Mario Sobrero, Pietro e Paolo, 1924

La sirena di una fabbrica. E subito altri urli

stanca, la sera, dalla fabbrica di specchi dove lavorava

domestiche per andare in fabbrica, lo guardavano come un

licenziare degli impiegati. La fabbrica ormai produce così poco

che non sei in fabbrica? ¶ — Nel mio reparto non

in fondo, Berto. La fabbrica di papà non si

compagne incinte trascinarsi in fabbrica. ¶ La ragazza si rivolse

di essere sfruttato in fabbrica, vuoi servirlo anche fuori

per i Consigli di fabbrica che degli operai farebbero

riconosciuti i Consigli di fabbrica già da loro eletti

e silenziosa quella immensa fabbrica di automobili che formava

i tanti ingegneri della fabbrica. Guardava nel rettangolo ancor

movimento dei Consigli di fabbrica che ci deve mettere

chiusa. – Nei Consigli di fabbrica l’oligarchia industriale vuole

dopo aver lavorato in fabbrica, è animata, quasi allegra

molto lontana anche la fabbrica di impermeabili dov’essa

faceva per andare in fabbrica, Maria si torturò il

diffuso. Nella maestranza della fabbrica d’impermeabili gli uomini

occupanti rimanesse dentro la fabbrica fino a notte, quelli

fuori a comandarci! ¶ Nella fabbrica si cominciava a veder

componenti del consiglio di fabbrica, tra i quali era

in un’altra grande fabbrica occupata. Con cenni iracondi

governare l’attività della fabbrica. Attraversando di nuovo il

Maria era entrata in fabbrica di buon’ora, si

circolo. Fegatacci! ¶ — In quale fabbrica ti hanno messo? – gli

si sentì che la fabbrica lavorava come di giorno

sala, del consiglio di fabbrica, con la grossa testa

e in tutta la fabbrica un risveglio affannoso. Accorrevano

sala, del consiglio di fabbrica, che si dava gran

quel corpo fuori della fabbrica, nei prati, prima che

non ero andato in fabbrica perchè doveva nascere il

dagli occupanti di una fabbrica, mentre con qualche compagno

che il consiglio di fabbrica era riunito a deliberare

operaio del consiglio di fabbrica, si recassero senza indugio

Dopo la fuga dalla fabbrica nell’ultima giornata dell

mentre ella stava in fabbrica, si rodeva che non

in casa o in fabbrica. L’idea della creatura

potesse più recarsi in fabbrica; pure la sosteneva una

mutilato, perchè rubava in fabbrica.... Adesso scrive sempre. Perchè

sèguito alla chiusura della fabbrica di calzature Eligio era

Emma aveva fatto. – In fabbrica non deve andare! – ripeteva

ogni giorno peggiori, nella fabbrica ov’era occupata la

spesso di lasciare la fabbrica, chè il necessario per

non era tranquilla. Dalla fabbrica tornava sempre con animo

deliquio. Parlandone poi, in fabbrica, con le compagne di

lavoro di prima nella fabbrica non aveva avuto coraggio

continuato, della disciplina di fabbrica; anzi sospettava che qualche

affettuosa, una domanda. Dalla fabbrica ritornava stanchissima: spossata dai

Ti spiego subito. La fabbrica di motori era stata

della propria salute, della fabbrica ove lavorava, senza quasi

tavola, nel rientrar dalla fabbrica, il biglietto di Pietro

uffici della “Vassallo”, la fabbrica di motori. La bomba

Ma il nome della fabbrica gli balenò nella mente

bomba esplosa presso una fabbrica, ma nessun ferito era