Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

raccomando una materia ad esse ben cara. ¶ Voi avrete

stanzone era cupo ed esse sbassavan la voce per

in ufficio. ¶ In silenzio, esse sfilaron avanti alla sua

fatto altre volte anch’esse, altrove; ma chi avrebbe

di sì, subito. Talvolta esse diventavano brutali con lei

innanzi agli armadietti aperti, esse s’infilavano i paltoncini

indicava una stanchezza infinita. Esse uscivano di là, salutandosi

di malattia: e invece, esse avevano quasi tutte il

era la risposta recisa. ¶ Esse impallidivano. La moltiplicazione dei

inserviente, e le ausiliarie: esse non pagavano giorno per

dieci, quindici lire, financo, esse torcevano il muso: le

del tu, di che esse arrossivano e si vergognavano

abbandonati, erano gli orli: esse orlavano ogni giorno, orlavano

rispetto della maternità che esse avevano. E pensavano alla

nei loro colloqui solitari, esse piangevano insieme la loro

di fanciulle: ognuna di esse, piegando il capo sul

voragine nera del mare: esse sospiravano di soddisfazione appena

di provarne il peso. Esse si provavano ridendo, non

e simpatica di Eva. Esse si misero a passeggiare

quell’altro mondo che esse non conoscevano, che non

grazia fiera che incantava, esse attraversavano lo stabilimento, sempre

non esistesse. Nell’acqua esse avevano un costume di

al principio della musica esse avevano drizzato il capo

enormi, niuno osava presentarsi: esse si maturavano, la più

brillanti, i fidanzati sparivano. Esse erano generose e buone

Le Sanges si rodevano, esse avevano litigato con la

spiccata. Una sola di esse discorreva con Peppino Sarnelli

malinconia, venivano via anch’esse, dicendo insieme dei versi

Vico Freddo a Chiaia: esse acconsentirono subito: queste piccole

avrebbe inventato delle figure, esse si contentavano di tutto

un amico, un conoscente, esse lo chiamavano, lo afferravano

del cratere: una d’esse cadeva sul versante opposto

a prendere una granita: esse resistevano, prese da una

Bulwer Lytton; ma anche esse avevano un principio di

dare delle spiegazioni scientifiche, esse non ascoltavano, bianche bianche

bagliore immenso dell’eruzione, esse non potevano cantare, erano

po’ impressionate, dicevano anche esse di volersene andare un

poeta e pazzo, come esse dicevano: esse si stringevano

pazzo, come esse dicevano: esse si stringevano nelle spalle

eloquenza vinceva anche loro, esse levavano il capo, attirate

alla lezione di religione: esse, le sfacciatelle, preparavano una

scendeva su quelle fanciulle: esse provavano una vergogna immensa

loro inettezza. In fondo esse amavano molto quel direttore

tormenti di quelle fanciulle: esse la guardavano come un

aria glaciale e sdegnosa. Esse compivano quell’ufficio gratuitamente

assistenza alle ragazze povere. Esse occupavano le loro lunghe

loro orecchini di brillanti: esse applicavano la loro nullaggine

continuò la marchesa pedante, — esse vogliono diventare troppo sapienti

offensiva: alunna per alunna, esse le contristarono tutte, con

si fermò ed uscì. Esse... non uscivano. Guardavano la

sala del terzo corso esse fingevano di ammirarsi scambievolmente

ne burlavano. Quella sera esse erano tutte orgogliose di

fedeli, si affacciarono anch’esse, pettinate e vestite alla

malgrado dei loro quattrini, esse erano troppo grasse, non

parlando a voce discreta, esse s’intrattenevano di figliuoli