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Pantaleo Carabellese, Il problema teologico come filosofia, 1931

concordanze di «essa»

nautoretestoannoconcordanza
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1931
Lei, sapientissimo Dottore di essa ed animatore degli studi
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1931
cosa reale (cap. V). Essa è invece Dio stesso
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il pensiero ha preso, essa ha finito col precisare
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suo sviluppo, pel quale essa ha perduto l'originario
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senza della quale anch'essa svanirebbe. Non dimostro e
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fondamentali dell'oggetto di essa; bisogna che le nozioni
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e quindi possibilità di essa, per Kant è indubitabile
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dispone, e che, anch'essa, nella sua purezza viene
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la caratteristica stessa di essa, come scienza assoluta. Si
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Critica in quanto è essa la stessa filosofia. ¶ Però
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con sè stessa. ¶ Infatti essa, come critica, ha per
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Quando poi si proclama essa stessa scienza assoluta, proclama
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trascendentale, con la quale essa in Kant si qualifica
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oggetto, oggettiva, era anch'essa perduta. La filosofia era
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apparenza, da parti opposte, essa non sarà la scienza
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interno della filosofia, che essa aveva avuto il merito
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ma solo in quanto essa ha già assolto, o
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metafisica; non può considerarsi essa come la stessa metafisica
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nelle cui secche doveva essa arenare. Per arrivare a
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e costitutivo unico di essa nella diversità fondamentale delle
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una vera unicità di essa, non sarà mai l
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Kant, è chiaro che essa non può più essere
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presupposto, perchè senza di essa non è possibile che
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di metafisica a cui essa porta, non può più
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filosofia. ¶ Non può neppur essa, anzi tanto meno essa
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essa, anzi tanto meno essa, continuare ad essere quella
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forme; non deve proporsi essa di regolarle. La storia
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di fronte indipendente da essa e che essa debba
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da essa e che essa debba cercare soltanto di
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concrete dell'attività, giacchè essa non prende nessuna di
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e camuffata, troviamo che essa indica moltiplicazione omogenea; e
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dei soggetti costringenti in essa la propria molteplicità, consentire
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oggettività con ciò che essa non è. ¶ Ed è
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è l'oggettività critica, essa va ridotta a negazione
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non è di Kant. Essa esisteva già: era la
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e atto rappresentativo di essa, tra l'esse in
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forma, infatti, in cui essa consiste, rimarrebbe da una
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è pur indispensabile, se essa è soltanto forma. ¶ La
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empiricità, che, positiva anch'essa per Kant, deve diventare
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distinguere il valore di essa dalla sua deduzione. I
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Kant proprio nell'avvertirci essa, ed essa sola, delle
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nell'avvertirci essa, ed essa sola, delle cose in
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oggettività: la riduzione di essa, tutta, a negatività. ¶ Dalla
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ma come affermazione anch'essa della coscienza che solo
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coscienza che solo con essa può essere quel che
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è implicitamente posto in essa quando la si dice
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si dice empiricità, sia essa empiricità di oggetti o
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nella coscienza condizioni che essa appunto vuole escludere da
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E non soddisfa quindi essa l'esigenza della alterità
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reciprocità di consapevolezza che essa richiede, non tolgono la
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il proprio posto in essa perchè ne è invece
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se l'Io di essa fosse quello individuale empirico
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Id a cui originariamente essa si oppone. ¶ Non starò
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dovrà diventare negativa anch'essa, quando si sarà riconosciuto
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alla esigenza da cui essa nasce e quindi alla
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obiezione, e cioè che essa riguardi soltanto l'uso
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o giudizio ecc. (v. § 48), essa caratterizza la coscienza, ma
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quindi la singolarità in essa. Chi dice io, vuol
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senza che per questo essa tolga dal campo della
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molteplicità, è positiva anch'essa. ¶ Questo il risultato dei
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che nella sua concretezza essa attua. ¶ 28. Il concetto comune
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si dice che per essa è un insuperabile pregiudizio
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e se proprio in essa, come tale, ci sia
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un momento, attribuire ad essa l'invincibile credenza ad
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con la sua concretezza, essa fa della realtà. Per
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è l'oggetto sentito, essa non è neppure l
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il concetto che da essa soltanto parte, lasciandola, anche
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distinzione, e su di essa si argomenta, nello stesso
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e il chiarimento di essa quella del pensiero critico
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che sentimento razionale; sempre essa rimarrà un fatto nostro
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in sè dalla coscienza, essa nega se stessa come
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meno, una contaminazione di essa col razionale oggetto: ogni
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si era messa scoprendo essa, coscienza, la cosa in
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proprio dall'ingombro di essa, la demolirono senza residuo
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dialettica con la quale essa è affermata. ¶ In entrambi
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base a questa difesa, essa faccia dei due sopraccennati
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annullamento della cosa, che essa invece esige come quel
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del concetto di cosa: essa nacque per qualche cosa
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turba l'assolutezza di essa, ma anche riguardo a
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la distinzione, entro di essa, tra soggetti e oggetto
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ed oggetto di esperienza, essa non è più identificabile
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alla assoluta purezza di essa, e per la constatazione
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di quelle senza concedersi essa stessa. La verità è
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filosofica ed illuminata da essa; la coscienza filosofica torna
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dopo l'urto con essa (Fichte), ma attua proprio
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falsità del supposto in essa risulti chiara a chi
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entrambe le proposizioni di essa si annida un pregiudizio
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come in ogni cosa; essa sarà quel quid unificante
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e i pericoli che essa costa, ci ha resi
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la propria concordanza con essa; continua a credere ad
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questa legislazione intellettiva cui essa dà un contenuto, e
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intellettiva, in quanto in essa c'è quella necessità
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debba esser travolta anch'essa dalla fine del realismo
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mediante la quale soltanto essa dava contenuto, e soltanto
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Si è quindi posta essa, proprio nella sua mancanza
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forma, si è posta essa come la stessa conoscenza
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esigenza della coscienza: finchè essa non sarà dichiarata possibile
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realisti, in nome di essa, ci imporranno la loro
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Tatsache) che si fa, essa, conoscere, cosa, che, nel
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si fa conoscere da essa, è pur essa in
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da essa, è pur essa in qualche modo, cioè
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modo, cioè è anch'essa un qualche cosa che
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di farsi conoscere anch'essa, si spiega la distinzione
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atto di conoscenza di essa, se l'esperienza, infine
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che si risolva in essa anche la cosa che
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una giustificazione, che ad essa è data solo dall
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cosa reale che determina, essa, nella sua estraneità alla
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singolarità della conoscenza che essa ci procura (singularium cognitio
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sua forma nella quale essa è determinata da «altro
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anche se aggiungiamo che essa non è apriori. ¶ L
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proprio perchè conserva di essa il concetto realistico. Bisogna
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E che sia ad essa anche essenziale un riferimento
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implicita oggettività del soggetto: essa è invece l'esplicita
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ma non perchè in essa non ci sia l
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alterità, superata la difficoltà? Essa pare, dicevo, che rimanga
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che il principio di essa sia un qualcosa che
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altro che questo: che essa deve essere affatto opposta
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Io e che per essa è indispensabile l'urto
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di coscienza, in cui essa consiste «da altro che
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sperimentante, in modo che essa sia soltanto cosa per
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in sè singolare anch'essa. ¶ Ma quando invece si
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cosa unica in cui essa si compendia: la natura
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fare i conti con essa. Con essa, nella incessante
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conti con essa. Con essa, nella incessante sua generazione
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di fatto da alcuno, essa non esclude mai una
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si è fatta in essa della stessa necessità, ma
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la scienza, della quale essa non sapeva e non
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criticamente in conformità di essa il concetto stesso. Ogni
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alla esperienza esclude che essa sia il dato come
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esse costituissero. Ma perchè essa sia del tutto distrutta
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che fa su di essa, non sa vedersi in
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troviamo nella coscienza comune. Essa infatti ci dice che
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reali. Scoperta che già essa pone virtualmente fine a
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alla condizione immanente di essa nella sua purezza, al
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coscienza dipende adunque anch'essa dal concetto realistico della
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tentativo di uccisione di essa19. ¶ Tale dissoluzione della filosofia
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modo in cui veramente essa possa vivere nel concreto
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popolo presso il quale essa appare, con le sue
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quando riflettiamo su di essa; e in conseguenza, poi
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della spirituale concretezza, giacchè essa tenta proprio l'oggettività
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forma di sapere che essa rappresenta. Quando questa forma
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rappresenta. Quando questa forma essa smarrisce, non è più
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essere in sè, che essa tenta; ricompare l'antico
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nel concreto, da cui essa si dispicca, un essere
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sè nel concreto; è essa quindi l'in sè
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che sia questa esperienza, essa è pur sempre esperienza
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solo di fronte ad essa, c'è il miscredente
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Dio. L'esperienza, qualunque essa sia, deve essere sperimentabile
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religiosa, si contrappone ad essa. ¶ La speciale esperienza religiosa
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cioè non è esperienza. Essa non fa che mettere
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appendice della filosofia, comunque essa la si dica. Esso
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fondamento. Fondamento del quale essa non avrebbe bisogno, se
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niente altro) e sarebbe essa stessa superflua; o non
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vuol invece raggiungerla solo essa e non la raggiungerà
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cui la filosofia consiste, essa esplica le esigenze della
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non fondarsi su di essa. Ciò sia detto per
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cose reali che in essa e da essa soltanto
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in essa e da essa soltanto risulta, potremo, e
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oltre quella che in essa risulta; con questa ricerca
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La filosofia, quindi, quando essa afferma la soluzione mistica
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è (cfr. cap. seg.), essa stessa, esistenza ma documento
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diversa da quella che essa pretende documentare. Entro e
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di esperienza, tanto più essa si avvicina a toccare
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Ma a quella consapevolezza essa mai non giunge appieno
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giunge appieno, perchè anch'essa è sostanziata dal realismo
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abbiam visto, chiede proprio essa alla filosofia che le
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impostazione e soluzione tradizionale. Essa stessa però ci fa
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problema nasce, e da essa trarre la nuova impostazione
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l'interpretazione realistica di essa ha dato luogo, e
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almeno di abbozzare di essa un concetto che sia
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come tale è anch'essa rinunzia alla autonoma dimostrazione
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esistenza non si dice. Essa è l'ineffabile «ecco
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esistenza in sè, sia essa della esperienza che della
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dimostrazione che la riguarda, essa è solo il cominciamento
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cosa reale in cui essa realizza la propria attività
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ma il fondamento di essa. ¶ Alterità di coscienza, per
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assoluta autonomia nella affermazione. Essa stessa, nel suo esplicarsi
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riconosce il limite; ma essa stessa afferma qualcosa al
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la pascaliana rinunzia che essa fa a sè stessa
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puro, perchè è anch'essa mediazione, è perdere la
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dell'autocoscienza», non è «essa soltanto il vero sapere
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vuol dire affatto che essa viva perciò in una
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nella religione, si dica, essa, fede in questa, ed
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si sperimenta, proprio perchè essa è l'acquiescenza nella
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la filosofia faccia che essa pone il problema di
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si chiude strettamente in essa. È questa la trascendenza
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è, in fatto, anch'essa adorazione di Dio (Gottesdienst
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di Dio (Gottesdienst), anch'essa religione»27. ¶ La religione invero
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però non può contrassegnare, essa, la coscienza come tale
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suo essere reale, che essa vuole rappresentare, e che
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di Dio e di essa soltanto, non è che
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concepita come Dio, proprio essa toglie quell'in sè
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consapevole di ciò che essa è sempre stata: riflessione
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poteva rimanere quella che essa fu per Kant. ¶ Il
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non vuol dire che essa non sia reale, anzi
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erronee posizioni in cui essa è incorsa nell'attuare
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si scaglia contro di essa solo in quanto trova
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e quindi non «perdura»; essa non è, non fu
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è... vecchia figura anch'essa. Se no, di chi
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questo; ma per fortuna essa ha un valore diverso