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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La strage degli innocenti, 1632

concordanze di «et»

nautoretestoannoconcordanza
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vita; ¶ che l’incompreso et invisibil lume ¶ si riveli
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soggiaccia a gli anni; ¶ et oltre poi, ch’umiliato
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siedi re, che libero et intero ¶ hai de la
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di carmi, ¶ inganno, ira et amor, che spesso fenno
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de la sua terribile et oscura: ¶ stan sempre a
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macigni, ¶ chiodi, spade, securi et altri arnesi ¶ tutti nel
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ogni erba è peste et ogni fiore è tosco
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i coltelli ¶ di Nabucco et Acabbe e Faraone. ¶ Tale
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vòto sfida, ¶ imperversa, minaccia, et armi grida. ¶ Come se
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gonfiasi l’onda insuperbita et esce ¶ sul giro estremo
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la sollevata turba messagiera, ¶ et a capi e ministri
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ciel rugiade e rose, ¶ et ecco intanto i senatori
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al re sen giro, et ingombràr costoro ¶ del senato
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gli altri intorno sedenti et egli in cima. ¶ Il
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mira. ¶ La bianca barba et ispida talora ¶ dal folto
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Ircano i torti miei; ¶ et or popolo inerme e
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fia d’acclamare ardito? ¶ et io dormo? io taccio
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tutti?». ¶ Tace ciò detto, et al suo dir succede
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mel ne la favella et have ¶ in bocca gli
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candido stil voce soave, ¶ et a gli accenti accompagnando
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scettro felice aver soggetti, ¶ et esser poi de gli
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che te solo onora et ama, ¶ ch’a te
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fiamma maggior s’avanzi et erga; ¶ facil è riversar
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Ma prudenza par questa, et è timore, ¶ codardigia che
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fatto scempio ¶ non segua et altro effetto e’ non
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voci tra noi chiare et espresse ¶ cercando gian del
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avvampi. ¶ Arse di zelo et inondò dal volto ¶ un
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acque il mar raccolsi, ¶ et al tuo corso il
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se cruda man tronca et opprime ¶ lo stame in
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scherno, ¶ per vincer morte et ingannar l’Inferno». ¶ Disse
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in ciel vicesole arde et avampa, ¶ e ventilando i
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usci, un d’avorio et un di corno, ¶ l
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le tempie alternamente alza et abbassa. ¶ Vicina al pigro
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Bettelem l’ali distende ¶ et a Giuseppe addormentato appare
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Ciel per calle alpestre et ermo ¶ al nostro tapinar
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il leon conobber Dio, ¶ et a lambirlo il cocodrilo
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con larga mano amica, ¶ et arricchì d’un abito
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s’inchinàr l’onde et a le membra lasse
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scudo il petto forte ¶ et armato la man d
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a quello, al volto et a la vesta ¶ che
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senso al santo vecchio, ¶ et a l’occhio che
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vacilla ¶ l’oggetto affrena et a l’infermo orecchio
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greco invitto; ¶ giacquero Osiri et Isi e tacque Anubi
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vigilante a l’insidie et a le prede ¶ di
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altri sbrana, altri pesta et altri svena. ¶ Trafitta nel
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seppe a l’ombre et animar le tele, ¶ onde
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d’un balcon sublime et erto ¶ a riguardar l
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onde parea che pallido et essangue ¶ fuggisse anch’egli
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dal cor licor pietoso et unse ¶ le piaghe acerbe
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questa langue e geme. ¶ Et è la spoglia al
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quasi ignuda e maestra, et egli et ella ¶ somigliavano
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e maestra, et egli et ella ¶ somigliavano Amore e
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che già le piacque et or l’aggrava, ¶ e
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ma falle il colpo et erra. ¶ Crudel l’error
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Fiera man vi trapunse, et ecco in vui ¶ ricucir
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vaghe ¶ contar le morti et additar le piaghe. ¶ Mentre
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auro e rigido conteste, ¶ et al dolce el ciel
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incerti ¶ stringer le madri et anelar spiranti. ¶ Altri già
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tre denti ha meno et ha schiacciato il naso
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altrimenti che se prese et arse ¶ l’alte mura
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in braccio stretto ¶ mòre, et ella in un punto
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suo ristagna e stringe; ¶ et ecco alzando allor la
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asciuga il ferro tinge, ¶ et a piaga di legge
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un ventre, un letto et un sepolcro insieme. ¶ Viensi
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suo tosco accrescea fele. ¶ Et ecco già ch’omai
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ch’omai si leva et esce ¶ l’alba da
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e gemiti di lutto, ¶ et ecco arriva un messaggier
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fu iersera l’incarco, et or ne vegno ¶ poco
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crudele i suoi disegni. ¶ Et ecco il braccio e
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cerchi di duo soli et io di mille. ¶ Fusse
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Tu, qual madre magnanima et ardita, ¶ quel ch’è
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questo stesso amor move et invita ¶ Erode ancora a
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le dice, la minaccia, et ella ¶ con audacia viril
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del proprio sangue tinto, ¶ et a pena il credei
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Corre egli in sala et ecco a pena giunto
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soffri, o Cielo? ¶ Figlio, et io vivo? e con
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fui sol fabro nocente, et io l’uccisi; ¶ da
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per di novo spogliarle, et a le crude ¶ fere
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fuggitivi ¶ sembrano a’ peregrini et a’ pastori ¶ animate faville
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o com’api sollecite et industri ¶ per l’odorate
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cerchio grande ¶ agitar balli et intrecciar ghirlande. ¶ Sparver turbini
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scritto portate; ¶ semplici pecorelle et innocenti, ¶ candidette colombe immacolate
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sdegni ¶ lavar co’ pianti et asciugar co’ baci? ¶ E
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mare ambizioso vole ¶ imporporarsi et attuffarsi il sole. ¶ O