Paolo Volponi, Corporale, 1974

le cataratte che si erano rovesciate sul cristallo dilatandomi

ingoiare, quelli se ne erano andati. Mi guardò con

soddisfazione e nessun imbarazzo: erano due a piedi nudi

a milioni, a catena, erano stati generati. L’acqua

moglie. I miei intestini erano languidi e dovevo coprire

della frutta: i bambini erano feroci e anch’io

verso Rimini i bambini erano dietro addormentati e io

man mano intorno c’erano i meno vecchi e

dei negozi: i bambini erano tutti neri e ricciuti

del quale molte gocce erano sul bancone, per terra

faccia dei negri: si erano seduti già dentro il

interno dell’Africa: c’erano cancelli, muretti, viali, in

avvicinò molto, per guardarci. Erano pescatori siciliani, che non

riconobbi le mie mucose erano infettate: quello del latte

i miei figli, che erano chiusi nel solaio di

che voleva dire che erano mentecatti e davano con

grano, contro il quale erano appoggiati. Io ero appoggiato

vicine di quelle voci erano legate e formavano una

ero legato dormendo si erano allentate: dalla finestra aperta

peli del mio pollice erano elettrizzati dal suo volo

orribile, sacra; le ginocchia erano piegate, i piedi piatti

oltre ad essere tranquilli, erano anche bravi, bravi anche

nel pomeriggio, quando c’erano le squadre femminili, mi

dei suoi scolari: ma erano caduti in motocicletta ed

ogni linea. ¶ I bambini erano disposti sulla sabbia obliquamente

membra, una per una, erano infelici e cosí disgiunte

e che loro non erano in nessun modo uguali

uguali a me, che erano un’altra cosa, prodotto

me poco conosciuta; comunque erano un’immagine ambigua, un

che stavano sulla spiaggia erano di metallo, di smalto

giuochi dei miei bambini erano meno ossessivi ed essi

a parlare della pietra: erano pochi quelli che parlarono

serpente e la pietra erano fratelli, scavati dallo stesso

nasceva. Le alture dietro erano fuori del cerchio: il

disastro, consumata ogni violenza, erano la stessa cosa, come

tutto: i suoi occhi erano in fila, bellissimi sopra

lineamenti del suo volto erano meno precisi; la mascella

diritte verso di me, erano della ragazza di sempre

forza. Le sue gambe erano rigate dalla polvere e

che le sue previsioni erano esatte, che era contento

se le mie idee erano quelle delle mie lettere

vidi che sulle tavole erano stati messi in perfetto

porte e le finestre erano aperte, ma scure, e

scure, e poche luci erano accese soltanto fra il

sui terrazzini. Nelle case erano aperte tutte le televisioni

tratto bianco della luna, erano baluginanti e vividi, anch

e la cavità spinale erano stati totalmente svuotati. Era

scura e le stelle erano quasi tutte sparite, anche

strade e le case erano ormai cancellati dall’oscurità

camions della via Romea, erano ampi, uniformi e con

le cose che c’erano: il caldo e anche

che cosí da vicino erano lunghissimi. Lí dentro cominciavo

le mie mucose si erano sgonfiate del caldo del

faccia. Le mie labbra erano spesse e lasciavano un

che poco tempo prima erano state tanto gloriose addosso

stazione delle corriere. C’erano alcune corriere in fila

riflesso dei vetri: come erano belli quei cristalli azzurri

che alcuni rumori non erano del mare o delle

tensioni che mi scuotevano erano forse dovuti a questi

dita ammansendosi. Che uomini erano! con le loro bretelle

i calzoni. ¶ Le donne erano intorno a me e

ne trovano diverse che erano state riposte da tempo

cadde. I campi intorno erano belli e con l

anche dei suoi calzoni erano a mezzo metro dalle

sue grandi mani congiunte. Erano ammansite, con tenerezza compatta

acque marine intorno si erano ritirate, bianche e convesse

male, mentre le gambe erano già affondate sotto un

case e vidi che erano state sbattute, insaccate. Splendevano

tavole dei capanni, c’erano due tumuli marroncini, ed

là dalla nonna. Ma erano i due soldati che

due soldati che si erano buttati a tenere la

tempesta insieme con noi erano morti. Quando li vidi

ridicola imitazione di cammelli. Erano morti anche un bagnino

e il suo compagno erano nella lista dei dispersi

ospedale i miei figli erano a letto nudi, ancora

colpa è loro perché erano sventati e non aspettavano

sa niente, chissà se erano piú avanti o piú

nei caffè dicevano che erano sei o sette, tutte

che fra queste c’erano due coppie. Aggiungevano che

tornai sulla spiaggia. ¶ C’erano le auto e i

corpi che avevano recuperato: erano due giovani ignudi che

e mi disse che erano stati ritrovati altri tre

e il suo compagno, erano ancora da trovare. Egli

dissi alla fine che erano amici miei e che

largo, sul moscone. ¶ – Come erano questi giovani? Saprebbe riconoscerli

campi intramezzati ad orti erano separati dalla ferrovia e

distorta. Ma gli occhi erano belli, lunghi e assottigliati

i capelli, sulla fronte, erano appiccicati solidamente. Riguardando le

guardargli le mani che erano tutte segnate, come se

costume. I suoi piedi erano bianchi ed i suoi

sesso e dell’inguine erano invece dissolte e si

spiaggia, dal quale si erano fatti fotografare anche i

fondo alla quale c’erano un ponticello di pietra

avanti, sempre piú alte, erano aperte da squarci di

file di gelsi o erano puntati da una quercia

giardino, le cui aiuole erano segnate da mattonelle di

San Marino. ¶ I fiori erano appassiti e solo alcuni

l’Appennino. Le colline erano uguali, piú grandi o

il bigliardo. Sui tavoli erano comparsi i mazzi delle

di primavera –. I due erano piú alti di tutti

Ma i suoi quadri erano piaciuti a Milano. ¶ – L

dibattersi perché le mani erano pulite e nel fango

fango intorno non c’erano segni d’agitazione. Poterono

delle monete che gli erano cadute. ¶ – Ma trovarono anche

tali dovevano essere, si erano accorti della mia indiscrezione

ma non se ne erano curati. Mi avevano guardato

andarono, quasi per ultimi. Erano rimasti in silenzio, a

lo avessero saputo si erano già mossi per lasciare

mi diceva niente perché erano tutti presi dalla eccezionalità

quanti avvocati. Gli avvocati erano undici. Le colonne del

volli essere piú certo. Erano due, vividi, a metà

ha pensato all’amore: erano nudi e legati chissà

qui non salterà niente. Erano ben vestiti ed emettevano

in quella casa c’erano i pavimenti di legno

assassino e di Overath erano ormai una davanti all

tra le sue mani. Erano fatte allo stesso modo

che le sue mani erano corrose dagli acidi e

ombra sotto i loggiati erano seduti i camerieri e

oltre che la statura erano da bambina. E come

capí che non c’erano comunicazioni con l’esterno

le scimmie. Le scimmie erano chiare, con i colori

quell’ora gli uccelli erano appollaiati su e giú

fodere rossastre della macchina erano quelle di un pretenzioso

se i due battenti erano aperti, di colore marrone

sportelli dei quali molti erano aperti sul muro. Sopra

muro. Sopra quelli chiusi erano appesi, tenuti da strette

serrata, ma sopra vi erano inchiodate bustine di semi

porta. Su questo legno erano incise alcune lettere dell

piú riparato e dove erano custoditi germogli per piccoli

incontrare e che si erano rivelati tutti rauchi, affetti

media maschile. Gli alunni erano chini sul compito come

parco. Lasciato il prato erano giunti sull’asfalto del

doveva essere molto difficile. Erano giunti proprio a metà

esplosioni e funghi atomici erano lontane, distinte una dall

fuoco e il posto erano protetti dal padre di

entrare: le piú vicine erano tutte cadute. L’uomo

agguati per la strada erano inutili per la guardia

mi stava cosí vicina? Erano forse dei presentimenti? Non

diverse associazioni che spesso erano ideologiche: sbaragliamento delle forze

collegio gli altri si erano messi a ridere mostrandomi

presenza. Anche le finestre erano fisse, senza sciami né

toccarsi le mani ed erano commossi dalla coscienza di

Overath. I cani si erano tutti raccolti allo stesso

avevano aspettato e che erano pronte. Opla-Oplà. Sulla

spaventate; ma quelle che erano vicino ai gasometri o

tutte le confusioni che erano state fatte intorno a

la sua non coscienza erano pur sempre doppie; poté

nostalgia di quelli che erano rimasti di sotto e

che nel cinema gli erano sembrate ben congegnate, ne

quella fiammella capí che erano rimasti bloccati e fu

ma allora non c’erano giovani di quella qualità

operazioni perché sentiva che erano le prime del suo

cui spazi all’aperto erano deserti e tristi. Gli

specchio –. I suoi occhi erano larghi, privi di sonno

Ti accorgi dopo che erano ragazze, con le gambe

e che i cani erano molto spaventati. Disse a

giudice e il priore erano già usciti quando Murieta

che sotto il letto erano ammucchiati degli oggetti. Li

Dentro una scatola c’erano figurine di calciatori legate

un’altra scatola c’erano dei sassi: sopra alcuni

sassi: sopra alcuni c’erano delle scritte a pastello

fondo al letto c’erano dei piccoli utensili e

perché le sue preghiere erano state accolte; mosse come

Dietro alla squadra c’erano l’assessore anziano e

le forze dell’azienda erano ormai deviate, se non

i limiti del padronato erano anch’essi consunti? Occorreva

cuore buono», dove si erano acquartierati i compagni, con

che i suoi vetri erano quasi a filo della

di luce che non erano le tracce dei trasporti

San Girolamo: le voci erano di ragazzi furiosi. Il

entrato perché non c’erano piú tavolini fuori: solo

emanando un odore nuovo. Erano piene di lumachine, di

Le buccole sono mie, erano di mia nonna. Perché

in albergo non c’erano due stanze. Siamo stati

vaso di maiolica dove erano sistemati un ombrello e

entravano nel cielo. C’erano mucchi di breccia e

linee dei piccoli paesaggi erano scoscese, a picco, e

vento, le linee non erano distese, ma cadevano presto

i suoi occhi si erano gonfiati ed egli non

rotondi per quel che erano; e il petto, largo

essere appesi alle pareti. ¶ – Erano nelle due stanze qui

dava qualche consiglio ed erano diventati amici quando gli

piú esposti. Gli alberi erano tutti scuri: solo dalla

metri, ma non c’erano né forti discese né

quadrate. Tutti i muri erano a mattoni scoperti, tranne

le quattro colonne che erano scialbate con la calcina

e la macchia: c’erano ancora gli scuri a

rammentavo esattamente, ma che erano state di sicuro sempre

e indietro, che tutti erano puntualmente a cenare. Andai

Nel sereno gli edifici erano già spezzati e ancora

e abbagliante. I capezzoli erano ancora di un’altra

che ancora per me erano possibili percorsi e conquiste

gialle. Sotto la seggiola erano pronte le scarpe dal

chi volesse volare. ¶ – C’erano terre anche migliori e

compleanno. Adesso capisco che erano soltanto le anticipazioni di

melograne, susine; che non erano molte, ma che restavano

nero; molti altri frutti erano a terra, abbandonati, infossati

di Rimini o se erano di Pesaro, loro, i

su un tavolo c’erano una diecina di coltelli

questo punto anche loro erano piú felici e perduti

che ogni tanto provavo erano venti e correnti, o

di sangue sulle bende erano diventate marroni, mi arrivò

perché i suoi occhi erano contrariamente al solito stretti

confronto. Le sue occhiaie erano accanite. Imelde stava muta

ma le sue occhiaie erano sconvolte da un urlo

il respiro. I capelli erano sempre piú lucidi, per

diversi dal tipo Trasmanati, erano poche e spiccavano per

quegli insetti che mi erano venuti in mente. ¶ – Questa

tavolino; le vene viola erano femminili, intrecciate sul dorso

mie e di Imelde erano nette, addirittura come le

vederli bene: sentivo che erano enormi e ben calzati

atterraggio. Però quei piedi erano tre N. 50 grossi… e

gli oggetti che passavano erano noiosi: chicchere, guantiere, cucchiaini

dopo un assedio: c’erano dappertutto letti sfondati e

dimora. In piú c’erano proprio per terra alcune

lasciarlo sul tavolo, dove erano bicchieri e scatolette; ma

allora i miei colpi erano quanto di meglio, di

parte di questa parola erano immediatamente le mani di

fra Salsamiti e Malboni. Erano vestiti di tela e

albero. I venti faccioni erano già liberi e dai

e verso altre due: erano vecchi, deformi, contadini che

sagrato della chiesa c’erano ancora margherite sopravvissute o

faccia di traverso ed erano quelli che mostravano maggiore

parrocchia non finirà; c’erano carrozze e macchine fino

e ci riporta fiducia: erano sette anni che nessuno

passi avanti, e ormai erano quasi tutti sotto lo

un po’ dalla bocca. Erano le 2.26. In quell’istante

basso: i suoi labbri erano ancora stretti in una

serratura dell’armadio dove erano sistemati il suo abito

viaggi i suoi termini erano caduti in una normalità

vento e non c’erano tracce che un vento

che a piccole frotte erano giunti alla casa dal

morse facilmente, che non erano esse la forza e

vedere bene. I vetri erano intatti dentro le liste

il muro in alto erano rotti in piú punti

le gabbie dei canarini. Erano ancora in ombra, arruffati

le cove. Da quando erano lassú, cioè da un

venti, almeno uno, non erano piú guidati secondo i

i cancelli di legno erano fissati, quieti nel colore

con quelli che c’erano appoggiati alle colonne. Si

primo aiuto; che quelli erano locali destinati al personale

le erbe del muro erano coltivate e che avevano

grandi inferriate in basso erano intercalate da liste di

stringevano verso l’alto, erano forati di sbieco da

corridoio e le scale erano pieni di malati che

mela grattugiata. Le posate erano pesanti e il tovagliolo

Le scansie del rifugio erano state sempre traballanti e

sempre traballanti e spesso erano crollate. Procedeva mentalmente verso

canarini ancora lindi si erano subito arruffati la prima

del bacino. ¶ Dopo c’erano altri due tempi piuttosto

luoghi. Questi due non erano definiti; gli stavano davanti

fuori, appunto perché non erano stati né definiti né

Per le scale c’erano molti malati seduti in

sul collo. I malati erano contenti, accaniti come se

infuocata: i colpi simultanei erano dei barattoli delle provviste

colori, irsute. I peri erano stati potati sino al

superficie. Le pastiglie bianche erano in numero insufficiente e

lo strato di carta erano i punti piú deboli

vide che le capsule erano verdi e rosse. La

raggiungere la misura giusta. Erano diciotto e quindi in

le campane. Non c’erano le luci adatte per

rivelò che le monache erano soltanto due, adibite all

le gabbie dei canarini erano state asportate. Si raccontava

alcuni colpi di fucile erano stati sparati contro le

stato danneggiato e vi erano stati accesi fuochi da

anche perché i campi erano molto fangosi. Il cameriere

la scrittura. Le trasparenze erano anch’esse nette, forse

di soldi: i creditori erano piú arruffati dei canarini

I debitori del bigliardo erano tutt’al piú disposti

di cannibalismo. I giovani erano i piú accesi, ma

e soprattutto i vecchi erano i piú duri nel

il varco attraverso cui erano passate e cosí il

come quello. I debitori erano sempre piú insistenti e

e i campi intorno erano stati devastati ripetutamente e

alla luce di torce erano scesi secondo le indicazioni

subito vuota. Gli oggetti erano ammucchiati negli angoli come