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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «erano»

nautoretestoannoconcordanza
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senza spina. “Qui c’erano le dattilografe...” cominciavo a
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una delle macchine, che erano tutti ammassati contro il
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talvolta minuscoli punti dove erano ancora un po’ attaccaticce
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perché i miei piedi erano stati per qualche istante
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e le ginocchia mi erano ritornate indietro di colpo
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tanto i miei occhi erano rimasti spalancati. ¶ «Perché non
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sgonfi per vedere se erano tagliati, mi accertavo che
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scontrini delle tessere, che erano disposti proprio di fronte
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indietro nella stanza. C’erano raggi tutti un po
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accostato, inerte. Le strade erano tutte un po’ trasparenti
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polso, perché le dita erano tutte unte e annerite
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all’improvviso. I marciapiedi erano sempre umidi sul fondo
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mano, li intercettavo mentre erano già staccati dal volto
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molti dei loro nomi erano già stati cambiati, non
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la motocicletta. Le strade erano tutte gremite, il rumore
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Mi guardavo attorno. C’erano serpentine di liquirizia attorcigliate
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stradone, anche dopo che erano già terminati i lampioni
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punti dove i fili erano stati intaccati. “Forse, se
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ancora nuove, le stelle erano già molto alte contro
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non si capiva se erano pezzi d’intonaco o
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case, poco più avanti, erano spente, la strada silenziosa
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moto, e i gradini erano un po’ cancellati, solo
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di luce, le strade erano sempre più gremite di
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un carrozziere?» ¶ «Non c’erano soldi...» ¶ Ero riuscito a
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piccolo spiazzo arredato. C’erano una sedia e una
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che certe volte non erano neanche sufficienti! Quando, per
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i vetri della portafinestra erano tutti sfuocati per quelle
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Ho notato che c’erano le ante aperte, passando
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matita che prima mi erano sfuggite, appunti per il
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esterna, e i gradini erano sempre un po’ più
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le scale, i gradini erano così alti che bisognava
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pochi mobili che c’erano dentro sembravano miniaturizzati. ¶ «Ma
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scaletta, e i gradini erano talmente lontani che non
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Le strade di Bindra erano affollate. Ci lasciavamo alle
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un paio di finestrelle erano ancora illuminate, in due
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ancora un istante mentre erano già per terra, vicino
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portaombrelli. Nel tinello c’erano dappertutto quelle schegge di
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Le dita della figlia erano tutte rosate, non si
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volto perché le finestre erano spalancate per il cambio
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Le luci delle vetrine erano accese, qualche passante ascoltava
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ossa del suo piede erano ancora tutte incollate, unte
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e due le stufette erano accese. Mi toglievo il
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senza fare nessun attrito, erano tornate a essere ruote
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bianche, emulsionate. I tergicristalli erano ghiacciati, facevano tutt’uno
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altro lato della strada. ¶ Erano tutti accesi, spalancati. ¶ “Mi
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I vetri della finestra erano bordati dalla neve. ¶ «Ero
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all’auto. Le strade erano piene di quei solchi
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fronte alla sede c’erano i sacchetti delle immondizie
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Sonnolenza e il cieco erano corsi a portarlo via
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di colore diverso che erano rimasti sugli intonaci. Non
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non si capiva se erano irritati per il ritardo
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oltrepassato una cunetta, perché erano rimaste sospese per un
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un po’ di luce. ¶ Erano già tutti seduti attorno
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testa per guardare. C’erano dentro alcuni militanti con
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neppure a sentirci, non erano neppure in grado di
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distesi. Si capiva che erano state ben smazzate perché
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un po’. Non c’erano neanche più le lucine
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d’altoparlanti che c’erano intorno sfioravano i volti
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piazza tutti gli occhi erano fissi su un solo
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che le mie labbra erano già da qualche istante
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i cornicioni, gli altoparlanti erano così potenti che non
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pullulava di folla. C’erano ancora quei volti che
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della folla. I primi erano già vicinissimi al palco
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controluce, i suoi occhi erano un po’ rovesciati, se
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nuova stradina serpeggiante. C’erano piccole case rade e
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accanto all’altra. C’erano alcuni bambini ai bordi
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vuoto, disadorno. Le tapparelle erano già per metà abbassate
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tovagliolo, e molti si erano girati di scatto per
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alla casa i motori erano stati già accesi, stavano
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i bordi delle strade erano talmente evidenti che bisognava
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guardrail, sul parabrezza si erano già stampati i lontani
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valigia. ¶ Le ruote anteriori erano salite un po’ contro
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palmo e le dita erano un po’ deformati e
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I nomi delle strade erano scritti esageratamente in alto
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le ante della facciata erano chiuse, fino in cima
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po’ sfaldata. ¶ Non c’erano più i vetri della
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di seta. Le mattonelle erano smosse, le sedie spaccate
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che le mie dita erano tutte incollate tra loro
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le une dalle altre, erano tutte sgualcite e raggrinzite
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poco svuotando, le strade erano diventate più ampie, piene
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non si capiva se erano stelle radenti o quelle
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alto a occhi chiusi, erano ormai tutti disidratati, si
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sfiorarli. Anche le ragnatele erano inerti, la luce del
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al secondo piano, dov’erano ammassate e rovesciate sul
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del balcone. Non c’erano neanche case, di fronte
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Le lenzuola del letto erano orribilmente macchiate, sul cuscino
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Le palpebre mi si erano fatte pesanti all’improvviso
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guance, non capivo se erano zampette o se era
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altra alcune porte. C’erano armadi gonfi di materiale
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un’altra volta. C’erano pacchi di giornali ancora
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nella sala. Le mattonelle erano tutte smosse, entrava dalla
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su piani differenti. C’erano plichi di tessere e
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Le assi dei ripiani erano arcuate sotto il peso
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dell’amministrazione. “Però, com’erano organizzati qui dentro!” mi
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tovaglie appallottolate nelle cassette. Erano tutte ricoperte di scritte
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nel momento in cui erano stati tracciati, la riunione
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nuovo, i suoi occhi erano sbarrati dietro la nuvola
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nuovo, le sue spalle erano slittate improvvisamente da una
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scendeva i gradoni dov’erano disposti i vasi di
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sagrestia. Tutte le teste erano scomparse per qualche istante
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trasferito altrove.» ¶ I finestroni erano tutti aperti, le tapparelle
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tapparelle leggermente abbassate. C’erano quelle griglie di luce
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nella doppia tasca. C’erano piccoli archi di pietra
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e schegge di piattelli erano conficcati dovunque nel terreno
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tettoie di lamiera. C’erano piattelli non centrati e
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di una cella. ¶ C’erano piccoli oggetti su una
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di nuovo, non c’erano più neanche le case
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spalancata. ¶ Le sue braccia erano cariche di stecche di
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piccolo paese. ¶ Le stradine erano vuote, addormentate. Uscimmo dall
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altre ancora ce n’erano di certo negli strati
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un po’!» ¶ Le stradine erano molto animate, in quei
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molti, con le ruote, erano tutti spiaccicati...» ¶ Si scorgeva
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I bordi del lago erano ancora impastati, si intravedevano
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tacco della scarpa. C’erano dappertutto piccoli fori anneriti
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demolita, sui crinali. C’erano sempre delle famiglie ferme
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domandare, vedendo che si erano girati già di schiena
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nuovo, non capivo se erano gli occhi oppure le
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guardai attorno. Non c’erano neanche auto parcheggiate, nessuno
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con le dita dov’erano tutti scoperti e sfilacciati
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che davano sulla piazza erano come un po’ cancellate
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si vedeva che molti erano usciti in fretta di
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sul baldacchino non c’erano gli addobbi...» ¶ «È vero
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scuotendo la testa, esasperato. ¶ «Erano solo leggermente attutiti dai
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paese. Le sue stradine erano tornate perfettamente deserte, gli
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gli spigoli delle case erano un po’ più gonfi
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aiutarlo. I suoi occhi erano rovesciati, bianchi. ¶ «Ma lei
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quando tutte le finestre erano già spente da tempo
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degli occhiali, anche quando erano già passate da un
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grumi che non si erano ancora interamente sciolti, ma
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sue spalle. Le strade erano tutte inclinate, piene di
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sole nello spazio. ¶ C’erano posti di blocco dappertutto
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capelli!» ¶ I piumanti si erano girati tutti assieme, di
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Anche i guerrieri si erano fermati di colpo, attorno
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muro. I suoi capelli erano già ricaduti con forza
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coi barellieri!» ¶ Le finestre erano tutte serrate, ma filtrava
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eri addormentato!» ¶ Le strade erano tutte sbudellate, venivano dai
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curve leggermente franate, c’erano sull’asfalto sassolini caduti
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detto lui... Ma c’erano diverse persone lì vicino
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stupiva constatando che c’erano i soldi ma che
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soldi ma che c’erano nello stesso tempo anche
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raggiungere piccole sedi che erano sorte qua e là
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giornali. Dentro, i muri erano stati appena imbiancati, non
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il manifesto. Le strade erano deserte da un pezzo
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la frase successiva. ¶ «C’erano quadrati di lamiera più
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segno che gli occupanti erano stati infine allontanati. A
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testa del seminarista sordomuto erano apparse da un po
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col passare del tempo, erano quasi neri quando li
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sottobraccio, i loro volti erano perfettamente distesi nella luce
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mentre i chierici si erano prostrati faccia a terra
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si capiva più se erano svegli o addormentati. Fuori
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tutte le luci si erano ormai spente una dopo
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vedere meglio, ma c’erano ancora dei tratti più
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perfettamente normale. Le arnie erano come sempre silenziose e
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piedi. Le api si erano mosse di nuovo, il
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I candelieri già lucidati erano stati ammassati da una
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bianco abbagliava, e bianche erano anche le tomaie degli
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non capisco» sussurrò. ¶ C’erano diversi crocchi sotto i
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identica a prima. Forse erano state sostituite le vecchie
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I miei piedi si erano bloccati all’istante, sul
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del primo pomeriggio. C’erano un po’ di briciole
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della sarta di Turchina erano apparsi inaspettatamente l’ago
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e due le camerate erano aperte. C’erano alcuni
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camerate erano aperte. C’erano alcuni seminaristi qua e
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di vedere dentro. Non erano neanche lungo la ringhiera
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mi dicevo. Ma non erano neanche nella vecchia costruzione
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per quella discesa, che erano già arrivati chissà dove
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le sue ali smisurate erano tenere, a toccarle. ¶ Lo
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bocche che vi si erano accostate. Ora che la
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sempre più, le colline erano così cambiate che si
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non si capiva se erano fermi o se stavano
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sue ruote anteriori si erano già fermate sulla più
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vedeva molto bene, perché erano state abbassate le tapparelle
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costruzione, ma i tempi erano sempre interminabili. Attraversavano con
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Molte schegge di pane erano ancora ferme sopra le
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correndo ad abbracciarlo. ¶ Si erano ormai confessati quasi tutti
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panca, i suoi occhi erano ancora coperti dagli occhiali
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mormorare d’un tratto. ¶ Erano di nuovo tutti in
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aprirono di nuovo. C’erano molte vesti sfuocate, a
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tavolate tutti gli occhi erano adesso girati dalla stessa
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nel cortile, e si erano spenti poco per volta
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case grandi pezze bianche erano distese al sole ad
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contro un cespuglio impolverato. ¶ Erano ormai arrivati quasi in
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sempre più rivoltandoli mentre erano ancora tutti taglienti, con
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inclinato verso la vigilia. Erano entrati assieme nella vecchia
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mani dell’altro prefetto erano apparsi all’improvviso forbici
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suo filo incandescente. C’erano piccole cose colorate dentro
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fila di fronte si erano potuti allargare un po
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sul mento, segno che erano addirittura tornati dagli abbeveratoi
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a una parete. C’erano tre cotte inamidate distese
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stesse guardando oppure no. Erano entrati nel frattempo anche
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bene. Le carbonelle si erano arroventate, erano diventate trasparenti
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carbonelle si erano arroventate, erano diventate trasparenti. Tenevo gli
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molto in alto, ma erano troppo distanziati per poterci
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altri colombi di Ducale erano già rientrati da tempo
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col bastone. Forse si erano passati l’un l
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anche alcuni ospiti si erano mossi dalle zone più
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del cortile. Dalla piccionaia erano scesi rapidamente i colombicoltori
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suo enorme ventre. C’erano quasi tutti gli ospiti
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vedere se i colombi erano nel frattempo ritornati. La
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sbadigliare sulla sdraia. Si erano accese altre luci al
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I vetri delle finestre erano chiusi, ma si avvertivano
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segno che altre persone erano attese. Il Nervo aveva
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Anche se le finestre erano chiuse si sentiva un
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alto. Le sue braccia erano già attorno al mio
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viaggiatori che inspiegabilmente non erano tornati, salendo di nascosto
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all’ultimo istante mentre erano già stivati dentro le
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Le fiamme non si erano ancora levate dalla massa
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tutti ammassati attorno, ed erano così numerosi che avevano
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della sua veste si erano tese un po’ di
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Ora le fiamme si erano saldate in un unico
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occhi che le guardavano erano come lustrati, riflettenti. Le
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direzione, le loro labbra erano tutte bruciate e sfigurate
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qualcuno. ¶ Molte persone si erano raccolte attorno al ventre
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si capiva nemmeno se erano state accese le luci
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Camminavo nel parco. Molti erano già ritornati nella zona
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Nella stanza della partoriente erano state riaperte le ante
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massa in fiamme. C’erano i miei schettini appena
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Le urla di Turchina erano cessate di colpo, ma
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rotelle degli schettini si erano messe di colpo a
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a divincolarsi anche quando erano già del tutto inceneriti
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le sue fiamme si erano sgranate del tutto nello
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dello spazio, quelle che erano riuscite a passare attraverso
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gli strati di ghiaia erano più alti. Adesso la
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Attorno alla massa c’erano sempre meno spettatori. Il
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villa. I miei schettini erano rimasti nel parco, che
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della notte i rintocchi erano pochi, stavo ancora contando
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Tutti gli altri letti erano vuoti, perfettamente rimboccati, le
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salivano recitando una preghiera. Erano già dall’altra parte
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di passare oltre. C’erano anche facce nuove, mi
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i suoi trasparenti piedini erano ancora pieni d’acqua
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sentivo che le ruotine erano già dietro la porta
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ero svegliato quando si erano alzati tutti gli altri
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stupore che le scale erano state ultimate durante la
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mi dissi. ¶ Ma non erano neanche là. Mi avvicinai
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circostanti, per vedere se erano usciti in escursione. Cercavo
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arrestai. ¶ La sala brulicava. Erano tutti inginocchiati in silenzio
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muovere le dita, ma erano tutte gelate, irrigidite. I
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stessa rotta. Quelli che erano usciti ormai dal gioco
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con gli occhiali, ma erano arrivati due seminaristi nuovi
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dopo che gli altri erano stati poco per volta
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le cavità che si erano formate col tempo dentro
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fondo lucente del cortile. ¶ Erano tutti e tre completamente
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I suoi peli pubici erano bianchi e stranamente opachi
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foglie dell’ippocastano si erano un po’ diradate, sfere
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della fasciatura. ¶ 9 ¶ Le nozze ¶ Erano arrivati molti ospiti, la
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in quel momento, perché erano tutti in giro nel
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mia stanza. Al letto erano già state cambiate le
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le finestre della villa erano state tutte chiuse e
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corpi dei due fratelli erano ruotati su se stessi
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anche i suoi piedi erano girati dalla stessa parte
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coriandoli che vi si erano impigliati. I due fratelli
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battere improvvisamente le ore. Erano soltanto le quattro del
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Mi guardai attorno. Si erano già alzati tutti, non
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era nessuno neanche lì, erano scesi tutti. La mia
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aria, da ogni lato. Erano tornati i due bambini
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l’Albino e Maciste erano in abiti festivi. Stavano
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muro delle scuderie, c’erano alcune casse piene di
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alla voliera. I bambini erano riusciti a montare sulle
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in alto di quanto erano soliti fare, tutti assieme
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a passeggiare. Gli anatroccoli erano saliti uno dopo l
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verso la porta spalancata. Erano spariti entrambi nello stesso
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aria di simulata indifferenza, erano entrambi vistosamente spettinati. La
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serra brulicava. I tendoni erano stati chiusi quasi interamente
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i volti dei commensali erano sempre più irriconoscibili a
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acqua della vasca, ed erano completamente ubriachi mentre la
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Turchina e lo sposo erano diventati di un colore
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scomparve nel cucinone, dove erano stati portati i piatti
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verso il parco. C’erano molti invitati sparpagliati lungo
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cortile, anche gli sposi erano immobili e in attesa
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taglienti e frastagliati, mentre erano già sparpagliati attraverso tutto
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balzavano sull’albero dove erano soliti andare a divorarli
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bocche semichiuse. Le finestre erano tutte spalancate. Oltre le
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respiro, le due voci erano salite ancora di più
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infine giù in cortile, erano silenziosi, assenti. I loro
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assenti. I loro volti erano diventati pallidissimi, stavano chini
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alcuni ospiti gli si erano fatti attorno. E solo
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qualcuno dei fratelli. C’erano punti in cui si
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sulla pelle. E c’erano anche zone un po
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rimasta, o sulle quali erano state apposte le impronte
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ancora acqua o se erano già diventate aria o
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di colpirle mentre si erano già staccate e volteggiavano
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che molte delle foglie erano ormai cadute, restavano solo
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magnolie, i cui petali erano già caduti a terra
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come tane di talpe. ¶ Erano apparsi due piccoli cappi
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anche gli ospiti si erano alzati molto presto e
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Le gambe della seggiolina erano state segate così corte
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tagliate che non si erano potute vendere, le lische
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più vicino ancora, molte erano diversamente crivellate, trapassate da
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denti. Quelle dei biliardini erano invece dure e pesanti
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Avevo dovuto controllare se erano state portate le cotte
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orazioni. Tutti gli altri erano già usciti dalla chiesa
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i loro volti. ¶ Non erano di certo le preghiere
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spazio circostante, esattamente quante erano le risposte che occorreva
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teste del padre priore erano chinate sulla grande ostia
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vespe che vi si erano annidate. ¶ Ero di nuovo
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cortile tutte le teste erano adesso girate verso il
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colpo. Gli altri si erano messi tutti in cerchio
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nubi di gas si erano levate di nuovo nel
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senza rallentare. I gradini erano terminati, il sedile aveva
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sciamavano sui marciapiedi. C’erano grandi pozzanghere ai lati
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i rami dei rampicanti erano cresciuti a tal punto
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Le finestre della villa erano ancora chiuse, non veniva
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interno i tendoni non erano stati perfettamente tirati, si
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Le finestre della villa erano ancora tutte chiuse, ma
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disegni della sua vestaglia erano sfalsati dalla luce che
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i capelli. ¶ Le finestre erano ancora chiuse nelle stanze
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a uno specchio. ¶ C’erano molti abiti ancora imbastiti
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della casa del custode erano aperte. Ero arrivato di
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tutte le finestre, che erano sormontate all’esterno da
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nelle intelaiature senza stucco. Erano state spalancate anche tutte
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di fatica di Lenìn. Erano ancora tutti arrotolati, ma
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che tutti i giradischi erano stati collocati in vari
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grotta, i loro volti erano in fiamme quando sbucavano
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Le loro due facce erano premute con forza l
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scoppiare. Tutte le coppie erano ormai affluite nella zona
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della serra. Altri fili erano aggrovigliati sopra il muro
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zona confinante. Alcuni ballerini erano arrivati fino alla casetta
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i loro due volti erano accostati. ¶ Il tempo passava
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circostante. Le sue mani erano adesso sulle mie spalle
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altre due coppie si erano fermate di colpo, come
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del parco. Altri si erano interrotti bruscamente, perché le
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un luogo lontanissimo dov’erano stati trasportati con il
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per terra. I trucioli erano cresciuti e si erano
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erano cresciuti e si erano gonfiati enormemente tutt’intorno
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più lontano. ¶ I colombi erano già nel cielo della
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piume della sua testa erano indurite e sollevate. Sentivo
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colonnina della bifora. Ormai erano scesi quasi tutti, Lenìn
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viaggio. Sulla tavola c’erano già piatti e posate
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nella sala. Ce n’erano sempre parecchi tenuti vivi
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Le posate d’argento erano così pesanti che mi
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le ante a fisarmonica erano ancora spalancate, si indovinava
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estivo brulicava, le stelle erano tutte frantumate e ammassate
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gettavo fuori dalla finestra. Erano così inconsistenti che a
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terra, e forse non erano estranee a tutto ciò
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Le foglie dell’ippocastano erano ormai diventate scure, smisurate
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carne da quando mi erano stati tolti i punti
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cemento delle scale non erano state ancora poste le
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del padre priore che erano rimasti appiccicati tra loro
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nella camerata, dove molti erano già a letto, intenti
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sotto i tigli si erano formati crocchi di seminaristi
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seminaristi. Le loro voci erano ancora indefinite, dopo il
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Molti piccoli crocchi si erano già appartati sotto i
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capitolare. Ancora più risolutive erano quelle strisce di chewing
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violenza, le sue teste erano diventate quasi viola. ¶ Le
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dormitorio vuoto. I letti erano stati rifatti, si sentiva
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segno che le suore erano passate mentre ci trovavamo
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disseminati lungo le colline. Erano fogli di cellophane gettati
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crocchio attorno al Gatto. Erano tutti impazienti di sapere
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fette di salame che erano disposte vicino a un
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aria che vi si erano formati. ¶ Poi il padre
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dei mattoni forati, che erano attraversati da parte a
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della camerata, dove c’erano due letti ancora vuoti
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deserto della chiesa. Ci erano sicuramente passate le suore
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sedie, mentre quelli che erano stati già rasati si
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vene del collo gli erano balzate in rilievo, inturgidite
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perché le asole si erano ormai allentate. Raggiunsi gli
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attorno a loro, perché erano accorsi anche quelli dell
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letti e i comodini erano ritornati al proprio posto
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volto e della testolina erano asciutti. Forse mi ero
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se i miei occhi erano aperti oppure chiusi. Il
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la cerata e c’erano piccoli pani ancora caldi
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una basetta. In chiesa erano stati rinnovati gli addobbi
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intente a conversare. ¶ C’erano state alcune prove per
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senza farla tintinnare, perché erano mille i punti che
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denti, entrambe le teste erano in fiamme quando, resistendo
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addobbato a festa. C’erano pezzi di torrone al
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sigaretta. Le sue labbra erano un po’ grigie e
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partita multipla di football. Erano state formate sei squadre
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loro da rette immaginarie, erano così vicini che mi
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di iniziare la partita, erano tutte allineate sulla ringhiera
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scatto. I suoi occhi erano fissi sul foglio. Sorrideva
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giostra, perché molti piatti erano già all’interno e
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della testa, dove non erano coperti dalla veste. Quando
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dev’essermi caduto!» ¶ C’erano scritte soltanto poche righe
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torace rimbombava, i colpi erano così forti che mi
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come tuorlo d’uovo. ¶ Erano ormai tutti nel proprio
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dello stanzone degli abbeveratoi erano state spente. Molti dormivano
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guardarla. Le sue pareti erano così trasparenti che potevo
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all’inizio della scala, erano stati cambiati alcuni rubinetti
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preso slancio, nuove impalcature erano apparse quasi di colpo
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finestre ancora senza infissi erano apparsi tendaggi di cellophane
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sala giochi sotto terra. Erano arrivati un tavolo da
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biliardini. Ma non c’erano ancora le palline. Qualcuno
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Quelle da ping pong erano così leggere che a
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certe zone in cui erano in corso manovre di
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guerra, vaste operazioni. C’erano corpi di spedizione, bivacchi
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che squadre di operai erano apparse di colpo lungo
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lungo l’intera massicciata. Erano così veloci a gettare
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Cosa vedo...” ¶ Le sale erano piene di poltiglie di
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I bordi dello spioncino erano tutti bruciati, come morsicati
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dentro che molte vesti erano ferme e tutte irradiate
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I bordi dello spioncino erano mangiati, si vedevano pezzi
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di marmo. Le guardie erano sempre intente a scendere
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compariva Benno. I corpi erano già distesi sulla tavola
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sbadigliare. Le sue unghie erano tutte caramellate, sembravano smaltate
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bagnato, sbudellato. I colpi erano diventati ancora più forti
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incappucciati. Anche le piazze erano deserte, quasi arate. ¶ Rallentai
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mi salutava. ¶ Le strade erano deserte, i marciapiedi tutti
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Rovesciò gli occhi, gli erano diventati per un istante
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corridoio, e le porte erano tutte socchiuse. ¶ Mi sporsi
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i miei occhiali ne erano tutti un po’ spennellati
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arrivava quando le brande erano già tutte occupate. Qualcuno
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notti. Le luci si erano già spente qua e
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sbalzava. I miei occhiali erano un po’ impolverati, per
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profumata, tutta zuccherata, ed erano zuccherate le sue piccole
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gridare, mentre già si erano messi ai due lati
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i due, che si erano gettati a braccia distese
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spaccature dove i denti erano tutti sfasciati, sembravano fatti
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piedi!» ¶ I suoi denti erano tutti scoppiati, mentre mi
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I fori della cornetta erano tutti intasati da quella
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dicevo, perché i tasti erano tutti sbocciati. Mettevo il
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la spalla...” ¶ Le strade erano tutte sfalsate. ¶ “Ecco, un
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un po’ scrostato. C’erano dei cartoni contro le
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può dettare...» ¶ Gli uffici erano quasi tutti deserti, ancora
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allargati. ¶ Gli altri uffici erano tutti deserti. La luce
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un istante dopo. «“Non erano questi i patti!” si
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quanti per rincasare, ed erano lì con le carte
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allontanarsi. ¶ Le torri non erano poi neanche così lontane
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mondo: “Ma certo! C’erano tutte le condizioni, era
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per un po’.» ¶ C’erano tutt’intorno delle piante
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porta, e le luci erano quasi tutte spente nei
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Un cartello annunciava che erano in vendita uova speciali
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viaggiatore incantato...” ¶ Le braccia erano tutte smangiate, sulla tovaglia
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più forte, abbacinava. ¶ Si erano girati tutti verso Aleksandr
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l’avrà leccata mentre erano intenti a danzare, con
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cercatrici di pidocchi che erano appena rientrate nel saloncino
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qualcuno di quelli che erano qui questa notte?» ¶ Non