parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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mucchio di palanche ed era un uomo conosciuto. Pare
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suo caffè. Il sapore era buono, ma così diverso
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Dunque, ricapitolando lo zio era andato in vacanza a
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in vacanza a Montecarlo, era stato via un paio
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paio di mesi ed era tornato sposato con una
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Avrebbe dovuto scoprirlo. Però era già qualcosa, una sagoma
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contorni precisi, ma insomma, era sempre meglio di niente
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il sapore del vino: era buono, fresco, secco, dai
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appena accesi. ¶ La cucina era vasta e piuttosto scura
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bagliori. Sulla credenza c’era una torta ancora calda
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per dirla bella chiara era anche un po’ tocca
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ennesima volta... o meglio, era lei che si metteva
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commendatore non rispondeva nemmeno, era un signore, lui. E
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Nicolò, «qualcosa sotto c’era, qualcosa di strano, perché
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secondo me non c’era proprio niente da spiegare
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il coraggio di cui era capace, arrossì come un
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mica in America!» ¶ Non era il caso di insistere
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nulla. E poi c’era addirittura un altro ammezzato
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luce. La camera azzurra era perfettamente in ordine: le
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intagliate. Sulla stufa c’era un pentolino pieno d
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subito. ¶ Per lui non era mai facile addormentarsi, perché
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perché lui stesso non era riuscito a descrivere chiaramente
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gli capitava da quando era piccolissimo e adesso aveva
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orrendo, sapeva che non era nulla, che dopo si
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e spense la luce. ¶ Era stranamente inquieto, come se
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tramontana. ¶ Capitolo 17 ¶ Ersilia Pittaluga era rannicchiata nella sua poltrona
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sedeva di fronte. Non era stupida, Ersilia, e aveva
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moglie del commendatore perché era un urlo acuto, mentre
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per convincerla che non era niente. Un’altra volta
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altra volta, ricordo che era nevicato, buttò dalla finestra
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la porta. La scenata era finita.» Ersilia fissò il
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ha risposto che c’era stata la solita crisi
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dose di sedativo ed era andata a letto, il
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a letto, il commendatore era in casa.» ¶ «E poi
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davanti al portone c’era una macchina di piazza
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una macchina di piazza, era quella del vecchio Celesia
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altra valigia al tassista. Era in vestaglia, aveva i
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La porta del commendatore era aperta, ricordo che ho
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stesso tempo. Cosa si era messo in testa quell
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Il giovanotto, invece... ¶ Però era logico, dopotutto. Quel ragazzo
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lei aveva in testa era giusto... il giovane costituiva
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estrasse la pipa. Non era solita fumare a quell
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pericoloso. ¶ Capitolo 18 ¶ Chissà se era stata una coincidenza. ¶ Nicolò
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spalle, perché la Pescetto era più bassa di lui
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Ah già, poi c’era il cavalier Damonte.» ¶ «Sì
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tutto paonazzo. «Ma lei era particolarmente amica di mio
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vuole che le dica? Era un matrimonio... difficile. La
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lo sapevo!» ¶ «Be’, ecco: era italiana, almeno credo, ma
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sferruzzando a maglia. C’era una abat-jour accesa
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del letto. L’atmosfera era cupa e irreale. La
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è bisogno, grazie.» ¶ Nick era in piedi dietro a
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quel che voleva dire. Era destino che non si
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La moglie del commendatore era una mezza matta! E
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Nick, e il suo era uno sguardo risoluto, senza
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chiusa, altro che!» ¶ Nick era impallidito, la fissò con
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fortuna subito dietro c’era la poltroncina Retour d
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di ottobre, martedì, c’era stato il funerale. ¶ Monsignore
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Il giorno seguente c’era stata la lettura del
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Il cavalier Damonte si era prodigato affinché ogni cosa
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testamentaria. Nel frattempo si era speso in consigli e
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giorni Nicolò Storace si era abituato a sentirsi chiamare
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di Damonte, che gli era sembrato ragionevole: in attesa
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del mattino, monsignor Malacalza era nel suo austero ufficio
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parroco, seppure il marito era stato un anticlericale, un
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Sestri ci pensava lui. Era stata proprio la Ines
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quella, e invece ne era risultato tutto il contrario
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l’assunzione. ¶ Così perlomeno era andata col marito di
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domandargli il posto s’era fatto vedere per due
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cristiana. ¶ E lui c’era cascato come un pollo
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neppure, di questo ne era convinto. Quindi si disse
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sempre in gloria, lei era una brava donna, onesta
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sempre... ¶ Bussarono alla porta. Era don Guido, il suo
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Eh, già. Nicolò Storace era americano, ma cattolico. E
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cattolico. E quindi... Magari era persino più cattolico del
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generosa. Dunque a cosa era dovuta quella visita? «Si
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due, e quando tornò era già bello che sposato
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che le dica, io? Era un tipo strano: una
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si presentò mezzo discinta: era ubriaca! E di voci
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si chiamava?» ¶ «Gilda.» ¶ «Ed era bella?» ¶ Monsignore deviò lo
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monumentale scrivania. «Oh sì, era bella, molto bella: alta
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Grace Kelly, insomma. Ma era mezza matta, forse matta
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di casa nelle scale: era nuda e voleva scappare
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proprio.» ¶ «Quindi lo zio era uno stupido?» ¶ Monsignore sussultò
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ma no, tutt’altro! Era un uomo accorto, abile
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potrebbe risalire... capire chi era, da dove veniva, come
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da lei! Che lei era la persona giusta.» Il
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conti anche lui che era il parroco poteva sempre
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rete della tramvia elettrica. ¶ Era la strada centrale, la
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nella stretta via. ¶ C’era vento di tramontana, ma
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di primavera. Il cielo era blu, l’aria cristallina
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sbottonati e qualche ottimista era uscito col cappello chiaro
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sul fondo del cortile era chiuso, così Nicolò spinse
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sulla sinistra. ¶ Il locale era accogliente, ma piuttosto angusto
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bella patina ambrata. C’era odore di vino e
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il banco, trasmetteva allegria: era massiccia e rubiconda e
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ho sentito parlare.» ¶ Nicolò era abituato all’indifferenza della
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le palpebre. ¶ No. Non era questo. Questo non aveva
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Capitolo 12 ¶ Il cavalier Damonte era rimasto molto scosso dalla
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aveva appena assistito. Si era avviato a passo lento
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a piovere non si era neppure curato di aprire
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aprire l’ombrello, tanto era turbato. Aveva alzato il
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bavero dell’impermeabile, si era calcato il cappello in
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pelle poco prima. ¶ Non era uomo di primo pelo
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da qualche anno. Infatti era stato dopo il pensionamento
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Zuccherificio Eridania che si era messo a fare l
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qualcuno. Il commendator Storace era stato uno dei suoi
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che strana morte! ¶ Gli era già capitato di veder
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volte in cui c’era andato vicino, quando tutti
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che stava meglio, che era di nuovo seduto in
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in pochi secondi c’era rimasto secco. Così, davanti
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che non si dica. ¶ Era ben strano a pensarci
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poi il commendatore non era morto affatto. ¶ E quel
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benissimo. Niente da fare: era andato. ¶ Il cavaliere rabbrividì
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la intuiva, il testamento era chiarissimo, e anche quello
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Il commendator Storace, che era proprietario dell’intero palazzo
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restauri e beneficienza. C’era anche un lascito per
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di Agostino che si era sparato un colpo in
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una moglie che non era da meno, morta pure
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quale il commendatore si era sempre disinteressato e che
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quel momento. ¶ Il tutto era stabilito da molto tempo
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distribuzione delle sue sostanze era immutata da quando Damonte
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gambette corte. ¶ Però c’era un dettaglio che lo
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turbava. Quel pomeriggio lui era arrivato per primo in
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il commendatore se n’era andato dopo aver cantato
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le cose», aveva detto. Era come se il commendatore
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Fantasie, tutte fantasie. ¶ Probabilmente era solo l’ansia, dovuta
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magari no. ¶ Capitolo 13 ¶ Nick era alquanto depresso. Depresso, infastidito
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decisione di partire... Non era stato uno scherzo passare
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appena due giorni si era ritrovato in una realtà
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l’esistenza, e questi era subito morto, da un
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zio un po’ bizzarro era l’unico anello di
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Fin dal primo momento era stato chiaro che proprio
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di ogni incombenza, poiché era l’unico parente di
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della fedele domestica gli era stato prezioso, perché lui
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che lo zio Lisandro era veramente morto. ¶ A un
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e la fronte aggrottata. Era accaduto subito dopo che
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dopo che la salma era stata composta sul letto
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spiegato anche che c’era di mezzo la moglie
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pretesto che se ne era andata per colpa del
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faceva il commendatore.» ¶ Forse era l’aspetto della donna
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di tutto.» ¶ Il dialogo era piuttosto bizzarro: la donna
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squillante, quasi infantile. Lei era corpulenta e rubiconda, e
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bruschi e decisi, lui era magro, quasi emaciato, piuttosto
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boccata d’aria. Quand’era così nervoso camminare gli
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meglio. Volendo qualcosa c’era stata, ma era meglio
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c’era stata, ma era meglio non pensarci. Una
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andata male, che non era come lei credeva e
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lei credeva e che era finita come non avrebbe
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anno, e quando qualcosa era finalmente accaduto ormai lei
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finalmente accaduto ormai lei era troppo vecchia e delusa
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delusa per approfittarne. Si era limitata a procedere. A
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Inutile recriminare, comunque. ¶ Si era servita un vermouth e
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voleva, ci voleva. Non era stato mica uno scherzo
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che, se Dio voleva, era finalmente alle spalle. ¶ Cosa
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spalle. ¶ Cosa diavolo gli era saltato in testa al
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là, poi, che ormai era morta e sepolta da
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meglio, il punto non era se a lei importasse
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insomma, alla faccenda non era certo indifferente, perché dopotutto
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Che voleva spiegare perché era finito il matrimonio? Che
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aveva raccontato Jole, quando era andata ad aprire la
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porta e se l’era trovato davanti, quel giovanotto
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c’entrava. Insomma, c’era dell’altro che aveva
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rigurgitare. Chissà cosa s’era messo in testa di
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niente. ¶ Ma per fortuna era andato, proprio sul più
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oro. E il commendatore era uomo d’una parola
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pensarci bene però... C’era stata un’occhiata. Una
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sola occhiata gelida, inquisitrice. Era stato un attimo. ¶ Quando
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Quando il commendatore si era accasciato sulla sedia a
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aperti e nessuno si era ancora reso conto che
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Quasi impossibile, anzi. Tutto era accaduto in fretta, troppo
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in fretta, e lei era stata colta di sorpresa
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apparecchiata di tutto punto: era uno dei suoi irrinunciabili
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dopo tanti anni le era sembrato che tutto fosse
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accanto alla stufa, le era addirittura sembrato di assistere
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fatto ciò che c’era da fare e si
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in quel momento le era sembrato per l’appunto
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per tutte? ¶ Lei non era molto più giovane del
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incomprensibile a tutti? ¶ Forse era stato l’effetto del
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pronipote americano altro non era che il fantasma più
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Il pronipote no perché era dalla parte opposta. Allora
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di immobilità che le era sembrata interminabile, si era
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era sembrata interminabile, si era scatenato il finimondo e
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fatto qualcosa. La calma era tornata solo dopo che
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il corpo del commendatore era stato adagiato sul letto
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stanze sotto il tetto, era riservata alla lettura e
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Il resto della stanza era immerso nell’oscurità: le
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sua. A suo avviso era un’usanza deplorevole per
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ne capiva non c’era proprio niente di interessante
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dalle quali lei si era sempre tenuta lontana. ¶ Finalmente
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rispondere. Ormai, anche quella era acqua passata. ¶ Ficcò una
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nel marasma generale le era sfuggito. Un dettaglio che
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lì per lì le era sembrato importante, e che
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spalle, melensa e condiscendente. ¶ Era una donna grassoccia dai
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che la risposta non era soddisfacente, che lasciava spazio
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ha seguito in America?» ¶ Era una vecchietta rinsecchita e
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e curatissimi baffetti scuri, era in divisa e fumava
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d’argento. La tovaglia era così candida che sembrava
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a rotelle, sulla quale era rannicchiato il commendatore. ¶ L
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uscì. ¶ Nella sala c’era una strana calma. ¶ Le
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il maresciallo invece non era ancora arrivato.» ¶ I due
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in tempo a dirla. Era morto prima. ¶ Ecco. Si
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arrivato a compimento perché era un peccato di presunzione
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per dire, che non era per niente convinto del
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perpetua e annuì soddisfatto. Era contento di quella secca
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l’ombrello ai carabinieri era vietato, ma anche perché
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Ma in divisa... ¶ Pazienza. ¶ Era stato l’ultimo ad
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ad andarsene. Dapprima c’era stata una pausa di
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comprendere appieno quel che era appena accaduto. Poi era
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era appena accaduto. Poi era scoppiato un gran trambusto
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e l’infermiera si era precipitata nella stanza tentando
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Allora monsignor Malacalza si era avvicinato per impartire la
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benedizione. Infine il cadavere era stato trasportato in camera
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sul letto. Poco dopo era arrivato il dottor Cabella
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più tardi il commendatore era già composto sul letto
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occhi sbarrati e increduli, era stato il pronipote. ¶ A
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sapesse come affrontare. ¶ Ormai era quasi buio, i lampioni
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più bello. ¶ Sì, perché era chiaro che il commendatore
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il commendatore e si era fatto l’idea che
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un motivo, perché non era tipo da fare cose
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una prima domanda gli era affiorata alla mente: per
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visto che il commendatore era uomo di fine intelligenza
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motivo preciso. ¶ Del resto era proprio questa l’impressione
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però. ¶ Il commendator Storace era stato un armatore e
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tutto chiaro. Del resto era pure logico che prima
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sposandosi, il commendatore si era, come suol dirsi, rotto
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un cavallo, così gli era giunto all’orecchio. E
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fatti, doveva pur ripensarci. Era naturale. Del resto per
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Del resto per giovane era giovane, di sicuro. Almeno
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la storia del matrimonio era l’unico aspetto inspiegabile
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a nessuno? Caso mai era questo il chiarimento che
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per cui il matrimonio era fallito, che a Galanti
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quale il matrimonio s’era fatto. ¶ O meglio. Sulle
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patetica delle trappole? ¶ Com’era andata in fin dei
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Non lo sapeva. Quando era successo? Neppure quello sapeva
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Malacalza all’epoca c’era già. Avrebbe dovuto informarsi
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dovuto informarsi meglio. ¶ Intanto era passato davanti alla chiesetta
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Scrollò le spalle. Tanto era fatto così, non poteva
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in divisa? Dopotutto non era neppure in servizio e
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le rimandava lo specchietto era quello di una donna
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vent’anni prima, quando era rimasta vedova, e che
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con quella faccenda là? Era un’idea. Non si
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di presunzione, ecco cos’era. Senza dubbio. ¶ Intanto, però
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lo capì subito che era distratto, preoccupato da qualche
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mica a bere. ¶ Capitolo 5 ¶ Era buio quando Nick fu
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suo vicino di cabina era scomparso lasciando un’impronta
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scomparivano subito dopo. ¶ Già. ¶ Era l’alba del 13 ottobre
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senza fiato: quella visione era meravigliosa, incantata, non aveva
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del porto. ¶ La velocità era diminuita. Ora i gabbiani
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ai portici di Sottoripa era ormai inondata dal sole
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un certo Francesco Damonte era arrivato anche il vaglia
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piccola. In fondo c’era una bella chiesetta e
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il palazzo che cercava. ¶ Era un palazzo imponente con
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del primo piano c’era un’unica porta, la
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arnese. ¶ «Desidera?» il tono era formale e scostante. ¶ «Credo
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sue spalle. L’ambiente era altrettanto vasto ma più
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peso dei libri. C’era un lungo tavolo scuro
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fiamma e la stanza era decisamente surriscaldata, a dispetto
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clima mite che c’era all’esterno. ¶ A Nick
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gracchiante lo fece trasalire: era debole ma autoritaria, proveniva
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a quadri sulle ginocchia, era magrissimo e aveva candide
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il soffitto basso, ma era ampia e confortevole, tappezzata
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da bagno privata. C’era un grande letto a
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la risposta. ¶ Capitolo 6 ¶ Questa era bella: un invito a
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poiché la busta non era sigillata, monsignor Malacalza avrebbe
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veduto, il commendator Storace era più morto che vivo
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sua testa. Ma tacque. ¶ Era domenica e doveva scendere
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otto, alle undici c’era la messa grande. ¶ E
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Carabinieri di Sestri Ponente, era in piedi davanti alla
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dallo specchio a lente. ¶ «Era la domestica del commendator
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il commendator Storace non era forse inchiodato a letto
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del commendator Storace? ¶ Però, era strano... Lui il commendator
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un accidente. Cosa diavolo era saltato in testa al
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dottor Cabella. ¶ Il fatto era che qualcosa bolliva in
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qualcosa di grosso, perché era addirittura arrivato a sorpresa
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sapeva niente, il che era tutto dire. Sì. Doveva
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due biscotti. ¶ Quindi si era fatta raccontare tutto, per
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in definitiva non ne era uscito mica un granché
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denaro, o almeno questo era sembrato a Jole. ¶ Comunque
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sarebbe andata! ¶ Anche Jole era sicura che ci sarebbe
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dato spiegazioni. Del resto era fatto così, il commendatore
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un certo punto si era inoltrato in un vicolo
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da soprano. Il risultato era magnifico, anche se Nick
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un maestro di scuola. ¶ Era arrossito. «No. Sono americano
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Cioè fino a quando era stato buttato fuori perché
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perché, nonostante la voce, era impensabile che continuasse a
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Giovito Malacalza. Naturalmente Nick era al centro dell’attenzione
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facendo frusciare la sottana. Era un uomo robusto dai
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circostanza, e Nick si era ormai disposto a sostenere
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musica allegra, lo scalandrone era stato ritirato, lo sportello
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sportello d’imbarco si era chiuso con un tonfo
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colpi di fischietto. ¶ Ormai era fatta. ¶ Nicolò aveva ventidue
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Dal lato opposto si era udito il fischio dei
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colpo, la banchina si era allontanata di alcuni metri
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acqua immobile del porto. Era passata tra una luce
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una verde e si era arrestata poco dopo in
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verso le banchine. C’era stato un ultimo fischio
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dal profondo della chiglia era salito il rimbombo sordo
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e la costa si era allontanata. ¶ Erano passati vicino
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mezz’ora dopo si era voltato indietro, New York
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allargava dietro la poppa. ¶ Era rimasto a lungo sul
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la partenza. Lui si era ritirato solo quando aveva
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l’umidità, e si era addormentato di colpo, mentre
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scintillio dell’entusiasmo si era offuscato e, forse per
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cabina dove l’aria era pesante e uno sconosciuto
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lì per lì gli era sembrato un richiamo irresistibile
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la fronte. ¶ Eppure c’era niente da dire: parlava
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Si capiva subito che era distratto. ¶ Se n’era
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era distratto. ¶ Se n’era accorta anche la perpetua
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avrebbe dovuto fare, si era limitato a un grugnito
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il vespro monsignor Malacalza era uscito in fretta e
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anche quella, e quando era tornato si era chiuso
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quando era tornato si era chiuso nello studio a
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superato come i precedenti. ¶ Era un uomo di fede
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fede, Giovito Malacalza, ed era convinto che nulla accadesse
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il commendator Lisandro Storace era stato un armatore. Non
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mari di mezzo mondo. Era partito all’inizio del
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Argentina. Dopodiché il commendatore era tornato in Italia e
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da lì non si era più mosso. ¶ Era andata
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si era più mosso. ¶ Era andata avanti così per
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di Leopoldo. ¶ Poi Leopoldo era morto di un infarto
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debiti e dal discredito, era sparito dalla circolazione, pensando
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invece, per carità. ¶ Si era ritirato dagli affari e
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di vetro. Poi c’era stata quella faccenda là
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sul quale non c’era mai stato nulla da
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dire, che non si era mai tirato indietro quando
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tirato indietro quando c’era stato bisogno, che aveva
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restauri. ¶ Eppure... Eppure c’era una cosa, una specie
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pace, perché lui dopotutto era l’arciprete dell’Assunta
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valeva affrontarlo. ¶ La questione era che il commendator Storace
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parrocchia, da lui non era mai andato a confessarsi
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punto di vista non era da buon cristiano, perché
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parroco, confessandosi. ¶ Poi c’era quello strano atteggiamento nei
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altra volta. Non c’era forse un’ombra di
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dire? ¶ E poi c’era stato lo strano telegramma
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che tuttavia confessione non era. E alla fine sembrava
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cosa significa!» ¶ Ecco com’era andata. ¶ E allora... ¶ Possibile
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ultimo cicchetto se l’era appena fatto al bar
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sigaretta da brillo non era mica facile. ¶ Le cartine
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roba! ¶ Una volta, mentre era col sedere all’aria
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qualche sprecone americano, gli era arrivato un calcio che
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salacca. Invece, per fortuna, era ancora presto, di tappe
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un paio, e così era riuscito a mantenere dignitosamente
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Continuava a ripetergli che era roba da barboni, che
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busta delle cartine c’era, ma sembrava una saponetta
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fronte a lui c’era quel gran palazzo antico
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erano ancora illuminate, ma era una luce strana. ¶ Pensò
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una volta, quando s’era perso nella valle del
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del palazzo di fronte era spalancato, le alte finestre
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Capitolo 1 ¶ Il vasto appartamento era immerso in una penombra
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di rosario e malattia. ¶ Era uno struggente pomeriggio di
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sotto il braccio ed era seguito da un chierichetto
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la strada. ¶ D’altronde era la terza volta in
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La volta precedente invece era accaduto nel bel mezzo
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d’agosto, e gli era toccato sguazzare nelle strade
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stendere persino le mutande. Era stato giusto per un
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Padreterno se non s’era guadagnato una bella polmonite
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La volta prima ancora era di domenica, dopo la
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da cardinale camerlengo: quando era tornato, pareva fatta di
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incomodo. ¶ Del resto c’era niente da fare, quella
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niente da fare, quella era una faccenda delicata, sommamente
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giovane curato non c’era neppure da pensarci. ¶ Monsignore
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Accanto al letto c’era un’alta bombola di
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sguardo sui presenti. ¶ C’era la signora Pescetto, Gioconda
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lui conosceva bene perché era la presidentessa delle Dame
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a un dito. ¶ C’era Ersilia Pittaluga, signorina, insegnante
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sul letto. ¶ Infine c’era il cavalier Francesco Damonte
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spogliatoio, dove la notte era solita sonnecchiare su un
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Accanto al letto c’era un tavolino coperto da
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un raschiamento di corde: era la sua voce. ¶ «Ah
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che dietro le lentiggini era ancora bianco come un
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sala da pranzo ed era arredato con bei mobili
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Il cavalier Damonte si era seduto su una poltrona
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e puntuto, se ne era uscita con un tono
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Pensare all’uomo che era, e adesso vederlo così
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rosario. ¶ A quel punto era stato Damonte a prendere
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da quando...» Damonte si era interrotto mordendosi la lingua
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trappola. ¶ «Eh, sì», si era prontamente intromessa Jole, dandogli
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via il discorso!» ¶ Damonte era intervenuto di nuovo. «Su
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le braccia e si era fatta forza, perché le
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su di lei. ¶ Si era stretta nelle spalle con
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che tanto temeva non era arrivato: piuttosto erano stati
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sotto il guanciale. S’era buscato un bel raffreddore
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dettaglio alla perfezione. ¶ Si era imbarcato sul Giulio Cesare
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fin dal primo momento era stato convinto che partire
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appartamento non finiva mai, era come un labirinto, un
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conto che il suo era un atteggiamento infantile, ma
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mezzanotte. ¶ Monsignor Malacalza non era affatto tranquillo e continuava
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anima in pena. Si era aspettato un risultato diverso
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senza offesa per nessuno, era roba da autorità costituita
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si voglia. Insomma non era roba di competenza, che
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motivo dei suoi tormenti era fin troppo chiaro: il
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ma poi se ne era tornato a letto rimandando
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che fare? Bella domanda. ¶ Era notte fonda. Non poteva
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al tavolino sul quale era posato il telefono, strinse
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ragnatele. Di seguito c’era una seconda stanza del
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parte, in cima c’era una porta fermata da
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una luce asfittica. Così era più facile guardarsi attorno
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due muri maestri, c’era una porticina di assi
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esplorazione del palazzo non era ancora finita. Nicolò si
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Capace che adesso si era appioppato un altro guaio
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taschino: per miracolo c’era ancora ed era rimasta
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c’era ancora ed era rimasta intatta. La accese
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grido. ¶ Nell’angolo c’era una figura oblunga appoggiata
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da quella visione inaspettata. Era talmente sconcertato che la
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gli funzionavano a puntino era pensare a qualcosa di
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lungomare di Taormina, dove era stato una volta da
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apparecchio e il tono era tale da aspettarsi che
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persona fidata. Finalmente. ¶ Si era scusato per il disturbo
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la buonanotte e si era sentito leggermente cretino. Meglio
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sonno del giusto. Anzi, era talmente sollevato che gli
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resto, una volta che era raffreddatissimo, in curia aveva
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o lo champagne non era buono, oppure ce ne
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capito subito che lei era un gran testone.» ¶ Nicolò
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alzarsi, ma il pavimento era scivoloso e la caviglia
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viso della donna adesso era a pochi centimetri dal
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ne avvertiva l’alito. Era forte la vecchia, gli
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dovrò chiamare qualcuno.» ¶ Muoversi! Era una parola. La caviglia
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parola. La caviglia si era gonfiata come un cotechino
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certo giovato. Una cosa era certa: Nicolò non riusciva
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ragione di quel che era accaduto e ancor meno
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ingresso. ¶ Pensò che Jole era stata una stupida: avrebbe
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Come un salame. ¶ Capitolo 42 ¶ Era mezzanotte e tre quarti
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smesso di smoccolare, si era vestito in fretta ed
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vestito in fretta ed era sceso di corsa. Davanti
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Davanti al portone c’era la Topolino blu targata
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giorno prima quando si era rotto il braccio e
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maresciallo!» ¶ Nell’abitacolo c’era buio e l’avvampare
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lei perché. Perché c’era bisogno di venire fin
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i fatti. ¶ «Il commendatore era un gran brav’uomo
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portato a casa Gilda. Era matta Gilda, ogni due
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conto che Jole probabilmente era pazza e aveva una
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si è rivoltata contro, era furiosa, gli ha messo
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il commendatore che invece era un uomo acuto, intelligente
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aveva salutata freddamente, poi era tornata in cucina a
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sonnifero prescritti e si era messo a letto. ¶ Quindi
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a letto. ¶ Quindi lei era scesa di nuovo in
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della scala comune, infatti, era eseguita a turno una
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in ordine i pensieri. ¶ Era molto strano. ¶ Sulla mensola
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strano. ¶ Sulla mensola c’era un buco, un buco
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buco di solito c’era un barattolo. Un barattolo
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di latta, che adesso era sparito. Il Verde di
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doveva interpretare quella sparizione? Era un caso, oppure il
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caso, oppure il barattolo era sparito a bella posta
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Primino e quindi Mino. ¶ Era il nome di suo
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suo nonno, dunque c’era stato niente da fare
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Ultimo. Ma poi ne era arrivato un altro ancora
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Primo. E Primo non era esattamente un nome geniale
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brillante. L’unica possibilità era edulcorarlo, scioglierlo, stemperarlo tra
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miracoli. Per esempio c’era una cugina che si
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in famiglia, volendo, c’era pure un Crocifisso, che
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un fortunato spettatore, c’era stata una discussione con
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D’accordo, il Natale era ancora lontano, ma la
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perché sapeva che c’era da corrodere il ponte
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ripresa, intanto il germe era stato buttato là e
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buttato là e lei era sicura che a breve
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Maria sapeva bene quando era il momento di fare
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da letto, la moglie era sulla soglia e si
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Galanti aveva freddo ed era scalzo. Sedette su una
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Cioè?» chiese Maria che era profondamente cattolica e osservante
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richiuse di botto. ¶ Capitolo 37 ¶ Era quasi mezzanotte. ¶ Nicolò riemerse
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l’incubo non c’era stato. ¶ Si rivoltò due
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gli bruciava. ¶ Tuttavia non era del tutto sveglio, si
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vita sua e si era addormentato con la certezza
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la caraffa dell’acqua era vuota. Poco male. Però
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occorreva. In casa tutto era buio e silenzio, Jole
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seggiola. ¶ Il sonno gli era sparito sebbene continuasse a
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prima volta, da quando era lì, provava uno strano
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e lo osservasse, gli era venuta voglia di guardarsi
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antico ingresso del palazzo. ¶ Era un po’ stanco, perciò
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guardò attorno. L’atrio era oblungo e interamente dipinto
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Alla sua sinistra c’era il grande vaso cinese
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niente da fare Nicolò, era sceso fin lì portato
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nella visita precedente gli era sfuggito, forse perché non
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forse perché non si era seduto sugli scalini o
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ma non ci riuscì: era chiusa. ¶ Provava una grande
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una grande calma. ¶ Forse era l’atmosfera, forse l
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e ci ripensò. Adesso era casa sua. ¶ Non aveva
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nessuno, e quel curiosare era il primo atto di
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dabbasso un’altra volta. ¶ Era una cosa senza senso
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che stava facendo, ne era perfettamente consapevole, ma aveva
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cinque al massimo. Ma era molto agitato e aveva
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giacchetta. Ma come, si era appena svegliato, aveva la
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dire che non c’era altro da aggiungere. ¶ A
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ma chi? Una cosa era certa: lui era solo
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cosa era certa: lui era solo e aveva paura
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col caffè gli si era piantato sullo stomaco, quanto
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Aurelia. ¶ Il primo istinto era stato di alzare il
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Mai fare mosse avventate. Era bene rifletterci su. ¶ Aveva
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in maniera accettabile. Si era detto che il maresciallo
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pur essendo un amico, era pur sempre il comandante
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il famigerato biglietto ed era addivenuto alla conclusione che
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di pura fantasia. ¶ Si era ripetuto che non si
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fatto rabbrividire. Lui che era l’arciprete, il parroco
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Solo che magari lo era persino troppo e di
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quando ormai l’intervento era decisamente tardivo, superato, insomma
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aveva capito subito che era distratto, preoccupato da qualche
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timbro, che monsignore si era affrettato a far sparire
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buona parte del cibo era avanzata. Non già per
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Subito. ¶ Del resto c’era di mezzo il peccato
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quel punto il dado era tratto. Così, monsignor Malacalza