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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Catena Fiorello, Picciridda, 2006

concordanze di «ero»

nautoretestoannoconcordanza
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nome: Lucia. ¶ Per tutti, ero solo ’a picciridda. ¶ «Picciridda
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necessario. ¶ Lei sapeva che ero a pezzi. Conosceva troppo
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perché di certo non ero l’unica a soffrire
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a me. Se non ero a giocare, o a
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tono sin da quando ero piccola. Tra le frasi
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tanto spinto. Ora però ero rimasta da sola a
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ce l’avevo, eppure ero sempre in preda al
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non ci pensi. Io ero così bella e piacente
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e non poco. Non ero abituata a vederla avvilita
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nella sua stalla: allora ero una bambina di cinque
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avrebbe fatta innervosire. Oramai ero pronta a tutto. Scesi
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perciò alla fine mi ero convinta che portassero solo
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figli non avevamo futuro. Ero ancora piccola e già
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delicatezza per il buongiorno. ¶ Ero sicura al cento per
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nell’acqua gelata io ero veramente felice. Non so
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occhi. Quante volte mi ero rivolta a loro per
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griglia. ¶ Vista dagli altri, ero una bambina troppo magra
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conclusioni, ma quelli che ero riuscita a carpire mi
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ribattuto stizzita, e mi ero spostata più in là
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di qualunque dispiacere. Ed ero divenuta consapevole del mio
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pensieri, e poco dopo ero ritornata verso il muretto
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drin giunse mentre io ero fuori casa. Proprio quella
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uomo o donna, ma ero sicura del senso delle
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io sorridendo. Nonostante tutto, ero incuriosita da quella nuova
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gioia di cui mi ero illusa di poter beneficiare
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agli altri, anche se ero una bambina estroversa. L
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E allo stesso modo ero certa del loro affetto
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seguita nessuna azione, perché ero cosciente che non avrei
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nella padella. ¶ Se non ero da sola, stavo sempre
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il verso giusto, se ero contenta degli insegnanti, e
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mondo di bene, ed ero certa che anche lei
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bella espressione, di questo ero certa. Però non capivo
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devo essere sincera, mi ero dedicata di più: perché
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sensibile, capiva pure quando ero arrabbiata. In quei casi
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a casa. Anche se ero piccola, capivo perfettamente che
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attimo in cui mi ero sentita ingiustamente rimproverata, avevo
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sorpresa alla mamma” mi ero detta. E invece il
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attirò subito. Curiosa com’ero, non mi sarei mai
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nessuno in particolare. ¶ Non ero distante, mancava davvero poco
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insegnato a farle quando ero signorina?». ¶ Se si metteva
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era dell’altro, ne ero sicura. ¶ I morti e
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porta di casa. ¶ Io ero nel pieno dei miei
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una donna, invece?». Non ero mai pronta a controbattere
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restavo zitta. Ma dentro ero più che convinta che
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la febbre. Da quando ero nata soffrivo spesso di
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e tutto il resto, ero rimasta a casa quindici
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volta io non c’ero perché mi trovavo a
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in Germania, io non ero nei vostri pensieri. Nemmeno
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Obbligati dalle circostanze, mi ero imposta una nuova consapevolezza
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un pomeriggio in cui ero rimasta in casa da
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mio egoismo infantile mi ero sentita felice di poter
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ancora di più, perché ero rimasta da sola nel
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dei parenti. ¶ Io mi ero ripromessa di non concedere
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mio repertorio. Anch’io ero pronta. Sembrava di stare
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una specie di fatalismo. Ero piena di dubbi, certo
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se da un lato ero ancora arrabbiata con mia
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a rimanerlo, dall’altro ero cosciente di ricevere da
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papà, per Pietro. Mi ero fatta una precisa idea
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mentre mi parlava mi ero resa conto che la
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sentivo affatto una bambina. Ero costretta a fare ragionamenti
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dura non la meritavo. Ero proprio la figlia della
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in quei cassetti m’ero sentita autorizzata a guardare
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Lina, un pomeriggio che ero andata a trovarla. Certo
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la zia Pina, quando ero andata a suonare alla
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piazza. ¶ Quel giorno non ero andata a scuola perché
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voi, mentre io mi ero conquistato quel Tu a
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i gomiti di nascosto. ¶ Ero esperta della tecnica con
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propri genitori. Solo io ero quella sempre sola, perché
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ammissione di inferiorità. Non ero come gli altri, insomma
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un giorno che c’ero andata con la mamma
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in maniera diversa. Non ero più venuta a salutarti
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pensione per il futuro. ¶ Ero venuta a trovarti qualche
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favore. ¶ Per ultima c’ero io, che aspettavo sempre
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alta. ¶ Rosina disse che ero proprio una fimmineddra di
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prima. ¶ Io, allora, mi ero illusa che fosse finito
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finito lì. Invece mi ero sbagliata. ¶ «Vedi, Lucia, ancora
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mi sposasse. Dicevano che ero una plebea, e dicevano
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sana e ricca. Io ero giovane e sana, ma
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no. E in più ero pure vedova. Con un
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saperne di me, perché ero una poco di buono
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dal giorno in cui ero andata a farle visita
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abbastanza positivi. Ormai mi ero abituata alla fatica di
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per colpa sua. Mi ero anche assuefatta alle urla
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miei genitori, io non ero andata a scuola per
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e della fretta. Quando ero triste arrivavo sempre in
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prossimo.» ¶ Quante raccomandazioni inutili! Ero stata promossa. Punto. Si
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la gioia incontenibile mi ero ripromessa di telefonare alla
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cara Nora, e io ero l’unica a non
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ai pazzi. E mi ero data una spiegazione: a
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vita degli altri. Ed ero stata troppo ingenua nel
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non ne potevo più, ero stanca di vedere andare
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avevo memoria, non mi ero mai persa nessuno di
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perché con l’immaginazione ero già in Germania. Vivevo
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era giusto farlo. Ed ero consapevole che lei si
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nemica giurata. Ma io ero più decisa che mai
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ci sarei riuscita. Mi ero preparata a dovere. Ero
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ero preparata a dovere. Ero sicura di riuscire: l
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miei programmi, anzi, mi ero già pentita di averglieli
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sua insistenza, tentennai Non ero mai sicura della bontà
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fortissima nel cervello. Oramai ero permeata del suo peccato
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Senza Senso», eppure non ero riuscita a fermarla. ¶ In
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situazione opposta. Partire: stavolta ero io la protagonista. Arrivare
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con la quale mi ero accanita nel provarci lo
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Ma guarire era altro. ¶ Ero molto confusa, e avevo
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coraggio, la abbracciai. Non ero avvezza a certe confidenze
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Per quanto, anche io ero appesantita da una tracolla
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con diffidenza. Io invece ero tranquilla: il male che
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mai visto, me l’ero immaginato proprio in quel
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sicuro. ¶ Al sicuro? Ne ero certa? Qual era il
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disperato, anche se quando ero rimasta da sola a
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potevo solo combattere. Però ero diventata guardinga, e gli
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a quel momento, tuttavia, ero sicura di non averlo
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tutto nero. ¶ Per necessità, ero diventata un’esperta della
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io insistetti per rimanere; ero abbastanza grande per capire
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prossimo inverno. ¶ E felice ero anche io, sia chiaro
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fotogrammi, e io c’ero dentro. ¶ L’odore del
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una mattina. Io oramai ero cresciuta, e frequentavo il
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stessa di sempre, perché ero diventata adulta, almeno nella
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trascorso in Germania, quando ero ancora intenta nella faticosa
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in Italia. Io mi ero trasferita a Milano, e
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l’avevo fatta, finalmente ero sbucata dal mio pollaio