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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Pascale, Passa la bellezza, 2005

concordanze di «faccio»

nautoretestoannoconcordanza
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e mi dicevo che faccio? Lo bevo? Non lo
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cosa importante è che faccio solo due bagni all
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il problema? Figuratevi, mica faccio il vostro nome e
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fare la raccolta vi faccio vedere. ¶ – E come no
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dài…, non inquietarti. Lo faccio sempre, convoco tutte le
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riposo, e poi dopo faccio quattro chiacchiere con i
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su una passerella. Se faccio questo percorso con contegno
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faccia mia: se non faccio Gaglione, va a finire
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risultate bracciante agricola, come faccio a mettervi come prestatrice
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tizio o di caio. Faccio per dire la cooperativa
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mica i professionisti dicono: faccio il contadino, dicono sono
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piccole aziende autonome, vi faccio vedere, ancora qualche anno
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da venti anni, mica faccio l’anarchico a cazzo
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Papà. ¶ – E perché gridi? ¶ Faccio sempre questo: non voglio
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vai al centro, mi faccio il sangue amaro per
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passo e ripasso, tanto faccio che vedo questo tizio
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perché non ce la faccio, oh, il Viagra si
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Borghesiana, quasi quasi ci faccio un pensiero. In quel
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le persone ammalate, non faccio nemmeno battute sui difetti
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preoccupato: ¶ – Vincè ma che faccio, devo venire? ¶ Ora, ventidue
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cinico. ¶ – Vincè, ma che faccio, devo venire? ¶ Insomma, avevo
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che vedo o che faccio volente o nolente si
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a fissare, non solo faccio associazioni strane, ma le
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perché quando mi fisso faccio cosí. Pure peggio, a
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in situazioni eccezionali? Cioè, faccio per dire, un ricercatore
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era Vespa: per carità, faccio zapping ma non c
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molto flebile: ¶ – Pronto? ¶ – Pronto, – faccio io. ¶ – Pronto, – fa lei
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di volte l’anno, faccio due bagni al massimo
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io la guardai, non faccio mai colazione, solo caffè
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Puoi aspettare un momento? Faccio una telefonata e poi
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e mo’ che ci faccio con questa. Allora, buttiamo
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partita. Finché, un giorno faccio l’amore con mia
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prima volta che mi faccio una scappatella? Però, te
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del comunista. Disse: vi faccio fare capa e capa
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Anzi, quasi quasi ti faccio compagnia. ¶ Stavo tutto stonato
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della mia malattia: che faccio, ci vado a Fiuggi
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bisogna telefonare a Riccardo. Faccio il numero, gli dico
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anni, secondo te mi faccio fare fesso? Quello è
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virus: perché io li faccio entrare? ¶ Me ne ricordavo
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violenza, perché se mi faccio fare fesso io, poi
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trovo sempre in imbarazzo, faccio certi sorrisi di circostanza
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e cosí alla fine faccio un sorriso scemo e
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mi emozionavo per quisquilie. Faccio per dire, passavamo davanti
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lavoro, non ce la faccio. Adesso te l’ho
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sinceramente, non ce la faccio. ¶ Cosí m’aveva detto
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ma nelle gambe, ti faccio fare la vecchiaia sulla
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disegno un asilo, che faccio? Mi metto a progettare
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Io non ce la faccio, lavoro solo sui miei
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succede? Succede che se faccio un libro cosí e
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dice venite, ve la faccio vedere. ¶ Abbiamo cominciato dal
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s’era detto: che faccio, la faccio morire come
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detto: che faccio, la faccio morire come un cane
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per delle sciocchezze, io faccio questo, tu non fai
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è colpa mia, no? Faccio sempre questo, mi metto
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una logica imitativa, io faccio questo, benissimo, e io
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po’ finto. Non mi faccio spaventare da queste impressioni
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armadio di papà, lo faccio io il bucato. ¶ M