccitato e non
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Il potere dell’ibernazione ¶ Era un Natale di qualche
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Gargiulo. Come sempre, non era stato facile trovare il
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Nelle mie fantasie, Clarinda era l’icona della bellezza
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ricordavo il nome. ¶ Invece era proprio Clarinda, solo che
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quell’estate lontana non era rimasto nulla. Quella che
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aveva stretto la mano era la bambina di cui
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davanti, la mia calvizie era solo uno degli aspetti
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a quel Natale, tutto era rimasto intatto: la fattoria
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grazie a quello. ¶ Tutto era lì, protetto, ibernato, fino
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a prendermi Arianna, quando era il momento. Avrei dovuto
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accontentarmi di quello che era pronto a darmi: un
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che con ogni probabilità era lo zio che non
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intorno, ebbi la conferma: era proprio il fratello di
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come genitore. Almeno, non era calvo. ¶ In realtà, se
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come tanti». ¶ Zio Vittorio era un tipo strano, questo
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sentito papà dire che «era uno spirito libero». E
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la casa dove vivevo era la sua. Quando i
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non serviva, non c’era quasi mai, era sempre
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c’era quasi mai, era sempre in viaggio. Alla
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e il fratello si era trasferito da un amico
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amico. ¶ Anche zio Vittorio era iscritto a Giurisprudenza e
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anche lui, come papà, era più interessato alla politica
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di cazzo. Solo che era stato zio Vittorio a
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che zio Vittorio non era interessato solo a me
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disse che mamma si era commossa perché, dopo tanti
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lui stavolta non sorrise. Era di fronte a me
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fuori di zucca» che era lontano dalla mia vita
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raccontare a Ghezzi, che era solo un attimo di
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l’altro, la villa era anche immersa in una
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mare e il terreno era tappezzato di aghi di
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rimasti a Napoli. ¶ Papà era tornato dalla Spagna da
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vignette e lei ne era entusiasta. E poi, al
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a Valerio (in realtà era la povera tata Luisa
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al sole per ore era proprio papà. Avrebbe anche
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di calore. Mia madre era indaffarata con il nuovo
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Renata. Per Arianna, invece, era la prima volta e
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di te che mi era venuta voglia di conoscerti
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Mario il venerdì successivo. Era sera e si presentò
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Arianna, che non c’era. Con un’espressione delusa
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senza Arianna lui mi era indifferente. ¶ E poi non
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indifferente. ¶ E poi non era la prima volta che
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casa un uomo, anzi. Era successo con Bruno, un
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quando papà se n’era andato lei mi aveva
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questo ancora non mi era chiaro e mi beavo
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Ai miei occhi Mario era colui che mi avrebbe
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piacerti». ¶ All’epoca c’era una sola cosa capace
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militare italiana. La scatola era piena di minuscoli pezzetti
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di costruire la nave era già andato in fumo
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trovavo da mio padre. Era maggio, faceva già caldo
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dopo che la telenovela era iniziata. Non so bene
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mesi; d’altronde papà era da poco tornato dalla
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e il nostro rapporto era quasi inesistente. I primi
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mio fratello, né quando era in pancia, né dopo
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che non stava bene. Era una sera di luglio
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di nuovo in fila. ¶ «Era tua madre?» ¶ «Sì.» ¶ «Cosa
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di sicuro immaturi, ed era una bella serata di
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ci nascondevamo qui dentro? Era il nostro castello» dice
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che a me non era più concesso. Visti da
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Orlando, che intanto si era infilato nel bar, era
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era infilato nel bar, era tornato al mio fianco
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tra le altre cose, era la nostalgia di Arianna
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e mi mancava. Non era colpa delle pizze, era
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era colpa delle pizze, era la mia insulsa vita
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partenza, Arianna non c’era. Nelle settimane precedenti non
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smesso di rischiare, ma era così poco divertente la
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Mario mi spiegò che era partita per Barcellona con
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passi da noi c’era la fontana dell’Elefante
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controllare se il caffè era pronto. Rosalinda cambiò subito
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parlai del piano, non era ancora successo nulla. È
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tette. Però con lui era diverso, lui era adulto
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lui era diverso, lui era adulto, eppure non poteva
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Di brillante, insomma, c’era poco. E poi, la
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figlio del bidello, che era il ragazzo più furbo
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dell’istituto. Forse perché era abituato a passare i
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con i figli, non era cordiale come lo era
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era cordiale come lo era con la professoressa di
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smorfia inespressiva di quando era delusa e disse: «Vuoi
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toccarmi. Solo che non era brava come me, andava
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mia madre non c’era facevamo l’amore, oppure
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volta anche quando lei era in un’altra stanza
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andata in terapia, Barry era già tornato in America
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serviva crederlo. In realtà era lui a essere pazzo
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Valerio, che all’epoca era sì un ragazzino con
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l’alito fetido, ma era anche il campione assoluto
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altrettante a Worms, che era quel giochino di vermi
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i figli, come ci era riuscita lei? ¶ «Ha detto
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contento e disse che era una bella cosa, che
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caro amico Crispino si era rivelato uno stronzo. ¶ Mamma
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rimasi sorpreso. L’arredo era spartano, però di gusto
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piano alto, la luce era poca, eppure mi trattenni
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a suo modo bellissimo. ¶ Era una sensazione diversa rispetto
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nella nuova casa. Lì era felicità allo stato puro
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Qui, invece, l’edificio era venuto giù e la
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si faceva sentire. Non era felicità, ma eccitazione. ¶ Poi
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porta del suo appartamento era spalancata. ¶ «Ciao» dissi. ¶ «Flor
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nuovo alla porta. Stavolta era un ragazzo di colore
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e l’uscio aperto era quello di fronte. ¶ «Ciao
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e il caos si era già impossessato di casa
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prostituta. Ancora una volta, era stata Matilde a decidere
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che, nella sua immaginazione, era una lurida, squallida stanzetta
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è che prima c’era Matilde a preoccuparsi di
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il padre di Flor era anche il mio e
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comodo), capii che non era servito a nulla allontanarmi
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sorellina si portava appresso era Valerio. Sì, proprio lui
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i miei due fratelli era troppo. Mai come in
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dissi che mio fratello era andato via e che
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con cui stava non era la persona giusta.» ¶ «Arianna
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dai lineamenti puliti, non era stata la sua bellezza
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in un bar. Si era detta entusiasta di aiutarmi
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Il mio sogno, infatti, era trasformare quelle mura bianche
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per capire che Rebecca era una tipa da tenere
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il look, donna lo era, perché sotto la canotta
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frigo che lei mi era già addosso. Mi strinse
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un corpo nuovo, difatti, era ormai imbattuto dalla fine
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probabilmente, il suo non era amore, ma solo necessità
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che il suo Valdemar era frutto della lontananza, perché
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testa. Che bisogno c’era di questa scenetta? Non
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però, che bisogno c’era di fare un annuncio
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e per chi mi era accanto.» ¶ «Già, ricordo.» ¶ «Be
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un po’ stupiti (non era da me citofonare alle
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vita che mi si era sciolta fra le mani
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cercato un approdo non era poi così sereno. Mentre
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e pensai che non era rimasto nulla della bella
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un tempo. Il sorriso era svanito per far posto
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palpebre e pensai che era proprio bello. ¶ Era ed
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che era proprio bello. ¶ Era ed è questa la
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la mia vita si era disintegrata nel giro di
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videogame. ¶ Un giorno che era particolarmente loquace, papà mi
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realtà, il suo non era odio, solo delusione. Non
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essere stato ingiusto. C’era da aspettarselo.» ¶ Potrei polemizzare
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miei vestiti non c’era più traccia. ¶ Dopo pranzo
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collezione di libri non era molto folta, proprio come
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di mia madre, che era passata dalla gioventù anarchica
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anarchica e filocomunista mentre era al suo fianco a
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Flor, che all’epoca era una bambina di undici
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con certosina pazienza si era costruita negli anni. Non
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del successo, per molti, era che la Ferrara tene
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fine delle otto ore era rimasta solo la nausea
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casa, Matilde non c’era. Aveva lasciato un bigliettino
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punto dove la scrittura era stata interrotta. Mi bastò
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quella che un tempo era stata la mia casa
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la porta. D’altronde, era la stanza di mia
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mia moglie, non c’era nulla di male in
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Intanto il pc si era avviato e ispezionai il
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Di Ghezzi non c’era traccia. Stavo per spegnere
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imbarazzata. Capii subito che era lì per parlarmi. Dopo
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le cose, se c’era qualche possibilità di recupero
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di recupero. Disse che era rammaricato, ma siccome non
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non presentarsi al lavoro, era costretto a chiedermi di
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aver fatto l’amore. Era uno dei giorni «giusti
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eravamo dovuti fermare, Matilde era corsa in bagno a
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amara consapevolezza che, se era l’alcol la pozione
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di mio lì non era rimasto niente (a parte
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madre depressa già lo era e che la sua
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alzò e scappò via. ¶ Era bastata una carezza a
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amore su quello che era stato il nostro letto
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a metà pomeriggio. Papà era con un fornitore che
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là» aggiunse senza guardarmi. ¶ Era la prima volta che
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Dovevo spiegargli quello che era accaduto e pregarlo di
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La mia idea, infatti, era di aiutarlo col ristorante
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guardare il soffitto, mi era già balenata l’idea
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del cataclisma che si era abbattuto sulla mia esile
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con patate, ce n’era una con chorizo, pepe
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un politico, un intellettuale, era finito a strappare biglietti
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nonostante sapessi che non era il mio futuro e
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aveva portato via. Rosalinda era divertente, le piaceva ridere
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bel rapporto che si era creato con Rosalinda, evitando
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sulle mie scelte? Chi era per giudicare la mia
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che avevo davanti non era più lo stesso uomo
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da quella che si era immaginato. Ecco perché restai
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cui ancora non si era stancato. ¶ «Con tutti i
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cose non funzionavano, c’era poco da fare, trascorrevamo
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il fumettista, sapevo che era un’idea quasi irrealizzabile
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una strada che non era la tua.» ¶ «Perché non
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provavo tanto timore non era altro che un adulto
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si bloccò il respiro: era la lista dei possibili
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santi giorni, quando papà era in Spagna e anche
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e anche dopo. C’era lei fuori dalla scuola
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sognatrice e la fantasia era un rifugio sicuro per
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quella che un tempo era la mia camera e
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anzi prosegue: «Questa camera era il mio rifugio, il
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di mondo, che non era altrettanto bizzarro, ma parecchio
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in giro non c’era che una piccola sporgenza
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disfarmi di Barry». ¶ Barry era l’americano fissato con
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corse a chiedermi com’era. ¶ «Come tutti i bambini
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me?» ¶ «No» replicai subito. Era vero, una neonata non
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di Arianna, che lo era ogni giorno di più
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a starmi simpatico. Flor era la figlia di un
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figlio. Flor, soprattutto, non era figlia di mia madre
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anche perché Orlando, che era stato così importante durante
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prima crisi d’amore, era sparito da tempo dalla
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aborto (eh già...), ed era l’unica cui potevo
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che, senza figli, si era accartocciato su se stesso
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papà, Rosalinda e Flor. Era inizio agosto e mi
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col sorriso sulle labbra. Era contento come poche volte
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mise a urlare che era stanca, che non poteva
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Ricordo che il caldo era insopportabile e Rosalinda, che
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saliva che mi si era fermata in gola. Era
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era fermata in gola. Era la bambina più bella
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di farle un ritratto. Era la prima volta che
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parola, ma tanto lui era troppo felice per accorgersene
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il mio amore; c’era qualcosa dentro di me
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per mancanza di coraggio: era come se istintivamente mi
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concetto di radici mi era estraneo. ¶ «Te sei divertito
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comunque la mettessi, c’era sempre una condizione irrealizzabile
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me e Matilde, un’era fa. Riprovo a telefonare
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del salotto (che poi era l’unica stanza a
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compagno. ¶ A ogni modo era un periodo carico di
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ad aprire e lei era già sulla porta, sorrideva
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porta, sorrideva e non era sola. ¶ «Ernesto, questo è
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seppi che non si era imbattuta per caso nel
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po’, il povero Ernesto era già stato cacciato, nell
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dire che la casa era troppo piccola e non
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più infelice di tutti era proprio chi tentava di
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e biascicò un «ciao». Era magro da far spavento
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cena ci disse perché era venuta. ¶ «Ho litigato con
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a quel momento si era adeguata al mutismo del
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quasi volesse chiederci se era il caso di seguire
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dalla nostra vista. ¶ Matilde era ancora seduta al tavolo
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i dettagli, ma c’era poco da fare, dentro
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in trappola. ¶ «Però lui era troppo ubriaco. Alla fine
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vita per strada, si era abituato subito alle regole
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La tortilla di Rosalinda era quanto di meglio si
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maestra della tortilla non era lei ma sua madre
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donna di cui parlava era mia madre. Invece rimasi
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tenute le elezioni amministrative. Era la prima volta che
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a una manifestazione. Lui era appena laureato, lei frequentava
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politiche. Una sera che era in vena di rivelazioni
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fuori di testa». ¶ Papà era bruttino (parole di lei
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fronte corrugata. Insomma, non era certo un ragazzo spensierato
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delle amiche. No, lui era un orso, detestava il
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filosofi, scrittori e politici. Era antipatico, ma colto e
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donato tutto quello che era nelle loro possibilità, senza
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doveva difendersi ogni giorno. Era in gioco la sua
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il proprio futuro non era così orribile se a
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padre?» domandò mamma. ¶ Mario era in camera con Giovannino
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madre, che già allora era l’antitesi della serenità
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di tempo dopo, non era affatto morta, anzi, se
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passava piuttosto bene. Si era pazzamente innamorata di un
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discussione. In realtà, non era del tutto merito mio
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infanzia. Questa semplice frase era in grado di procurarmi
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colpa della mia inettitudine era dell’altro. A ogni
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lasciar decidere me non era contemplata. Mamma le decisioni
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la strada del fumettista era impervia, che pochi ci
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sue parole, perché si era sforzato di trovare una
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al caro amico non era stata sua, ma di
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mezzo sorriso: «Amore, questo era destinato a te, una
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salotto e non c’era trasmissione politica nella quale
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Più che un amico, era proprio un compagno di
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In quel periodo Orlando era il mio unico raggio
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unico raggio di sole. Era l’epoca di Giulia
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piscina che avevo dentro. ¶ Era andata così. Lei frequentava
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in fondo alla stanza, era intento a preparare una
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e mi accorsi che era mano nella mano con
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epoca ancora nessuno mi era venuto a spiegare che
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più per essere felici era un’altra: bere. ¶ Discesa
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casa, il 26 gennaio del 1994, era passato poco più di
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nello stomaco. ¶ Ce n’era abbastanza per allontanarla e
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mi disse che si era fatto tardi e doveva
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po’ stempiato, ma non era detto che sarei diventato
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morti fra le dita. Era l’inizio della fine
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stessa decisione. Mamma si era sintonizzata sul messaggio a
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che già allora non era considerata indispensabile nei nostri
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ripropose, ma la scuola era solo un pretesto per
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esperienza alle medie pubbliche era stata, a suo dire
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il mio migliore amico era un ragazzino grasso che
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Si chiamava Peppino ed era figlio del fruttivendolo sotto
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sotto casa. Poi c’era Angelo, altra colonna portante
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Il padre di Angelo era il parrucchiere di mamma
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sorridere. E infine c’era Pasquale, il più tamarro
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il Sannazaro che, perlomeno, era al Vomero. ¶ Molti anni
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ai loro tempi c’era di che leggere, ma
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Un po’ perché spesso era il padre a addormentarli
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Settanta, invece, Renata Ferrara era ancora una giovane sognatrice
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la scelta. Che non era da chi dei due
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stare tranquillo, che non era successo nulla, ma io
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anni di amoreggiamenti si era servita del verbo «scopare
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decidere quando dovevamo «scopare» era il suo ginecologo, che
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del Frecciarossa perché Matilde era in ovulazione e per
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Giovannino. Nessuno di loro era figlio di entrambi i
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fare i compiti non era il mio vero padre
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mio vero padre. Lui era il padre di Valerio
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grande, che mio padre era uno stronzo e figurati
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desiderasse in parte emularmi, era un avvenimento così spropositato
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a me ogni giorno; era quell’uomo panciuto e
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piccolo, enorme difetto: non era mio padre. ¶ Mario e
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di Luisa ce n’era una sola. Lei era
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era una sola. Lei era l’unica, infatti, a
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compilata qualche Natale fa: era l’elenco delle ultime
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al primo posto c’era una filippina che resistette
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all’epoca non c’era mai e alla fine
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ha squillato il telefonino. Era Matilde. ¶ «Erri, ti devo
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il quale disse che era colpa dello stress, che
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l’altra, come mai era accaduto negli ultimi anni
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ardente. Subito dopo lei era già nel salotto di
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a farmi capire che era il momento di cambiare
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poi, quel lavoro non era per te.» ¶ Poco prima
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stretto di Mario ed era stato proprio il mio
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la sua figura c’era sempre brutto tempo. ¶ «Mi
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si trasformava in notiziario? ¶ Era un giorno come tanti
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tutto ciò che c’era da dirsi, un momento
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quella che un tempo era la camera di Valerio
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giorno in un bar, era con un’amica...» ¶ La
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il suo lavoro non era poi tanto prestigioso, di
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E Rosalinda attraente lo era, eccome se lo era
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era, eccome se lo era. ¶ Per concludere, tornando alla
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i lavori papabili c’era proprio «Aprire un negozio
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realtà, d’importante c’era la notizia della gravidanza
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Quando andai a recuperarla, era davanti allo specchio che
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insuccessi. Per lei c’era sempre un motivo se
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l’ultimo Natale si era consumato sul vecchio tavolo
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inizio degli anni Ottanta. Era domenica, avevo suppergiù sette
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tranquilla. Papà se n’era andato, è vero, ma
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dei conti non c’era mai stato sul serio
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dei vantaggi della separazione era stato che il parentado
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una formica che si era avventurata sul suo polpastrello
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capito» sussurrai, ma lei era già scesa dal muro
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quel punto decise che era stufa di parlare e
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chiese se Mario mi era simpatico e se m
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unico dilemma, quella sera, era che se Arianna fosse
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periodo, mamma piaceva molto. Era affettuosa con me come
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quella che chi gli era di fronte voleva sentirsi
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anche sgridare i figli era stancante e andava fatto
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Flor, che all’epoca era un’adolescente in piena
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verità, succedeva anche quando era lui a far capolino
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Nonostante l’indole ribelle, era un ragazzo perbene, colto
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rivelò una panzana: non era mai finito nell’elenco
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essere un anarchico, papà era anche un grande lettore
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chi non lo sapesse, era l’attrazione più in
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miei amici di allora, era il lavoro più bello
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capii dopo qualche tempo, era dovuto più a un
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il mio fine principale era avvicinarla per ottenere informazioni
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realtà con Marta c’era stato un mezzo bacio
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un mezzo bacio veloce. Era successo che, l’istante
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sfiorate, la mia mano era scivolata come un serpente
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un passo all’indietro, era rimasta a fissarmi come
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dava. ¶ Fra noi c’era un’evidente disparità estetica
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non da Marta. Marta era troppo perfetta, Giulia, invece
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se ai miei occhi era splendida. Qualche chilo di
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me l’avrebbe data. Era evidente. Eppure Giulia esitò
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intuiva che il formicolio era venuto a dirmi che
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decisi che, così come era venuto, il formicolio se
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accorto che se l’era rimessa. Quindi fa un
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iniziò a starmi dietro, era sempre gentile, lo conosci