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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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pianta giovane e delicata. Era già nato quando io
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pareva malato di rachitismo: era pieno di gobbe e
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lungo il sentiero scosceso, era un di noi col
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il maggiore Gonella non era più un maggiore, ma
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di venire ai battaglioni, era stato alle bande: che
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Comandare ed esser solo era per lui una necessità
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di sua madre: ch’era viva. Ma ne parlava
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vista della mèta, s’era rilassato dopo tante ore
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ora che Goitana Gonella era tornato al XX, tremare
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con mistero. Il padrone era arrivato. La sua figura
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Chi di noi non era capace di farlo è
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a cui dissero che era «per un anno solo
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lembo del villaggio. C’era festa grossa: l’ottavo
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il destino della guerra era su di lui. Harrài
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giorni dell’arredamento Gaber era occupato e distratto all
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la posta della gara era il prestigio personale di
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nel quale credeva quand’era mussulmano si rassomiglia al
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del maggiore Toselli non era più sul campo, dopo
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Tigrai e lo descrive: era curvo e magro, guardava
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del maggiore Toselli non era più sul campo di
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colonna, multisona e multicolore, era complicata, deformata come un
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con noi, mostrare che era agile e robusto e
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Siam soldati. L’importante era che si andava. Da
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ora fa ce n’era ancora e adesso… (Vede
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che, per l’età, era diventata un po’ bambina
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dissi, quando partii, che era per un anno solo
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su certi particolari. Lina era incantata dalla mia divisa
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po’. La ferita non era grave, se la pallottola
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l’han portato qui era gia morto. ¶ GHIZZONI (come
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come un bimbo. ¶ GHIZZONI. Era un bimbo (pausa lunga
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Toselli ¶ Venuto dal mare era il Goitana bianco ¶ maggiore
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Toselli, il gran Goitana, ¶ era più bello e forte
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eran sciacalli, ¶ Goitana Toselli era un leone ¶ che dava
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Poi l’ascaro, ch’era bocconi, si leva, si
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Biroli. Il suo nome era mormorato con circospezione dagli
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ingresso. Non ce n’era bisogno. Tutti, nel quartiere
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non se n’accorgeva: era uno di quegli uomini
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sul vostro gagliardetto». ¶ C’era allegria alla mensa. Poi
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tutto quello che c’era prima è crollato: sei
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dall’abisso in cui era precipitato: riaffiora la vetta
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la vacca a Macallè, era entrato dentro una linea
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brevi. Ma il morto era il marito – e allora
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rasa d’ogni cosa era dentro di me. E
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estraneo. Il coraggio (ma era proprio coraggio?) mi veniva
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di coscienza sbiadita. C’era un branco di pidocchiosi
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ma quei trenta arrivavano. ¶ Era questa loro stupidità di
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fegato! Io sapevo cos’era quel fegato, perché era
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era quel fegato, perché era uguale al mio e
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cencio rosso sul tarbush. Era un cencio di seta
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sventolare. Accanto a lei era Tesemmà Uorchè, che allora
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sul tarbush: perché uomo era e guerriero. Accanto a
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che lì non c’era nessuno: «Chi vuoi che
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a Chissàt Auliè Tzechià, era venuto suo figlio a
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nell’occhio destro. Non era ancor morto, quando Goitana
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gli faceva da sudario. ¶ Era di fronte al primo
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che dorme, Tesemmà… Tesemmà!» ¶ Era morto. ¶ Oltre la cresta
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ascari dissero che quello era un segno di Dio
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di Dio. ¶ La cosa era andata così. Tesemmà, che
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che da vari giorni era inquieto e traudiva rumori
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trascorrenti rocce e cespugli, era andato di scorta col
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aveva chiesto, perché c’era una ragione recondita che
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pozzo. E la ragione era questa: che il pozzo
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questa: che il pozzo era vicino a una certa
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Tesemmà e quindi Tesemmà era al corrente della cosa
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non ingombrare. ¶ La cosa era certamente grave – prologheggiò egli
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Goitana stesse pur tranquillo, era eccezionale come dimostrava il
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battaglione. Gheremedìn Ghebreariàt, che era del luogo, aveva raccontato
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grotta vicino al pozzo era stata, tanti e tanti
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cadaveri nei cimiteri intorno. Era, insomma, tabitt. La gente
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ricordava benissimo – dissero che era andata nello Yemen, poiché
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Ma ora il fatto era questo: che proprio lì
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in cui il battaglione era arrivato… Qui Tesemmà fece
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tabitt in questione non era stato arruolato che negli
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a Chissàt Atrò. C’era qualcuno che si trovava
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in queste condizioni? C’era. E come si chiamava
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Dallo Yemen. E qual era il suo mestiere? Mah
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annerito dalla caligine. ¶ *** ¶ Goitana era in colonia da quattro
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un indigeno gli s’era presentato dicendogli che c
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presentato dicendogli che c’era gran scompiglio, per una
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replicò che quella non era una iena come tutte
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Destà, che quella notte era di piantone, dormiva. C
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di piantone, dormiva. C’era infatti e dormiva. Ma
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in cui egli s’era mosso per chiamare Goitana
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occhi di Johannès: c’era in essi la vitreità
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conto. Certo, se Johannès era il tabitt in parola
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le spoglie di iena. Era lì che bisognava sorprenderlo
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Evidentemente – dissero gli ufficiali – era stato uno della colonna
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si domandavano, invece, dov’era Johannès Destà in quel
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momento: Johannès che non era venuto al pozzo, come
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furia e tremante che era stato a far legna
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i signori ufficiali. Non era stato Tesemmà ucciso da
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In furia, non c’era tempo da perdere: un
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accorse che non c’era chiavistello, si fece un
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attardatosi, rientra nel buluk. Era rimasto indietro, quell’ascaro
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discorrere inutile. Il fatto era questo: che tre ascari
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denti per dente.» ¶ Non era la prima volta che
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Spada rientrò a notte. Era caduto per strada, un
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Uno dei tre ascari era con lui: ma nudo
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gocciolava lungo la gota. Era l’unico superstite. Gli
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questo e se n’era dovuto contentare, ché la
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e a Debrì c’era veglia grossa, dopo il
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al freddo. Il paese era tranquillo, così tranquillo che
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tra i cespugli. ¶ Ma era, la nostra, un’attesa
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cui ero lì. ¶ Non era ancora l’alba, ne
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ancora l’alba, ne era piuttosto un presentimento. Ma
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piano di difesa. ¶ C’era poco da difendere. Noialtri
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i ripari, noialtri s’era invisibili. Ma su quei
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quali il primo plotone era sparito, lanciare fiammette brevi
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branco, così allo scoperto, era la strage senza remissione
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tratto, rossastro. ¶ La spedizione era stata buona: sessantasette accertati
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quello che ci premeva era ritrovare i nostri.Non
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Perché il nuovo Goitana era alto e magro, flessibile
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giunco. Si sapeva che era arrivato e se n
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arrivato e se n’era parlato, a sera, nei
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Mediterraneo. L’altra vita. Era vile, l’altra: vita
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volta, al XX, c’era un Goitana che si
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Sassahà perché anche lui era alto e magro, flessibile
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senza esitare. Il forte era buio, ché tutti a
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può tradurre: dissero che era «ricco di dentro» e
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non doveva esaurirsi; ma era obbligata a rifondere, di
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di se stessa. ¶ *** ¶ Sassahà era uno strano padrone. Esigeva
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risolvere la situazione. Così era accaduto, per esempio, a
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a Magòs Alinchiel quando era andato da Sassahà a
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che sua figlia Masciò era stata ripudiata da Tesfài
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suoi ascari. E questo era molto bello. I Goitana
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altri non sapevano. Questo era chiaro anche quando parlava
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guardando anche lui, s’era avvisto che, una dopo
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parlava con lei, com’era abituato a scherzare e
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uomini. E Conchita n’era molto contenta e gli
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eredità. E lui, Terù, era molto contento perché, partendo
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le notti, da quando era al campo, ne sognava
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rugiada brillava, la vita era in festa, una festa
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una triste maniera. Non era facile a dirsi, ma
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facile a dirsi, ma era qualcosa di bigio, di
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il suo dolce sorriso era Sassahà, ma con un
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Tutta la terra ne era triste e piangeva: piangevano
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nella tenda di Sassahà. ¶ Era di sera e gli
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loro fuochi. Quel giorno era stato bello: s’era
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era stato bello: s’era fatta molta razzia: più
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piancito dei tukul. ¶ Sassahà era sempre andato, quel giorno
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che fischiavano intorno. Nessuno era stato ferito e Sassahà
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sul crepuscolo, Terù, che era chiamato la lince perché
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Nessuno degli ascari si era accorto che Goitana dottore
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accorto che Goitana dottore era entrato nella tenda di
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anche il signor maggiore era entrato correndo lì dentro
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avvicinava piano, ora che era notte, e sentiva la
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voce di Sassahà che era debole, come venisse di
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capito da me che era finita, signor Maggiore. E
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gran chioma bianca… C’era anche prima? Forse. Terù
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noi soldati non c’era, in pace, che il
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faceva, un giorno che era ubriaco: «Bene, perdio. L
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E, detto fra noi, era ora. ¶ Forte Toselli, giugno