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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «fa»

nautoretestoannoconcordanza
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nutra troppe illusioni, come fa la nonna: anche Napoli
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l’espressione più frequente. ¶ «Fa’ ampresso! Fa’ ampresso!» gridarono
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più frequente. ¶ «Fa’ ampresso! Fa’ ampresso!» gridarono stralunati, grondanti
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opera costa e se fa aspetta’» diceva con voce
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voce del progresso vi fa sempre paura» ribatté, sardonico
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ti dico: come si fa a sostenere che l
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Francesi, invece, il passato fa schifo. E si trastullano
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Tanucci li proteggono, a fa’ fottere pure loro!» ¶ «E
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civilissima Francia». ¶ «Ma Napoli fa schifo lo stesso» strillò
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hai visto: modesto, semplice. Fa visite gratis ai poveri
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carità, lui non chiacchiera. Fa.» ¶ «E Conforti?» ¶ Titìo sorrise
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La Chiesa, però, non fa il proprio dovere, s
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se lo vedi, ti fa scorrere per il corpo
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con pacatezza. «Ma mi fa paura. È troppo cristiano
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più di cent’anni fa un viceré, il duca
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Giovanni, e lui le fa, con la sua aria
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volte arriva a sedici, fa due palloni attaccati alle
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lo Stato pontificio. ¶ «Si fa. Si fa» affermava don
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pontificio. ¶ «Si fa. Si fa» affermava don Michele Serra
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Regno. Ma non perché fa... la guerra al papa
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industria, come Maria Teresa fa a Milano. Questa è
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monarchia! Che ha da fa’ rivoluzioni! Le rivoluzioni le
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suoni qualche cosa si fa notte e ci abboffano
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all’apparenza, Lenòr. Chiara fa la spregiudicata come tutte
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Archivio, è un idiota. Fa persino schifo, ormai. A
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e ridicola! ¶ Come si fa a unirsi? Allargò le
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è iscritta.» ¶ «E cosa fa? Cosa può fare, una
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del suo affetto.» ¶ «Così fa... la regina?» chiese turbata
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finito: da libero si fa necessariamente schiavo. E per
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lui pure. Come si fa, allora? ¶ E se una
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mangiare. ¶ A mangia’ se fa fracasso ¶ co’ criate e
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Tu che ’nce puo’ fa’?» credé d’udire, nel
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Io che ’nce posso fa’” pensò, in napoletano lei
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prendere, come s’adda fa’ con le donne. Un
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buona. ’Nce ha da fa’ una buona mazziata. La
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noi». ¶ «E che volete fa’, neh, duca? La guerra
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cento e più anni fa. Voi, duca, credete ancora
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rispose. «Ma adesso mi fa comodo.» ¶ «Adesso sei potente
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Ve siete ’mparata a fa’ lo cafè a la
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ma regolare. ¶ «Meu Deus, fa’ che almeno mi resti
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pulire. ¶ «Io non saccio fa’ niente. Io non ci
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con odio, schiumando: «Va fa’ ’nculo pure tu». ¶ D
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Dimme, signo’. Ch’aggia fa’? Non me paccaria’ cchiù
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Lo lietto lo sai fa’?» ¶ «’Gnora no. Nuie tenimmo
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qua te impari a fa’ lo lietto con le
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Ogni mattina vai a fa’ la spesa e poi
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già avisse accominciato?» ¶ «A fa’ la vita?» esclamò la
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male? Chesto ha da fa’ la femmina. Perché l
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me lo spie a fa’?» ¶ Di lì a tre
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una scherzosa carezza si fa brutta e scappa. ¶ Effettivamente
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che è avvenuto secoli fa nelle altre nazioni e
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li congedò. ¶ «V’aggia fa’ vede’ un’altra cosa
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Ferdenanno, ¶ guappone, che sa fa’ le cose belle, ¶ ma
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di Lord Hamilton che fa i quadri viventi mezzo
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non ce la pozzo fa’.» ¶ «Li bbane li tieni
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cucuzzune. Stavota aggio avuta fa’ ’n’arta troppo tegnosa
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Che si’ venuto a fa’ da lo Mandriere?» ¶ «Non
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stato fino a poco fa. Miche’, vieni.» ¶ Il ragazzo
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vernata de tre anni fa,» proseguì «pe’ lo friddo
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Non è un’estranea. Fa parte dell’organizzazione. ¶ 8 Fuori
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gente non ce la fa più. Voi fate i
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amico mio. V’aggio fa’ ave’ la pelle de
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con la bacchetta. ¶ «Lassa fa’ la Madonna» esclamò Ferdinando
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riferiva Gennaro «“’nce volimmo fa’ accidere da ’sti Frangise
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come tessuto vivo. Ne fa vibrare il vessillo di
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sillabe, di strofe, si fa strada, traverso mucchi di
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bene,» ride Ciaia «ma fa troppo caldo. Rimandiamola all
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deploriamo qui, quando la fa Castelcicala?» ¶ «È diverso. Lì
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e taralli, lei si fa convincere. Da quanto non
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dolcigno, come di mosto. ¶ Fa grandi mangiate d’uva
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all’Ente Supremo, intanto fa ghigliottinare i preti refrattari
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poeti della Rivoluzione, ma fa rabbrividire la descrizione, sul
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E allora occorre educarli» fa lei, tornata col caffè
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sto imparando a conoscerli» fa Gennaro. ¶ «Non lo so
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da morto. ¶ «Questa, poi!» fa, sbalordita. «A che servono
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così esagerato che già fa ridere: gorgoglii, commenti divertiti
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e mezza maschera nera, fa il suo ingresso con
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ammazzare. Straziato, Pulcinella gli fa eco: si torce, ulula
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il saltino non lo fa. Prova ad abbozzarlo, rinunzia
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L’hanno visto, tempo fa, al club nella villa
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Gennaro pensa a tutto: fa la spesa, cucina, le
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Non t’agitare» ripete. Fa il caffè, ma lei
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bisbiglia, dal letto, Graziella fa per obbedire. ¶ «Primma li
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Per lava’ ’nterra, per fa’ li servizi, io so
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tre, quatt’anne, non fa niente cchiù. Mo’ sta
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Graziella si rivela utile. Fa quel che può, ogni
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avida intorno: Napoli che fa? Napoli non fa niente
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che fa? Napoli non fa niente di nuovo. S
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lo vonno accidere?» ¶ «Rassosìa!» fa la vecchia, tracciandosi la
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pronti!» proclama il ragazzo. Fa pure il gesto, stringendosi
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difficile, meu Deus. Si fa presto a dirlo. ¶ «Grazie
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non s’hanno da fa’. Manco per scherzo. Manco
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fatica procede. «Nuie avimma fa’ ’no munno cchiù meglio
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lo riesto de niente» fa, scoraggiata e scontenta. Soprattutto
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e scrivere. ¶ «E perché?» fa Graziella, scuotendo il capo
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po’ risentito. ¶ «No, no. Fa freddo, t’ammaleresti di
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Graziella scherza. ¶ «Lenorra. Lenorra» fa, in caricatura. «La morra
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no juoco ca se fa accossì.» ¶ Butta i punti
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mezza non ce la fa più. S’è affacciata
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peperoncino rosso, coniglio. ¶ «Famme fa’ a me, signo’. All
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sto don Gennaro che fa?» sbraita, girando attorno tutta
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sono tutti, lei non fa che sorridere, stringere mani
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Coi contenuti non si fa poesia. Si fa politica
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si fa poesia. Si fa politica, propaganda, tutto quel
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un mondo. Come diavolo fa a resistere, con l
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Eccoli». ¶ La folla si fa cattiva: urla, bestemmia, s
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inorridita, ma Gennaro mormora: «Fa parte del suo mestiere
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cerimoniosi, inchini, gli si fa alle spalle, osserva il
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palpa, ammiccando alla folla. Fa passetti di ballo, come
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lui, tende i pugni, fa le corna, sputa, ulula
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sorridere, ma soffre. ¶ “Acino” fa del proprio meglio: ha
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sostegno delle forze migliori, fa il possibile per alimentare
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di tic mortificati. ¶ «Rien» fa lei, asciugandosi gli occhi
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Gennaro decide che si fa prima a piedi. Paga
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limone, Monzù?» domanda, Gennaro fa cenno di sì. ¶ «Per
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E ’na palomma ¶ se fa aspetta’. ¶ Pausa, ripete, più
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unita, altra cosa che fa ammattire i nostri ragazzi
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il pensiero. ¶ «Sósete. Alzati» fa la sorvegliante. La scuote
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suor Cannitella. ¶ «S’adda fa’ una bella lavata» sentenzia
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mangia, che ’nce potimmo fa’? Lo dico a Sua
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l’osserva, preoccupata. Si fa il segno di croce
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bella pigna d’uva. Fa per prendere il vaso
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coperta da lo lietto, fa’ ’na bella mappata» diceva
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piano. «Tanto, non potimmo fa’ niente. Lo riesto de
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parandosi davanti. ¶ «Jammo a fa’ ampresso» ordinò il vecchio
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da Pagano tanto tempo fa, perché lo recensisse. Erano
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la voce. ¶ Donna Liono’, ¶ fa’ int’a la capa
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e stuorto. Accossì se fa.» ¶ Sempre lavorando, le domandò
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E non me voleva fa’ ’nzora’ co’ Mazzetiello, io
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Manco essa voleva, pe’ fa’ li canchere suoi. Vide
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vene bello accossì. Mo’ fa tu». ¶ La bottiglia era
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è bevuto tutto, come fa quasi sempre. Ma non
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quieta. Mettetevi a dormire» fa la sorvegliante. «E non
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li surdate vengono a fa’ guardia a li ccelle
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tratto un boato orrendo fa oscillare il pavimento, subito
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le gridano. «Vuo’ asci’? Fa’ ampresso!» ¶ L’acciuffano per
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l’aria aperta le fa girare il capo. Gennaro
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forte, decisa. Meu Deus, fa’ che il suo napoletano
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héroine.» ¶ La osserva, incerta: fa sul serio? Il sorriso
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questo non è piaciuto» fa Gennaro, serio. «Se ne
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cantiniere “Acino de fuoco“: fa la sentinella a una
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interviene, strillando, Fasulo, Logoteta fa gran cenni di smettere
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riattacca Fasulo, Lauberg gli fa un brusco segnaccio di
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che sembra stanco, ma fa col capo cenni di
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Marra e Lomonaco, Manthonè fa eco: «Moi aussi!». ¶ I
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Un pensiero sottile la fa vibrare un po’: il
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tante volte. Tanto tempo fa. La stamperia reale, il
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Governo provvisorio. Pagano le fa un sorriso un po
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E adesso che si fa, Gennaro?» chiede, mentre si
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di Roccaromana, che le fa un bel sorriso bianco
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acre di zolfo, la fa sobbalzare. Ne seguono altri
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si meritano.» ¶ «Ma no» fa Gennaro. «Ci penserà Championnet
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meraviglio di te, Gabriele» fa, brusco, Lauberg. «E la
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comodino di cent’anni fa glielo regalò Astore, insieme
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quello di tanto tempo fa. Ma qui ci sono
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stavolta a ritmo veloce. ¶ 4 ¶ Fa freddo, ci vorrebbe un
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e minacce. ¶ «Faccia jallùta! Fa’ il miracolo!» ¶ Ostinatamente zitte
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venissi a constatare questo,» fa, incredula, irritata «lo denunzierei
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di Napoli.» ¶ «Chiamali fessi» fa Cuoco, cavando un orologino
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Ho sentito io, giorni fa, nella Sala d’Istruzione
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altro la Sanfelice lo fa impazzire a vuoto, perché
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tirato, don Vincenzo le fa i complimenti. ¶ «Grazie. Peppi
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con Pulcinella che si fa repubblicano. Non so, qualche
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dei patrioti.» ¶ Peppe si fa perplesso, guarda suo padre
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l’aria del palcoscenico, fa la voce nasale di
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uommene se credono de fa’ chesto, de fa’ chello
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de fa’ chesto, de fa’ chello, de cagna’ lo
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giacobino? Lo po’ pure fa’, ma solo per far
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Ormai qua non si fa che cambiarne i membri
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di polvere, impalpabile, molesto, fa smorire i colori, rende
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sarà l’estate se fa così da fine maggio
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arrabbia di nuovo. Si fa accompagnare da Ciaia e
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c’innalzeranno monumenti.» ¶ «Equestri» fa, serio, Logoteta, mentre si
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di Eiberfeld. Che diavolo fa a Napoli in questo
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vedervi.» ¶ «State per uscire» fa lui, sempre più cupo
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ho appresa un’ora fa. Dovrò anche comunicarla al
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l’attacco?» ¶ «Oh no» fa lui, ripigliando per un
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così: non ce la fa più, ed è venuto
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Luigi se ne accorge, fa per sostenerla. ¶ «Che hai
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volessero... Non dice né fa niente nessuno. Luigi, invece
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Il guaio è che fa un caldo infernale e
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lei non ce la fa più: soffoca, il cuore
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amore di trent’anni fa. Dobbiamo proprio andare a
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fasci scarlatti. Piccolo vento fa stormire fiori, foglie, t
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sudore che gli gronda. Fa tanto caldo, come sul
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sino all’ultimo, Marra fa piazzare due cariche di
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un temperino appuntito: lo fa bruciare a una torcia
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voglio dare una lezione.» ¶ Fa preparare una mina con
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è? Se ne vanno?» fa Ciaia, perplesso. ¶ Marra caccia
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presi dalle cannonate.» ¶ Non fa in tempo a finire
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volte, si spegne. Non fa in tempo a raggiungerlo
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le copre, se le fa ballare, le sbatte. ¶ «Non
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toppa. Non ce la fa neppure a muoversi, dopo
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sole è alto, gagliardo fa scivolare occhi luminosi sull
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po’ rattrappito nella persona, fa un cenno del capo
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Speciale. Sembra aver fretta, fa cenno a Cirillo di
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disgustate. Pena de morte.» ¶ Fa un altro segno sullo
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Tu non ce puo’ fa’ niente. Il resto di
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c’è qualcuno che fa succedere le cose. Che
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suo figlio. Dio non fa vincere nessuno, Dio vuole
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inerte. Segue i preparativi, fa brusio, ma il sole
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Volimmo accomincia’?» ¶ «Jammo a fa’ ampresso! Le volimmo ammozza
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sgarbato, il boia. Lo fa salire sullo scaletto, gli