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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, 1922

concordanze di «ero»

nautoretestoannoconcordanza
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Per questo evento straordinario ero rimasto solo. Credevo di
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alla mia famiglia, m’ero súbito sentito non oso
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e fra questi c’ero io, si consolavano: – Pazienza
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Circolo Umberto di cui ero socio anche io e
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Re in giù, io ero, e sono, comodamente per
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alla politica? ¶ — No. Quando ero in liceo, andammo in
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che nel maggio 1915 m’ero giurato d’andare in
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passavano, e arrivando m’ero riposato come se avessi
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alla porta di casa, ero contento, anzi orgoglioso d
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cervelli dei vecchi, m’ero messo dal punto di
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lieto con cui m’ero levato e vestito, anzi
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niente. ¶ Io me n’ero accorto, ma quella m
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sapevo, ma me l’ero giustamente dimenticato. Nè lì
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il suo amante. ¶ Ma ero appena uscito sulla piazza
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restava convinto che io ero il depositario dei segreti
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nei giorni feriali) m’ero messo a ordinare le
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in tre stanze. Io ero entrato, un pacco per
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senza far rumore che ero in pantofole, quando mi
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Una notte in trincea ero così sfinito che non
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ombra profumata degl’ippocastani ero così contento di lui
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si giocava a nascondersi, ero contento che i meglio
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mie mani; io m’ero, quel giorno in soffitta
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di lei dicendomi che ero per la sua rinnovellata
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desideravi? ¶ Io, al solito, ero distratto. Provinciale come sono
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Guardabassi in attesa. M’ero dimenticato di chiedere a
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m’aspettavano a casa, ero sicuro che per quattro
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stata mia se m’ero lasciato rapire in estasi
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ansia il suo ritorno. ¶ — Ero a Roma, veramente. ¶ Si
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Ora quella mattina io ero appena giunto col biroccino
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affari, gli affari.... Non ero mai stato buono di
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i miei libri vecchi ero mai riuscito a rivenderli
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Tante volte me l’ero domandato dalla guerra in
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il sottoprefetto e Nestore ero contento di riconoscere che
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sentenza. La sera, mentr’ero a pranzo, suonarono il
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veduti? ¶ — Io non c’ero. M’ha mandato a
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la sicurezza di quando ero tornato da Roma, e
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miseria, proprio adesso che ero vecchio e capace soltanto
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azione, io che m’ero tanto doluto di vederlo
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ripartii per la città. Ero lieto e leggero, la
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per affari miei, non ero più capitato dopo il
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mio matrimonio, e m’ero perciò preparato con tremore
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lì a dichiarare che ero io “la persona da
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era sbagliata, che io ero entrato in quella stanza
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convinta che anche io ero riuscito ad ingannare suo
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dentro. ¶ Quando me l’ero veduto a Roma, nel
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soffice ufficio, padrone, m’ero detto: – In Italia è
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inerzia. Ma non lo ero. ¶ I fascisti di qui