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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «erano»

nautoretestoannoconcordanza
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della loro croce. ¶ Gli erano morti, nella sua prima
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qualsiasi. Per lo più erano i bimbi che facevano
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questo ben di Dio, erano capitati lì que’ monellacci
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le sue scarpine mai erano imbrattate nè logore; a
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notturna. Ma poi s’erano messi in rotta, Giannotto
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rendevano già bene dov’erano e per una inezia
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si lavava le mani. Erano semivestite ambedue. Luisa, con
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Mercedes a quell’ora — erano le tre — si stava
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vertigine di uno svenimento. Erano sempre sulla soglia della
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corrente delle decisioni ch’erano state prese. ¶ — Sposerai l
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tutte le cose ch’erano intorno a lui. Questo
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tutti costoro insieme, s’erano commossi di lei; avevano
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le concedeva mai pace. Erano avvezzi ancora alle donne
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ed insieme se n’erano fuggite via. Sapeva che
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di sentirsi prendere... Ma erano cose recesse, fuggevoli, che
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banco, fra lor due. Erano così belli, que’ fiori
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primo giorno quando s’erano incontrati in quel negozio
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quel sorriso, non si erano mai dipartiti dalla sua
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cadere, lieve, piana. ¶ XII. ¶ Erano divenuti amanti. ¶ A lui
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l’Abate, da cui erano castigati quando fallavano o
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Minardi ed altri gentiluomini, erano andati in giro di
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passano i re. ¶ Quivi erano musicisti e cantori; colà
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uomini rampicanti, che si erano degnamente o vanamente affaticati
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tormentoso della gloria. ¶ V’erano giunti alcuni, ed uscivano
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tenzoni dissimili. Poi v’erano i nomadi, quelli che
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un poema. E v’erano, ma più spesso in
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veli meravigliosi. ¶ Ma v’erano, tra queste voci discordi
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gli desse aiuto. Ma erano dicerie timide, campate in
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che di lontano gli erano sembra..; un mira vertiginoso
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su la quale s’erano scatenati tutti i malanni
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o gli Anselmi, ch’erano una tribù senza numero
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le sue nozze, ch’erano la corona del sogno
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robusti campioni, e poich’erano assetati di vita, avidi
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fra tutti quelli ch’erano afflitti dallo stesso mal
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vicino! Già, ma quelli erano trilli all’aria aperta
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volta quel che non erano, esibendosi dalla scena a
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sotto un certo rispetto, erano per tal modo ben
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discretamente miseria, e v’erano già state alcune discussioni
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il lusso, lo spreco erano pei’ lei più necessari
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i suoi guadagni si erano ridotti quasi a nulla
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per i suoi bisogni, erano ben povera cosa; da
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e la Ruskaia si erano abbandonati, senz’essere ben
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improvvise memorie che gli erano rimaste di lei. Purificata
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potè rimaner secreta; troppi erano i gelosi che stavano
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parlava di due ch’erano in procinto d’esservi
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a quelli che si erano accordati per volerne l
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rappresentanti, fra i quali erano tre patrizi autentici ed
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quei punti interrogativi ch’erano intorno al suo nome
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che due gentiluomini s’erano incomodati, con altri due
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chiacchiere del mondo s’erano sbizzarrite assai. Di tempo
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piccole rarità sentimentali ch’erano in lei racchiuse come
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bella paura... ¶ Alcuni, poiché erano amici di casa, si
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mondo. ¶ In quella retrobottega erano successe varie cose, da
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que’ tondi vuoti, ch’erano rimasti lì, sopra una
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calze? Guarda. ¶ Lì, com’erano, quasi abbracciati, ella protese
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per Arrigo, non si erano scatenate altre tempeste nella
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bue. ¶ Arrigo e Loretta erano giunti a casa, frettolosi
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farle una improvvisata. C’erano le scarpine, a piè
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alto. I guanti lunghi erano sul cuscino; dalla spalliera
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luccicavan oltre misura. ¶ C’erano tutte l’altre, tutti
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casa ove altre amanti erano andate, ella pure si
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con una voce paurosa. ¶ Erano soli, nel pericolo della
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lungo il muro, accese. ¶ Erano assai pallidi entrambi e
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giorno, ed ecco v’erano tre lettere: la prima
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alla tavola quadrata c’erano quattro testoline di bimbi
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contrade laterali che non erano più selciate. In una
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incantato. ¶ Sotto i pergolati erano in un gran numero
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dolore dell’amore. Si erano sentiti per un momento
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l’altre angosce, non erano per lei che ripudiabili
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gli occhi Ie si erano come smorzati e volgevano
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fa, quando non c’erano ancora l’automobili disadorne
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Non vedi? Partono laggiù. ¶ Erano su la tribuna, ritti
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il braccio del fratello. ¶ Erano alle tribune, in quattro
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ridere alcuni amici ch’erano intorno. ¶ — Quattromila per duecento
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e l’altro, mentr’erano così vicini, Loretta li
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virilità e di baldanza, erano in singolare contrasto con
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allenatori, per la sfilata. ¶ Erano quattordici competitori, spugnati, lustrati
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indovinare un turbamento qualsiasi. Erano la piccola macchina umana
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sonora, un rombo sordo. ¶ Erano tutti in gruppo, a
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di tutti i cuori. Erano alle prime tribune, e
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burrascosa, urlando, acclamando. Non erano più due cavalli, ma
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recitare una commedia, si erano a poco a poco
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così ruvido. ¶ E s’erano baciati ancora, di nascosto
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Poi, un giorno ch’erano seduti presso un ruscello
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ricchezza ed il lusso erano retaggio inalienabile. Per giungere
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queste cose; queste cose erano solamente nel suo pensiero
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terribile amore? Quali abissi erano in lui, che si
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toccando vari oggetti ch’erano sui tavolini. Prese le
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ad un vaso dov’erano alcune rose ancor fragranti
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allora le sue notti erano insonni, ma lottava con
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per tutti i peccati, erano destinate ad infliggere carezze
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le chiese. ¶ XIII. ¶ S’erano vestiti rapidamente per il
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aria libera. ¶ Le vetrate erano aperte verso il giardino
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consacrerà l’imminente aristocrazia. Erano vestite con amabile sfarzo
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vestite con amabile sfarzo, erano coperte di gioielli, e
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solo per cantare. ¶ Quand’erano soli, quando faceva un
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il corpo, sfibrandola. Od erano invece improvvise accensioni, repentine
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sola, dopo che insieme erano stati così presso alla
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nascondere la propria trepidazione. ¶ Erano cinque o sei camere
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ma non ricordo. Non erano amanti, non erano te
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Non erano amanti, non erano te. Se non ti
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le sue mani, non erano più cose tranquille. ¶ — No
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la larghezza dei rovesci. ¶ Erano in conciliabolo davanti a
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preferiti. ¶ I tre gentiluomini erano in gravi angustie prima
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ippici, quando però non erano montati da lui; egli
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provare; ma i tagliatori erano occupati in quel momento
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Per di più gli erano venuti addosso molti acciacchi
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scapata ed avventurosa, ov’erano dopo tutto i più
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io. ¶ Loretta si consolò. Erano giunti in fondo alla
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pianissima onda e c’erano i rematori che cantavano
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per cercare uno svago, erano state il calvario supremo
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mai, se alcune v’erano tra le creature femminili
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le aspirazioni che si erano in lui sopite rinacquero
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lui e l’Eugenia erano rimasti in piedi. ¶ — Io
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lampeggiavano, i suoi pugni erano frementi. ¶ — E nessuno di
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in quella stanza dov’erano la sua donna e
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per le villeggiature, si erano dispersi qua e là
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lì come inebetito. Cos’erano quelle ostilità nascoste, quelle
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lei e Rafa, s’erano fatti vedere insieme? ¶ Pensò
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sale del Circolo, ch’erano ancor vuote. Solo un
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sue caldo labbra si erano date a lui, di
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traboccanti nella profonda immensità; erano collane favolose, che si
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fiumane di etere fosforescente; erano stelle, stelle senza numero
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vergogna di sé. C’erano intorno sciami di zanzare
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un gran romore; ed erano forse le cicale, quelle
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quei due che s’erano amati, che avevano vissuto
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quei due che si erano a vicenda vietato il