Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

e l’attimo seguente ero per strada con lui

stanze. E poi c’ero io. ¶ Vivevamo in un

io che da sempre ero abituato a portare degli

era stata una manna; ero, infatti, un patito di

la fantascienza e io ero un patito anche di

di cosa stessimo parlando, ero riuscito ad attaccare il

sasso di Dirceu ¶ Insomma, ero in fissa con i

pagando le rate) deformata. ¶ Ero mezzo cieco da sempre

Oro, e lì mi ero innamorato di un paio

avevo fatto spallucce: non ero bravo a difendermi e

agli altri che ora ero amico suo e nessuno

pesante”; e poi non ero bravo a giocare a

strano, a pensarci, lo ero davvero: a dodici anni

davvero: a dodici anni ero un aspirante, seppur virtuale

allora non potevo vedere. ¶ Ero considerato un bimbo strano

me c’era Sasà. Ero seduto sui gradini d

alla famiglia dei cricetidi...” ero intervenuto io, “il suo

avevo risposto, e mi ero aggiustato gli occhiali che

farmi accettare per come ero da chi mi vedeva

peggiorarono pure. Un pomeriggio ero in porta, come sempre

non aveva riscosso successo, ero già pronto a richiamare

ruzzolai per terra. ¶ Mi ero rotto il braccio, lo

i fumetti, per lavarmi ero costretto a chiedere aiuto

al Mazzini. Io mi ero risentito e lui aveva

a tutto questo ed ero convinto che il mio

più depresso di quando ero uscito, con il gesso

urgente da riferire. ¶ Dopopranzo ero seduto al tavolo della

allontanai nero in volto. Ero nervoso, certo, impaurito per

avessero scoperto, ma, soprattutto, ero deluso perché nel pomeriggio

me. Perciò il pomeriggio ero caduto in una crisi

Avrei potuto ribellarmi, ma ero troppo preso dalle centinaia

ne accorgessi, incantato com’ero ad ammirare il blu

che nella foga mi ero dimenticato di posare. Per

mese prima, infatti, mi ero imbattuto in un documentario

del pensiero e ne ero rimasto affascinato. Quel fumetto

sveglio per ore. Mentre ero sull’Hispaniola a cantare

in parte già lo ero. ¶ Eroi e miti ¶ Ne

la scienza. Io, invece, ero riuscito a mantenere un

a uno studioso ed ero rimasto per tutto il

una meteorite. Perciò, quando ero stato costretto a svelargli

passi da seguire ed ero persino tornato nella videoteca

portarla in salvo ed ero incespicato? Che quel calco

l’ascoltavo, preso com’ero dall’impulso di correrle

dietro per spiegarle che ero diverso dal mio prepotente

venire in mio soccorso. Ero nella portineria con mio

fino a quel momento ero riuscito a registrare tre

fammi andare...” ¶ “Giancarlo...” ¶ “Eh...” ¶ Ero in piedi davanti a

per l’appunto. ¶ Mi ero imbattuto nella trasmissione per

quelle curve sinuose. Mi ero girato a guardare i

agire l’istinto ed ero corso in bagno per

o appena sveglio. Mi ero calato i pantaloni e

fornello ancora fiammante. Allora ero tornato a guardare il

alla porta del bagno. Ero convinto fosse il nonno

in un istante ed ero sgattaiolato in soggiorno. La

mio orgoglio, perciò mi ero spinto a confidargli che

terminato di pranzare, mi ero infilato il costume di

costume di Carnevale ed ero sgusciato per strada, così

travestimento. A dirla tutta, ero ancora perso dietro il

Non dico che mi ero pentito, perché sempre di

come suggeritogli dal padre (ero presente alla discussione avvenuta

rivolto la parola. Non ero abituato a un simile

assecondarmi, solo perché, dove ero io, era lui. ¶ “Ué

attendevo, e nel frattempo ero tornato a smanettare con

saputa la notizia, mi ero fatto avanti per accompagnarlo

classici. La prima volta ero rimasto a fissarli a

richiamato la mia attenzione. Ero sbucato in cucina e

con la scusa che ero ingolfato di compiti mi

il frigo, mentre io ero lì, sull’unico tavolo

mani e disse che ero ’nu scienziato!, alla seconda

di anni prima mi ero ritrovato, quasi senza volerlo

della cucina, e mi ero imbattuto in non so

ripresa il diario. Non ero e non sono bravo

strana rabbia e mi ero scagliato su di lei

anche se io mi ero messo a sbirciare con

la voce impastata. ¶ Mi ero proteso verso mia sorella

Sasà avrei voluto presentarlo, ero sicuro che si sarebbe

avvicinarmi. ¶ L’attimo dopo ero seduto sul marciapiede in

diverso dalle persone che ero solito frequentare che tutto

fu grazie a Sasà. ¶ Ero con lui per strada

quel che mi riguardava, ero così deluso dal fatto

che più volte mi ero fermato ad ammirare nella

risposta, iniziò a ringhiare. Ero fregato. Feci un altro

lanciasse un terribile guaito ero già davanti alla camera

rendermene conto, preso com’ero a conquistare il cuore

meno cieco di te.” ¶ Ero restato a guardarlo per

vederli.” ¶ “Come?”, e mi ero avvicinato. ¶ “Ogni nostro comportamento

il proprio zeit, credimi.” ¶ Ero rimasto inebetito a fissare

da dare, in fondo ero pur sempre un ragazzino

un fallimento totale ed ero pronto ad abbandonare la

un’eccitazione che non ero in grado di controllare

po’ di tempo mi ero accorto che i due

mia amata Sabrina. ¶ Ma ero rimasto a quella speciale

bene la sua esistenza. ¶ Ero intento a innaffiare le

non dicevano mai che ero bello. ¶ “Sai come sono

che avevo in mano. Ero arretrato d’istinto, ma

farlo”. ¶ Avevo deglutito, mi ero aggiustato gli occhiali storti

gli occhiali storti, infine ero riuscito a sussurrare un

America...” ¶ “Enorme...” ¶ Me ne ero stato in silenzio per

spingermi dove non mi ero mai spinto: nei giorni

chiesto, e io non ero riuscito a nascondere un

più in là, quindi ero rimasto in silenzio mentre

di me e Viola. Ero riuscito a intrufolarmi in

casa Scognamiglio, quindi mi ero diretto alle scale con

pianoforte e io mi ero sistemato in piedi al

della casa. Io non ero abituato all’oscurità: nel

suono?” aveva chiesto. ¶ Mi ero staccato dalla parete. “Mi

sinceri, io quel brano ero arrivato a odiarlo. E

mia sirena... insomma mi ero lasciato vincere dall’emozione

parlava d’altro. Mi ero anche offerto di aiutarla

il capo e mi ero allontanato senza chiederle altro

impaurito per la situazione ero io, che pregai più

sapevo cosa dire ed ero rimasto in silenzio. L

suo unico guadagno!” mi ero visto costretto a rispondere

come da accordi. ¶ Mi ero avvicinato furtivo alla postazione

ne accorge.” ¶ Solo quando ero ormai lontano, con un

di timore iniziale, non ero tornato indietro sulla decisione

delimitava la strada. ¶ Gli ero andato dietro in silenzio

scritta Mimì ama Viola. ¶ Ero restato immobile, la bocca

del tutto di senno?” ero riuscito finalmente a domandare

romanzo. ¶ In quel periodo ero alle prese con due

soprattutto dopo pranzo, quando ero certo che papà stesse

nostra via chiusa. Mi ero accorto di loro perché

detto niente e mi ero dimenticato della vicenda. ¶ Nell

volta il libro, che ero riuscito a farmi regalare

nostra. E, certo, non ero l’unico a pensarla

sul terrazzo con papà ero nervoso perché Viola sembrava

avuto la conferma, perché ero in portineria con papà

una parola e mi ero rintanato in casa. Più

era verso di fermarmi, ero come una valanga che

di papà. Io, invece, ero rimasto in mezzo alla

a lungo mentre io ero assorto in Zanna Bianca

leggere e non mi ero mosso di un millimetro

di abbracciarmi, ma io ero rimasto immobile, arrabbiato e

risposi, anche se non ero pronto per nulla. ¶ “Mi

portare il tuo amico?”. ¶ Ero ancora immerso nei miei

luglio. Io almeno non ero cattivo. ¶ Il treno delle

iniziava ad assalirmi, mi ero spinto a provare uno

di corsa. Perciò mi ero pavoneggiato con Sasà, Fabio

mio gioco, perciò mi ero dovuto servire di un

uno scarafaggio, così mi ero avvicinato e con il

come hai fatto?” ¶ Mi ero dato una certa aria

di problemi che mi ero appena tirato addosso con

gentile di nonno Gennaro. ¶ Ero alle prese con il

cui avrei potuto indossarlo. Ero così felice che persino

con il ciuffo cotonato. ¶ Ero rimasto a masticare l

coma profondo nel quale ero caduto. ¶ “Mimì...” ¶ “Eh?” ¶ “Sono

venti e trenta mi ero piazzato davanti alla tv

Un giorno in cui ero giù di corda mi

dopo tanta insistenza) mi ero imbattuto in una rivista

mia parte; in fondo ero un ragazzino costretto a

tempo insieme. Io mi ero presentato con la mia

testa sulla mia coscia. Ero rimasto a fissarle i

esclamato, e io mi ero sentito in dovere di

del mio amico Matthias, ero ancora incapace di accorgermi

alla mia piccola vita”. ¶ Ero fiero di quel discorso

l’istinto e mi ero lanciato sulle sue labbra

la bocca e mi ero ritrovato davanti alla sua

freddo della macchinetta ed ero arretrato d’istinto, solo

trenta secondi, un’eternità. Ero rimasto con la bocca

invece avevo taciuto ed ero rimasto fermo per paura

era una bugia, vero?” ¶ Ero arrossito e avevo chinato

Sasà è un pallista!”. ¶ Ero rimasto in silenzio e

duro, soprattutto perché non ero d’accordo sulla sua

nella tua bocca stonano,” ero riuscito a reagire, “e

avrei dovuto risponderle. ¶ Mi ero affacciato alla balaustra per

incontrare i suoi occhi. Ero arretrato d’istinto, ma

quando, pochi secondi dopo, ero tornato a sporgermi, la

in borghese? ¶ All’improvviso ero stato preso dal panico

con Red, e mi ero chiuso alle spalle la

sul volto perché non ero di certo abituato a

là dove non mi ero mai spinto e nella

di grande euforia mi ero infilato il costume di

troppo tardi: io mi ero già innamorato di Viola

borbottio della Mehari. Mi ero avvicinato, Giancarlo aveva abbassato

avevo salutato e le ero corso dietro. ¶ “Ma di

imitarlo!” ¶ A quel punto ero sbottato. Avevo scrollato le

la schiena e mi ero rifugiato nella stanza da

me, che mai mi ero allontanato da Napoli, e

della propria cultura. ¶ Io ero in estasi. Mamma era

immobile. Una volta mi ero messo in testa di

al sogno appena interrotto. Ero con Sasà, in un

rispettare i ruoli”. ¶ Mi ero messo paziente in attesa

suoi lunghi tentacoli, così ero tornato a strattonarlo, ma

anche se in realtà ero preso da tutt’altro

il capo, ma io ero mi ero già lanciato

ma io ero mi ero già lanciato verso il

stesse, infine, cedendo. Non ero pronto per una simile

cane era mio ed ero venuto a riprenderlo, ma

problema è che non ero molto portato per le

più corruttibile in famiglia. Ero convinto che avrei dovuto

Quando avevo rivisto Viola ero rimasto senza parole. Sembrava

quella mattina al Duomo ero euforico perché nel primo

peso. In verità mi ero imposto di cibarlo una

quando io non c’ero. Me n’ero reso

c’ero. Me n’ero reso conto perché la

di panico, cosicché mi ero visto costretto a lasciar

in fin dei conti ero un ragazzino ingenuo, ma

sciolto...”, e mi guardò. ¶ Ero ancora giovane per associare

correvano all’impazzata. Io ero in braccio a mamma

di Giancarlo mi ridestò. Ero giunto sotto casa senza

la copia che mi ero premunito di registrare per

verità è che mi ero pentito quasi subito del

Perciò la mattina seguente ero corso di nuovo in

Lo sapevi che mi ero fidanzata con un altro

per la casa – mi ero avvicinato e gli avevo

mi stava a cuore. Ero in bagno e sulle

mano al bambino che ero, e a chi mi