Salvatore Di Giacomo, Nella vita, 1903

Giovanni Nepomuceno: un braccio era steso al fiume e

cui stavano e ch'era di remota origine romana

fiume e sul tramonto era un cielo minaccioso: alcune

assorgeva rapidamente all'orizzonte: era come una uguale cortina

Ora il cielo s'era tutto oscurato. Tuttavia durava

guardò attorno. Altri non era sul piazzale in fuori

e la levò, aperta. Era gonfia e arrossata; l

il quadrello che gli era sfuggito. ¶ Lo levò, con

co' gomiti, sul parapetto, era evidente. Il fuoco del

volte, perdutamente. Letizia s'era sporta dal parapetto sul

chiuso gli occhi, s'era allungata sul parapetto col

più greve, più rilassato era rimasto quel corpo senza

tratti, stagnante, così tardo era il suo cammino. Ma

il cui largo arco era terminato dalla fabbrica rozza

si volse attorno, smarrita. Era notte. S'era spento

smarrita. Era notte. S'era spento l'incendio del

bosco, il cielo s'era chiuso, un velo plumbeo

Napoli» la comitiva s'era diradata: le tre femmine

a tentoni. Non v'era lume, ma ella conosceva

mensa dalla quale s'era levato, salutò: ¶ - Buona sera

a un piatto ov'era della carne d'agnello

cortile gorgogliava: il romore era distinto, continuo. La pioggia

continuo. La pioggia non era cessata. Don Placido moderò

alle spalle di Letizia, era pur chiusa. Letizia trasalì

il borbottio della grondaia era superato dal crepitar della

socchiuso dietro del quale era donna Chiara e per

ed entrò. ¶ La bionda era seduta a una tavola

al focolare: un fagottino era davanti a lei sul

lasciata, forse! Marta! Marta era lì, per lo stesso

e mai più s'era scordata di quella gran

incertamente: ma il pianto era nella sua voce dimessa

tratto in tratto, ove era più profonda l'oscurità

profondità. Un'ombra uguale era scesa sulla vallata, alla

Letizia si volse. Tutto era scomparso nella notte, dietro

una bambina. Lo scompartimento era quasi deserto: alcuni fattori

il reggimento del furiere, era partito per Napoli da

Il treno interminabile n'era pieno fino all'ultime

all'uscita sulla piazza. ¶ Era quasi la mezzanotte. La

Nessuno, nessuno! Or ella era a fronte dell'ignoto

il mercato si vuotava. Era cominciata tardi la vendita

ora del sole alto. Era andata avanti assai fiaccamente

la sferza del sole, era tutto uno sfinimento. Dalla

piazzetta, lentamente, come trascinandosi. Era un gran donnone: forte

ripararsi dal sole, s'era proprio posto in capo

Cocchiere?..... ¶ Rocco si volse. Era una signorinella pallida e

guardò come smarrita. S'era tutta rimpiccinita in un

per tutto: Rocco Longo era sfinito, era sfinita la

Rocco Longo era sfinito, era sfinita la sua bestia

prima la signorina s'era voluta fermare alla Posta

avuto, che non c'era. Palpitante, incerta, s'era

era. Palpitante, incerta, s'era trascinata fino alla vettura

e quasi vi s'era lasciata cader dentro. ¶ - Dove

Piazza Francese e s'era ficcata ne' vicoli di

è rimasto - mormorò. ¶ Longo era sceso di serpa. Guardò

stessa: ¶ - Sono stata tradita... Era un cameriere d'albergo

di lei che s'era gettata addietro sui cuscini

e indietreggiò, spaventato. Ella era diaccia: un sudor gelido

Caffè Grande al Corso. Era l'ercole della troupe

ove il di Bartolo era stato quattro anni. ¶ Seguì

silenzio. Il Caffè Grande era quasi deserto: due mercanti

del Liceo Cotugno. S'era fatto portare il calamaio

Il di Bartolo s'era sprofondato nella lettura del

il di Bartolo s'era adagiato, l'ercole, frugando

Pretura, al solito s'era addormentato. Usava di far

ercole, che pur s'era levato e si sberrettava

scuro e deserto. ¶ S'era liquefatta la neve: al

dovetti arrestarmi. Il silenzio era alto. A un tratto

non si vedono più. Era lì con un signore

Firenze, e se l'era portata via in campagna

forse sfuggì. Egli si era quasi rivolto addietro e

alcuno. Ma un'ombra era scivolata lungo il muro

Sarà qualche amante... ¶ - M'era parso Rigo - borbottò - Sa

mercato bovino. ¶ La notte era fredda. Sgusciò nella mia

impenetrabile. ¶ All'aria m'era entrato addosso un gran

po'. Che cosa dunque era seguito nella baracca dell

La Rosina se ne era scappata via col pagliaccio

fredda, così che m'era parso come mi avessero

Una piccola camera ch'era già stata d'un

fatto l'ercole m'era passato sotto gli occhi

nella via. L'ercole era lì, tra' carabinieri, ammanettato

la piccina, se l'era portata via la madre

rimasta a Giffuni, s'era fatta una colletta - e

la roba dell'ercole era stata sparsa un po

tra le quali perfino era nata l'erba. Ripensavo

luminosa Sala Cotugno, ch'era stata, anni a dietro

On revient toujours... S'era arrestato presso un letto

tastare. ¶ Lo riconobbi subito. Era l'ercole di Giffuni

la mia sulle coltri era calda: mi pareva febbricitante

mi pareva febbricitante. Egli era rimasto addossato a' cuscini

e tre mesi. S'era in ottobre... ¶ - È vero

lo sa? Bene. C'era stato di mezzo quel

voce si velava. Egli era commosso. Strinse i pugni

Il professore gli s'era avvicinato: gli scolari circondavano

nel silenzio che s'era fatto nella corsia essa

lettera sulla cui busta era stampato tanto di Ministero

mondo, oramai - mia madre era morta nel luglio dell

a' Ministeri. La partecipazione era estetica: il mio nome

estetica: il mio nome era scritto in rondino..... ¶ Una

camera... ¶ - Carlo! Carlo! ¶ S'era spalancata la porta e

le imposte del balcone. Era un momento in cui

Balbettai: ¶ - Senti..... Credevo..... M'era parso che tu sapessi

di candela che ci era rimasto e ora badava

gonfio. Sentii che Barra era stato, dopo tutto, il

sopra, bocconi. Il silenzio era alto. La fruttivendola, una

lettera sulla cui busta era scritto, con calligrafia evidentemente

un sesso che non era il suo. Poi mi

monastero di Santa Patrizia. Era una di quelle uggiose

La sua voce s'era riscaldata, tutta la sua

visione della misteriosa benefattrice era delle più delicate e

a quel modo. ¶ V'era una giovane donna, bruttina

una tavola sulla quale era squadernato un registro per

vettura... ¶ Il dottore s'era levato e s'avvicinava

pezzuola la quale s'era tutta arrossata, ne la

esclamò il brigadiere - Ah! Era per questo che mi

quaderno le prescrizioni farmaceutiche. Era l'ora della visita

figliuoletto di lei s'era arrampicato sul letto e

un po' impazientita. ¶ S'era messa a sedere in

piacciono? ¶ - Le adoro. ¶ S'era fatta lieta. Si dimenticava

palpitante seno giovanile, eretto. ¶ Era terminata la visita. Dei

letto della rossa. Ed era adesso così intento a

uno dei borghesi, ch'era il brigadiere Guglielmi. ¶ E

faccia. ¶ Lo riconobbe. Gli era cascato il cappello, a

San Filippo Neri c'era un solleone che bruciava

degli schioppi. Mariangela, che era stata a vederli passare

per poco non s'era sconciata dal ribrezzo. E

lui. Il marito s'era levato. Posava or le

un panno che s'era posto sulla faccia per

una lucertola che s'era stesa pigramente al sole

pagliaia di Donato Auricchio. Era quasi diroccato tra l

bavero che un tempo era stato ornato di pelo

quali il suo stipendio era strappato a brani e

cassa dell'economo, egli era un di quelli sciagurati

della più malinconica commiserazione. ¶ Era stato - raccontava - giornalista di

suoi be' tempi: lo era ancora qui, adesso, in

io il de Laurenzi era entrato quando essa aveva

ex giornalista vi s'era conquistate, un comodo asilo

ufficio. Il nuovo bibliotecario era severissimo: guardava nel registro

quali quel nuovo direttore era spaventosamente agguerrito. ¶ Ah, sì

dentro mio padre, ch'era uno studioso, v'è

di sigaro, che s'era spento. E soggiunse: ¶ - Vedrai

d'accordo. ¶ Egli s'era già allontanato, a gran

su quel transito, s'era fatta silenziosa, a un

Nella stanza del direttore. ¶ Era un degl'impiegati più

dentro. Nella biblioteca Stazza era entrato a trent'anni

ne aveva sessantacinque suonati. Era ancora un colosso: nelle

ov'egli non s'era fatto portare che una

tratteneva per un pezzo. Era la mezz'ora in

doverne cavare ammaestramento: quella era una forma nulla, una

penetrarla. Sapevo ch'egli era solo, che in casa

io sono - non s'era mutato una sola volta

volta da quando Stazza era entrato in biblioteca. Costui

disillusioni, scoraggiamenti? Che cosa era nel passato di questo

in faccia il colosso: era turbato, ma si sforzava

parer tranquillo. Soltanto s'era arrossato un poco più

tempi borbonici ne' quali era così facile di entrare

tra le mani s'era avvicinato al balcone chiuso

balconi. ¶ - Difatti. ¶ Il colosso era lì, seduto a una

cappello di paglia gli era scivolato, di su le

L'inserviente se n'era andato: le vaste sale

come di cristalli percossi. Era l'ora. M'avviai

portato ai Pellegrini. Ma era morto. Ho parlato col

caffettiere, una piccola donnetta, era uscita anche lei sulla

compagnia per quarantacinque anni. Era morto d'apoplessia nella

lei non se ne era accorta. ¶ Da prima immaginò

in quella stanza, ch'era tutto il loro quartiere

cameretta - che un tempo era stata cella - accoglieva ancor

tra due seggiole zoppe, era per terra un piattello

nun bíviri! ¶ Null'altro. Era ella così disposta, per

fin da principio, s'era inaridito ogni sentimento in

lei, che un tempo era stata pur giovane e

dramma: talvolta fin v'era scorso il sangue. Tuttavia

vigile curiosità partenopea s'era espressa in quel momento

qualche porta pesante s'era schiusa sul corridoio in

sera, dopo l'accaduto, era rimasto deserto quel lungo

a casa con Mastia era lì che s'indugiava

parecchi anni la vecchia era dominata da un'innocente

stupiva, nè la sconvolgeva. Era altrove il suo spirito

già da tempo, s'era spento ogni affetto: e

cupo e muto le era man mano cresciuto dentro

quell'ubriacone brutale che era stato il tiranno della

che la vecchia s'era più che mai infagottata

tre corpetti. Quello esteriore era verdognolo, orlato di antico

l'ombrello: il destro era infilato nel manico d

piazza Carbonara. Donna Clorinda era passata per l'ufficio

Mastia e se n'era andata. ¶ La bisogna fa

medico, un giovane ch'era al principio della sua

Piazza Francese. La vecchia era seduta in fondo, quasi

brodo. In un tondino era un mucchietto di pesce

m'aveva indicata. V'era, difatti; anzi là sotto

là sotto non v'era che quella. E come

cascato. Diamine! Non v'era proprio da ingannarsi. E

quella piccola stanza ov'era solo un divano in

corridoio ove, in fondo, era una piccola porta. ¶ - È

piccola figura femminile, immota. Era una biondina, sottile, pallida

si illuminava tutta quanta. Era vestita d'un camice

oggi! Oggi senz'altro! ¶ Era beatamente adagiata nel letto

giuoco. Accanto al letto era una poltrona sudicia e

la vecchia anzi s'era rabbuiata e mostrava di

casa per carità, s'era impietosita, ecco tutto. Figlia

che la vecchia s'era seduta nella poltrona di

Virginia e lì s'era lasciata finire. La collana

di corallo se l'era presa la virago: glie

casa con un tenore, era finita di febbre gialla

di Corleto Perticara. ¶ S'era nel luglio. Presso alla

del palazzo Milia s'era posta a lavorare all

Nella cameretta della signorina era buio: gli scuri del

su le coltri - s'era gettata bell'e vestita

Ora la signorina s'era levata a sedere sul

ci vado..... ¶ La lettera era caduta a piè del

cortile. Il gran cortile era deserto: a un angolo

pareva morto: il silenzio era alto: nessun romore, nessuna

la servetta s'indugiava era quella della Marangi, la

mano destra che s'era insudiciato d'inchiostro e

scese le scale, canticchiando. Era così alto il silenzio

le dita dalle quali era sfuggita la penna, sospirò

tornata dalla scuola s'era posta a rivedere i

E il suo accento era buono e pietoso come

sentì piegare. ¶ La Sponzilli era scomparsa. Laura Marangi scivolò

mucchietto che se n'era posto davanti. La mano

ultimo piano. Un prete. Era il fratello d'una

quell'ora - l'ottobre era sugli ultimi suoi giorni

delle prigioni. ¶ Il silenzio era alto, la notte fresca

di fanteria, che s'era posto il fucile ad

lume prossimo e invisibile. Era imminente l'alba. Difatti

di cui lo sportello era rimasto schiuso e uno

orlo ricamato che v'era stesa sopra vi sembrava

spegnere a un tratto. ¶ Era giorno, oramai. Le ore

dell'altare. Non s'era udito romore e quelle

e copiose non s'era partito alcun fruscio. Ora

monache! ¶ Il cortile s'era affollato. Cento braccia si

alla suora, minacciosa. ¶ III. ¶ Era una delle più singolari

pizzo gialletto che s'era sciupato e sbrandellato, ella

selciato del cortile. Certo era stata bella un tempo

l'indice teso, s'era messa a contare. ¶ - Una

poco il cortile si era vuotato. Ora un'improvvisa

A uno de' poggiuoli era seduta una reclusa, incinta

verde, una suora già era sopraggiunta e apriva le

l'ombra e s'era seduta. Aveva cavato un

un coltellino e s'era messa a sbucciare un

recluse, dal refettorio. Cocotte era caduta sul selciato, con

l'epilettica le si era avvinghiata a' fianchi, se

a' fianchi, se l'era trascinata addosso e se