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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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imperio, colle quali già era il nome e fama
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l’usato rilevato. Ivi era Adovardo e Lionardo Alberti
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rispuose Adovardo, el quale era di più età che
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quale se alcuno vizio era, quello già o per
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stati fatti migliori. Ed era lode a' padri render
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Però che ivi non era inimistà fra loro, ove
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afaticavano quanto in loro era studio, forza e ingegno
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quel che agli altri era udendo difficile compreendere, pregorono
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dovunque io gli trovassi, era mio costume lasciare adrieto
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avea impetrata licenza. Ed era di questa mia osservanza
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faceva. ¶ ADOVARDO ¶ Or così era. Ogni parola di Lorenzo
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il figliuolo suo non era tornato ancora. Che pensieri
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chiamato, e riputato quanto era in tutte le cose
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parea intollerabile se chi era nato per morire già
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che non aspetti quanto era dovuta a morte? ¶ E
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per questo a loro era forza ne' suoi bisogni
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ogni costume de' Lacedemoniesi era infiammato di cupidità di
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publici savi, a' quali era officio notare il nascimento
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da questi prudenti vecchi era commendato, sé essercitavano. E
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deboli e disadatti, non era chi volesse perdervi né
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dicendo che la solitudine era compagna e coniunta alla
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a sé stessi, più era facile consentire all'apetito
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tanto che niuno poi era più di lui soave
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megaro filosofo da natura era inclinato ad essere ubriaco
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perdere per serbarle. Adunque era meglio venire a vincere
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quella parte la qual era utile e commoda, come
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assai vizii. Vedesi chi era prima in larga e
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e matematice riputato, quanto era, eruditissimo; messer Niccolaio diede
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usavano l'arco, ed era una delicatezza de' signori
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e l'arco, ed era loro scritto a laude
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famiglio dicendo che Ricciardo era là fuori giunto colla
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per ordinare quanto bisognava. Era Ricciardo suocero d'Adovardo
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RE UXORIA. ¶ Poiché Adovardo era partito ad onorare Ricciardo
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parole contrastare, così testé era a me gran voluttà
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e prestantissime a lui era minore che amando vivere
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ad Adovardo ch'ella era cosa molto insita e
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verissima, che l'amore era ministro degli iddii dato
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per chi a loro era unito di benivolenza e
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a farsi ben volere era fuggire il vizio, amare
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a quella dico quale era prima che, ingiuria della
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e debole, a lui era necessario avere a cui
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cose nocive lo difendesse. Era loro nocivo el troppo
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e governare lo erede, era non bene atta a
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non tornando presto quanto era da' suoi espettato. Per
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del coniugio ne' mortali era necessaria, sì per ampliare
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umano in lo congiugio era troppo necessaria. Monstrò ancora
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natura che questa compagnia era non licita averla con
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poiché 'l suo Enea era da lei amante partito
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quale a un solo era gravissima, a molti insieme
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a quella si scrive era in Tracia, che le
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utilissimi, ma pure egli era forse il meglio volere
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el cui nome già era apresso tutte le nazioni
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macedonico giovanetto a cui era simil nome Alessandro: "E
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pari lode, da loro era nel numero degli idii
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ove prima qualche amorbato era giaciuto e perito. Fra
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qualunque ivi allo spettaculo era in su que' luoghi
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divide, e dove prima era una sola ben populosa
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che sia come prima era fermo e tegnente. Ma
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sua moglie perché essa era infecunda e sterile. Parsegli
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loro nell'arme non era licito avere, la carissima
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procreato l'uomo, rispose: "Era produtto per essere contemplatore
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parere quel che non era, e presuntuoso in monstrare
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conservino. La qual cosa era una delle quattro quali
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altri quello che manco era costato a te. In
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quegli più che uno era aggiunto dalla famiglia nostra
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masserizia, la quale dissi era delle due l'una
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fortuna. E forse non era da molto maravigliarsi se
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in que' tempi certo era in uso. Forse potrebbesi
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quale perché a tutti era commune, però in quella
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intesi. ¶ Se adunque così era, e tu, Francesco, uomo
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e riputato, come veramente era, buono, sopragiunse. Venia per
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ancora cose a voi era consuetudine fare giovane, quale
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mi ricorda quando io era giovane, se si faceva
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miei vecchi e me era questa una, però che
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popolo lodare chi non era Alberto; pareva a ciascuno
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quale in quelli tempi era il mio, gli sarà
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tutto farsi perché io era loro pur troppo caro
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E in quelli tempi era giovane, spendeva e largheggiava
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della masserizia? Ch'ella era utile. Io non so
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serbate per gittarle. Non era meglio, stolta vecchierella, gittare
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alle lettere quando io era giovane, e questo venne
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messer Benedetto Alberto, come era loro usanza mai ragionare
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altre faccende a noi era licito, al continuo eravamo
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Ma diceva niuna cosa era propria nostra, se non
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dubio se il tempo era più o meno nostro
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in sua stagione, prima, era facile a fare. E
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desideravamo, tanto più ci era dolore a noi insieme
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GIANNOZZO ¶ Perché quello che era necessario fare mi giova
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queste cose preziose adunque era consegnato luogo in camera
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perché: prima come ella era modestissima, così mai si
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obedire me, e pertanto era disposta fare ciò che
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sé in queste tutte era maestra e dotta? ¶ GIANNOZZO
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io l'amaestrai. Ivi era il Santo, una ornatissima
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erano d'avorio candidissimo: era pulita, lustrava, posta nel
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di tanta età quanta era la balia della madre
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fatta vicina mia non era due anni nata prima
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cagione de' lisci così era rimasta pesta, e tanto
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come quella la quale era di pura simplicità e
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di famiglia non solo era sufficiente il volere fare
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li che l'ordine era necessario, come con l
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sempre dicea che io era e' suoi ornamenti. E
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Ella pure da prima era alquanto timidetta in comandare
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comandare, come quella ch'era usata ubidire alla madre
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moglie sua, la quale era ritrosissima, avesse conteso con
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Dipoi ella così facea. Era onestissima, lieta, governava con
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a Giannozzo come Ricciardo era tutta questa mattina stato
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e che ora così era rimaso con Lorenzo per
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gli amici a lui era debito fare tutto, ma
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come vorrebbe, e quanto era sua usanza fare agli
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domani". Poi e' non era in casa, o egli
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in casa, o egli era troppo infaccendato, e così
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GIANNOZZO ¶ Quanto io, prima era di questo animo, e
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QUARTUS FAMILIE: ¶ DE AMICITIA. ¶ Era già quasi da riporre
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più mangiava sale più era da ogni parte sciocca
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sussidio e fortuna familiare era, quando sedavamo in la
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ella per merito suo era non poco scorta, grata
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e liberalità, certo m'era pure incommodo: e non
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divini principii e radici era da udirlo. Sono in
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mundarli ciò che superfluo era fra' denti suoi rimaso
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desiderarli seconda fortuna, tanta era in lui modestia, facilità
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del principe Duca, compresi era necessario adattarmi de' suoi
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a fermo imperio. Ed era suo essercizio in amministrare
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suoi domestica pace; ed era studio suo contraere publica
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e' suoi finittimi, né era ozioso in iungere benivolenza
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me parea di pregiare, era cupidissimo de' virtuosi e
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molti udiva col principe era assiduo in secreti spesso
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supremo principe. E già era chi di questa promulgata
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città ivi chiamata Ezitercani, era uscito di vita. Onde
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de' Napolitani, uomo ch'era di natura, più alquanto
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occasione troppo atta concessa. Era Ladislao in quel dì
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un tratto poco gli era luogo coll'animo vacare
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Re a men temere. Era de' cani uno leggiere
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parte nulla cessava infestarla. Era l'altro fermo, robustissimo
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di membra e animo era stato licito superarlo. Chiamavasi
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più veloce Tigri, ed era nome all'altro più
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e quella de' pesci era necessario avere chi le
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non sempre quanto m'era licito volsi, e prima
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ogni suspizione; ché non era io ignorante quanto in
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non disadatto. Ma come era apresso el Duca a
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con Ladislao qui m'era molestia gravissima né ozio
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doppo che furono chiesti, era con molta larghezza ito
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preti commune e notissimo: era cupidissimo del danaio tanto
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cosa apresso di lui era da vendere; molti discorreano
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utile e molto emolumento. Era ancora fra tutti e
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potea el tutto; domani era costui da tutti escluso
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gli domandava cose quale era suo debito dare, se
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laude e gloria. Ed era in prima sentenza di
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in magistrato rendendo ragione era iustissimo e severissimo. Aulo
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Roma, scrive Suetonio, perché era in augurii perito, fu
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colui a cui egli era fuggitivo servo; e dipoi
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in publico, dicono, tanta era consuetudine fra la fera
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per colpa del suo era viziata l'amicizia, in
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que' tetti, dove tanto era vivuta familiare, e dove
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fatiche, cupidissima di gloria, era massaro, ruvido, inculto; in
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ruvido, inculto; in Ionia era delicato, vezzoso; in Tracia
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sé benivolenze, costui assai era dotto a innovarle e
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mai vidi, ma sentiva era dotto, buono e studioso
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in vita fuori donde era nell'uovo inchiuso, così
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all'odio; qual cosa era sopra da me a
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chi a te più era che per esser uomo
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colloquii di chi t'era amico. Pertanto que' che
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vuoi dolore? Ma forse era quivi luogo non inetto
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uso, serbata la benivolenza, era dove avàmo licenza a
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per e' quali costui era teco assiduo, e oggi
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a chi poco fa era libero addito a me
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dannoso a sé chi era da nulla stimarlo, pigliano
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difficile a lui, ch'era vivuto fra altri, ora
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minore, da chi esso era non ben voluto, si
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el capo dell'inimico era participe della preda; faceano
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scellerata crudeltà. ¶ ADOVARDO ¶ Così era mia sentenza, Lionardo. E
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per troppa avutoli invidia era partito da' Lacedemoniesi inimico
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guerra, se chi gli era grave, ora gli sia
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coniunture de' marmi tenero era da reciderlo con l
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primi suoi nascimenti facile era da stirpallo, poi per
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l'inizio della benivolenza era lodare, della malivolenza biasimare
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grave, un iocundo compagno era come veicolo e sollevamento
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quanto d'ogni cosa era sazietà, e pertanto raro
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alla ara", luogo ove era da prestare el giuramento
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porre suoi onorati tituli, era dissensione fra' litterati se